Marina Sbisà

Dipartimento di Filosofia

Università di Trieste

 

Trova l'implicito

Cinque test da testi scolastici di storia e geografia per la scuola media inferiore

 

Materiali di ricerca per il volume

Detto non detto. Le forme della comunicazione implicita, Laterza, Roma-Bari, 2007

 

Sono qui raccolti i materiali usati e i dati ottenuti nel corso della ricerca sulla comprensione dell'implicito nei libri di testo di storia e geografia per la scuola media, che ho svolto nel 1999-2000 presso la Scuola Media Inferiore "Addobbati-Brunner" di Trieste, con la collaborazione della prof. Gabriella Nuciforo Paoletti. Scopo della ricerca era sperimentare la possibilità di sollecitare gli alunni alla comprensione dell'implicito, necessaria alla comprensione complessiva di qualsiasi testo e particolarmente importante nel contesto scolastico ai fini dell'apprendimento. Senza comprensione dell'implicito infatti non si possono fare riassunti, nè riformulazioni che rispondano a domande riguardanti informazioni che il testo non fornisce in modo esplicito ma che sono da esso presupposte o suggerite. Agli alunni veniva consegnato un breve brano e una lista di domande, con la consegna di leggere attentamente il brano e rispondere alle domande ricavando la risposta dal brano stesso.

 

I materiali comprendono i seguenti 5 brani e i relativi test di comprensione, con sintesi della valutazione delle risposte ottenute dai 19 alunni di una seconda media:

 

1. "Carlo Magno: il sogno di convertire l’Europa", A.R. Leone, Orientarsi nella “Nuova storia”, 1b, Sansoni per la Scuola, Milano 1998, pp. 376-377: S_CMG

2. "L'Impero Carolingio", E. Cantarella, E. Varni, F. Della Peruta, La memoria dell'uomo, Einaudi Scuola, Milano 1997, pp. 304-305: S_ICL

3. "L'espulsione degli ebrei dalla Spagna", A.R. Leone, Orientarsi nella "Nuova Storia", 2, Sansoni per la Scuola, Milano 1998, p. 96: S_EES

4. "L'Europa delle glaciazioni", G. Bacchi, A. Londrillo, F. Valli, Attraverso i territori 2, Bulgarini, Firenze 1995, pp. 80-81: G_EGL

5. "I fattori climatici", G. Bacchi, A. Londrillo, F. Valli, Attraverso i territori 2, Bulgarini, Firenze 1995, pp. 104-105: G_FCL

 

La tipologia della domande fa riferimento alle diverse forme di comunicazione implicita studiate dalla pragmatica del linguaggio.

Il punteggio assegnato alle risposte varia da 1 punto per risposte pienamente accettabili a 0 punti per le risposte del tutto sbagliate e le risposte non date e vuole indicare il grado in cui l'alunno si è dimostrato in grado di riutilizzare il testo somministrato e i suoi impliciti al fine di rispondere alla domanda.

La percentuale di successo della classe in ciascuna domanda è calcolata sulla base della somma dei punteggi individuali (rapportata a un ipotetico 100% di risposte corrette) e vuole dare una misura del sapere, ricavato dal testo, che risulta distribuito nel gruppo relativamente al tema della domanda in questione. Indirettamente, dà una misura della difficoltà della domanda.

Da ciascuna domanda si può accedere a una più analitica descrizione degli aspetti pragmatico-linguistici del testo che rendono possibile rispondere e alla lista completa delle risposte ottenute, ciascuna con la sua valutazione. Per evidenziare le oscillazioni individuali di rendimento e quindi il grado di difficoltà della domanda per ciascun soggetto, si riporta anche la percentuale di successo di ogni alunno nell'intero test (calcolata in base alla somma dei punteggi dell'alunno in tutte le domande del test, rapportata a un ipotetico 100% di risposte corrette). Ogni volta che le particolarità di una domanda o di una risposta lo rendano opportuno, sono resi accessibili mediante appositi link brevi spiegazioni o commenti.

 

I test qui presentati non si propongono come modello didattico da imitare tale e quale, ma mostrano mediante un'ampia esemplificazione (62 domande e 1166 risposte) come si possano affrontare alcuni problemi che un insegnante, che desideri inserire l'attenzione per la comprensione dell'implicito nel proprio insegnamento, si trova inevitabilmente davanti (insieme ad altri di natura più propriamente didattica che qui non sono affrontati): come formulare domande che sollecitino l'esplicitazione di impliciti? come valutare le risposte ottenute? come prevedere il grado di difficoltà delle domande?

Per le definizioni dei tipi di implicito, considerazioni metodologiche generali sull'approccio pragmatico alla comprensione, e una discussione complessiva dei risultati della ricerca, rinvio al mio volume Detto non detto. Le forme della comunicazione implicita.

Per ulteriori indicazioni bibliografiche, sono disponibili le seguenti bibliografie essenziali:

1. La pragmatica del linguaggio

2. Pubblicazioni relative alla linea di ricerca nell'ambito della quale sono stati svolti i test.

 

 

 


 

 

 

Testo:

 

Carlo Magno: il sogno di convertire l’Europa

Carlo fu un grande guerriero ed ebbe a disposizione l’esercito meglio addestrato d’Europa. I Franchi avevano una formidabile cavalleria che usava la staffa, la corazza e spade di ferro forgiate con tecniche avanzatissime; avevano topografi specializzati nello studio dei territori di guerra e nella stesura di mappe militari; nutrivano per di più grandi ideali e dividevano il mondo tra cristiani e infedeli (pagani e musulmani).

Con questi strumenti Carlo Magno conquistò i Sassoni e i Frisoni, due popoli pagani che occupavano la Germania settentrionale e che furono costretti con la forza a convertirsi, e sterminò le ultime tribù mongole nomadi affini agli Unni, gli Avari.

Non riuscì invece a scacciare gli Arabi dalla Spagna. Durante la prima di queste sfortunate spedizioni, a Roncisvalle, sui Pirenei (i monti che dividono la Francia dalla Spagna) fu annientata la sua retroguardia, comandata da Orlando. Questo episodio ispirò una serie di racconti leggendari che dalla medievale Chanson de Roland, “Canzone di Orlando”, giunsero fino all’Orlando furioso, il poema composto da Ludovico Ariosto nel XVI secolo.

Al termine di queste campagne militari, il Regno dei Franchi si estendeva su parte dell’Europa centrale e sull’Italia settentrionale.

Si stava realizzando il sogno di Carlo Magno e di gran parte di suoi guerrieri: compiere la missione affidata loro da Dio e convertire l’Europa alla fede cristiana.

Il Sacro Romano Impero

Nell’anno 800  il re dei Franchi e il pontefice furono protagonisti di un episodio sensazionale che suscità imbarazzo e sorpresa: mentre Carlo Magno, giunto a Roma per rendergli omaggio, assisteva alla messa di Natale in San Pietro, papa Leone III  gli pose improvvisamente una corona sul capo e lo proclamò imperatore dei Romani.

Questo titolo, dopo la caduta dell’Impero d’Occidente, non era mai più stato attribuito a nessun sovrano europeo ed era ritenuto di esclusiva pertinenza dell’imperatore di Bisanzio. Le parole pronunciate dal pontefice in quell’occasione trasformarono invece il Regno franco in Sacro Romano Impero, pari in dignità all’Impero romano d’Oriente.

 

(A.R. Leone, Orientarsi nella “Nuova storia”, vol. 1b, Sansoni per la Scuola, Milano 1998, pp. 376-377)

 

 

Test somministrato e risultati per domanda:

 

 

 

Domande

 

Tipo

Valutazione della risposte

 

1

 

0,75

 

0,5

 

0,25

 

0

 

nr

% successo della classe

1

L’esercito dei Franchi era bene addestrato?

implicatura convs.

(coreferenza)

10

4

1

1

3

0

72,3

2

I Franchi conoscevano tecniche per lavorare il ferro?

presupposizione

12

4

1

2

0

0

84,2

3

Chi erano i “topografi”?

misto (presupp., impl. convs.) per

ricerca definizione

1

9

0

7

2

0

48,6

4

Chi erano per i Franchi gli “infedeli”?

misto (presupp., impl. convs.)

8

8

2

1

0

0

80,2

5

Di quali “grandi ideali” parla secondo te il libro?

implicatura convs.

 

6

3

2

0

2

6

48,6

6

Con quali strumenti Carlo Magno potè effettuare le sue conquiste?

misto

(incaps. anaforico)

4

1

12

0

2

0

56,5

7

Chi erano i Sassoni e i Frisoni? Che cosa accadde loro?

presupposizione

2

15

1

0

1

0

72,3

8

Chi erano gli Avari? Che cosa accadde loro?

presupposizione

 

5

2

3

5

4

0

48,6

9

Che cosa tentò anche di fare Carlo Magno?

 

presupposizione

12

4

1

1

0

1

82,8

10

Che cos’è la Chanson de Roland?

misto (presupp., impl. convs. - coreferenza)

2

2

3

10

2

0

38,1

11

Che cos’è l'Orlando Furioso?

 

presupposizione

11

4

3

1

0

0

82,8

12

Secondo il libro Dio aveva affidato una missione ai Franchi?

presupposizione

+ punto di vista

0

0

13

4

2

0

39,4

13

Dove si recò Carlo Magno il Natale dell’anno 800 e perché?

presupposizione

+ risoluz. anafora

5

0

9

1

3

0

51,3

14

Dopo la caduta dell’Impero d’Occidente vi erano ancora imperatori?

presupposizione

2

7

2

8

0

0

53,9

15

In che rapporto si poneva il Sacro Romano Impero con l’impero romano d’Oriente?

presupposizione

14

0

0

1

0

4

75

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

               

 

Risultati per alunno:

 

Alunni:

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

13

14

15

% successo d.

alunno nel test

Raffaella

1

0,75

0

0,5

0

0,5

0,75

0,5

1

0,25

0,75

0,5

0,25

0,25

0

46,6

Giovanni

1

1

0,25

0,25

0

0,5

0,75

0,5

1

0,25

1

0,5

0,5

0,75

1

61,6

Federico

1

1

0,75

1

1

0

0

1

0,75

0,5

1

0,5

1

0,75

1

75

Paolo

1

1

0,75

1

0,5

0,5

0,75

1

1

0,25

1

0,5

0,5

1

1

78,3

Teresa

0,75

1

0,25

0,75

1

0,5

0,75

0,75

0,25

0,25

1

0,5

0

0,75

1

63,3

Giada

1

1

0,75

0,75

0

0,5

0,75

0,25

1

0,75

1

0,5

0,25

0,75

1

68,3

Costanza

0

1

1

0,75

0

0,5

0,75

0,25

0,5

0,5

1

0,25

0,5

0,25

1

55

Francesca

0,75

1

0,75

0,75

0,75

1

0,75

1

1

1

1

0,25

1

0,75

1

85

Antonio

0

0,5

0,25

0,75

0,5

0,5

0,75

0,25

0

1

0,5

0

0,5

0,25

0

38,3

Marco

0

0,75

0,25

1

0,75

1

0,75

0,25

1

0

0,5

0,5

0,5

0,25

1

56,6

Enrico

0,5

0,25

0

1

0,75

0

0,75

1

1

0

0,75

0,25

0

0,5

0,25

46,6

Luigi

1

0,75

0,75

0,75

0

0,5

0,75

0,5

1

0,75

0,5

0,5

0,5

0,25

1

63,3

Matteo

0,25

1

0,75

1

0

0,75

1

0

0,75

0,25

0,75

0,5

0,5

0,25

1

58,3

Gabriella

0,75

0,25

0,75

1

1

0,5

0,75

0

1

0,5

1

0,25

1

1

1

71,6

Silvia

1

1

0,75

1

1

1

0,75

0

1

0,25

1

0,5

1

0,5

0

71,6

Andrea

1

1

0,25

0,75

0

0,5

1

0,25

1

0,25

0,25

0

0,25

0,25

1

51,6

Fabio

0,75

0,75

0,25

1

1

1

0,5

0,75

0,75

0,25

1

0,5

1

0,75

1

70

Roberto

1

1

0,75

0,75

1

0,5

0,75

1

0,75

0,25

0,75

0,5

0,5

0,25

1

71,6

Lucia

1

1

0,25

0,5

0

0,5

0,75

0

1

0,25

1

0,5

0

0,75

0

50

% successo d. classe n. domanda

72,3

84,2

48,6

80,2

48,6

56,5

72,3

48,6

82,8

38,1

82,8

39,4

51,3

53,9

75

 

 

 

 


 

 

 

Testo:

 

L’impero carolingio

 

I caratteri del Sacro Romano Impero. Per i contemporanei, l’incoronazione di Carlo significava che l’impero di Occidente tornava a vivere. Nella realtà il Sacro Romano Impero era così diverso dall’Impero romano da costituire una nuova istituzione. La mancanza di continuità tra i due imperi emerge da molti elementi. In primo luogo il territorio dell’impero carolingio coincideva solo in minima parte con quello dell’Impero d’Occidente: per esempio, la Britannia non ne faceva parte. Inoltre Carlo non aveva il controllo totale del mar Mediterraneo, le cui coste erano divise tra le potenze bizantina e musulmana (per ricordare le più importanti). A differenza dell’impero romano d’Occidente, l’impero carolingio era quindi prettamente continentale. Infine l’impero carolingio era un impero cristiano: la sola cultura che avvicinava gli eterogenei sudditi dell’impero era quella diffusa dalla chiesa di Roma.

 

(da: E. Cantarella, E. Varni, F. Della Peruta, La memoria dell'uomo, vol 1, Milano, Einaudi Scuola, 1997, pp. 304-05)

 

 

Test somministrato e risultati per domanda:

           

 

 

Domande

 

Tipo

Valutazione delle risposte

 

1

 

0,75

 

0,5

 

0,25

 

0

 

nr

% successo della classe

1

Al tempo di Carlo, l’impero d’Occidente poteva considerarsi morto?

presupposizione (+ punto di vista)

2

1

3

6

7

0

30,2

2

Tra quali due imperi vi è mancanza di continuità?

implicatura convs. (coreferenza)

12

1

0

2

4

0

69,7

3

Che cosa si intende per “impero carolingio”?

implic. convs. per

ricerca definizione

10

2

1

1

4

1

64,4

4

Di quale impero fece parte la Britannia?

implicatura convenzionale

8

0

0

0

10

1

42,1

5

Perché l’impero carolingio fu prettamente continentale?

implicatura convenzionale

7

2

1

2

5

2

50

6

Secondo il libro, l’impero romano aveva avuto il controllo del Mediterraneo?

implicatura convenzionale

8

0

1

0

10

0

44,7

7

Chi controllava il Mediterraneo al tempo di Carlo?

presupposizione

7

6

1

0

5

0

63,1

8

L’impero carolingio era omogeneo?

presupposizione

13

0

0

0

2

4

68,4

9

Quale cultura vi veniva diffusa e da chi?

misto (presupp., impl. convs.)

6

2

6

2

1

2

57,8

10

Per la cultura che avvicinava i suoi sudditi, l’impero carolingio era simile o diverso dall’impero romano?

implicatura convenzionale

5

0

1

1

11

1

30,2

 

 

Risultati per alunno:

 

Alunni:

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

% successo d.

alunno nel test

Raffaella

0,25

1

0

0

0

0

0,5

0

0

0

17,5

Giovanni

0,25

0

0

0

0

0

1

1

0,5

0

27,5

Federico

0

1

1

1

1

0

1

1

0,5

0

65

Paolo

0,5

1

1

1

1

1

0

1

0,75

0

72,5

Teresa

0,25

1

1

0

1

0

0

0

0,25

0

35

Giada

0,75

1

1

1

0

1

0

0

1

0

57,5

Costanza

0

1

1

1

0

0

0

1

1

1

60

Francesca

0

1

0,75

1

0,75

0

0,75

1

0,75

0

60

Antonio

0,5

0,25

0,25

0

0

0

1

0

0

0,5

25

Marco

0

0

1

0

0,25

1

0,75

1

0,5

1

55

Enrico

0,5

0,25

0

0

0

1

1

0

0,5

0

32,5

Luigi

0,25

1

0

0

1

1

1

0

1

1

62,5

Matteo

0,25

1

1

1

0,75

1

0,75

1

1

0

77,5

Gabriella

1

0

1

0

1

0

0,75

1

1

0

57,5

Silvia

1

1

0,75

1

0,25

1

1

1

1

1

90

Andrea

0

0

1

0

0

0

0

1

0

0,25

22,5

Fabio

0,25

1

1

0

1

1

1

1

0,5

0

67,5

Roberto

0

1

0

0

0,5

0,5

0,75

1

0,25

0

40

Lucia

0

0,75

0,5

1

1

0

0,75

1

0,5

1

65

% successo d.

classe n. domanda

30,2

69,7

64,4

42,1

50

44,7

63,1

68,4

57,8

30,2

 

 

 

 






















 

 


 

 

 

Testo:

 

L’espulsione degli ebrei dalla Spagna

Il 1492 non viene ricordato solo per la scoperta dell’America, ma anche per un atto di governo del re di Spagna che testimoniò l’atmosfera di intolleranza che ormai si respirava in quel Paese: il decreto di espulsione degli ebrei prima dalla Spagna stessa, poi da tutti i suoi possedimenti, comprese la Sicilia e la Sardegna che in quell’epoca erano sottoposte agli Aragonesi e divise dal Regno di Napoli.

In quello stesso anno 1492 era avvenuta anche la caduta del Regno di Granada, l’ultimo baluardo dell’Islam in Spagna. Così, per una strana coincidenza, a pochi mesi di distanza la Spagna aprì al mondo intero un nuovo continente da sfruttare e invece chiuse la convivencia, cioè la “convivenza” e la collaborazione tra cattolici, musulmani ed ebrei che per secoli l’aveva resa grande.

Già nel Trecento la situazione degli ebrei spagnoli si era fatta grave. L’Inquisizione, fondata nel 1231, li perseguitava e impediva le loro attività a tal punto che molti di loro erano stati costretti a convertirsi al cattolicesimo; ma erano così disprezzati che il popolo li chiamava marranos, “maiali”. Verso la fine del Quattrocento l’intolleranza verso le comunità ebraiche era diventata insopportabile e il “Grande Inquisitore”, Torquemada, convinse facilmente la pia regina Isabella che la loro fede e le loro abitudini stavano pericolosamente portando i cattolici verso l’eresia.

Gli ebrei costretti a partire furono 150.000 e si diffusero in tutta Europa, ivi compresa l’Italia non sottoposta alla Spagna, nonché in molti Paesi islamici. Nelle loro nuove sedi si rifecero una vita, anche se in mezzo a ogni genere di difficoltà, perciò alla fine l’esodo nocque molto più alla Spagna che a loro. Lì infatti essi erano stati medici, mercanti, artigiani, banchieri e avevano rappresentato la borghesia, l’unica categoria capace di cogliere le nuove opportunità economiche in una società che era invece costituita esclusivamente da nobili e contadini. La loro eliminazione danneggiò quindi in modo irreparabile la situazione economica e sociale spagnola.

 

(da: A.R. Leone, Orientarsi nella "Nuova Storia", vol 2, Sansoni per la Scuola, Milano 1998, p. 96)

 

 

Test somministrato e risultati per domanda:

 

 

 

Domande

 

Tipo

Valutazione delle risposte

 

 

0,75

 

0,5

 

0,25

 

0

 

nr

% successo della classe

1

Che cosa accadde nel 1492? riferisci 2 avvenimenti, o se li trovi 3, in frasi complete separate fra loro.

presupposizione

11

4

2

1

0

0

84,7

2

Prima del 1492 quali religioni erano presenti in Spagna?

presupposizione

13

3

1

0

0

1

87,5

3

Queste religioni avevano collaborato fra loro? con quali risultati?

presupp. (+ risoluzione anafora)

6

4

 

3

2

1

1

61,1

4

Nel 1492 in Spagna vi era tolleranza religiosa?

presupposizione

12

2

1

1

2

0

79,1

5

Che cos’era il regno di Granada?

presupposizione

13

2

3

0

0

0

88,8

6

Che cosa accadde agli ebrei spagnoli nel 1492?

presupposizione

11

1

0

0

5

1

65,2

7

Che cosa accadde agli ebrei di Sicilia e di Sardegna poco dopo il 1492? Perché?

misto (presupp., impl. convs.)

5

1

1

3

4

4

38,8

8

Chi erano i marranos?

impl. convl.

(+ risol. anafora

 + punto di vista)

3

1

1

12

0

0

40,2

9

Perché molti ebrei spagnoli si erano convertiti? Valeva loro la pena di farlo?

impl. convl. 

 

7

4

4

1

1

1

68

10

Per quale motivo fu decretata l’espulsione degli ebrei?

implicatura conversazionale

5

1

3

2

2

5

43

11

Chi era Torquemada? Perché poté convincere la regina Isabella che la fede e le abitudini degli ebrei erano pericolose?

misto (presupposizione, impl. convs.)

2

4

6

5

1

0

51,3

12

Perché l’eliminazione degli ebrei danneggiò in modo irreparabile la situazione economica e sociale spagnola?

impl. convl.

4

4

5

0

3

2

52,7


 

Risultati per alunno:

 

Alunni:

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

% successo d.

alunno nel test

Raffaella

1

1

0,25

1

0,5

0

0

0,5

0,25

0,75

0

0,75

50

Giovanni

1

1

0,5

0

1

0

0,25

0,25

0

0

0,5

0

41,6

Federico

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

assente

Paolo

1

0,75

0,25

1

1

0

0,25

0,25

1

0

0,25

1

56,2

Teresa

0,5

1

0,75

1

1

1

0

0,25

0,5

1

0,25

0,5

64,5

Giada

1

1

0,5

1

1

1

0,25

0,25

0,5

1

0,5

0

66,6

Costanza

0,75

0,75

0

0,75

1

0

0

0,25

0

0,5

0,5

0

37,5

Francesca

0,75

1

0,5

0,5

1

0

0

0,25

1

1

0,75

0

56,2

Antonio

0,75

1

0

1

0,5

0

1

1

0,75

0,25

0,5

1

64,5

Marco

1

1

1

1

0,75

1

1

0,25

1

1

0,75

1

89,5

Enrico

0,25

0,75

0,75

0,25

0,5

1

0

0,25

0,75

1

0,25

0,75

54,1

Luigi

1

0,5

1

1

1

0,75

0,5

1

0,5

0

0,75

0,5

70,8

Matteo

1

1

1

0

1

1

1

0,25

0,75

0

0,5

0,5

66,6

Gabriella

1

1

0,75

1

1

1

0

0,25

1

0,25

0,75

0,75

72,9

Silvia

1

1

1

0,75

1

1

1

1

1

0

1

1

89,5

Andrea

1

1

0,75

1

1

1

0,75

1

0,5

0,5

0,25

0,5

77,8

Fabio

1

1

1

1

1

1

1

0,75

0,75

0,5

0,5

0,5

83,3

Roberto

0,5

1

1

1

1

1

0

0,25

1

0

1

0

64,5

Lucia

0,75

0

0

1

0,75

1

0

0,25

1

0

0,25

0,75

47,9

% successo d. classe n. domanda

84,7

87,5

61,1

79,1

88,8

65,2

38,8

40,2

68

43

51,3

52,7

 


 

 


 

 

 

Testo:

 

L’Europa delle glaciazioni

 

Alla fine dell’età terziaria il continente europeo aveva assunto ormai la configurazione fisica attuale. Negli ultimi due milioni di anni, durante l’era quaternaria, non si sono verificati grandi cambiamenti geologici, come la nascita di nuove catene montuose. Tuttavia, in quest’ultima fase geologica, gli agenti esogeni hanno modellato il volto dell’Europa: in particolare i grandi fiumi, con i detriti trasportati dalle loro acque, hanno costruito vaste pianure alluvionali, come la pianura padana e la pianura della Valacchia, lungo il corso inferiore del Danubio.

L’azione dei ghiacciai

Ancora più incisiva è stata l’azione dei ghiacciai, che durante le ere glaciali coprivano le regioni più settentrionali del nostro continente e i sistemi montuosi più elevati.

L’ultima grande glaciazione si ebbe circa 18.000 anni fa: allora una enorme calotta glaciale copriva tutta la penisola scandinava, la parte centro-settentrionale delle isole britanniche e scendeva fino alla Danimarca e alla Germania; un’altra calotta, meno estesa, copriva la regione alpina e con le sue lingue glaciali si spingeva nelle valli fino alla pianura padana.

Durante quest’epoca glaciale, il congelamento di grandi quantità di acque marine aveva fatto abbassare il livello del mare e perciò, ritirandosi il mare, erano emerse ampie zone costiere: ad esempio le isole britanniche risultavano unite al continente, mentre la pianura padana si estendeva anche nell’attuale mar Adriatico settentrionale.

Il modellamento glaciale

Per migliaia di anni, questi enormi ghiacciai hanno modellato profondamente il suolo europeo, creando paesaggi caratteristici. Le calotte glaciali, muovendosi lentamente con la loro enorme massa di ghiaccio spessa anche tre-quattro chilometri, hanno eroso profondamente le montagne dell’Europa settentrionale, e in alcuni casi le hanno trasformate in rilievi arrotondati di modesta altitudine, come i monti Pennini dell’Inghilterra. Inoltre, avanzando con le loro gigantesche lingue glaciali, hanno scavato ampie valli dalla forma tipica a U e dal fondo piatto.

I fiordi

Là dove, come sulle coste della Norvegia e della Scozia, le lingue glaciali giungevano fino al mare, si sono formati gli attuali fiordi, insenature che penetrano per decine di chilometri nella costa e presentano acque molto profonde e pareti ripide: si tratta delle antiche valli glaciali che sono state sommerse dal mare alla fine della glaciazione, quando il livello marino è aumentato di decine di metri per lo scioglimento delle calotte glaciali.

I laghi

Gli antichi ghiacciai hanno originato anche migliaia di laghi: alcuni, come quelli prealpini e svizzeri, occupano valli glaciali sbarrate dalle morene terminali e quindi riempitesi di acqua dopo lo scioglimento dei ghiacciai; altri, come le migliaia di laghi disseminati nel territorio scandinavo, oppure in quello scozzese, occupano conche dalla forma allungata, scavate dagli antichi ghiacciai.

I rilievi collinari di origine morenica

Oltre a scavare valli, fiordi e laghi, i ghiacciai hanno anche formato con i loro enormi ammassi morenici, rilievi collinari che spesso assumono la forma di lunghi cordoni, come quelli che caratterizzano il paesaggio della Germania settentrionale e della Danimarca. Il materiale morenico più fine è stato depositato dai venti settentrionali in vaste regioni della Russia meridionale e dell’Europa centrale e ha dato origine alle cosiddette terre nere, molto fertili e per questo particolarmente adatte all’agricoltura.

 

(G. Bacchi, A. Londrillo, F. Valli, Attraverso i territori 2, Bulgarini, Firenze, 1995, pp. 80-81)

 

 

Test somministrato e risultati per domanda:

 

 

 

Domande

 

Tipo

Valutazione delle risposte

 

1

 

0,75

 

0,5

 

0,25

 

0

 

nr

% successo della classe

1

Nell’era quaternaria in Europa sono nate nuove catene montuose?

impl. convl.

11

1

5

0

2

0

75

2

Che cosa significa “agenti esogeni”? Fai uno o due esempi.

impl. convs. (coreferenza, metafora)

1

4

7

2

4

1

42,1

3

Nell’era quaternaria in Europa vi erano grandi fiumi? Che cosa facevano le loro acque?

presupposizione

10

6

1

1

1

0

80,2

4

Quali sono le principali pianure alluvionali europee? Dove si trovano?

misto (impl.convl., presupposizione)

9

7

3

0

0

0

82,8

5

Che cosa sono le ere glaciali?

misto (presupp., impl. convs.) per ric.definizione

5

7

3

2

2

0

64,4

6

Quali sono le regioni più settentrionali del nostro continente e qual è il sistema montuoso più elevato?

impl. convs.

(coreferenza)

3

2

6

6

2

0

47,3

7

Perché durante l’ultima era glaciale ampie zone ora ricoperte dal mare erano emerse?

impl. convl. (+presupp.)

10

5

2

0

1

1

77,6

8

Perché le calotte glaciali hanno potuto erodere le montagne?

misto (pres. + impl. convs.)

6

1

1

8

2

1

48,6

9

Che cosa sono e dove si trovano i Monti Pennini?

misto (impl. convl., presupp.)

7

2

7

2

1

0

65,7

10

I margini delle calotte glaciali erano uniformi?

misto (presupp., impl. convs.)

9

0

0

1

7

2

48,6

11

Che cosa sono i fiordi? Sai elencare le fasi della loro formazione?

presupposizione

1

12

5

0

1

0

65,7

12

Come si sono formati i laghi prealpini e svizzeri?

misto (presupp., impl. convl.)

4

3

10

1

1

0

60,5

13

Come si sono formati i laghi scandinavi e scozzesi?

misto (presupp., impl. convl.)

8

1

3

4

3

0

59,2

14

Dal testo, riesci a capire che cosa sono i materiali morenici? Ne esistono diversi tipi? Quali?

misto (presupp., impl. convs.) per

ric. definizione

0

1

4

7

4

3

23,6

15

In quali parti d’Europa si trovano colline moreniche?

impl. convl.

8

0

5

0

6

0

55,2


 

Risultati per alunno:

 

Alunni:

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

13

14

15

% successo d.

alunno nel test

Raffaella

1

0,5

0,75

0,5

0,5

0,5

0,5

0

0,5

1

0,75

0,75

0,75

0

0

53,3

Giovanni

0

0,75

0

0,75

0

0,25

0

0,25

0,5

0

0,5

1

0

0,25

1

35

Federico

1

0,5

1

1

0,75

1

0,75

0,25

1

1

1

0,5

0,25

0,75

1

78,3

Paolo

0,5

0

1

1

0,75

0,5

1

0,25

1

1

0,75

0,5

1

0,25

1

70

Teresa

1

0,5

1

0,75

0,25

0,25

1

1

1

0

0,5

0,5

1

0,25

1

70

Giada

1

0,75

1

0,75

0

0,5

1

1

0,5

0

0,75

0,75

1

0,5

0

63,3

Costanza

0,5

0

0,75

0,75

0,5

0

0

0

0

1

0,75

0,5

1

0,25

0,5

36,6

Francesca

0

0,5

1

0,75

1

1

1

1

0,25

0

0,75

0,75

1

0,5

0,5

66,6

Antonio

1

0,5

0,75

0,5

0,25

0

1

0

0,5

0

0,75

0,5

0

0

0

38,3

Marco

1

0,75

1

1

1

0,75

1

0,25

0,5

1

0,75

0,5

0,5

0

1

73,3

Enrico

0,75

0

0,25

1

0,5

0,25

1

1

0,75

0

0,75

0,5

1

0,5

0,5

58,3

Luigi

1

0,5

1

0,5

0,75

1

1

0,25

1

1

0

0,5

0,5

0

0,5

63,3

Matteo

0,5

1

1

1

1

0,5

0,75

0,25

1

1

0,75

1

0,25

0

0,5

70

Gabriella

1

0,5

1

0,75

0,75

0,5

0,75

0,5

0,5

1

0,5

0,5

0,25

0,25

0

58,3

Silvia

0,5

0,25

0,75

1

1

0,25

1

1

1

0

0,5

1

1

0,5

1

71,6

Andrea

1

0,25

0,5

0,75

0,75

0,25

0,5

1

0,5

0,25

0,5

0

0,25

0,25

0

45

Fabio

1

0,75

1

1

1

0,75

0,75

0,75

1

1

0,75

1

0

0,25

1

80

Roberto

1

0

0,75

1

0,75

0,25

1

0,25

0,25

0

0,75

0,25

1

0

0

48,3

Lucia

0,5

0

0,75

1

0,75

0,5

0,75

0,25

0,75

0

0,75

0,5

0,5

0

1

53,3

% successo d. classe n. domanda

75

42,1

80,2

82,8

64,4

47,3

77,6

48,6

65,7

48,6

55,2

60,5

59,2

23,6

55,2

 


 

 


 

 

 

Testo:

 

I fattori climatici

 

L’Europa, pur essendo un continente non molto esteso, presenta una certa diversità di climi tra una regione e l’altra, determinata da un insieme di fattori climatici.

La latitudine. Il continente europeo, esteso tra il 35° e il 71° parallelo dell’emisfero settentrionale del nostro pianeta, è compreso quasi per intero nella fascia temperata. Pertanto il suo territorio è in gran parte caratterizzato da temperature moderate, non troppo calde d’estate nè troppo fredde d’inverno, e da una discreta piovosità.

L’influsso dei mari

L’Europa è una grande penisola bagnata dal Mediterraneo e dall’Atlantico, che svolgono una importante azione mitigatrice sul clima, anche perché le acque marine penetrano profondamente nel territorio europeo, articolato in numerose penisole e isole. Questa azione mitigatrice è svolta soprattutto dal Mediterraneo, un mare dalle acque calde, ma anche l’Atlantico, percorso dalla Corrente del Golfo che lambisce le coste occidentali europee, svolge una benefica azione sul clima di molte regioni europee. Inoltre questi due  mari sono portatori di umidità e piogge, in particolare l’Atlantico, dal quale provengono, spinte dai venti occidentali, molte delle perturbazioni e delle precipitazioni che interessano il nostro continente.

La disposizione dei monti

In Europa non vi sono catene montuose, particolarmente elevate, con disposizione nord-sud; ciò fa sì che le perturbazioni atlantiche possano penetrare profondamente nel territorio europeo.

Al contrario, la presenza di sistemi montuosi che dalla penisola iberica si prolungano, quasi senza interruzione, fino al Mar Caspio, ostacola lo scambio di aria polare con aria tropicale e viceversa. In conseguenza di ciò le regioni poste a sud di questa catena sono investite spesso da masse d’aria calda proveniente dalle aree sahariane dell’Africa, mentre sull’Europa centro-settentrionale ed orientale spirano venti freddi e secchi provenienti dalle gelide terre della Siberia e dal Polo Nord.

Cicloni e anticicloni

Sul clima europeo influiscono anche fattori meteorologici, rappresentati dalle aree di bassa o di alta pressione atmosferica. Sulla superficie dei continenti e degli oceani, infatti, stazionano costantemente aree di alta pressione (anticicloni) che portano bel tempo, o aree di bassa pressione (cicloni), portatrici di perturbazioni.

In Europa, le aree di bassa pressione stazionano sull’Islanda (ciclone atlantico) e sul mar Mediterraneo (depressione mediterranea), mentre quelle di alta pressione si trovano sulle isole Azzorre (anticiclone delle Azzorre) e sulla Siberia (anticiclone siberiano).

 

            (G. Bacchi, A. Londrillo, F. Valli, Attraverso i territori 2, Bulgarini, Firenze, 1995, pp. 104-105)

 

 

Test somministrato e risultati per domanda:

 

 

 

Domande

 

Tipo

Valutazione delle risposte

 

 

1

 

0,75

 

0,5

 

0,25

 

0

 

nr

% successo della classe

1

Un territorio non molto esteso dovrebbe avere clima uniforme? E’ questo il caso dell’Europa?

impl. convl.

(+ presupp.)

5

3

2

2

6

1

46

2

Tutto il territorio europeo è caratterizzato da temperature moderate? Perché?

impl. convs.

0

2

6

8

3

0

34,2

3

Qual è la principale azione che esercita sul clima europeo il Mar Mediterraneo? Perchè?

misto (presupp., impl. convs.)

2

1

9

6

1

0

46

4

Quali sono le principali azioni che esercita sul clima europeo l’Oceano Atlantico? Perché?

misto (presupposizione, impl. convs.)

0

3

6

8

2

0

38,1

5

Dove si trova l’Atlantico rispetto all’Europa?

presupposizione

14

0

1

0

3

1

76,3

6

Perché le perturbazioni atlantiche possono penetrare profondamente nel territorio europeo?

impl. convs. (+

risoluzione anafora)

6

1

7

0

4

0

53,9

7

Quali regioni d’Europa sono spesso investite da masse d’aria calda?

presupposizione (+ risoluzione anafora)

5

0

8

2

4

0

50

8

Che cosa sono gli anticicloni? e i cicloni?

presupposizione per

ricerca definizione

13

2

2

0

2

0

81,5

9

Anticicloni e cicloni hanno una collocazione stabile?

misto (presupp., impl. convs.)

10

3

3

0

3

0

72,3

10

Elenca i fattori che contribuiscono a differenziare il clima delle regioni d’Europa.

impl. convs. (coreferenza)

7

1

0

7

1

3

50


 

 Risultati per alunno:

 

Alunni:

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

% successo d.

alunno nel test

Raffaella

0

0,5

1

0,5

0

0

1

1

0,5

0,25

42,5

Giovanni

0

0,75

0,75

0,25

1

0

0

0

0

0

27,5

Federico

0

0,5

0,5

0,5

1

1

1

1

1

1

75

Paolo

0,75

0,5

0,5

0,75

1

1

1

1

1

0,25

77,5

Teresa

0,5

0,5

0,5

0,25

0,5

1

0,5

1

0,75

0,25

57,5

Giada

1

0,75

0,5

0,25

1

0,5

0,25

0,5

0

0

47,5

Costanza

0,25

0,25

0,25

0,25

1

1

0

1

1

0,25

52,5

Francesca

1

0,25

0,25

0,25

1

0

1

1

1

1

67,5

Antonio

0

0

0,25

0,25

1

1

0,5

1

1

1

60

Marco

0,75

0,25

0,5

0,5

0

0,5

0,5

0,5

1

0,25

47,5

Enrico

0

0,25

0

0

1

0

0,25

0,75

0,5

0,75

35

Luigi

1

0

0,25

0

0

0,5

0

1

1

0

37,5

Matteo

0,25

0,25

0,25

0,75

1

0,5

1

1

0,75

1

67,5

Gabriella

1

0,25

0,5

0,5

1

0,5

0,5

1

1

1

72,5

Silvia

0,75

0,5

1

0,75

1

1

0,5

0,75

1

1

82,5

Andrea

0

0

0,5

0,25

0

0,5

0,5

1

1

0,25

40

Fabio

1

0,5

0,25

0,5

1

0,5

0,5

0

0,75

1

60

Roberto

0

0,25

0,5

0,25

1

0

0

1

0,5

0

35

Lucia

0,5

0,25

0,5

0,5

1

0,75

0,5

1

0

0,25

52,5

% successo d.

classe n. domanda

46

34,2

46

38,1

76,3

53,9

50

81,5

72,3

50

 


 

 


 

 

 

S_CMG 1

 

Domanda:

L'esercito dei Franchi era bene addestrato?

 

Segmento testuale pertinente:

"Carlo fu un grande guerriero ed ebbe a disposizione l’esercito meglio addestrato d’Europa. I Franchi avevano una formidabile cavalleria[...]"

 

Impliciti:

La comprensione del brano richiede di fare una connessione fra "ebbe...l'esercito meglio addestrato..." e "I Franchi avevano..." e con ciò capire che l'esercito che Carlo aveva era l'esercito dei Franchi. Questo potrebbe essere già noto (che Carlo fosse re dei Franchi risulta dal paragrafo precedente, nella medesima pagina del volume), ma è facilmente ipotizzabile anche localmente in base a un’assunto di pertinenza o coesione testuale. Inoltre, che l’esercito di Carlo venga descritto come “l’esercito meglio addestrato d’Europa” suggerisce che si trattasse di un esercito bene addestrato. Non si tratta di un’implicazione logica; l’esercito “meglio addestrato” potrebbe anche non essere "bene addestrato" in assoluto (dipende dal livello di addestramento degli altri eserciti con cui viene confrontato); tuttavia, sarebbe strano che il migliore in qualcosa non abbia almeno un buon livello della qualità in questione (e essendo qualcosa di strano, non è un'ipotesi di default e dovrebbe essere esplicitamente segnalato); per giunta, il fatto menzionato successivamente che i Franchi avessero una cavalleria “formidabile” (dove "una formidabile cavalleria" è a sua volta da intendere in relazione di coreferenza parziale con "l'esercito meglio addestrato d'Europa") aumenta la plausibilità della risposta affermativa.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

10 risposte da 1 punto; 4 da 0,75; 1 da 0,5; 1 da 0,25; 3 risposte sbagliate; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 72,3%.

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

L'esercito dei Franchi era ben addestratto.                  

1

46,6

Giovanni

I Franchi sono l'esercito molto bene addestrato.

1

61,6

Federico

Si, l'esercito dei Franchi era ben addestrato, era il migliore.

1

75

Paolo

Si l'esercito dei Franchi era bene addestrato.

1

76,6

Teresa

Era l'esercito meglio addestrato d'Europa.

0,75

65

Giada

Sì, l'esercito dei Franchi era ben addestrato.

1

70

Costanza

I Franchi erano molto forti.

0

56,6

Francesca

L'esercito dei Franchi era il meglio addestrato d'Europa.

0,75

86,6

Antonio

Si l'impero dei Franchi era ben addestrato.

0

40

Marco

L'esercito dei Franchi era molto forte perché aveva addirittura fermato gli Arabi.

0

56,6

Enrico

L'esercito dei Franchi era il migliore d'Europa, perché erano benissimo addestrati, e avevano le migliori armi.

0,5

46,6

Luigi

Si era l'esercito migliore d'Europa.

1

65

Matteo

Si aveva l'esercito meglio addestrato d'Europa.

0,25

58,3

Gabriella

L'esercito dei Franchi era l'esercito meglio addestrato d'Europa.

0,75

71,6

Silvia

L'esercito dei Franchi era ben addestrato, aveva anche una formidabile cavalleria.

1

71,6

Andrea

L'esercito dei Franchi era bene addestrato era l'esercito meglio addestrato d'Europa.

1

53,3

Fabio

L'esercito dei Franchi era l'esercito meglio addestrato dell'Europa.

0,75

70

Roberto

Si, l'esercito dei Franchi era ben addestrato.

1

71,6

Lucia

Si, l'esercito dei Franchi era ben addestrato.

1

50

 

Osservazioni:

Non sembra esserci difficoltà a riconoscere che l’esercito che Carlo ha a disposizione è l’esercito dei Franchi, salvo forse nel caso di una risposta che però non si rifà direttamente al testo (Marco). L’unica risposta sbagliata (Antonio) riguarda un errore lessicale che è quasi un lapsus: lo studente confonde “impero” e “esercito”. La bassa valutazione della risposta di Matteo dipende dal fatto che pur individuando il passo pertinente dal testo, non lo rielabora nella forma adatta a una risposta (la domanda riguardava l'esercito dei Franchi, il soggetto di "aveva" è ancora Carlo Magno). L'alunno evidentemente adotta una strategia di copiatura o quasi-copiatura, rimanendo però bloccato al suo più basso livello di utilizzo.

Errori d'ortografia come quello di Raffaella possono essere considerati ininfluenti sulla valutazione della comprensione, benché non lo siano nel caso della valutazione delle abilità linguistiche.

Riguardo alla seconda mossa utile a produrre una buona risposta, il passaggio da “il meglio addestrato” a “ben addestrato”, alcune risposte prendono forma di assenso motivato (Federico), mentre i più si limitano a un assenso non qualificato, del tipo “L’esercito dei Franchi era ben addestrato”. In alcuni casi le risposte sono prudenti (e con ciò incomplete) (Francesca; nel caso di Costanza, la risposta è troppo prudente per costituire una risposta pertinente).

 

 

 


 

 

 

S_CMG 2

 

Domanda:

I Franchi conoscevano tecniche per lavorare il ferro?

 

Segmento testuale pertinente:

I Franchi avevano una formidabile cavalleria che usava la staffa, la corazza e spade di ferro forgiate con tecniche avanzatissime; [...]

 

Dalla relativa non restrittiva con valore presupposizionale "che usava la staffa, la corazza e spade di ferro forgiate con tecniche avanzatissime" e dal participio "forgiate [...]" che essa contiene, si ricava l’informazione che i Franchi conoscevano tecniche per lavorare il ferro avanzatissime (si suppone, per l’epoca).

Tale relativa può inoltre attivare un’implicatura secondo relazione: la cavalleria era formidabile proprio perché usava staffa, corazza, e spade di ferro tecnologicamente avanzate.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

12 risposte da 1 punto; 4 da 0,75; 1 da 0,5; 2 da 0,25; 0 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 84,2%.

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione della risposta

% successo d.

alunno nel test

Raffaella

I Franchi conoscevano la tecnica per lavorare il ferro.

0,75

46,6

Giovanni

I Franchi conoscevano tecniche avanzatissime per lavorare il ferro.

1

61,6

Federico

Si, i Franchi conoscevano tecniche per lavorare il ferro ben avanzate.

1

75

Paolo

I Franchi conoscevano tecniche avanzatissime per lavorare il ferro e forgiavano corazze e spade di ferro.

1

76,6

Teresa

Sì, avevano tecniche avanzatissime.

1

65

Giada

I Franchi, conoscevano tecniche per lavorare il ferro, infatti le spade erano forgiate con tecniche avanzatissime.

1

70

Costanza

Sì, i Franchi conoscevano tecniche avanzate per lavorare il ferro.

1

56,6

Francesca

I Franchi avevano corazze e spadoni di ferro che forgiavano con tecniche avanzatissime.

1

86,6

Antonio

I Franchi conoscevano il ferro: staffa, la corazza, spade di ferro.

0,5

40

Marco

I Franchi avevano avanzatissime tecniche per fondere il ferro e facevano spade e corazze.

0,75

56,6

Enrico

I Franchi avevano una grandissima tecnica nel costruire armi, infatti avevano la staffa che serviva per cavalcare, la corazza che era un'armatura e la spada.

0,25

46,6

Luigi

Si le conoscevano.

0,75

65

Matteo

Si, usavano corazze e spade di ferro.

1

58,3

Gabriella

Usavano la staffa, la corazza e spade di ferro.

0,25

71,6

Silvia

I Franchi conoscevano tecniche avanzatissime per forgiare il ferro.

1

71,6

Andrea

I Franchi avevano tecniche avanzatissime per lavorare il ferro.

1

53,3

Fabio

I Franchi conoscevano le tecniche per forgiare il ferro.

0,75

70

Roberto

Si, i Franchi conoscevano tecniche per produrre il ferro.

1

71,6

Lucia

Si, I Franchi conoscevano tecniche avanzatissime per lavorare il ferro.

1

50

 

Osservazioni:

La domanda è risultata facile, anche se o forse proprio perché poco stimolante. Emerge una certa incuria di una parte della classe (quelli che usano l'articolo definito singolare o plurale) rispetto alla molteplicità possibile delle tecniche per lavorare il ferro a cui il testo allude (in esso non si assume che ci sia una tecnica sola nè un insieme sempre uguale di tecniche da conoscere a tal fine). Queste risposte hanno impliciti non controllati, che non fanno parte di quanto comunicato dal testo. La risposta di Gabriella dà le ragioni per una risposta affermativa anziché prendere la decisione di darla effettivamente.

Un'altra e forse più interessante domanda relativa allo stesso passo avrebbe potuto essere "Perché era formidabile la cavalleria dei Franchi?"

 

 

 


 

 

 

S_CMG 3

 

Domanda:

Chi erano i “topografi”? 

 

Segmento testuale pertinente:

“I Franchi [...] avevano topografi specializzati nello studio dei territori di guerra e nella stesura delle mappe militari; [...]”

 

Impliciti:

La domanda intendeva esplorare la possibilità di recuperare il senso contestuale di un elemento lessicale direttamente dal testo. Infatti, il participio “specializzati...” con i suoi complementi definisce di fatto le funzioni dei topografi nell’ambiente di cui il brano sta parlando. Tuttavia, il senso contestuale che può apparire legittimo attribuire alla parola “topografi” in base al testo include proprietà che esulano da una definizione da dizionario (i topografi non sono necessariamente topografi militari). Il verbo all’imperfetto nella domanda è stato scelto per sottolineare che non interessava tanto che fosse fornita una definizione astratta valida per il presente, ma una caratterizzazione delle mansioni dei topografi nel contesto cui il libro fa riferimento.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

1 risposta da 1 punto;  9 da 0,75; 0 da 0,5; 7 da ,25; 2 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 48,6%.

 

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d.

alunno nel test

Raffaella

I topografi erano specializzati nello studio dei territori di guerra e nella stesura di mappe militari; nutrivano per di più grandi ideali e dividevano il mondo tra cristiani e infedeli.

0

46,6

Giovanni

I topografi erano specializzati nello studio dei territori di guerra e della stesura di mappe militari.

0,25

61,6

Federico

I topografi erano persone specializzate nello studio dei territori di guerra e nella stesura di mappe militari.

0,75

75

Paolo

I topografi erano quelle persone che erano specializzate nello studio dei territori di guerra e che erano specializzate nella stesura di mappe.

0,75

76,6

Teresa

Specializzati nello studio dei territori di guerra e nella stesura di mappe militari.

0,25

65

Giada

I "topografi" erano delle persone specializzate nello studio dei territori di guerra e nella stesura di mappe militari.

0,75

70

Costanza

I topografi erano persone specializzate nello studio dei territori.                      

1

56,6

Francesca

I topografi erano gli specializzati nello studio dei territori di guerra e nella stesura di mappe militari.

0,75

86,6

Antonio

Erano specializzati nello studio dei territori di guerra e nella stesura di mappe militari.

0,25

40

Marco

I topografi erano studiavano e facevano mappe militari.           

0,25

56,6

Enrico

I topografi erano specializzati nello studio di territori di guerra e nella stesura di mappe militari; e dividevano il mondo fra cristiani e infedeli. 

0

46,6

Luigi

Sono uomini specializzati in carte da guerra mappe...              

0,75

65

Matteo

Sono delle persone specializzate nello studio dei territori di guerra e nella stesura di mappe militari.

0,75

58,3

Gabriella

I topografi erano coloro specializzati nello studio dei territori di guerra e nella stesura di mappe militari.           

0,75

71,6

Silvia

I topografi erano persone specializzate nello studio dei territori di guerra e nella stesura di mappe militari.                       

0,75

71,6

Andrea

I topografi erano specializzati nei territori di guerra e nella stesura delle mappe militari.

0,25

53,3

Fabio

I topografi erano coloro che disegnavano le carte geografiche di luoghi precisi, di piccole dimensioni.

0,25

70

Roberto

I topografi erano quelli che studiavano i territori di guerra e producevano mappe militari.        

0,75

71,6

Lucia

I topografi erano specializzati nello studio dei territori di guerra e nella stesura di mappe militari.

0,25

50

 

Osservazioni:

La domanda intendeva esplorare in quale misura fosse possibile agli alunni che non sapessero già che cosa vuol dire "topografi" ricavare dal testo il significato di tale parola.

E' risultata difficile.

E' curioso che la risposta più equilibrata, che tenta una generalizzazione togliendo il riferimento alla destinazione militare del lavoro dei topografi di Carlo Magno, venga da un'alunna mediamente non molto capace.

Alcuni, nel rispondere in modo sostanzialmente corretto, non hanno tenuto conto che la domanda era formulata col pronome “chi” e hanno risposto per esempio “I topografi erano specializzati nello studio dei territori di guerra e nella stesura di mappe militari” anziché “I topografi erano persone specializzate...”. Fra le risposte non corrette, una definisce i topografi esclusivamente su base extratestuale (violando le consegne del test);  l’errore più grave riscontrato (due casi: Raffaella, Enrico) consiste nell’attribuzione ai topografi, quasi fosse parte delle loro funzioni, anche di quanto scritto nella frase successiva (della quale sono soggetto - sottinteso - i Franchi). Raffaella sembra andare avanti per forza d’inerzia; il suo errore è effetto di una strategia di copiatura non accompagnata dall'attenzione per la pertinenza. Forse Enrico si è fatto influenzare da un’idea più generale di carta geografica, quasi fosse compito del cartografo “dividere il mondo” (in questo caso il suo errore dipende dal ricorso a conoscenze extratestuali non pertinenti).

 

 

 


 

 

 

S_CMG 4

 

Domanda: Chi erano per i Franchi gli “infedeli”?

 

Segmento testuale pertinente:

"I Franchi [...]dividevano il mondo tra cristiani e infedeli (pagani e musulmani)."

 

Impliciti:

La domanda richiedeva di riformulare in una frase una parentesi esplicativa (coreferente al termine spiegato). La parentetica, in quanto assimilabile a una relativa non restrittiva ellittica, sarebbe da classificare fra gli attivatori di presupposizione ma il suo valore esplicativo rispetto al termine "infedeli" richiede un assunto di pertinenza.

In base a un'implicatura secondo quantità (cioè in base all'assunto che la parentetica offra informazione sufficiente su chi erano gli "infedeli") è inoltre ragionevole ricavare il carattere esaustivo della distinzione degli infedeli in pagani e musulmani.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

8 risposte da 1 punto; 8 da 0,75; 2 da 0,5; 1 da 0,25; 0 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 80,2%.

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d.

alunno nel test

Raffaella

Per i Franchi gli infedeli erano i mussulmani.

0,5

46,6

Giovanni

Per i Franchi gli infedeli erano i pagani e mussulmani.

0,25

61,6

Federico

Gli infedeli per i Franchi erano i pagani e i mussulmani.

1

75

Paolo

Per i Franchi gli "infedeli" erano i pagani e i musulmani.

1

76,6

Teresa

Erano pagani e mussulmani.

0,75

66,6

Giada

Per i Franchi gli infedeli erano pagani e musulmani.

0,75

70

Costanza

Per i Franchi gli infedeli erano pagani e mussulmani.

0,75

56,6

Francesca

Per i Franchi gli infedeli erano pagani e musulmani.

0,75

86,6

Antonio

Gli infedeli erano pagani e musulmani.

0,75

40

Marco

Per i Franchi gli infedeli erano i pagani e i musulmani.

1

56,6

Enrico

Per i Franchi gli infedeli erano i pagani e i musulmani.  

1

46,6

Luigi

Erano pagani e mussulmani.

0,75

65

Matteo

Gli infedeli erano i pagani e i musulmani.

1

58,3

Gabriella

Per i Franchi gli "infedeli" erano i pagani e i musulmani.

1

71,6

Silvia

Per i Franchi gli infedeli erano i musulmani e i pagani.  

1

71,6

Andrea

Gli infedeli erano pagani e mussulmani.

0,75

53,3

Fabio

Per i Franchi gli "infedeli" erano i musulmani e i pagani.

1

70

Roberto

Gli infedeli per i Franchi erano pagani e musulmani.

0,75

71,6

Lucia

Per i Franchi gli infedeli erano i musulmani e i  

0,5

50

 

Osservazioni:

La domanda, nella sua banalità, non è comunque andata liscia al cento per cento. Due studenti dimenticano uno dei due termini contenuti nella parentesi (Lucia lascia la frase incompleta: l'errore potrebbe essere dovuto non a incomprensione o incapacità di utilizzare il testo, ma a semplice distrazione). Uno (Giovanni) risponde in modo da suggerire l’implicito fuorviante che i musulmani erano pagani (o che erano considerati infedeli solo quei musulmani che erano anche pagani). Non si tratta, ovviamente, di attribuire un’idea così complessa allo studente in questione, ma di constatare che la sua risposta non controlla bene l'uso dell'articolo definito.

Un altro aspetto problematico nelle risposte a questa domanda consiste nel fatto che non mentre 8 risposte hanno la forma “Erano i pagani e i musulmani”, altrettante hanno invece la forma “Erano pagani e mussulmani”, che ricalca quanto scritto nella parentesi presente nel testo. Ma omettendo gli articoli non è chiaro se si risponda veramente alla domanda “chi”, se si indichino cioè due gruppi mutuamente esclusivi che insieme corrispondono all’insieme di individui chiamati dai Franchi “infedeli” (potrebbe trattarsi di due proprietà degli “infedeli” non mutuamente esclusive). Perciò le risposte di questo tipo sono state considerate imperfette.

 

 

 


 

 

 

S_CMG 5

 

Domanda:

Di quali “grandi ideali” parla secondo te il libro?

 

Segmento testuale pertinente:

“I Franchi [...] nutrivano per di più grandi ideali e dividevano il mondo tra cristiani e infedeli.”

 

Impliciti:

Il libro non dice di quali ideali si tratta, ma lo lascia capire, in modo parzialmente maldestro, per la contiguità con la frase “dividevano il mondo tra cristiani e infedeli”, che a sua volta richiama l’idea di conversione menzionata nel titolo del paragrafo (“Carlo Magno: il sogno di convertire l’Europa”) e alla conclusione di esso (“Si stava realizzando il sogno di Carlo Magno e di gran parte dei suoi guerrieri: compiere la missione affidata loro da Dio e convertire l’Europa alla fede cristiana”). La risposta si può quindi ricavare sfruttando la pertinenza tematica di "nutrivano [...] grandi ideali" con il congiunto che segue, con il titolo dell'intero paragrafo e la sua conclusione.

Ci sono così elementi sufficienti per desumere che i "grandi ideali" attribuiti dal testo ai  Franchi hanno a che fare con la diffusione del cristianesimo ovvero con il suo prestigio e potere nei confronti dei popoli non cristiani.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

6 risposte da 1 punto;  3 da 0,75; 2 da 0,5; 0 da 0,25; 2 da 0; 6 mancate risposte.

Successo della classe:  48,6%.

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

non risponde

0

46,6

Giovanni

Gli ideali furono Carlo Magno.

0

61,6

Federico

Secondo me i grandi ideali di cui parla il libro erano grandi idee di conquista.

1

75

Paolo

Il libro parla di grandi ideali, cioè le cose che i Franchi volevano fare di grande e importante.

0,5

76,6

Teresa

Del sogno di Carlo Magno di convertire l'Europa.

1

65

Giada

Secondo me il libro parla di grandi ideali cioè di persone grandi.

0

70

Costanza

non risponde

0

56,6

Francesca

Secondo me i grandi ideali di cui parla il libro sono i racconti leggendari..., la divisione fra il mondo dei cristiani e quello degli infedeli e le loro idee di guerra.

0,75

86,6

Antonio

Il libro secondo me parla di grandi ideali che Carlo Magno pensava, di riconquistare l'Europa.

0,5

40

Marco

Secondo me il libro parla di grandi ideali cioè il  mondo diviso da cristiani e infedeli.    

0,75

56,6

Enrico

Per il libro i più grandi ideali erano la divisione del mondo fra cristiani e infedeli.

0,75

46,6

Luigi

non risponde

0

65

Matteo

non risponde

0

58,3

Gabriella

I grandi ideali che parla il libro sono, secondo me, che Carlo voleva convertire l'Europa alla fede cristiana.

1

71,6

Silvia

Secondo me il libro parla di ideali di conquista.

1

71,6

Andrea

non risponde

0

53,3

Fabio

I grandi ideali di cui parla il libro è il sogno di convertire l'Europa al cristianesimo.

1

70

Roberto

Il libro parla di ideali di distinzione fra cristiani e pagani.

1

71,6

Lucia

non risponde

0

50

 

Osservazioni:

La domanda è risultata notevolmente più difficile delle precedenti. Anche se per rispondere non occorreva introdurre molto materiale linguistico nuovo, non c’era nulla di scritto da poter ricuperare pari pari fatti salvi i necessari adattamenti sintattici. Come si è detto sopra, si potevano fare ipotesi a proposito dei “grandi ideali” che i Franchi secondo il libro nutrivano, considerando la contiguità della frase in cui sono menzionati con la frase “dividevano il mondo tra cristiani e infedeli”, che a sua volta richiama l’idea di conversione menzionata nel titolo del paragrafo (“Carlo Magno: il sogno di convertire l’Europa” e alla conclusione di esso. Ma la formulazione di queste ipotesi richiede un atteggiamento di lettura maturo, basato sull’assunto della pertinenza delle parti di un testo le une rispetto alle altre, e sulla capacità di individuare connessioni - non solo su scala locale - che confermino quest’assunto. Non tutti hanno saputo escogitare una risposta, e ancora meno una risposta ragionevole.

Le risposte migliori utilizzano effettivamente spunti dati dal titolo o dalla fine del paragrafo, mostrando una certa abilità nel muoversi avanti e indietro nel testo (Gabriella, Fabio). Un’altra lettura (Federico, Silvia) forza leggermente il significato ufficiale della parola “ideali” - ma, bisogna dirlo, in linea con un’embrionale analisi materialistica - e connette i “grandi ideali” con il tema dei segmenti testuali precedenti e successivi, le guerre di conquista. In effetti gli ideali dei Franchi sono menzionati dal libro insieme ai mezzi di efficienza militare che hanno reso possibili guerre di conquista; la connessione è ribadita nella parte finale del paragrafo dove la realizzazione del “sogno” di convertire l’Europa viene associata alle conquiste militari se non identificata con esse. In questa lettura gli ideali dei Franchi sono intesi come ambizione espansionistica.

Due altri soggetti (Enrico, Roberto) basano la loro risposta sul testo localmente considerato e vedono soltanto la connessione fra i “grandi ideali” e il dividere il mondo fra cristiani e infedeli (di cui il testo parla nella frase immediatamente successiva). La risposta di Roberto è forse influenzata dal concetto moderno del distinguere ambiti di influenza fra diverse culture, ovviamente del tutto inappropriato al contesto del paragrafo in cui l’espressione “grandi ideali” è usata.

Infine, alcuni non sanno bene che cosa significhi “ideale” (Giovanni, Francesca), e le loro risposte prendono perciò strade sbagliate. Antonio introduce un implicito non presente nel testo-fonte.

 

 

 


 

 

 

S_CMG 6

 

Domanda:

Con quali strumenti Carlo Magno potè effettuare le sue conquiste?

 

Segmento testuale pertinente:

“Con questi strumenti Carlo Magno conquistò i Sassoni e i Frisoni...”

 

Impliciti:

La domanda, che sorge spontanea alla lettura dell’apertura del secondo capoverso del brano, richiede in sostanza di riassumere per sommi capi il capoverso precedente. “Con questi strumenti” è una descrizione dimostrativa usata anaforicamente o "incapsulatore anaforico" (il dimostrativo “questi” è usato per rinviare a qualcosa che è menzionato sopra nel testo; di conseguenza la descrizione incorpora una serie di informazioni precedentemente fornite). Il fatto che si parli di “strumenti” dovrebbe spingere a rileggere l’elenco delle caratteristiche dell’esercito franco contenuto nel capoverso precedente come un elenco di mezzi, o strumenti, che misero Carlo Magno in grado di effettuare guerre vittoriose.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

4 risposte da 1 punto; 1 da 0,75; 12 da 0,5; 0 da 0,25; 2 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe 56,5%.

 

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

Carlo Magno potè effettuare le sue conquiste uso le seguenti armi: la staffa, la corazza, e spade di ferro.

0,5

46,6

Giovanni

Carlo Magno potè effettuare le sue conquiste con degli strumenti che sono la staffa, la corazza, e la spada di ferro.

0,5

61,6

Federico

Con questi strumenti Carlo Magno potè effettuare le sue conquiste: due popoli pagani che occuparono la Germania settentrionale e che furono costretti con la forza a convertirsi.

0

75

Paolo

Carlo Magno potè effettuare le sue conquiste con i grandi ideali e dividendo il mondo tra cristiani e infedeli.

0,5

76,6

Teresa

Una formidabile cavalleria, la staffa, la corrazza e spade di ferro.

0,5

65

Giada

Carlo Magno potè effettuare le sue conquiste con la staffa, la corazza e spade di ferro, i topografi.

0,5

70

Costanza

Carlo Magno effettuò le sue conquiste con l'esercito meglio addestrato d'Europa.

0,5

56,6

Francesca

Carlo Magno potè effettuare le sue conquiste grazie alla sue armi costruite in modo avanzatissimo, il suo esercito ben addestrato e i topografi che disegnavano mappe di guerra.

1

86,6

Antonio

staffa, la corazza, spade di ferro.

0,5

40

Marco

Carlo Magno potè effettuare le sue conquiste con questi strumenti: le staffe, con le corazze e con le spade in ferro, con i topografi, e con i loro grandi ideali.

1

56,6

Enrico

Con questi strumenti Carlo Magno potè conquistare tantissime terre.

0

46,6

Luigi

Con le mappe fatte dai topografi e con le armi: coraza, staffa e spada.

0,5

65

Matteo

Avendo l'esercito meglio addestrato dEuropa, una formidabile cavalleria che usava la staffa, la corazza e spade di ferro e i tipografi Carlo Magno potè effettuare le sue conquiste.

0,75

58,3

Gabriella

Carlo Magno potè effettuare le sue conquiste perché era organizzato bene nell'esercito.

0,5

71,6

Silvia

Carlo Magno potè effettuare le sue conquiste grazie al suo esercito, alla cavalleria, alle armi e ai topografi.

1

71,6

Andrea

Carlo Magno potè effettuare le sue conquiste perché era organizzato bene nell'esercito.

0,5

53,3

Fabio

Carlo Magno effettuò le sue conquiste con l'esercito addestrato, la cavalleria e le carte topografiche.

1

70

Roberto

Carlo Magno riuscì nelle sue conquiste con il metodo di separare il mondo a metà.

0,5

71,6

Lucia

Carlo Magno potè effettuare le sue conquiste perché: avevano una formidabile cavalleria che usava la staffa, la corazza e spade di ferro e perché avevano i topografi.

0,5

50

 

Osservazioni:

Si trattava di capire che gli strumenti a cui la descrizione anaforica “questi strumenti” fa riferimento sono le caratteristiche dei Franchi elencate nel paragrafo precedente, tutte funzionali alla riuscita di conquiste militari: avere l’esercito meglio addestrato d’Europa e una formidabile cavalleria che usava la staffa, la corazza e spade di ferro forgiate con tecniche avanzatissime; avere topografi specializzati nello studio dei territori di guerra e nella stesura di mappe militari; nutrire grandi ideali e contrapporsi, come cristiani, agli infedeli. Il carattere anaforico di “questi strumenti” è stato capito dalla maggior parte dei soggetti, ma solo pochi hanno saputo sfruttarlo in modo efficace.

Ciò che rende l’anafora difficile da capire (e da esplicitare) è forse che le caratteristiche rilevanti dei Franchi sono espresse in forma di enunciati e non di sintagmi nominali. Inoltre, si tratta di un buon numero di caratteristiche (a rigore se ne possono distinguere cinque o sei, ma ho assegnato 1 punto a tutte le risposte che ne riportavano correttamente almeno tre) ed è facile anche a chi fosse in grado di compiere tutti i collegamenti necessari dimenticare qualche aspetto nella risposta scritta. La maggior parte degli studenti dà risposte classificabili come corrette ma incomplete. Raffaella intende “strumenti” esclusivamente come “armi” (e peraltro considera la staffa alla stregua di un’arma). Andrea tenta di generalizzare, senza però uscire dall'incompletezza. Enrico e Federico (quest'ultimo nonostante i suoi risultati in genere buoni!) non riescono a riconoscere e sviluppare la relazione anaforica.

 

 

 


 

 

 

S_CMG 7

 

Domanda:

Chi erano i Sassoni e i Frisoni? Che cosa accadde loro?

 

Segmento testuale pertinente:

“ ...Carlo Magno conquistò i Sassoni e i Frisoni, due popoli pagani che occupavano la Germania settentrionale e che furono costretti con la forza a convertirsi,...”

 

Impliciti:

L’apposizione “due popoli pagani..”, che include anche due relative, la seconda delle quali di carattere non restrittivo e quindi con statuto di presupposizione, in quanto relativa ellittica fornisce informazioni da dare per scontate su chi erano i Sassoni e i Frisoni. Per dar risposta alla domanda, queste informazioni devono essere combinate con quella fornita dalla frase principale "Carlo Magno conquistò i Sassoni e i Frisoni".

 

Risposte ottenute e valutazioni:

2 risposte da 1 punto, 15 da 0,75;  1 da 0,5; 0 da 0,25; 1 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe:  72,3%

 

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

I Sassoni e i Frisoni, erano due popoli pagani che occupavano la Germania settentrionale e che furono costretti con la forza a convertirsi, [e sterminò le ultime tribù mongole nomadi affini agli Unni, gli Avari.]

0,75

46,6

Giovanni

I Sassoni e i Frisoni erano due popoli pagani che occupavano la Germania settentrionale. E a loro gli accadde che Carlo Magno li conquistò.

0,75

61,6

Federico

I Sassoni e i Frisoni erano due popolazioni, a loro accadde che vengono sconfitti dai due popoli pagani che Carlo Magno costrinse a convertirsi con la forza.

0

75

Paolo

I Sassoni e i Frisoni erano due popoli pagani che occupavano la Germania settentrionale e a loro accadde che furono costretti con la forza a convertirsi.

0,75

76,6

Teresa

Due popoli pagani che si trovavano in Germania Settentrionale. Furono costretti a convertirsi.

0,75

65

Giada

I Sassoni e i Frisoni erano due popoli pagani che occupavano la Germania Settentrionale che si convertirono, con la forza.

0,75

70

Costanza

I Sassoni e i Frisoni erano due popoli pagani che occupavano la Germania che furono costretti a convertirsi con la forza.

0,75

56,6

Francesca

I Sassoni e i Frisoni erano due popoli pagani che occupavano la Germania settentrionale, questi furono costretti con la forza a convertirsi.

0,75

86,6

Antonio

Erano due popoli pagani che occupavano la Germania settentrionale. Accadde che furono costretti con la forza a convertirsi.

0,75

40

Marco

I Sassoni e i Frisoni erano due popoli pagani che occupavano la Germania settentrionale e furono costretti con la forza a convertirsi.

0,75

56,6

Enrico

I Sassoni e i Frisoni erano due popoli di pagani che occupavano la Germania settentrionale, che furono costretti con la forza a convertirsi.

0,75

46,6

Luigi

Sono due popoli pagani e i Franchi li conquistarono e furono costretti a convertirsi.

0,75

65

Matteo

Erano due popoli pagani che occupavano la Germania settentrionale. Furono conquistati e costretti a convertirsi.

1

58,3

Gabriella

I Sassoni e i Frisoni erano due popoli pagani che occupavano la Germania settentrionale e furono costretti con la forza a convertirsi.

0,75

71,6

Silvia

I Sassoni e i Frisoni erano due popoli pagani che occupavano la Germania settentrionale; questi furono costretti a convertirsi, infatti da pagani diventarono cristiani.

0,75

71,6

Andrea

I Sassoni e i Frisoni erano due popoli pagani che occupavano la Germania settentrionale che Carlo Magno conquistò che con la forza gli fece convertire.

1

53,3

Fabio

I Sassoni e i Frisoni erano due popoli pagani che furono costretti a convertirsi.

0,5

70

Roberto

I Sassoni e i Frisoni sono due popoli pagani che occupavano la Germania settentrionale. Essi furono costretti con la forza a convertirsi.

0,75

71,6

Lucia

I Sassoni e i Frisoni erano due popoli pagani che occupavano la Germania settentrionale e furono costretti con la forza a convertirsi.

0,75

50

 

Osservazioni:

La domanda proposta è duplice e richiede di ricavare dal testo tutte le informazioni disponibili sui Sassoni e i Frisoni. La grande quantità di risposte incomplete dipende dal carattere duplice della domanda e della difficoltà a formulare una frase complessa che contenga tutte le informazioni richieste. Si trattava di ricavare da un’apposizione un predicato che caratterizzi i Sassoni e i Frisoni e di coordinare fra loro l’azione attribuita a Carlo Magno nella frase principale (“conquistò”) e quella data per presupposta dalla relativa non restrittiva nell’apposizione (che la riferisce al passivo: “..furono costretti...”). Ciascuna di queste operazioni singolarmente presa non sembra fuori dalla portata degli studenti, ma pochi le eseguono tutte. Le risposte da considerarsi complete sono infatti soltanto due, quelle di Matteo e di Andrea (quest'ultima tuttavia non ben formata sintatticamente). La difficoltà a dare risposte complete è forse dovuta, più o oltre che al numero delle informazioni da recuperare, al notevole grado di ristrutturazione sintattica cui si doveva sottoporre il materiale testuale: non a caso la risposta migliore (quella di Matteo; si noti che si tratta di un soggetto con successo medio non elevato) consta di due frasi staccate, e quella di Andrea che vi si avvicina è scritta in modo sgrammaticato.

L'unica risposta propriamente errata (quella di Federico) dipende da un’implausibile incomprensione della coreferenza fra “I Sassoni e i Frisoni” e l’apposizione. Ma l’errore viene da lontano, e cioè da un errore già commesso nel rispondere alla domanda precedente.

Nella risposta di Raffaella, un tentativo di riutilizzo di materiali testuali ristrutturandoli ai fini di rispondere alla domanda in modo minimale trapassa in una copiatura indiscriminata di parti del testo non pertinenti.

 

 

 


 

 

 

S_CMG 8

 

Domanda:

Chi erano gli Avari? Che cosa accadde loro?

 

Segmento testuale pertinente:

“...e sterminò le ultime tribù mongole affini agli Unni, gli Avari.”

 

Impliciti:

Il testo fornisce informazioni sugli Avari usando il nome di tale popolo come apposizione del sintagma nominale descrittivo definito plurale che ne fornisce le caratteristiche. La domanda richiede di combinare l'informazione fornita implicitamente, con statuto di presupposizione, con quella esplicita ("sterminò...").

 

Risposte ottenute e valutazioni:

5 risposte da 1 punto; 2 da 0,75;  3 da 0,5; 5 da 0,25; 4 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 48,6%

 

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

[I Sassoni e i Frisoni, erano due popoli pagani che occupavano la Germania settentrionale e che furono costretti con la forza a convertirsi,] e sterminò le ultime tribù mongole nomadi affini agli Unni, gli Avari.

0,5

46,6

Giovanni

Gli Avari erano delle popolazioni mongole.

0,5

61,6

Federico

Gli Avari erano le ultime tribù mongole nomadi affini agli Unni, a loro accadde che vengono sterminati.           

1

75

Paolo

Gli Avari erano le ultime tribù mongole nomadi affini agli Unni e accadde a loro che furono steminate da Carlo Magno.

1

76,6

Teresa

Le ultime tribù mongole nomadi affini agli Unni. Le sterminò.

0,75

65

Giada

Gli Avari erano le ultime tribù mongole nomadi. Successe che Carlo Magno li sterminò.

0,25

70

Costanza

Gli Avari erano i successori degli Unni, che vennero sterminati.                       

0,25

56,6

Francesca

Gli Avari erano tribù mongole nomadi simili agli Unni che furono sterminati da Carlo Magno.

1

86,6

Antonio

Gli Avari erano le ultime popolazioni mongole, Unni che furono sterminati.      

0,25

40

Marco

Gli Avari erano le ultime tribù mongole e furono sterminati.      

0,25

56,6

Enrico

Gli Avari erano tribù mongole affini agli Unni, che vennero sterminate dai Franchi.

1

46,6

Luigi

Erano tribù mongole che furono sterminate.     

0,5

65

Matteo

Gli Avari erano una tribù mongola che fu sterminata.   

0

58,3

Gabriella

Gli Avari erano due tribù mongole che furono sterminate.        

0

71,6

Silvia

Gli Avari erano una delle ultime tribù mongole che venne sterminata dall'esercito carolingio.

0

71,6

Andrea

Gli Avari erano Unni vennero sterminati da Carlo Magno.

0,25

53,3

Fabio

Gli Avari erano un "ramo" degli Unni che fu sterminato.

0,75

70

Roberto

Gli Avari erano tribù mongole nomadi che furono sterminati dallo stesso Carlo Magno.

1

71,6

Lucia

Gli Avari erano gli Unni le cui tribù mongole nomadi vennero sterminate.         

0

50

 

Osservazioni:

La domanda è risultata più difficile di S_CMG 7, apparentemente simile, per una serie di fattori fra i quali una maggior difficoltà della ristrutturazione sintattica necessaria.

Un esempio di buona risposta, inaspettato viste le prestazioni medie del soggetto, è quella di Enrico, che riesce a riformulare l'informazione contenuta nell'apposizione e a formare una secondaria relativa con il verbo al passivo per mantenere lo stesso soggetto "gli Avari". Due risposte classificate per diverse ragioni incomplete (Giovanni, Teresa) sono presumibilmente rimaste tali per la difficoltà dei soggetti a usare il passivo.

Altre difficoltà provengono dalla descrizione plurale “le ultime tribù mongole nomadi affini agli Unni”, che si presta ad equivoci in quanto alcuni soggetti non comprendono che si tratta delle ultime fra le tribù di questo tipo che fossero affini agli Unni, non delle ultime tribù mongole nomadi in generale, mentre altri ancora non valutano che il plurale è importante e parlano di una tribù sola. Gabriella (il cui rendimento in genere è abbastanza buono!) qui parla, senza fondamento, di due tribù.

La risposta errata di Lucia è forse dovuta a incomprensione lessicale di termini come  “affini” e “mongole”.

 

 

 


 

 

 

S_CMG 9

 

Domanda:

Che cosa tentò anche di fare Carlo Magno?

 

Segmento testuale pertinente:

“Non riuscì invece a scacciare gli Arabi dalla Spagna.”

 

Impliciti:

Il verbo “riuscire” presuppone (perlomeno in mancanza di indicazioni in contrario) che la medesima azione sia stata tentata (ovvero che ci fosse qualche difficoltà o ragionevole aspettativa di difficoltà nello svolgimento dell’azione). Inoltre, il verbo “scacciare” presuppone la presenza di chi viene scacciato nel luogo di riferimento. Dunque questa frase presuppone che Carlo Magno tentò di scacciare gli Arabi dalla Spagna, e presuppone anche che la Spagna a quel tempo era abitata (o dominata) da Arabi (ma la domanda non chiede di esplicitare questa seconda presupposizione).

“Anche” nella domanda (in riferimento alle due domande precedenti) era inteso suggerire una risposta nell’ambito delle campagne di guerra.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

12 risposte da 1 punto; 4 da 0,75; 1 da 0,5; 1 da 0,25; 0 da 0; 1 mancata risposta.

Successo della classe: 82,8%

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

Carlo Magno tentò di cacciare gli Arabi dalla Spagna.

1

46,6

Giovanni

Carlo Magno tentò di scacciare gli Arabi dalla Spagna.                      

1

61,6

Federico

Carlo Magno tentò di scacciare anche gli Arabi dalla Spagna. 

0,75

75

Paolo

Carlo Magno tentò anche di scacciare gli Arabi dalla Spagna ma senza successo.                   

1

76,6

Teresa

Tentò di saccheggiare gli Arabi dalla Spagna, ma non ci riuscì.

0,25

65

Giada

Carlo Magno tentò anche di scacciare gli Arabi dalla Spagna. 

1

70

Costanza

Carlo Magno tentò di scacciare gli Arabi invano.

0,5

56,6

Francesca

Carlo Magno tentò anche di scacciare gli Arabi dalla Spagna  

1

86,6

Antonio

non risponde

0

40

Marco

Carlo Magno tentò anche di scacciare gli Arabi dalla Spagna ma non ci riuscì.

1

56,6

Enrico

Carlo Magno con il suo esercito tentò di scacciare gli Arabi dalla Spagna.      

1

46,6

Luigi

Tentò di scacciare gli Arabi dalla  Spagna ma inutilmente.       

1

65

Matteo

Voleva scacciare gli Arabi dalla Spagna.         

0,75

58,3

Gabriella

Carlo Magno tentò di scacciare gli Arabi dalla Spagna.           

1

71,6

Silvia

Carlo Magno tentò di scacciare gli Arabi dalla Spagna.           

1

71,6

Andrea

Carlo Magno cercò di conquistare la Spagna dove c'erano gli Arabi però non riuscì a scacciare.

1

53,3

Fabio

Carlo Magno tentò anche di liberare la Spagna dagli Arabi, ma la sua retroguardia fu annientata.

0,75

70

Roberto

Carlo Magno tentò di scacciare anche gli Arabi ma non ci riuscì.

0,75

71,6

Lucia

Carlo Magno tentò anche di scacciare gli Arabi dalla Spagna ma non ci riuscì.

1

50

 

Osservazioni:

Questa domanda è risultata fra le più facili: probabilmente perché è in gioco la presupposizione associata a un elemento lessicale molto comune, oppure perché il verbo “tentare”, da recuperare come parte della comunicazione implicita, era esplicitamente presente nella domanda. Antonio (che ha difficoltà lessicali) tralascia di rispondere; nella risposta di Teresa si trova un errore probabilmente basato su carenze del lessico.

La risposta di Matteo è interessante perché porta la motivazione di Carlo Magno anziché dire che cosa ha fatto o tentato di fare; come esplicitazione del testo mirata a rispondere alla domanda risulta leggermente incompleta.

Andrea, benché questo non sia richiesto dalla domanda, esplicita anche la presupposizione di “scacciare”, menzionando la presenza degli Arabi in Spagna.

 

 

 


 

 

 

S_CMG 10

 

Domanda:

Che cos’è la Chanson de Roland?

 

Segmento testuale pertinente:

“Durante la prima di queste sfortunate spedizioni, a Roncisvalle, sui Pirenei [...] fu annientata la sua retroguardia, comandata da Orlando. Questo episodio ispirò una serie di racconti leggendari che dalla medievale Chanson de Roland, “Canzone di Orlando”, giunsero fino all’Orlando furioso, il poema composto da Ludovico Ariosto nel XVI secolo”.

 

Impliciti:

Nel testo si trova un'apposizione ("'Canzone di Orlando'") che sembra offrire una facile risposta alla domanda ma in realtà si limita a fornire, fra virgolette, la traduzione italiana del titolo Chanson de Roland. Oltre che l’identità di significato fra “Chanson de Roland” e l’espressione italiana che traduce tale nome, sarebbe bene, ed è linguisticamente possibile, comprendere che la Chanson de Roland è un racconto leggendario medievale, primo di una serie di racconti leggendari ispirati all’episodio di Roncisvalle. La relativa “che dalla medievale Chanson de Roland...” contribuisce a specificare di quale serie di racconti leggendari si tratta; poiché è una relativa restrittiva, il suo contenuto non è presupposto; tuttavia “la [medievale] Chanson de Roland” e “l’Orlando furioso” come nomi propri suscitano presupposizioni d'esistenza, ed è inoltre implicita la relazione di coreferenza parziale di tali nomi con l'espressione "una serie di racconti leggendari...": i due poemi in questione sono dei membri della serie di racconti in questione. Infine, una completa collocazione della serie di racconti leggendari a cui appartengono sia la Chanson de Roland che l'Orlando Furioso richiederebbe di comprendere correttamente il valore anaforico di "Questo episodio": si tratta infatti di racconti ispirati all'episodio di Roncisvalle, brevemente descritto nella prima frase del segmento testuale sopra citato.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

2 risposte da 1 punto; 2 da 0,75; 3 da 0,5; 10 da 0,25; 2 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 38,1%

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

La Chanson de Roland è la Canzone di Orlando.        

0,25

46,6

Giovanni

Chanson de Roland era la Canzone di Orlando.          

0,25

61,6

Federico

La Chanson de Roland era la "canzone di Orlando".   

0,5

75

Paolo

La Chanson de Roland è la canzone di Orlando.         

0,25

78,3

Teresa

Significa "Canzone di Orlando".

0,25

63,3

Giada

La Chanson de Roland è la canzone di Orlando, racconti leggendari.  

0,75

68,3

Costanza

La "chanson de Roland" era la Canzone di Orlando.   

0,5

55

Francesca

La Chanson de Roland era un racconto leggendario ispirato dalla morte della retroguardia comandata da Orlando.         

1

85

Antonio

Erano racconti leggendari che si chiamavano Canzone di Orlando.      

1

38,3

Marco

La Chanson de Roland era una canzone di Orlando.

0

56,6

Enrico

La Chanson de Roland era una serie di racconti ispirati alle tante sppedizioni mandate in Spagna da Carlo Magno.           

0

46,6

Luigi

E' una canzone  che racconta la disfatta di Orlando furioso generale francese sconfitto dai barbari sui Pirenei.             

0,75

63,3

Matteo

E' la canzone di Orlando.

0,25

58,3

Gabriella

Il Chanson de Roland canzone di Orlando è un racconto leggendario medioevale.

0,5

71,6

Silvia

La Chanson de Roland è la canzone di Orlando che narra una serie di racconti ispirati all'acccaduto di Roncisvalle.

0,25

71,6

Andrea

La Chanson de Roland era una serie di racconti sulla conquista che poi non è mai riuscita in Spagna.

0,25

51,6

Fabio

La Chanson de Roland è una canzone fatta durante il Medioevo.

0,25

70

Roberto

La Chanson de Roland è la canzone di Orlando.

0,25

71,6

Lucia

La Chanson de Roland era la canzone di Orlando.

0,25

50

 

 

Osservazioni:

La domanda, nonostante l'apparente banalità e forse proprio a causa di essa, è risultata troppo difficile. La maggior parte dei soggetti viene fuorviata dall'apposizione "Canzone di Orlando", che però non fornisce informazioni sulla Chanson de Roland ma solo una traduzione del titolo. La risposta più diffusa è del tipo di "La Chanson de Roland è la canzone di Orlando" e anche se non è propriamente sbagliata, ha connotazioni fuorvianti (la Chanson de Roland non è quello che oggi si chiamerebbe una canzone) ed è incompleta. Un po' meglio va chi mette "canzone di Orlando" fra virgolette, come nel testo. Per dire “che cos’è” la Chanson de Roland (e non come si traduce questo titolo in italiano) si doveva piuttosto riconoscere la parziale coreferenza di tale nome con il referente introdotto dall’espressione “una serie di racconti leggendari che [...]”; poteva essere utile, inoltre, sfruttare l'attributo "medievale" ("dalla medievale Chanson de Roland..."). Le due risposte migliori sono quelle di Francesca e di Gabriella, che appunto si appoggiano sull'una o sull'altra di queste connessioni.

Alcuni non colgono che la coreferenza fra “Chanson de Roland” e “una serie di racconti leggendari” è solo parziale, quindi identificano la Chanson de Roland con l’intera serie; queste risposte a rigore sono errate ma comunque attestano tentativi lodevoli di attività interpretativa e vi è stato quindi riconosciuto un punteggio positivo ancorché minimo (0,25). Silvia cade in questo errore pur essendo l’unica (quasi) a utilizzare il rinvio anaforico all'episodio di Roncisvalle. Anche Luigi utilizza, a suo modo, tale rinvio anaforico, e di questo tiene conto il punteggio assegnatogli, ma resta fuorviato forse per il concorso di credenze extratestuali false o inappropriate.

Astuta la risposta non compromettente di Teresa, (che però non risponde alla domanda).

Inaspettata, visto il rendimento medio del soggetto, la buona risposta data da Antonio (il plurale "racconti" può essere considerato un'imprecisione, ma a guardar bene il testo non precisa che la Chanson de Roland consti di un unico racconto piuttosto che di una raccolta). 

 

 

 


 

 

 

S_CMG 11

 

Domanda:

Che cos'è l'Orlando Furioso?

 

Segmento testuale pertinente:

“[...] fino all’Orlando Furioso, il poema composto da Ludovico Ariosto nel XVI secolo.”

 

Impliciti:

Qui per dare una risposta sufficientemente informativa si può semplicemente sfruttare la connessione fra il nome del poema e la frase appositiva che lo segue.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

11 da 1 punto; 4 da 0,75; 3 da 0,5; 1 da 0,25; 0 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 82,8%.

 

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

L'Orlando Furioso era il poema composto da Ludovico Ariosto nel XVI.

0,75

46,6

Giovanni

Orlando Furioso è il poema composto da Ludovico Ariosto nel XVI secolo.

1

61,6

Federico

L'Orlando Furioso è un poema composto da Ludovico Ariosto nel XVI secolo.

1

75

Paolo

L'Orlando Furioso è il poema composto da Ludovico Ariosto nel XVI secolo.

1

78,3

Teresa

Il poema composto da Ludovico Ariosto nel XVI secolo.

1

63,3

Giada

L'Orlando Furioso è un poema composto da Ludovico Ariosto nel XVI secolo.

1

68,3

Costanza

L'"Orlando Furioso" era un poema composto da Ludovico Ariosto nel XVI secolo.

1

55

Francesca

L'Orlando Furioso era un poema composto da Ludovico Ariosto nel XVI secolo.

1

85

Antonio

E' un poema composto da Ludovico Ariosto

0,5

38,3

Marco

L'Orlando Furioso è un poema.

0,5

56,6

Enrico

L'Orlando Furioso era il poema composto da Ludovico Ariosto nel XVI secolo.

0,75

46,6

Luigi

E' un poema.

0,5

63,3

Matteo

E' un poema composto da Ludovico Ariosto

0,75

58,3

Gabriella

L'Orlando Furioso è un poema composto da Ludovico Ariosto XVI secolo.

1

71,6

Silvia

L'"Orlando Furioso" è un poema composto da Ludovico Ariosto nel XVI secolo.

1

71,6

Andrea

Orlando Furioso era una canzone, poema composto da Ludovico Ariosto nel XVI secolo.

0,25

51,6

Fabio

L'Orlando Furioso è un poema composto da Ludovico Ariosto nel XVI secolo.

1

70

Roberto

Orlando Furioso era il poema composto da Ludovico Ariosto nel XVI

0,75

71,6

Lucia

L'Orlando Furioso era un poema composto da Ludovico Ariosto nel XVI secolo.

1

50

 

Osservazioni:

Questa domanda riceve risposte accettabili dalla maggior parte dei soggetti in quanto bastava utilizzare in modo corretto e completo l’apposizione “il poema...”. Era naturalmente possibile ricostruire anche che si tratta dell’ultimo della serie di racconti leggendari inizialmente ispirata all’episodio di Roncisvalle (cfr CMG 10), ma l'unico alunno (Andrea) che tenta quest'operazione va fuori strada perché confonde "racconto leggendario" con "canzone".

In questo caso la sfumatura di senso implicito legata alla scelta fra articolo definito e indefinito non è molto importante; sono comunque maggiormente appropriate le risposte che convertono l'articolo definito del testo in indefinito (altrimenti "il poema..." prende una sfumatura contrastiva).

 

 

 


 

 

 

 

S_CMG 12

 

Domanda:

Secondo il libro Dio aveva affidato una missione ai Franchi?

 

Segmento testuale pertinente:

“Al termine di queste campagne militari, il Regno dei Franchi si estendeva su parte dell’Europa centrale e sull’Italia settentrionale. Si stava realizzando il sogno di Carlo Magno e di gran parte dei suoi guerrieri: compiere la missione affidata loro da Dio e convertire l’Europa alla fede cristiana.”

 

Impliciti:

Qui i verbi all’infinito dopo il doppio punto (“compiere..”, “convertire..”) vanno compresi in relazione alla descrizione definita (con valore presupposizionale) “il sogno di Carlo Magno e di gran parte dei suoi guerrieri”, e specificano quale fosse questo sogno (si tratta di una sorta di apposizione con funzione esplicativa). La specificazione del sogno contiene a sua volta la descrizione definita “la missione affidata loro da Dio”, che anch'essa, vista la forma, potrebbe aver valore presupposizionale.  Ma poiché si tratta dei contenuti di un sogno, tale valore presupposizionale non investe necessariamanete il mondo attuale: checché sia ritenuto vero in quest'ultimo, la presupposizione che Dio abbia affidato ai Franchi una missione è in primo luogo interna alla prospettiva di Carlo Magno e dei suoi guerrieri. Una buona comprensione del passo richiede così la comprensione dell’esistenza di prospettive soggettive e la capacità di passare dall’una all’altra, confrontandole.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

0 risposte da 1 punto; 0 da 0,75; 13 da 0,5; 4 da 0,25; 2 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 39,4%.

 

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

Secondo il libro Dio affidò ai Franchi una missione.     

0,5

46,6

Giovanni

Era quella di convertire l'Europa alla fede cristiana.     

0,5

61,6

Federico

Sì, secondo il libro Dio aveva affidato ai Franchi una missione.

0,5

75

Paolo

Secondo il libro Dio aveva affidato una missione ai Franchi.    

0,5

78,3

Teresa

Sì, Dio aveva dato una missione ai Franchi.     

0,5

63,3

Giada

Secondo il libro, Dio aveva affidato a CM una missione, convertire l'Europa alla fede cristiana.

0,5

68,3

Costanza

Secondo il libro Dio affidò la missione di convertire l'Europa alla fede cristiana.  

0,25

55

Francesca

Secondo il libro Dio aveva affidato una missione ai Franchi, quella di espandere il Regno dei Franchi e convertire l'Europa alla fede cristiana.             

0,25

85

Antonio

Si di convincere le masse a conquistare l'Europa.   

0

38,3

Marco

La missione era quella di convertire l'Europa alla fede cristiana. 

0,5

56,6

Enrico

Secondo il libro Dio aveva affidato una missione ai Franchi, cioè far estendere il regno dei Franchi in tutta l'Europa.         

0,25

46,6

Luigi

Si, convertire l'Europa.

0,5

63,3

Matteo

Si, quella di convertire l'Europa alla fede cristiana.

0.5

58,3

Gabriella

Secondo il libro Dio affidò la missione ai Franchi.        

0,25

71,6

Silvia

La missione affidata da Dio ai Franchi era quella di convertire l'Europa alla fede cristiana.

0,5

71,6

Andrea

Carlo Magno stava esaudendo il desiderio di Dio: convertire tutta l'Europa. 

0

51,6

Fabio

Secondo il libro Dio aveva affidato ai Franchi l'opera di convertire l'Europa al cristianesimo.   

0,5

70

Roberto

Secondo il libro Dio affidò la missione ai  Franchi di convertire l'Europa alla fede cristiana.

0,5

71,6

Lucia

Si, secondo il libro Dio aveva affidato una missione ai Franchi.   

0,5

50

 

Osservazioni:

La domanda è risultata troppo difficile per tutti i soggetti. Ciò dipende probabilmente dal fatto che comprendere la compresenza di prospettive soggettive diverse è uno scoglio nella comprensione testuale che permane a lungo. Nessuno, così, ha preso la parola “sogno” come un’indicatore del fatto che erano Carlo Magno e molti dei suoi a ritenere di avere una missione. La presupposizione di “la missione affidata...” viene regolarmente riferita dagli studenti al mondo reale, e quindi si ritiene che il libro di testo aderisca in pieno all’idea che Dio avesse affidato una missione ai Franchi. Certo il libro non fa molto per prendere distanza da tale idea, a parte l'uso della parola "sogno".

Ho considerato le risposte pertinenti che non sono in alcun modo sensibili alla possibilità che si tratti di una convinzione soggettiva di Carlo Magno e dei suoi come incomplete.

Ci sono anche risposte che specificano quale era la missione senza rispondere direttamente alla domanda; sono state considerate non pertinenti (anche se la causa della mancata pertinenza potrebbe essere una sana prudenza nei confronti dell'assunto che Dio abbia veramente affidato una missione ai Franchi, ciò non è in alcun modo esplicitato). Delle due risposte sbagliate, una specifica una “missione” diversa da quella indicata nel libro, l’altra sembra scambiare il sogno di Carlo Magno con un “desiderio” di Dio.

 

 

 


 

 

 

S_CMG 13

 

Domanda:

Dove si recò Carlo Magno il Natale dell’anno 800 e perché?

 

Segmento testuale pertinente:

“Nell’anno 800 il re dei Franchi e il pontefice furono protagonisti di un episodio sensazionale [...]: mentre Carlo Magno, giunto a Roma per rendergli omaggio, assisteva alla messa di Natale in San Pietro, papa Leone III gli pose improvvisamente una corona sul capo e lo proclamò imperatore dei Romani.”

 

Impliciti:

La narrazione dell’episodio articolata in un periodo complesso (“mentre Carlo Magno.., giunto..., assisteva...”) richiede al lettore abilità di esplicitazione perché l’episodio stesso possa essere ricostruito, e ordinatamente raccontato, nel suo svolgersi. La presenza della finale implicita “per rendergli omaggio”, portatrice (come già il participio aggiunto "giunto") di informazione presupposta, dovrebbe consentire di rispondere anche alla seconda parte della domanda, purché venga correttamente compreso il riferimento anaforico del pronome “gli”. Riferire "gli" a "il pontefice" richiede eliminare "il re dei Franchi" come possibile antecedente, e ciò a sua volta richiede di comprendere la coreferenza fra "il re dei Franchi" e "Carlo Magno". Si tratta di una coreferenza che a questo punto del brano dovrebbe già essere acquisita dai soggetti, ma che tuttavia costituisce una complicazione in più.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

5 risposte da 1 punto; 0 risposte da 0,75; 8 risposte da 0,5; 3 da 0,25; 3 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 51,3%.

 

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

Carlo Magno il Natale nell’800 si recò a Roma per rendergli omaggio assisteva alla messa di Natale in San Pietro, papa Leone III gli pose improvvisamente una corona sul capo e lo proclamò imperatore dei Romani.

0,25

 

46,6

Giovanni

Il Natale del 800 si recò a Roma.

0,5

61,6

Federico

Carlo Magno nel Natale del 800 si recò nella città di San Pietro per rendere omaggio al papa.

1

75

Paolo

Carlo Magno il Natale dell'800 si recò a Roma per rendere omaggio.

0,5

78,3

Teresa

Si trovava nella basilica di san Pietro.

0

63,3

Giada

Nel Natale dell'anno 800 Carlo Magno si recò a Roma perché assisteva alla messa di San Pietro.

0,25

68,3

Costanza

Carlo il Natale dell'anno 800 si recò a Roma per assistere alla messa natalizia in cui papa Leone III d'improvviso gli porse una corona sulla testa e lo proclamò Imperatore dei Romani.

0,5

55

Francesca

Carlo Magno il Natale dell'800 si recò a Roma per rendere omaggio al pontefice e assistere alla messa di Natale di San Pietro.

1

85

Antonio

S recò a  Roma a rendere omaggio. Assisteva alla messa di natale di san Pietro.

0,5

38,3

Marco

Carlo Magno nel Natale dell’800 si recò a Roma per assistere alla Messa di Natale.

0,5

56,6

Enrico

Nel Natale dell'800 Carlo Magno assistè alla Messa di Papa Leone III. Ma all'improvviso il Papa gli pose una corona sulla testa e lo proclamò imperatore di Roma.

0

 

46,6

Luigi

A Roma per festeggiare.

0,5

63,3

Matteo

Si recò a Roma per assistere alla messa di Natale in San Pietro.

0,5

58,3

Gabriella

Nell’anno 800 Carlo Magno si recò a Roma a rendere omaggio a papa Leone III.

1

71,6

Silvia

Carlo nell'anno 800 si recò a Roma per rendere omaggio al pontefice e assistette alla messa di Natale a San Pietro.

1

71,6

Andrea

Nell’anno 800 Carlo Magno giunse a Roma e andò alla santa messa e durante questa Papa Leone III gli mise la corona e lo proclamò imperatore dei romani.

0,25

51,6

Fabio

Nel natale dell'800 Carlo si recò a  Roma per assistere alla messa di Natale e per rendere omaggio al papa Leone III.

1

70

Roberto

Il Natale dell’anno 800 Carlo Magno si recò a Roma per rendere omaggio alla messa di Natale.

0,5

71,6

Lucia

Carlo Magno nell’anno 800 si recò a Roma per rendere omaggio al re dei Franchi e al pontefice.

0

50

 

Osservazioni:

La domanda era duplice e anche se ciò era giustificato dall'intenzione di indurre una riformulazione complessiva del segmento testuale in questione, è indubbio che abbia creato qualche problema di focalizzazione e di connessione fra le due informazioni richieste.

Alcune risposte (ad es. Andrea) sono incomplete perché dicono dove Carlo Magno si recò ma non perché. Altre nel cercare la risposta alla domanda "perché?" danno maggior importanza alla secondaria temporale esplicita (“mentre... assisteva”) che non alla secondaria implicita “per rendergli omaggio”; ora, andare a Messa a S.Pietro può essere considerato un modo per rendere omaggio al papa, o addirittura il modo in cui il libro implicitamente suggerisce che sia avvenuto l’omaggio; ma il collegamento non viene specificato, per cui anche queste risposte sono state considerate incomplete.

Le difficoltà maggiori, comunque, non dipendono in questo caso dal carattere duplice della domanda ma sono connesse alla comprensione di “gli”, pronome anaforico riferito al Papa, che però nello svolgersi lineare del testo che antepone la secondaria e il participio aggiunto alla principale, risulta cataforico. E' significativo che alcune risposte incomplete (Marco, Antonio) evitino di risolvere “gli”. Lucia dà una risposta francamente sbagliata a causa del medesimo problema.

La risposta di Raffaella manifesta difficoltà di riscrittura: in essa “si recò” è un tentativo di trasformare la sintassi del passo originale in funzione della domanda cui si deve rispondere, ma poi l'alunna ricade sul testo di partenza, tra l'altro inserendo l'anafora pronominale "gli" senza alcun accenno di risoluzione e aggiungendo parti del testo non pertinenti alla domanda.

 

 

 


 

 

 

S_CMG 14

 

Domanda:

Dopo la caduta dell'Impero d'Occidente vi erano ancora imperatori?

 

Segmento testuale pertinente:

“[...] lo proclamò imperatore dei Romani.

Questo titolo, dopo la caduta dell’Impero d’Occidente, non era mai più stato attribuito a nessun sovrano europeo ed era ritenuto di esclusiva pertinenza dell’imperatore di Bisanzio. Le parole pronunciate dal pontefice in quell’occasione trasformarono invece il Regno franco in Sacro romano impero, pari in dignità all’Impero romano d’Oriente.”

 

Impliciti:

Questa domanda fa leva sulla presupposizione d'esistenza attivata da "l'imperatore di Bisanzio".

La domanda assume che "Questo titolo" si riferisca anaforicamente al titolo di imperatore  e presuppone, insieme al testo, che è esistito e da tempo caduto l’Impero (romano) d’Occidente. Una conseguenza logica di tale presupposizione, di cui bisogna tenere conto, è che se l'Impero d'Occidente è caduto, non vi è più alcun imperatore d'Occidente. Il sintagma nominale definito "l'imperatore di Bisanzio" presuppone però che esista un imperatore residente o in carica in tale luogo. Questo risolverebbe ogni problema quanto all'esistenza di imperatori all'epoca e nell'area pertinente, se non fosse che tale sintagma è dipendente dal predicato di atteggiamento proposizionale "era ritenuto", che potrebbe sospendere la sua presupposizione.

Ciò richiede un'ulteriore giustificazione del considerare corretta la risposta positiva. La giustificazione può esser fatta dipendere da conoscenze di fonte extratestuale, nel modo seguente. Il testo introduce come esistenti il Regno franco e l’Impero romano d’Oriente e chi avesse la preconoscenza che Bisanzio era la capitale dell'Impero romano d'Oriente, potrebbe a questo punto riconoscere nell’imperatore di Bisanzio il capo dell’Impero romano d’Oriente, riconoscendo con ciò l'esistenza all'epoca e nell'area pertinente di almeno un imperatore. Chi non avesse tale preconoscenza tuttavia può osservare il parallelismo fra un elemento occidentale o europeo e uno orientale nella prima parte del passo menzionato (nessun sovrano europeo, imperatore di Bisanzio) e nella sua seconda parte (Regno franco, Impero romano d’Oriente), suggestivo, grazie a un'implicatura secondo il Modo, di coreferenze parziali o totali (il regno Franco ha un sovrano europeo, l’imperatore di Bisanzio è il capo dell’Impero romano d’Oriente), e giungere quindi allo stesso risultato.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

2 risposte da 1 punto; 7 da 0,75; 2 da 0,5; 8 da 0,25; 0 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 53,9%.

 

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

Dopo la caduta dell'Impero d'Occidente non vi furono più imperatori.

0,25

46,6

Giovanni

Si c'erano ancora altri imperatori.                                                       

0,75

61,6

Federico

Si, dopo la caduta dell'impero romano d'occidente vi erano ancora imperatori.           

0,75

75

Paolo

Dopo la caduta dell'Impero d'occidente c'era solo l'imperatore di Bisanzio.

1

78,3

Teresa

Si, vi erano ancora imperatori.                                                           

0,75

63,3

Giada

Dopo la caduta dell'impero romano d'occidente non c'era più stato un imperatore europeo.

0,75

68,3

Costanza

Dopo la caduta dell'impero d'occidente non vi fu pù nessun imperatore.                      

0,25

55

Francesca

Dopo la caduta dell'impero romano d'occidente vi erano ancora imperatori.    

0,75

85

Antonio

No, non ce n'erano più.                                                                                 

0,25

38,3

Marco

Dopo la caduta dell'impero d'Occidente non c'erano più imperatori.               

0,25

56,6

Enrico

Dopo la caduta dell'impero d'occidente apparte Costantino non vi furono più imperatori.

0,5

46,6

Luigi

No.                                                                                                   

0,25

63,3

Matteo

No.                                                                                                   

0,25

58,3

Gabriella

Dopo la caduta dell'Impero d'Occidente non ci furono più imperatori. C'era soltanto l'Imperatore di Bisanzio.

1

71,6

Silvia

Dopo la caduta dell'Impero d'Occidente, non era mai più stato attrbuito alcun titolo ad alcun sovrano europeo.

0,5

71,6

Andrea

Dopo la caduta dell'iimpero d'occidente non c'è più stato nessun sovrano.

0,25

51,6

Fabio

Dopo la caduta dell'impero d'Occidente, a nessun sovrano europeo era stato attribuito il titolo di Imperatore.

0,75

70

Roberto

Dopo la caduta dell'impero d'Occidente non ci fu più nessun sovrano.

0,25

71,6

Lucia

Si, dopo la caduta dell'impero d'occidente vi erano ancora imperatori.

0,75

50

 

Osservazioni:

La domanda è risultata abbastanza difficile forse perché lasciava completamente nell'ombra quale dovesse essere il dominio di discorso pertinente (l'ambito spazio temporale per il quale stabilire l'esistenza o meno di imperatori). In effetti se l'attenzione si concentra sull'area già dell'impero romano d'occidente, ne segue una risposta negativa, mentre se si fa riferimento a tutta l'area europea e mediterranea, dovrebbe seguirne una risposta affermativa, come illustrato sopra. Ho considerato corrette le risposte affermative date in esplicito riferimento a un dominio ampio (Paolo) e quelle negative chiaramente limitate a un dominio ristretto (Gabriella). Poiché in assenza di indicazioni è legittimo intendere il dominio come ampio, ho considerato le risposte affermative migliori di quelle negative non limitate a un dominio ristretto, che sono o in assoluto sbagliate, o non sufficientemente esplicite. Comunque, in ambedue i casi nulla garantisce l'avvenuta piena comprensione.

Si può considerare corretta ma incompleta la risposta di Fabio che è accuratamente ripresa dal testo ma non risponde alla domanda se non indirettamente.

Delle risposte errate, due probabilmente confondono il termine più generico “sovrano” con quello più specifico “imperatore” (Andrea, Roberto), mentre la terza (quella di Silvia) propone una generalizzazione indebita, forse per incomprensione del riferimento anaforico di "Questo titolo" al titolo di imperatore.

Un'altra possibile fonte di difficoltà inerisce invece alla posizione della descrizione definita "l'imperatore di Bisanzio" nel testo, all'interno del complemento di "era ritenuto". Tale posizione, come già osservato, potrebbe aver l'effetto di sospendere la presupposizione. Le risposta negative potrebbero perciò dipendere, anziché dall'interpretazione del dominio come ristretto ai possibili imperatori nell'area europea occidentale, alla sospensione della presupposizione dell'esistenza di un imperatore di Bisanzio. Questo tuttavia è improbabile, perché non è chiaro come mai in questo caso l'effetto sospensivo risulterebbe così forte, mentre nel caso dell'espressione "sogno" (cfr. S_CMG 12), per lo stesso campione di soggetti, è risultato praticamente nullo.

 

 

 


 

 

 

S_CMG 15

 

Domanda:

In che rapporto si poneva il Sacro romano Impero con l'Impero romano d'Oriente?

 

Segmento testuale pertinente:

“Le parole pronunciate dal pontefice in quell’occasione trasformarono invece il Regno franco in Sacro Romano Impero, pari in dignità all’Impero romano d’Oriente.”

 

Impliciti:

L’attributo “pari in dignità all’Impero romano d’Oriente” associato a “Sacro Romano Impero” introduce un'informazione con statuto di presupposizione che ha ragion d’essere in quanto spiega in che cosa consisteva la trasformazione del Regno franco in Sacro Romano Impero: il Regno franco evidentemente non era stato pari in dignità all’Impero romano d’Oriente (al suo sovrano non spettava il titolo di imperatore dei romani) mentre il Sacro romano impero lo è. Si tenga conto che “trasformare” presuppone una differenza fra lo stato di partenza e quello d’arrivo della trasformazione, per cui il Regno franco risulta essere non identico al Sacro Romano Impero, e che “pari in dignità” - per pertinenza tematica - sottintende che entità quali Regni ed Imperi abbiano un certo grado di dignità ciascuna nei confronti dell’altra.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

14 risposte da 1 punto; 0 da 0,75; 0 da 0,5; 1 da 0,25; 0 da 0; 4 mancate risposte.

Successo della classe: 75%

 

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

non risponde

0

46,6

Giovanni

Il rapporto che si tenevano era che avevano la stessa dignità.

1

61,6

Federico

In un rapporto di uguale dignità il Sacro Romano Impero con l'Impero Romano d'Oriente.

1

75

Paolo

Il Sacro Romano Impero con l'impero romano d'Oriente si poneva in un rapporto di pari dignità.

1

78,3

Teresa

Avevano pari dignità.

1

63,3

Giada

Il Sacro Romano Impero era a pari dignità con l'impero romano d'Oriente.

1

68,3

Costanza

Questi due imperi avevano pari dignità.

1

55

Francesca

il Sacro Romano Impero e l'impero romano d'Oriente avevano pari dignità.

1

85

Antonio

non risponde

0

38,3

Marco

Si poneva con un rapporto pari in dignità con l'impero d'oriente.

1

56,6

Enrico

Da quel momento il Sacro Romano Impero e l'impero d'Occidente ebbero pari dignità.

0,25

46,6

Luigi

Era di pari dignità.

1

63,3

Matteo

Era pari in dignità all'impero romano di Oriente.          

1

58,3

Gabriella

Ci fu una pari dignità fra il Sacro Romano Impero e l'impero romano d'Oriente.

1

71,6

Silvia

non risponde

0

71,6

Andrea

il Sacro Romano Impero era alla pari, in dignità all'impero romano d'Oriente.

1

51,6

Fabio

Il Sacro Romano Impero era alla pari in dignità all'impero d'Oriente.

1

70

Roberto

Il rapporto tra il Sacro Romano Impero e l'impero d'oriente erano di pari dignità.

1

71,6

Lucia

non risponde

0

50

 

Osservazioni:

Pare strano che in una domanda sostanzialmente facile (si trattava di ricavare una frase indipendente da un’apposizione) 4 soggetti non abbiano neppure tentato di rispondere, ma di questi 4, 3 avevano risposto negativamente alla domanda precedente, e non avevano quindi messo a fuoco l’informazione che esisteva l’imperatore di Bisanzio. In un certo senso le presupposizioni di questa domanda (cioè, che all’epoca considerata esistevano il Sacro Romano Impero e l’Impero romano d’Oriente) sono contraddette dalla risposta negativa non qualificata alla domanda precedente.

La qualità delle risposte denotanti comprensione è ostacolata dal fatto che non tutti padroneggiano le proprietà sintattiche di espressioni quali “rapporto di pari dignità” (dove l’aggettivo “pari” è riferito a “dignità”), o “pari in dignità” (dove l’aggettivo “pari” è riferito a ciò che è pari in dignità - gli imperi in questione). Per superare questa difficoltà, i soggetti adottano soluzioni variate più o meno felici. Due risposte linguisticamente meno ben formate delle altre (Marco, Roberto) sono state ugualmente considerate corrette in quanto manifestanti sostanziale comprensione. Enrico sbaglia Impero, ma non è possibile in questi contesti distinguere i lapsus dalle incomprensioni...

Vista l'astrattezza del concetto di "dignità" relativa di imperi o regni, e le difficoltà lessicali e sintattiche ad essa collegate, sarebbe stato forse più produttivo utilizzare questo passo per chiedere “In che cosa il Sacro Romano Impero era differente dal precedente Regno franco?”, domanda che fa leva sulla presupposizione di "trasformarono" e sul valore esplicativo dell'attributo "pari in dignità [...]".

 

 

 


 

 

 

S_ICL 1

 

Domanda:

Al tempo di Carlo, l’impero d’Occidente poteva considerarsi morto?

 

Segmento testuale pertinente:

"Per i contemporanei, l’incoronazione di Carlo significava che l’impero di Occidente tornava a vivere. Nella realtà il Sacro Romano Impero era così diverso dall’Impero romano da costituire una nuova istituzione."

 

Impliciti:

La presupposizione lessicale di “tornava” comunica che precedentemente all’incoronazione di Carlo l’impero di Occidente era morto. Da ciò si poteva inferire una risposta affermativa alla domanda. Comunque la situazione è complicata da questioni di prospettiva, e la messa a fuoco temporale favorisce il tempo successivo all’incoronazione su quello precedente. Di conseguenza l’attenzione viene facilmente attratta dall’(apparente) rinascita dell’impero di Occidente (sia pure soltanto significata dall’incoronazione di Carlo, e per i suoi contemporanei). La frase successiva però conferma che (nonostante le apparenze) l’impero d’Occidente era e rimase morto.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

2 risposte da 1 punto; 1 da 0,75; 3 da 0,5; 6 da 0,25;  7 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 30,2%

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

No, per i contemporanei, l'incoronazione di Carlo significava che l'impero d'Occidente tornava a vivere.

0,25

17,5

Giovanni

No perché significava vivo.

0,25

27,5

Federico

No, al tempo di Carlo, l'impero d'Occidente non poteva considerarsi morto.

0

65

Paolo

Al tempo di Carlo, l'impero d'Occidente tornava a vivere per i contemporanei.

0,5

72,5

Teresa

No, anzi che tornava a vivere.

0,25

35

Giada

Al tempo di Carlo, l'impero d'Occidente poteva non considerarsi morto perché Carlo fu incoronato.

0,75

57,5

Costanza

Al tempo di Carlo Magno l'Impero d'Occidente tornava a vivere.

0

60

Francesca

Al tempo di Carlo, l'impero d'Occidente tornava a vivere.

0

60

Antonio

No secondo i contemporanei l'impero tornava a vivere.

0,5

25

Marco

Al tempo di Carlo, l'impero d'Occidente poteva considerarsi vivo.

0

55

Enrico

Per i contemporanei l'incoronazione di Carlo significava che l'impero d'occidente tornava a vivere.

0,5

32,5

Luigi

No, l'incoronazione di Carlo significava che l'Impero d'Occidente tornava a vivere.

0,25

62,5

Matteo

No. Con l'incoronazione di Carlo significa che l'Impero d'Occidente tornava a vivere.

0,25

77,5

Gabriella

Al tempo l'impero d'Occidente si poteva considerare morto.

1

57,5

Silvia

Sì, perché nel testo è scritto "...l'incoronazione di Carlo significava che l'impero d'Occidente tornava a vivere...".

1

90

Andrea

Al tempo di Carlo l'impero d'Occidente tornava a vivere.

0

22,5

Fabio

Al tempo di Carlo, l'impero d'Occidente poteva non considerarsi morto, ma tornava a vivere grazie all'incoronazione di Carlo Magno.

0,25

67,5

Roberto

No, l'impero d'Occidente non poteva considerarsi morto perché tornava a vivere.

0

40

Lucia

No, al tempo di Carlo l'Impero d'Occidente non poteva considerarsi morto perché ritornò a vivere.

0

65

 

Osservazioni:

La domanda è stata posta in modo infelice. Sarebbe stato bene precisare la prospettiva da prendere, quella dei contemporanei di Carlo Magno (Secondo i contemporanei di Carlo Magno, ai suoi tempi l’impero d’Occidente era ormai morto?) o una prospettiva oggettiva (Al tempo di Carlo Magno, era corretto considerare morto l’impero d’Occidente?). Un’altra soluzione poteva essere quella di distinguere il momento precedente all’incoronazione da quello successivo, ad esempio puntando su quello precedente (L’impero d’Occidente è sopravvissuto fino al tempo di Carlo Magno?). La domanda deve comunque evitare di indurre nei soggetti la credenza che l’incoronazione di Carlo abbia fatto davvero rivivere l’impero romano d’Occidente.

Le valutazioni delle risposte sono state date tenendo conto dell’eventuale prospettiva esplicitamente segnalata da chi dà una risposta negativa o della presenza di motivazioni non tautologiche. Sono state considerate corrette le 2 risposte positive. La risposta di Giada è possibilista (non francamente negativa) e dà una motivazione non tautologica né ripetitiva nei confronti del testo.

 

 

 


 

 

 

S_ICL 2

 

Domanda:

Tra quali due imperi vi è mancanza di continuità?

 

Segmento testuale pertinente:

"L’impero carolingio

I caratteri del Sacro Romano Impero. Per i contemporanei, l’incoronazione di Carlo significava che l’impero di Occidente tornava a vivere. Nella realtà il Sacro Romano Impero era così diverso dall’Impero romano da costituire una nuova istituzione. La mancanza di continuità tra i due imperi emerge da molti elementi. In primo luogo il territorio dell’impero carolingio coincideva solo in minima parte con quello dell’Impero d’Occidente […]"

 

Impliciti:

Si trattava di ricostruire una complessa rete di coreferenze a partire dal sintagma nominale definito “la mancanza di continuità tra i due imperi” che presuppone che si dia una mancanza di continuità tra due imperi e quindi che esistano o siano esistiti al mondo i due imperi in questione. La situazione è complicata dal fatto che il testo usa due denominazioni per ciascun impero: “Impero carolingio”, “Sacro Romano Impero”, e rispettivamente “Impero d’ Occidente” e “Impero romano” (quest’ultima denominazione è peraltro imprecisa e si chiarisce proprio grazie alla coreferenza con “Impero d’Occidente”).

 

Risposte ottenute e valutazioni:

12 risposte da 1 punto; 1 da 0,75; 0 da 0,5; 2 da 0,25; 4 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 69,7%.

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

Vi era mancanza di continuità tra il Sacro Romano Impero e l'impero romano.

1

17,5

Giovanni

La mancanza di continuità tra i due imperi emerge da molti elementi.

0

27,5

Federico

Tra l'impero romano d'Occidente e il Sacro Romano Impero fra questi due imperi vi è mancanza di continuità.

1

65

Paolo

Vi è mancanza di continuità tra l'impero di Carolingio e l'impero romano d'Occidente.

1

72,5

Teresa

Tra il Sacro Romano Impero e l'impero romano.

1

35

Giada

C'è mancanza di continuità tra il Sacro Romano Impero e l'impero romano.

1

57,5

Costanza

Vi è mancanza di continutà tra l'impero Romano e il Sacro Romano Impero.

1

60

Francesca

Vi è mancanza di continuità tra il Sacro Romano Impero e l'impero romano.

1

60

Antonio

La mancanza di continuità consisteva nei territori, nella religione cristiana.

0,25

25

Marco

Mancava la continuità tra l'ex impero d'Occidente e quello d'oriente anche se l'impero carolingio combaciava in minima parte all'impero d'Occidente perché per esempio la Britannia non ne faceva parte.

0

55

Enrico

Il Sacro Romano Impero era così diverso dall'Impero Romano da costituire una continuità fra i due imperi.

0,25

32,5

Luigi

Tra il Sacro Romano Impero e l'Impero Romano.

1

62,5

Matteo

Tra l'Impero d'Occidente e il Sacro Romano Impero.

1

77,5

Gabriella

Nel Impero d'Occidente vi è mancanza di continuità.

0

57,5

Silvia

C'è mancanza di continuità tra il Sacro Romano Impero e l'Impero romano d'Occidente.

1

90

Andrea

La mancanza di continuità era per tutti e due imperi per molti elementi.

0

22,5

Fabio

La mancanza di continuità vi era fra l'impero Carolingio e l'Impero Romano.

1

67,5

Roberto

C'è mancanza di continuità tra il Sacro Romano Impero e l'Impero d'Occidente.

1

40

Lucia

Vi è mancanza di continuità tra il Sacro Romano Impero e tra l'Impero Romano.

0,75

65

 

Osservazioni:

Sono state considerate corrette le risposte che identificano i due diversi imperi attraverso denominazioni riprese dal testo (inclusa la denominazione imprecisa “impero romano” per intendere “impero romano d’Occidente”). La risposta di Lucia contiene un “tra” di troppo che potrebbe essere indice d’incomprensione (nella direzione della risposta, sbagliata e non pertinente, di Gabriella). Le risposte sbagliate sono abbastanza numerose e si collegano sia a incapacità di cogliere le coreferenze, sia a difficoltà nel maneggiare la nozione piuttosto astratta di “mancanza di continuità”.

 

 

 


 

 

 

S_ICL 3

 

Domanda:

Che cosa si intende per "impero carolingio"?

 

Segmento testuale pertinente:

"L’impero carolingio

I caratteri del Sacro Romano Impero. Per i contemporanei, l’incoronazione di Carlo significava che l’impero di Occidente tornava a vivere. Nella realtà il Sacro Romano Impero era così diverso dall’Impero romano da costituire una nuova istituzione. La mancanza di continuità tra i due imperi emerge da molti elementi. In primo luogo il territorio dell’impero carolingio coincideva solo in minima parte con quello dell’Impero d’Occidente […]"

 

Impliciti:

Si tratta del medesimo segmento testuale pertinente a S_ICL 2 e, nuovamente, della coreferenza fra impero carolingio e Sacro Romano Impero. Era inoltre possibile connettere per pertinenza l’impero carolingio all’incoronazione di Carlo.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

10 risposte da 1 punto; 2 da 0,75; 1 da 0,5; 1 da 0,25; 4 da 0; 1 mancata risposta.

Successo della classe:  64,4%.

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

L'impero carolingio era perfettamente continentale ed era infine un impero cristiano.

0

17,5

Giovanni

Si intende l'impero carolingio coincideva solo in minima parte con quello dell'occidente.          

0

27,5

Federico

Si intende con impero carolingio, l'impero di Carlo Magno.

1

65

Paolo

Per impero carolingio che deriva da Carlus si intende per l'impero di Carlo Magno.

1

72,5

Teresa

Per impero carolingio si intende l'impero di Carlo Magno.

1

35

Giada

Per impero carolingio si intende l'impero di Carlo Magno.

1

57,5

Costanza

Per "Impero Carolingio" si intende impero di Carlo.

1

60

Francesca

Per "impero carolingio" si intende: l'impero di Carolus cioè di Carlo.

0,75

60

Antonio

Per impero carolingio si intendeva impero cristiano.

0,25

25

Marco

Per "impero carolingio" si intende l'impero di Carlo.

1

55

Enrico

L'impero carolingio coincideva solo in minima parte con quello d'occidente.

0

32,5

Luigi

non risponde

0

62,5

Matteo

Si intende l'impero di Carlo Magno.

1

77,5

Gabriella

Si intende impero carolingio perché è governato da Carlo nonché è soltanto il Sacro Romano Impero.

1

57,5

Silvia

Si intende impero di Carlo che deriva da "Carolus".

0,75

90

Andrea

Per impero carolingio si intende l'impero di Carlo.

1

22,5

Fabio

Per "impero carolingio" si intende l'impero comandato da Carlo Magno, cioè il Sacro Romano Impero.

1

67,5

Roberto

Per "impero carolingio" si intende in primo luogo il territorio (impero di Carlo).

0

40

Lucia

"Impero carolingio" deriva da "Carolus" e quindi significava impero di Carlo.

0,5

65

 

Osservazioni:

Alcuni studenti specificano caratteristiche dell’impero carolingio invece che darne una definizione o identificarlo con il Sacro Romano Impero. Chi si concentra sul significato o etimologia di “carolingio” dà una risposta incompleta (che non definisce né porta a identificare l’impero carolingio, ma spiega solo il suo nome) e anche di fonte extratestuale, poiché l’argomento non è trattato nel testo; da ciò la valutazione inferiore di questo tipo di risposte. Paolo inserisce la (supposta) etimologia di "carolingio" solo incidentalmente in una risposta peraltro corretta. Antonio dà una risposta sbagliata ma che comunque indica elaborazione personale del testo.

Pur trattandosi dello stesso passo da cui doveva essere ricavata la risposta alla domanda precedente, i risultati sono peggiori, forse perché i soggetti sono spinti dall’uso di “impero carolingio” tra virgolette a intendere la domanda come spiegazione del significato di “carolingio” (benché questa informazione non sia data nel testo), o perché avendo già identificato correttamente impero carolingio e sacro romano impero nella risposta precedente ritengono di dover cercare la presente risposta in un’altra direzione. Le domande non devono essere ripetitive…

In generale le risposte a questa domanda non sono ben valutabili come indici di comprensione, per la difficoltà a delimitare il ruolo giocato dalle preconoscenze.

 

 

 


 

 

 

S_ICL 4

 

Domanda:

Di quale impero fece parte la Britannia?

 

Segmento testuale pertinente:

"In primo luogo il territorio dell’impero carolingio coincideva solo in minima parte con quello dell’Impero d’Occidente: per esempio, la Britannia non ne faceva parte."

 

Impliciti:

La non appartenenza della Britannia al territorio dell’impero carolingio è segnalata da “per esempio” come esemplificazione di una delle differenze (quella relativa al territorio) fra impero carolingio e Impero d’Occidente. Da ciò si dovrebbe poter inferire che l’Impero d’Occidente comprendeva nel suo territorio la Britannia…

 

Risposte ottenute e valutazioni:

8 risposte da 1 punto; 0 da 0,75;  0 da 0,5; 0 da 0,25; 10 da 0 punti; 1 mancata risposta.

Successo della classe: 42,1%.

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

La Britannia non fece parte dell'impero d'Occidente.   

0

17,5

Giovanni

La Britannia non fece parte di nessun impero.              

0

27,5

Federico

La Britannia fece parte dell'impero d'Occidente.                     

1

65

Paolo

La Britannia fece parte dell'impero romano d'Occidente.                    

1

72,5

Teresa

D'Oriente.

0

35

Giada

La Britannia fece parte dell'impero d'Occidente.         

1

57,5

Costanza

La Britannia feceva parte dell'impero d'Occidente.      

1

60

Francesca

La Britannia fece parte dell'impero romano d'Occidente.         

1

60

Antonio

La Gran Bretagna non faceva parte di nessun impero romano.

0

25

Marco

non risponde

0

55

Enrico

La Britannia faceva parte dell'impero d'Oriente.                      

0

32,5

Luigi

Con l'impero d'Oriente.

0

62,5

Matteo

Fece parte dell'impero di Occidente.

1

77,5

Gabriella

La Britannia fece parte dell'impero carolingio. 

0

57,5

Silvia

La Britannia fece parte dell'Impero romano d'Occidente.        

1

90

Andrea

La Britannia non faceva parte dell'impero d'Occidente.           

0

22,5

Fabio

La Britannia faceva parte del regno anglosassone.

0

67,5

Roberto

La Britannia fa parte del Sacro Romano Impero.

0

40

Lucia

La Britannia faceva parte dell'Impero Romano d'Occidente.

1

65

 

Osservazioni:

La domanda non richiedeva vaste riformulazioni del testo: mancano quindi completamente le risposte intermedie, quelle nella direzione giusta ma incomplete o quelle che denotano un certo livello di comprensione ma poi prendono una strada sbagliata. Può darsi che l’antecedente dell’anafora pronominale “ne” sia risultato difficile da identificare per alcuni, portandoli fuori strada. Certamente qui la maggior parte dei soggetti non capisce che cosa sia un esempio di che cos’altro e perché.

La risposta di Fabio si basa su conoscenze extratestuali qui non pertinenti.

E’ una domanda che è risultata difficile, ma anche, un tipo di domanda che è certamente importante fare, e poi commentare e discutere.

 

 

 


 

 

 

S_ICL 5

 

Domanda:

Perché l'impero carolingio fu prettamente continentale?

 

Segmento testuale pertinente:

"In primo luogo il territorio dell’impero carolingio coincideva solo in minima parte con quello dell’Impero d’Occidente: per esempio, la Britannia non ne faceva parte. Inoltre Carlo non aveva il controllo totale del mar Mediterraneo, le cui coste erano divise tra le potenze bizantina e musulmana (per ricordare le più importanti). A differenza dell’impero romano d’Occidente, l’impero carolingio era quindi prettamente continentale."

 

Impliciti:

E’ possibile rispondere alla domanda utilizzando il legame causale-esplicativo sottolineato da “quindi” e ricuperando le ragioni cui “quindi” rimanda nelle frasi precedenti: che l’impero carolingio non controllava le coste del mar Mediterraneo; meno direttamente, che non comprendeva isole (come la Britannia).

 

Risposte ottenute e valutazioni:

7 risposte da 1 punto; 2 da 0,75; 1 da 0,5; 2 da 0,25; 5 da 0; 2 mancate risposte.

Successo della classe: 50%.

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

 non risponde

0

17,5

Giovanni

A differenza dell'impero carolingio era quindi perfettamente continentale.        

0

27,5

Federico

L'impero carolingio fu prettamente continentale perché Carlo Magno non aveva il controllo totale del mar Mediterraneo, le cui coste erano divise tra le potenze bizantina e musulmana.

1

65

Paolo

L'impero carolingio fu prettamente continentale perché Carlo Magno non aveva il controllo totale del mar Mediterraneo. 

1

72,5

Teresa

Perché Carlo non aveva il totale controllo del mar Mediterraneo le cui coste erano divise tra le potenze bizantina e musulmana.

1

35

Giada

L'impero carolingio fu perfettamente continentale perché il 20 settembre del 1870 l'esercito italiano entrò a Roma e il papa ebbe potere limitato.   

0

57,5

Costanza

L'impero carolingio era prettamente continentale perché aveva controllo totale sul Mediterraneo.        

0

60

Francesca

L' impero carolingio fu prettamente continentale perché Carlo non aveva il controllo totale del Mediterraneo e il suo impero era meno vasto di quello d'Occidente. 

0,75

60

Antonio

non risponde

0

25

Marco

L'impero carolingio fu prettamente continentale perché aveva una nuova istituzione.    

0,25

55

Enrico

L'impero carolingio era prettamente continentale perché aveva il dominio del mar Mediterraneo.                    

0

32,5

Luigi

Perché non controllava il mar Mediterraneo.   

1

62,5

Matteo

Perché Carlo non aveva il controllo totale del Mediterraneo e a differenza dell'impero d'Occidente l'impero carolingio fu prettamente continentale. 

0,75

77,5

Gabriella

L' impero carolingio era prettamente continentale perché Carlo non aveva il controllo totale del mar Mediterraneo.

1

57,5

Silvia

L'impero carolingio fu prettamente continentale perché non consisteva in terreni di altri continenti.

0,25

90

Andrea

L' impero carolingio era continentale perché aveva in mano il Mediterraneo (mare).

0

22,5

Fabio

L' impero carolingio fu prettamente continentale perché sulle coste del mar Mediterraneo vi erano altre potenze molto importanti.

1

67,5

Roberto

L'impero carolingio non fu perfettamente continentale perché non aveva il controllo totale del mar Mediterraneo.

0,5

40

Lucia

L' impero carolingio fu prettamente continentale perché il territorio dell'ic coincideva solo in minima parte con quello dell'impero d'occidente e perché Carlo non aveva il controllo totale del mar Mediterraneo.

1

65

 

Osservazioni:

Le difficoltà da superare per rispondere correttamente sono anzitutto il riconoscimento dei legami interfrasali cui rimanda “quindi”, che richiede di muoversi fra una frase e l’altra in un segmento testuale piuttosto lungo, e in secondo luogo la comprensione di elementi lessicali difficili come “prettamente” e “continentale”. Una risposta (Giada) si appoggia su conoscenze extratestuali completamente non pertinenti. Alcuni soggetti sembrano capire solo metà della questione: colgono, per esempio, che l’impero carolingio fu un impero continentale, ma non che non controllava il mar Mediterraneo (Costanza) e danno la ragione sbagliata per la cosa giusta; oppure, colgono che l’impero carolingio non controllava il mar Mediterraneo, ma non che fu un impero continentale (Roberto) e danno la ragione giusta, ma per qualcosa di sbagliato (o frainteso).

 

 

 


 

 

 

S_ICL 6

 

Domanda:

Secondo il libro, l’impero romano aveva avuto il controllo del Mediterraneo?

 

Segmento testuale pertinente:

"La mancanza di continuità tra i due imperi emerge da molti elementi. In primo luogo il territorio dell’impero carolingio coincideva solo in minima parte con quello dell’Impero d’Occidente[…]. Inoltre Carlo non aveva il controllo totale del mar Mediterraneo, le cui coste erano divise tra le potenze bizantina e musulmana (per ricordare le più importanti)."

 

Impliciti:

Il connettivo “inoltre” suggerisce che anche la frase che lo segue specifichi una differenza fra impero romano e impero carolingio. Dunque il non avere il controllo totale del Mediterraneo è una di queste differenze; se ne può ulteriormente inferire che secondo il libro, l’impero romano abbia avuto tale controllo. Si noti che il testo tende a equivocare, non ritenendo la distinzione pertinente, fra “impero romano” e “impero romano d’Occidente”.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

8 risposte da 1 punto; 0 da 0,75; 1 da 0,5; 0 da 0,25; 10 da 0 ; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 44,7%.

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

No, secondo il libro, l'impero romano non aveva il controllo totale del mar Mediterraneo.

0

17,5

Giovanni

Non aveva avuto tanto controllo.

0

27,5

Federico

No, secondo il libro, l'impero romano non aveva avuto il controllo del mar Mediterraneo.

0

65

Paolo

Secondo il libro, l' impero romano aveva il controllo del mar Mediterraneo.

1

72,5

Teresa

Non la aveva.

0

35

Giada

Secondo il libro l'impero romano ebbe il controllo del mar Mediterraneo.

1

57,5

Costanza

No l'impero romano non aveva avuto il controllo del Mediterraneo.

0

60

Francesca

L'impero romano non aveva avuto il controllo del Mediterraneo.

0

60

Antonio

Si ma non da tutto territorio.

0

25

Marco

L'impero romano aveva avuto il controllo del Mediterraneo

1

55

Enrico

Secondo il testo l’impero romano aveva il dominio di tutto il mar Mediterraneo.

1

32,5

Luigi

Si

1

62,5

Matteo

Si

1

77,5

Gabriella

no, non aveva il controllo del mar Mediterraneo.

0

57,5

Silvia

Si, secondo il libro l’impero romano aveva il controllo del Mediterraneo.

1

90

Andrea

No l'impero carolingio aveva in mano il Mediterraneo.

0

22,5

Fabio

Secondo il libro, i romani avevano avuto il controllo del mar Mediterraneo.

1

67,5

Roberto

Si, secondo il libro aveva il controllo continentale.

0,5

40

Lucia

No, l’impero romano non aveva avuto il controllo del Mediterraneo.

0

65

 

Osservazioni:

Un connettivo non inusuale, un ragionamento apparentemente semplice risultano più difficili del prevedibile per i soggetti. Con la risposta di Roberto interferisce la sua difficoltà con “continentale”, già vista nella sua risposta a S_ICL 5.

 

 

 


 

 

 

S_ICL 7

 

Domanda:

Chi controllava il Mediterraneo al tempo di Carlo?

 

Segmento testuale pertinente:

"Inoltre Carlo non aveva il controllo totale del mar Mediterraneo, le cui coste erano divise tra le potenze bizantina e musulmana (per ricordare le più importanti)."

 

Impliciti:

L’informazione richiesta può essere ricavata dalla secondaria relativa, la verità del cui contenuto è presupposta. Si può inoltre notare che la relativa “le cui coste…” ha un certo valore causale: Carlo non aveva il controllo totale del mar Mediterraneo perché non dominava le coste; si può inferire che chi possiede le coste di un mare ne ha anche il controllo.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

7 risposte da 1 punto; 6 da 0,75; 1 da 0,5; 0 da 0,25; 4 da 0; 1 mancata risposta.

Successo della classe: 63,1%.

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

Le coste del mar Mediterraneo, erano divise fra le potenze bizantina e musulmana.

0,5

17,5

Giovanni

I bizzantini e musulmani.

1

27,5

Federico

Al tempo di Carlo il Mediterraneo era controllato da le potenze bizantina e musulmana (le più importanti).

1

65

Paolo

Al tempo di Carlo controllava il Mediterraneo l'Impero romano d'Occidente.

0

72,5

Teresa

non risponde

0

35

Giada

Al tempo di Carlo, controllava il Mediterraneo il papa.

0

57,5

Costanza

Al tempo di Carlo lo comandava lui il Mediterraneo.   

0

55

Francesca

Al tempo di Carlo il Mediterraneo era principalmente controllato dalla potenza bizantina e musulmana.

0,75

55

Antonio

Lo controllava i bizantini, i musulmani.

1

25

Marco

Controllavano le potenze bizantine e musulmane le coste del Mediterraneo.

0,75

55

Enrico

Le coste del Mediterraneo al tempo di Carlo erano controllate dai musulmani e i bizantini.

1

32,5

Luigi

Lo controlavano i bizzantini i musulmani.

1

62,5

Matteo

Era diviso tra le potenze bizantine e musulmane            .

0,75

77,5

Gabriella

Controllavano il Mediterraneo le potenze bizantine e musulmane.

0,75

57,5

Silvia

Il controllo del Mediterraneo era per gran parte sotto il dominio delle potenze bizantina e musulmana.

1

82,5

Andrea

L'impero carolingio aveva in mano il Mediterraneo.

0

22,5

Fabio

Secondo il libro, il mare Mediterraneo al tempo di Carlo era controllato dai Bizantini e dai Musulmani.

1

67,5

Roberto

Il mar Mediterraneo era controllato dalle potenze bizantine e musulmane.

0,75

40

Lucia

Il mar Mediterraneo veniva controllato dalle potenze bizantine e musulmane.

0,75

65

 

Osservazioni:

Manca a diversi soggetti il senso della differenza che fa (anche in termini di impliciti) parlare di “potenze bizantina e musulmana” e rispettivamente “potenze bizantine e musulmane” o "potenza bizantina e musulmana". Questo abbassa un po’ il successo nel test per coloro che hanno identificato l'informazione richiesta. Giada, Costanza, Andrea e - nonostante le sue capacità generalmente buone - Paolo non riescono invece a trovarla.

 

 

 


 

 

 

S_ICL 8

 

Domanda:

L’impero carolingio era omogeneo?

 

Segmento testuale pertinente:

"[…] la sola cultura che avvicinava gli eterogenei sudditi dell’impero era quella diffusa dalla chiesa di Roma."

 

Impliciti:

La descrizione definita “gli eterogenei sudditi dell’impero” ha valore presupposizionale e fra le presupposizioni che attiva c’è anche la presupposizione che i sudditi dell’impero erano eterogenei (più precisamente, questa è una conseguenza logica dell’enunciato che viene nominalizzato da “gli eterogenei sudditi dell’impero”, cioè “L’impero aveva sudditi eterogenei”).

 

Risposte ottenute e valutazioni:

13 risposte da 1 punto; 0 da 0,75; 0 da 0,5; 0 da 0,25;  2 da 0; 4 mancate risposte.

Successo della classe: 68,4%.

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

non risponde

0

17,5

Giovanni

No non era omogeneo.

1

27,5

Federico

No, l'impero carolingio non era omogeneo ma bensì eterogeneo.

1

65

Paolo

L'impero carolingio non era omogeneo ma eterogeneo.

1

72,5

Teresa

non risponde

0

35

Giada

L'impero carolingio era omogeneo.

0

57,5

Costanza

No, l'Impero Carolingio non era omogeneo.

1

55

Francesca

L'impero carolingio non era omogeneo.

1

55

Antonio

non risponde

0

25

Marco

L'impero carolingio non era omogeneo.

1

55

Enrico

L'impero carolingio era omogeneo.

0

32,5

Luigi

non risponde

0

62,5

Matteo

No. era eterogeneo.

1

77,5

Gabriella

No, era eterogeneo.

1

57,5

Silvia

No, l'impero carolingio era eterogeneo.

1

82,5

Andrea

L'impero carolingio era eterogeneo.

1

22,5

Fabio

L'impero carolingio non era omogeneo.           

1

67,5

Roberto

No, l'impero carolingio non era omogeneo.

1

40

Lucia

No, l'impero carolingio non era omogeneo.

1

65

 

Osservazioni:

La domanda è risultata abbastanza difficile per essere basata su una presupposizione, come indicano le risposte sbagliate e le mancate risposte. La fonte della difficoltà è probabilmente di ordine lessicale: non a tutti sembra chiara la connessione-contrapposizione fra “omogeneo” (parola usata nella domanda) ed “eterogeneo” (parola usata nel testo). Si può anche notare che si trattava di una presupposizione da ricavare in più fasi: da “gli eterogenei sudditi dell’impero” a “c’erano sudditi eterogenei dell’impero”, a “l’impero aveva sudditi eterogenei”, a “i sudditi dell’impero erano eterogenei”. La comprensione sarebbe probabilmente stata favorita da una formulazione diversa della domanda, cioè: “I sudditi dell’impero carolingio erano omogenei o eterogenei fra loro?”.

 

 

 


 

 

 

S_ICL 9

 

Domanda:

Quale cultura vi veniva diffusa e da chi?

 

Segmento testuale pertinente:

"Infine l’impero carolingio era un impero cristiano: la sola cultura che avvicinava gli eterogenei sudditi dell’impero era quella diffusa dalla chiesa di Roma."

 

Impliciti:

“Quella diffusa dalla chiesa di Roma”, dove “quella” sta per “la cultura”, è un sintagma nominale definito di cui il testo afferma la coreferenza con “la sola cultura che avvicinava gli eterogenei sudditi dell’impero”. Come sintagma nominale definito, attiva una presupposizione: la presupposizione che vi era una cultura che veniva diffusa nell’impero carolingio della chiesa di Roma. Per pertinenza fra la seconda parte del segmento testuale e la prima, dove si parla dell’impero carolingio come di un impero cristiano, e cioè assumendo che la seconda parte del segmento testuale sia una spiegazione della prima, si inferisce che la cultura diffusa dalla chiesa di Roma era, appunto, una cultura cristiana, la quale rendeva l’impero carolingio un impero cristiano.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

6 risposte da 1 punto; 2 da 0,75; 6 da 0,5; 2 da 0,25; 1 da 0; 2 mancate risposte.

Successo della classe:  57,8%.

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

non risponde

0

17,5

Giovanni

La cultura veniva diffusa dalla chiesa Romana.

0,5

27,5

Federico

La cultura che veniva diffusa era quella romana diffusa dalla chiesa di Roma.

0,5

65

Paolo

La cultura che veniva diffusa era quella della chiesa di Roma.

0,75

72,5

Teresa

Il cristiano, da Costantino.

0,25

35

Giada

Nell’impero carolingio veniva diffusa la cultura della fede in Dio, dalla Chiesa.

1

57,5

Costanza

L’unica cultura diffusa era la cultura cristiana che veniva diffusa dalla chiesa di Roma.

1

55

Francesca

La cultura che vi veniva diffusa era quella cristiana.

0,75,

55

Antonio

non risponde

0

25

Marco

Vi veniva diffusa una sola cultura dalla chiesa di Roma.

0,5

55

Enrico

L’impero carolingio aveva una religione cristiana.

0,5

32,5

Luigi

Il cristianesimo era diffuso dalla chiesa romana.

1

62,5

Matteo

La cultura cristiana. E fu diffusa dalla chiesa di Roma.

1

77,5

Gabriella

Vi veniva diffusa la cultura cristiana e veniva diffusa dalla chiesa.

1

57,5

Silvia

La cultura che veniva diffusa era quella cristiana, diffusa dalla chiesa di  Roma.

1

82,5

Andrea

Veniva diffusa la cultura eterogenea.

0

22,5

Fabio

La cultura diffusa era quella diffusa dalla chiesa di Roma.

0,5

67,5

Roberto

Veniva diffusa una cultura che avvinceva gli eterogenei.

0,25

40

Lucia

La sola cultura che avvicinava gli eterogenei sudditi dell’impero era quella diffusa dalla chiesa di Roma.

0,5

65

 

Osservazioni:

I soggetti per rispondere devono elaborare materiale linguistico nuovo, come spesso quando ci sono di mezzo implicature. Chi non riesce può ricadere su una strategia di copiatura (Lucia), che risulta qui insufficiente. Questo può spiegare anche le due mancate risposte. Le risposte incomplete sono tali o perché non specificano di quale cultura si tratti o perché non dicono da chi veniva diffusa. Sotto questo punto di vista il rendimento della classe è abbassato dal carattere duplice della domanda.

 

 

 


 

 

 

S_ICL 10

 

Domanda:

Per la cultura che avvicinava i suoi sudditi, l'impero carolingio era simile o diverso dall'impero romano?

 

Segmento testuale pertinente:

"La mancanza di continuità tra i due imperi emerge da molti elementi. […] Infine l’impero carolingio era un impero cristiano: la sola cultura che avvicinava gli eterogenei sudditi dell’impero era quella diffusa dalla chiesa di Roma."

 

Impliciti:

Il connettivo “infine” consente di inferire, visto quanto precede, che si tratta dell’ultima di una serie di differenze che vengono specificate dal testo, fra impero romano d’Occidente e impero carolingio.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

5 risposte da 1 punto; 0 da 0,75; 1 da 0,5; 1 da 0,25;  11 da 0; 1 mancata risposta.

Successo della classe: 30,2%.

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

L'impero carolingio coincideva solo in minima parte con l'impero romano.

0

17,5

Giovanni

Più o meno l'impero carolingio e quello romano era uguale.

0

27,5

Federico

Per la cultura che avvicinava i suoi sudditi, l’impero carolingio era simile a quello romano.

0

65

Paolo

Per la cultura che avvicinava i suoi sudditi, l’impero carolingio era simile all'impero romano.    

0

72,5

Teresa

Quella della chiesa di Roma.

0

35

Giada

L'impero carolingio era simile per la cultura che avvicinava i suoi sudditi.

0

57,5

Costanza

L'impero carolingio era diverso da quello romano.      

1

55

Francesca

Per la cultura che avvicinava i suoi sudditi, l’impero carolingio era simile a quello romano.

0

55

Antonio

I due imperi per la gente erano diversi.

0,5

25

Marco

L’impero carolingio per l'avvicinamento dei sudditi da parte della cultura era diverso da l'impero romano.

1

55

Enrico

L'impero carolingio era avvicinato da quello Romano solo per la cultura cristiana diffusa dai Romani.

0

32,5

Luigi

Diverso.

1

62,5

Matteo

non risponde

0

77,5

Gabriella

L'impero carolingio era simile all'impero romano per questa cultura.

0

57,5

Silvia

L’impero carolingio era diverso dall'impero romano.

1

82,5

Andrea

La cultura che si avvicinava era quella della chiesa di Roma.

0,25

22,5

Fabio

Per la cultura che avvicinava i sudditi dell’impero carolingio, quest'ultimo era simile all'impero romano.

0

67,5

Roberto

Era simile a quella della chiesa.

0

40

Lucia

L'impero carolingio era diverso dall'impero romano.

1

65

 

Osservazioni:

La domanda è risultata troppo difficile. Un fattore di difficoltà è la lontananza fra il connettivo "infine" e la formulazione del tema del capoverso, la mancanza di continuità fra i due imperi, a cui “infine” rimanda. Un fattore di confusione è il doppio ruolo di Roma, associata da un lato all’impero romano e dall’altro alla Chiesa: questo porta forse a sbagliare Federico e Paolo, che pure hanno capito la domanda. Infine, un fattore di difficoltà è una certa oscurità o goffaggine linguistica della domanda scelta. La si era scelta per ripetere alcune parole del testo in modo da facilitare l’identificazione del passo pertinente nel testo.  Ma si sarebbe potuto essere meno ellittici, per esempio chiedendo: La cultura che avvicinava gli eterogenei sudditi dell’impero carolingio era simile o diversa dalla cultura che aveva caratterizzato l’impero romano? Oppure: La cultura che avvicinava gli eterogenei sudditi dell’impero carolingio lo rendeva simile o diverso dall’impero romano? Difficoltà di comprensione della domanda sono certamente alla base di tentativi di risposta come quello di Andrea oppure delle risposte non pertinenti di Teresa e Roberto.

 

 

 


 

 

 

S_EES 1

 

Domanda:

Che cosa accadde nel 1492? riferisci 2 avvenimenti, o se li trovi 3, in frasi complete separate fra loro.

 

Segmento testuale pertinente:

"Il 1492 non viene ricordato solo per la scoperta dell’America, ma anche per un atto di governo del re di Spagna che testimoniò l’atmosfera di intolleranza che ormai si respirava in quel Paese: il decreto di espulsione degli ebrei prima dalla Spagna stessa, poi da tutti i suoi possedimenti, comprese la Sicilia e la Sardegna che in quell’epoca erano sottoposte agli Aragonesi e divise dal Regno di Napoli.

In quello stesso anno 1492 era avvenuta anche la caduta del Regno di Granada, l’ultimo baluardo dell’Islam in Spagna. Così, per una strana coincidenza, a pochi mesi di distanza la Spagna aprì al mondo intero un nuovo continente da sfruttare e invece chiuse la convivencia [...]."

 

Impliciti:

Per rispondere alla domanda, si tratta di sviluppare le presupposizioni di tre descrizioni definite: "la scoperta dell'America", "il decreto di espulsione degli ebrei" e "la caduta del Regno di Granada".

 

Risposte ottenute e valutazioni:

11 risposte da 1 punto; 4 da 0,75; 2 da 0,5; 1 da 0,25; 0 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 84,7%.

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

1492. In quest'anno accaddero 3 avvenimenti: 1) Cristoforo Colombo scopre l'America; 2) la Spagna espelle gli ebrei; 3) era avvenuta la caduta del regno di Granada l'ultimo baluardo dell'Islam in Spagna.

1

50

Giovanni

Nel 1492 oltre alla scoperta dell'America il re di Spagna decreto di espulsione degli Ebrei. Sempre nel 1492 era avvenuta la caduta del regno di Granada, l'ultimo baluardo dell'Islam in Spagna.

1

41,6

Paolo

Nel 1492 per un atto di governo del re di Spagna che testimoniò l'atmosfera di intolleranza che respira il Paese, ci fu il decreto di espulsione degli ebrei. Nel 1492 ci fu la scoperta dell'America. Nel 1492 cadde il Regno di Granada.

1

56,2

Teresa

Nel 1492 avvenne che Colombo scoprì l'America. Nel 1492 il re di Spagna testimoniò l'atmosfera di intolleranza che ormai si respirava in quel paese. Nel 1492 si mise in atto il decreto di espulsione degli Ebrei, prima dalla Spagna poi da tutti i possedimenti, comprese Sicilia e Sardegna.

0,5

64,5

Giada

Nel 1492 accaddero tre avvenimenti storici: scoperta dell'America; il re di Spagna espulse gli Ebrei; caduta del regno di Granada.

1

66,6

Costanza

Nel 1492 vi furono quattro avvenimenti importanti: la scoperta dell'America, il decreto di espulsione degli ebrei, la divisione del regno di Napoli e la caduta del regno di Granada.

0,75

37,5

Francesca

Il 1492 è la data della scoperta dell'America considerata dagli storici la fine del Medioevo e la fine dell'Età moderna. Nel 1492 avvenne anche il decreto di espulsione degli ebrei in Spagna. In questo stesso anno avvenne anche la caduta del regno di Granada.

0,75

56,2

Antonio

Gli eventi sono due la scoperta dell'America, e il decreto di espulsione degli ebrei il terzo forse il terzo episodio fu l'impoverimento della Spagna e l'arricchimento dell'Islam.

0,75

64,5

Marco

Nel 1492 viene scoperta l'America, vengono scacciati gli ebrei dalla Spagna e era avvenuta anche la caduta del Regno di Granada.

1

89,5

Enrico

Nel 1492 anno in cui venne scoperta l'America, ci fu un atto di governo del re di Spagna che testimoniava l'intolleranza di quel paese: il decreto di espulsione degli ebrei prima della Spagna stessa, questo comprese anche la Sardegna e la Sicilia, in quell'epoca sottoposta agli Aragonesi divise nel Regno di Napoli.

0,25

54,1

Luigi

Nel 1492 ci fu: A) la scoperta della America B) l'espulsione degli ebrei prima dalla Spagna poi da tutti i suoi possedimenti e anche dalla Sicilia e dalla Sardegna C) la caduta del regno di Granada.

1

70,8

Matteo

Nel 1492 viene scoperta l'America. Il re di Spagna caccia gli ebrei dai suoi territori. Cade il regno di Granada.

1

66,6

Gabriella

Nel 1492 ci fu la scoperta dell'America. Il 1492 viene ricordato per un atto di governo del re di Spagna: il decreto di espulsione degli ebrei prima dalla Spagna poi dai suoi possedimenti. Nel 1492 ci fu anche la caduta del regno di Granada.

1

72,9

Silvia

Ne 1492 Cristoforo Colombo, credendo di scoprire le Indie, scopre l'America. Nel 1492 il re di Spagna decretò l'espulsione degli ebrei. Nel 1492 avvenne anche la caduta del regno di Granada.

1

89,5

Andrea

Nel 1492 c'è stata la scoperta dell'America. Nel 1492 c'è stato un atto di governo del re di Spagna che testimoniò l'atmosfera di intolleranza che ormai si respirava in quel paese: il decreto di espulsione degli ebrei e dopo la Spagna la Sicilia e la Sardegna. Sempre in quell'anno era avvenuta la caduta del regno di Granada.

1

77,8

Fabio

Nel 1492 viene scoperta l'America. Nel 1492 il re di Spagna decretò il decreto di espulsione degli ebrei. Nel 1492 cadde il regno islamico di Granada. Nel 1492 la Spagna chiuse la convivencia.

1

83,3

Roberto

Nel 1492, per la scoperta dell'America e per un atto di governo del re di Spagna, viene ricordato il decreto di espulsione degli ebrei. E nel 1492 avvenne anche la caduta del Regno di Granada.

0,5

64,5

Lucia

Nel 1492 era avvenuta la caduta del regno di Granada, l'ultimo baluardo dell'Islam in Spagna. 1)  la Spagna aprì al mondo intero un nuovo continente da sfruttare. 2) chiuse la convivencia. 3) chiuse la collaborazione fra cattolici, musulmani ed ebrei. Prima di questo avvenimento nel 1492 ci fu oltre alla scoperta dell'America anche un atto di governo del re di Spagna. 

0,75

47,9

 

Osservazioni:

La maggior difficoltà incontrata dai soggetti nel rispondere a questa domanda sembra essere quella di selezionare gli aspetti del testo veramente pertinenti, tali cioè da comunicare il verificarsi di un avvenimento nel corso dell'anno 1492. Alcuni soggetti si lasciano andare a copiare parti del testo non direttamente pertinenti all'individuazione dei tre eventi che avrebbero dovuto essere evidenziati e qualcuno, così facendo, cade in equivoci o commette errori di lettura (ad esempio Enrico). Alcune risposte sono mal connesse o sgrammaticate e se, di queste, alcune (Giovanni) indicano comunque comprensione, altre (Roberto) essendo esse stesse poco comprensibili non possono essere valutate in modo pienamente positivo.

La consegna di riferire i 2 o 3 avvenimenti individuati in frasi complete e indipendenti non è stata rispettata da tutti, ha comunque contribuito a orientare lo stile delle risposte verso la risposta per punti, evitando così (salvo che nel caso di Enrico) la copiatura indiscriminata.

 

 

 


 

 

 

S_EES 2

 

Domanda:

Prima del 1492 quali religioni erano presenti in Spagna?

 

Segmento testuale pertinente:

"In quello stesso anno 1492 era avvenuta anche la caduta del Regno di Granada, l’ultimo baluardo dell’Islam in Spagna. Così, per una strana coincidenza, a pochi mesi di distanza la Spagna aprì al mondo intero un nuovo continente da sfruttare e invece chiuse la convivencia, cioè la “convivenza” e la collaborazione tra cattolici, musulmani ed ebrei che per secoli l’aveva resa grande."

 

Impliciti:

"La collaborazione tra cattolici, musulmani ed ebrei [...]" in quanto descrizione definita ha una presupposizione, formulabile come "Cattolici, musulmani ed ebrei collaboravano tra loro"; la presupposizione di "chiudere" (cioè che prima del 1492 tale collaborazione era aperta) data la situazione di collaborazione come antecedente al 1492.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

13 risposte da 1 punto, 3 da 0,75, 1 da 0,5, 0 da 0, 1 mancata risposta.

Successo della classe: 87,5%.

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

Prima del 1492 in Spagna come religioni vi erano l'Ebraismo, l'Islamismo e il Cristianesimo.

1

50

Giovanni

Prima del 1492 le religioni presenti in Spagna erano la religione cattolica la religione mussulmana, e ebrea.

1

41,6

Paolo

Prima del 1492 in Spagna erano presenti le religioni: cattolica, Islam, musulmana, ebraica.      

0,75

56,2

Teresa

Erano presenti cattolici, musulmani ed ebrei.

1

64,5

Giada

Prima del 1492 erano presenti in spagna il cattolicesimo il musulmano e l'ebreo.          

1

66,6

Costanza

In Spagna erano presenti le religioni, Islamiche Cattoliche ed Ebraiche.           

0,75

37,5

Francesca

Prima del 1492 in Spagna erano presenti le religioni ebraica, cattolica, musulmana.

1

56,2

Antonio

In  Spagna erano presenti cattolici musulmani ebrei.

1

64,5

Marco

C'erano cattolici musulmani ed ebrei.

1

89,5

Enrico

Grazie al regno di Granada, ultimo baluardo in Spagna, prima del 1492 c'era la convivenza tra varie etnie, che erano: cattolici, musulmani ed ebrei.

0,75

54,1

Luigi

Cattolica e mussulmana.          

0,5

70,8

Matteo

Il cattolicesimo, l'islamismo e l'ebraismo.

1

66,6

Gabriella

Prima del 1492 c'era la religione ebraica, musulmana e cattolica.

1

72,9

Silvia

Prima del 1492, in Spagna erano presenti le seguenti religioni: musulmana, cattolica ed ebrea.

1

89,5

Andrea

In Spagna prima del 1492 la religione era Ebrea, Mussulmana, Cattolica.

1

77,8

Fabio

Prima del 1492 in Spagna vi erano il cattolicesimo, l'Islam e la religione ebraica.

1

83,3

Roberto

Prima del 1492 erano presenti in Spagna la religione cattolica, musulmana, ed ebrea.

1

64,5

Lucia

non risponde

0

47,9

 

Osservazioni:

La domanda è risultata facile. Alcune risposte contengono improprietà di linguaggio (Andrea, Giada; Raffaella, Matteo) che non vanno penalizzate nella valutazione della comprensione (ma potrebbero essere oggetto di discussione e approfondimento, soprattutto per quanto riguarda la differenza di denotazione tra "Islam" e "islamismo"). Forse Lucia non risponde perché pensa di aver già risposto con la sua risposta alla domanda precedente (in realtà anche in questo caso ha risposto solo via presupposizione).

 

 

 


 

 

 

S_EES 3

 

Domanda:

Queste religioni avevano collaborato fra loro? con quali risultati?

 

Segmento testuale pertinente:

"Così, per una strana coincidenza, a pochi mesi di distanza la Spagna aprì al mondo intero un nuovo continente da sfruttare e invece chiuse la convivencia, cioè la “convivenza” e la collaborazione tra cattolici, musulmani ed ebrei che per secoli l’aveva resa grande."

 

Impliciti:

Che vi sia stata collaborazione fra le tre religioni è presupposto dal sintagma nominale definito "la collaborazione tra cattolici, musulmani ed ebrei"; la relativa che vi si collega permette di desumere i risultati della collaborazione, purché si comprenda correttamente l'anafora pronominale "l'".

 

Risposte ottenute e valutazioni:

6 risposte da 1 punto; 4 da 0,75; 3 da 0,5; 2 da 0,25; 2 da 0; 1 mancata risposta.

Successo della classe: 61,1%

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

Dato che nel 1492 era caduto il regno di Granada, l'ultimo baluardo dell'Islam in Spagna, così, per strana coincidenza, a pochi mesi di distanza, la Spagna aprì al mondo intero un nuovo continente da sfruttare invece chiuse la convivenza e la collaborazione tra cattolici, musulmani ed ebrei che per secoli l'aveva resa grande.

0,25

50

Giovanni

Queste tre religioni avevano collaborato tra loro per la chiusa la convivencia.              

0,5

41,6

Paolo

Queste religioni non avevano collaborato tra loro perché senò gli ebrei probabilmente non sarebbero stati scacciati.

0,25

56,2

Teresa

Si, avevano collaborato fra loro; con i risultati di averla resa grande.   

0,75

64,5

Giada

Queste religioni avevano collaborato fra loro.              

0,5

66,6

Costanza

Queste religioni chiusero la convivencia cioè la convivenza fra le religioni, che fece sì che gli ebrei si convertirono al cattolicesimo.

0

37,5

Francesca

Queste religioni per secoli avevano collaborato insieme. I risultati furono disastrosi: gli ebrei cominciarono ad essere disprezzati dal popolo e molti furono anche costretti a convertirsi al cattolicesimo. Questi dovettero partire diffondendosi in Europa anche in Italia e in alcuni Paesi Islamici.

0,5

56,2

Antonio

No, con il risultato che gli ebrei furono espulsi dal paese.

0

64,5

Marco

Queste religioni avevano collaborato fra loro, così rendevano grande la Spagna.         

1

89,5

Enrico

I cattolici, i musulmani e gli ebrei ebbero una collaborazione fra di loro che li rese grandi per secoli.

0,75

54,1

Luigi

Si con risultati ottimali.

1

70,8

Matteo

Si. Avevano reso grande la Spagna.

1

66,6

Gabriella

Queste religioni avevano collaborato tra loro rendendo grande la convivencia cioè la convivenza.

0,75

72,9

Silvia

Queste religioni avevano collaborato insieme e avevano reso grande la Spagna.          

1

89,5

Andrea

Si, la rese grande.

0,75

77,8

Fabio

Queste religioni avevano collaborato tra loro, col risultato di rendere grande la Spagna.

1

83,3

Roberto

Queste religioni avevano collaborato tra loro con il risultato di rendere per secoli grande la Spagna.

1

64,5

Lucia

non risponde

0

47,9

 

Osservazioni:

La domanda è risultata abbastanza difficile. La difficoltà principale sta nel vedere la relativa "che per secoli l'aveva resa grande" come espressione del risultato della convivenza fra le religioni in Spagna. Pensando al risultato in termini di successione temporale, e senza tener conto dell'intervenire di fattori diversi, alcuni fanno carico alla collaborazione o mancata collaborazione fra le religioni della situazione d'intolleranza descritta dal testo in riferimento alla fine del Quattrocento. Un ostacolo alla comprensione è sicuramente costituito dall'anafora pronominale "l'" (che rinvia a "la Spagna"): essa non è interpretata da alcuni (Andrea, Teresa), da altri è interpretata erroneamente come riferita alla convivencia (Gabriella) o agli aderenti alle tre religioni (Enrico). Raffaella copia un segmento testuale ampio che contiene il passo pertinente. Lucia non risponde, ritenendo probabilmente di aver risposto nella sua risposta a S_EES 1 (ma non l'ha fatto esplicitamente). Paolo, Antonio, Francesca ragionano autonomamente a partire dalla situazione presentata dal testo, ma le loro risposte non tengono conto a sufficienza del segmento testuale di riferimento.

 

 

 


 

 

 

S_EES 4

 

Domanda:

Nel 1492 in Spagna vi era tolleranza religiosa?

 

Segmento testuale pertinente:

"Verso la fine del Quattrocento l’intolleranza verso le comunità ebraiche era diventata insopportabile [...]"

 

Impliciti:

Si può rispondere traendo una conseguenza logica dalla presupposizione attivata dal sintagma nominale definito "l'intolleranza verso le comunità ebraiche". Fermo restando che si abbia presente che l'ebraismo è una religione.      

 

Risposte ottenute e valutazioni:

12 risposte a 1 punto; 2 da 0,75; 1 da 0,5; 1 da 0,25; 2 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 79,1%.

 

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

Nel 1492 non vi era la tolleranza religiosa

1

50

Giovanni

Nel 1492 vi era tolleranza religiosa tra spagnoli ed ebrei.

0

41,6

Paolo

No, nel 1492 in spagna non vi era tolleranza religiosa.

1

56,2

Teresa

No, non vi era tolleranza religiosa.

1

64,5

Giada

Nel 1492 in Spagna non c'era tolleranza religiosa soprattutto per le comunità ebraiche.

1

66,6

Costanza

Nel 1492 in Spagna non vi era tolleranza religiosa, tanto che gli ebrei venivano chiamati marranos che significa maiali.

0,75

37,5

Francesca

Nel 1492 in Spagna fu testimoniata, con il decreto di espulsione degli ebrei, l'atmosfera di intolleranza che si respirava in quel paese.

0,5

56,2

Antonio

No in Spagna non vi era tolleranza religiosa.

1

64,5

Marco

Nel 1492 non vi era tolleranza religiosa.

1

89,5

Enrico

Nel Trecento la situazione degli ebrei spagnoli si era fatta grave. L'Inquisizione fondata nel 1231, li perseguitava e impediva le loro attività.

0,25

54,1

Luigi

No.

1

70,8

Matteo

Si. Infatti il re aveva tollerato nei suoi territori gli ebrei fino al 1492.

0

66,6

Gabriella

No, nel 1492 non c'era tolleranza religiosa.

1

72,9

Silvia

Nel 1492 non c'era tolleranza religiosa perché erano stati cacciati gli ebrei e i musulmani.

0,75

89,5

Andrea

No non c'era tolleranza infatti ci fu il decreto di espulsione degli ebrei.

1

77,8

Fabio

Nel 1492 in Spagna non vi era tolleranza religiosa.

1

83,3

Roberto

No, nel 1492 in Spagna non vi era tolleranza religiosa.

1

64,5

Lucia

No.

1

47,9

 

Osservazioni:

La domanda è risultata facile, come ci si poteva aspettare. Tuttavia alcuni non identificano il passo più pertinente (ma si rifanno ad altri segmenti testuali, meno pertinenti di esso alla domanda: ad es. Enrico; o Costanza che aggiunge alla risposta corretta un'informazione ulteriore, a sua volta perlomeno imprecisa). ll segmento testuale utilizzato da Francesca invece va bene per ricavarne una risposta alla domanda, ma lei non lo rielabora. Due soggetti danno risposta positiva, uno dei due (Matteo) aggiungendo una motivazione che comunque un'accurata lettura del testo avrebbe consentito di accantonare. Si può qui vedere l'interferenza con un pregiudizio antiebraico di fonte extratestuale. Silvia colloca il suo punto di vista nel 1492 ma dopo la cacciata degli ebrei; inoltre il riferimento ai musulmani va al di là di quanto comunicato dal testo.

 

 

 


 

 

 

S_EES 5

 

Domanda:

Che cos'era il regno di Granada?

 

Segmento testuale pertinente:

"In quello stesso anno 1492 era avvenuta anche la caduta del Regno di Granada, l’ultimo baluardo dell’Islam in Spagna."

 

Impliciti:

L'apposizione "l'ultimo baluardo dell'Islam in Spagna", assimilabile a una relativa ellittica, comunica un contenuto presupposto.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

13 risposte da 1 punto; 2 da 0,75; 3 da 0,5; 0 da 0,25; 0 da 0 punti; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 88,8%

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

Il regno di Granada era l'ultimo baluardo dell'Islam.

0,5

50

Giovanni

Il regno di Granada era l'ultimo baluardo dell'Islam in Spagna.

1

41,6

Paolo

Il regno di Granada era l'ultimo baluardo dell'Islam in Spagna.

1

56,2

Teresa

Il regno di Granada era l'ultimo baluardo dell'Islam in Spagna.

1

64,5

Giada

Il regno di Granada era l'ultimo baluardo dell'Islam in Spagna.

1

66,6

Costanza

Il regno di Granada era l'ultima difesa dell'Islam in Spagna.     

1

37,5

Francesca

Il regno di Granada era l'ultimo baluardo dell'Islam in Spagna. 

1

56,2

Antonio

Il regno di Granada era l'ultimo baluardo dell'impero del Islam.

0,5

64,5

Marco

Il regno di Granada era un possedimento dell'Islam in Spagna.

0,75

89,5

Enrico

Il regno di Granada era l'ultimo baluardo in  Spagna.

0,5

54,1

Luigi

Era l'ultimo baluardo dell'Islam in Spagna.

1

70,8

Matteo

Il regno di Granada era l'ultimo baluardo dell'Islam in Spagna.

1

66,6

Gabriella

Il regno di Granada era l'ultimo baluardo dell'Islam in Spagna.

1

72,9

Silvia

Il regno di Granada era l'ultimo baluardo dell'Islam in Spagna.

1

89,5

Andrea

Il regno di Granada era l'ultimo baluardo dell'Islam in Spagna.

1

77,8

Fabio

Il regno di Granada era un regno islamico fondato dagli arabi in Spagna.

1

83,3

Roberto

Il regno di Granada era l'ultimo baluardo dell'Islam in Spagna.

1

64,5

Lucia

Il regno di Granada era l'ultimo bastione dell'Islam in Spagna.

0,75

47,9

 

Osservazioni:

La domanda era molto facile: si potevano ottenere risposte appropriate con una riformulazione davvero minima. Si sarebbe potuta sviluppare ulteriormente la presupposizione di "ultimo", ma la domanda non dava alcuno stimolo in questa direzione. Lucia cerca un sinonimo di "baluardo", ma ne trova uno inappropriato. Fabio risponde in modo compatibile con le presupposizioni attivate da "l'ultimo baluardo dell'Islam in Spagna", ma probabilmente in base a conoscenze di fonte extratestuale. In altri casi la mancanza di conoscenze di fonte extratestuale su che cosa fosse l'Islam conducono a espressioni inesatte o inappropriate come "l'impero dell'Islam" (Antonio) o "un possedimento dell'Islam" (Marco).

 

 

 


 

 

 

S_EES 6

 

Domanda:

Che cosa accadde agli ebrei spagnoli nel 1492?

 

Segmento testuale pertinente:

"Il 1492 non viene ricordato solo per la scoperta dell’America, ma anche per un atto di governo del re di Spagna [...]: il decreto di espulsione degli ebrei prima dalla Spagna stessa, poi da tutti i suoi possedimenti [...].

Gli ebrei costretti a partire furono 150.000 [...]."

 

Impliciti:

Si tratta di riutilizzare il sintagma nominale definito "il decreto di espulsione degli ebrei", portatore di informazione presupposta ("Fu decretata l'espulsione degli ebrei", "Gli ebrei furono espulsi"), magari in combinazione con il segmento testuale collocato più avanti: " Gli ebrei costretti a partire furono 150.000 [...]" e in particolare il sintagma nominale plurale "gli ebrei costretti a partire" in esso contenuto, portatore di una variante della medesima informazione ("Gli ebrei furono costretti a partire").

 

Risposte ottenute e valutazioni:

11 risposte da 1 punto; 1 da 0,75; 0 da 0,5; 0 da 0,25; 5 da 0; 1 mancata risposta.

Successo della classe: 65,2%.

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

Nel 1492  l'intolleranza verso le comunità ebraiche era diventata insopportabile, e il "Grande Conquistatore", Torquemada, convinse facilmente la regina Isabella che la loro fede e le loro abitudini stavano pericolosamente portando i cattolici verso l'eresia.

0

50

 

Giovanni

non risponde

0

41,6

Paolo

Gli ebrei spagnoli furono perseguitati e costretti a convertirsi al cattolicesimo.

0

56,2

Teresa

Gli ebrei furono costretti a partire (erano 150.000).

1

64,5

Giada

Nel 1492 gli Ebrei spagnoli vengono cacciati dalla Spagna perchè l'intolleranza verso le comunità ebraiche era diventata insopportabile e Torquemada convinse la regina Isabella che le abitudini e la loro fede (degli Ebrei) stavano portando i cattolici verso l'eresia.

1

66,6

Costanza

Nel 1492 gli Ebrei spagnoli venivano perseguitati a causa di un'inquisizione.

0

37,5

Francesca

Nel 1492 gli ebrei spagnoli furono perseguitati e costretti a convertirsi al cattolicesimo.

0

56,2

Antonio

Nel 1492 gli ebrei spagnoli erano perseguitati e venivano loro impedite le attività a tal punto che erano costretti a convertirsi salvo che il popolo questi li chiamavano maiali.

0

64,5

Marco

Gli ebrei (150.000) dovettero andarsene dalla Spagna.

1

89,5

Enrico

Nel 1492 Torquemada, convinse la regina Isabella ad espellere gli ebrei dalla Spagna dicendo che la loro fede e le loro abitudini stavano diventando pericolose per i cristiani, e per questo 150.000 ebrei partirono e si diffusero per tutta Europa.

1

54,1

Luigi

Furono cacciati dalla Spagna e si chiusero la convivenza con il loro popolo.

0,75

70,8

Matteo

Furono cacciati e la Spagna chiuse la convivenza e la collaborazione con loro.

1

66,6

Gabriella

Nel 1492 gli Ebrei spagnoli furono espulsi dalla Spagna.

1

72,9

Silvia

Gli ebrei spagnoli furono costretti a partire dalla Spagna ed emigrare in altri Paesi

1

89,5

Andrea

Agli ebrei spagnoli successe che ci fu il decreto di espulsione degli Ebrei.

1

77,8

Fabio

Nel 1492 gli ebrei spagnoli furono costretti a lasciare la Spagna e ad emigrare in altri Paesi, compresa l'Italia, dove, sia pur difficilmente, si rifecero un'altra vita.

1

83,3

Roberto

Nel 1492 gli Ebrei furono costretti a partire.

1

64,5

Lucia

Nel 1492 gli ebrei spagnoli, a causa di un atto di governo del re di Spagna, vennero espulsi prima dalla Spagna, poi dalla Sicilia e Sardegna.

1

47,9

 

Osservazioni:

La fonte di difficoltà principale per questa domanda è forse l'incertezza su quale sia il segmento testuale pertinente. Ce ne sono infatti due, e distanti fra loro. Chi trova almeno un segmento testuale adatto riesce e rispondere e chi non lo trova fallisce, praticamente senza vie di mezzo. Nessuno utilizza ambedue i passi.

Per quanto riguarda il primo dei due passi pertinenti, è da notare che la presupposizione che interessa è doppiamente incassata.

 

 

 


 

 

 

S_EES 7

 

Domanda:

Che cosa accadde agli ebrei di Sicilia e di Sardegna poco dopo il 1492? Perché?

 

Segmento testuale pertinente:

"[...] il decreto di espulsione degli ebrei prima dalla Spagna stessa, poi da tutti i suoi possedimenti, comprese la Sicilia e la Sardegna che in quell’epoca erano sottoposte agli Aragonesi e divise dal Regno di Napoli."

 

Impliciti:

Qui l'elemento chiave da cui ricavare la risposta è il participio aggiunto "comprese [...]" (assimilabile a una relativa ellittica e quindi portatore di informazione presupposta) che è associato al sintagma nominale quantificato "tutti i suoi possedimenti" dipendente dal sintagma nominale definito "il decreto di espulsione [...]". Alla seconda parte della domanda si può invece rispondere grazie alla secondaria relativa (con valore di informazione presupposta) "che in quell'epoca erano sottoposte [...]", attribuendo a tale relativa un carattere causale-esplicativo. Quest'attribuzione può essere considerata come un'implicatura secondo la pertinenza.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

5 risposte da 1 punto; 1 da 0,75; 1 da 0,5; 3 da 0,25; 4 da 0; 4 mancate risposte.

Successo della classe: 38,8%.

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

non risponde

0

50

 

Giovanni

Agli ebrei di Sicilia e di Sardegna poco dopo il 1492 accadde che in quell'epoca erano sottoposte agli Aragonesi e divise dal Regno di Napoli.

0,25

41,6

Paolo

Agli ebrei di Sicilia e Sardegna accadde che furono scacciati dai loro possedimenti.

0,25

56,2

Teresa

non risponde

0

64,5

Giada

Poco dopo il 1492 gli ebrei di Sicilia e di Sardegna erano stati medici mercanti artigiani banchieri e avevano rappresentato la Borghesia perché si erano rifatti una vita.

0,25

66,6

Costanza

Gli ebrei furono costretti a emigrare in Sicilia e in Sardegna perché Torquemada convinse la regina Isabella che essi stavano pericolosamente portando i cattolici all'eresia.

0

37,5

Francesca

La Sicilia e la Sardegna poco dopo il 1492 furono espulse dai possedimenti della Spagna perché in questo paese si respirava un'aria d'intolleranza.

0

56,2

Antonio

Anche loro furono mandati via perché erano possedimenti della Spagna.

1

64,5

Marco

Gli ebrei fuono cacciati anche da queste isole perché erano possedimenti spagnoli.

1

89,5

Enrico

non risponde

0

54,1

Luigi

Furono cacciati.

0,5

70,8

Matteo

Furono cacciati dalla Sicilia e dalla Sardegna perché in quell'epoca erano sottoposte agli Aragonesi.

1

66,6

Gabriella

Poco dopo il 1492 la Spagna aprì un nuovo mondo da sfruttare ma chiuse la "convivencia".

0

72,9

Silvia

Gli ebrei di Sicilia e Sardegna furono costretti a scappare, perché queste due isole in cui vivevano erano possedimenti degli Aragonesi (spagnoli).

1

89,5

Andrea

Accadde la stessa cosa, che accadde agli ebrei spagnoli in Spagna.

0,75

77,8

Fabio

Gli ebrei di Sicilia e Sardegna poco dopo il 1492 doverono lasciare anche loro il loro paese perché vi era intolleranza religiosa.

1

83,3

Roberto

non risponde

0

64,5

Lucia

Pochi mesi dopo il 1492,(gli ebrei di Sicilia e Sardegna), la Spagna aprì al mondo intero un nuovo continente da sfruttare e chiuse la convivenza e la collaborazione tra cattolici, musulmani ed ebrei.

0

47,9

 

Osservazioni:

La domanda è risultata troppo difficile, non tanto a causa del tipo di impliciti coinvolti o del lessico usato, quanto della complessità sintattica del segmento testuale di riferimento. C'è inoltre difficoltà nel risolvere l'anafora interfrasale "suoi" in "tutti i suoi possedimenti": Paolo, ad esempio, ritiene che si tratti dei possedimenti... degli Ebrei anziché di quelli della Spagna. Ci sono anche risposte del tutto non pertinenti, che non individuano neppure il segmento testuale da cui ricavare le informazioni richieste. Curioso e difficilmente spiegabile se non con lettura affrettata o distrazione, l'errore di Francesca che riferisce l'espulsione alla  Sicilia e alla Sardegna anziché agli ebrei.

 

 

 


 

 

 

S_EES 8

 

Domanda:

Chi erano i marranos?

 

Segmento testuale pertinente:

"Già nel Trecento la situazione degli ebrei spagnoli si era fatta grave. L’Inquisizione, fondata nel 1231, li perseguitava e impediva le loro attività a tal punto che molti di loro erano stati costretti a convertirsi al cattolicesimo; ma erano così disprezzati che il popolo li chiamava marranos, “maiali”."

 

Impliciti:

"Ma" attiva un'implicatura convenzionale del tipo di "se qualcuno è perseguitato a causa della sua religione, con la conversione alla religione della maggioranza la sua situazione dovrebbe migliorare" e al tempo stesso connette le due parti del periodo in cui ricorre in modo tale che l'anafora pronominale "li" debba essere risolta come riferentesi agli ebrei convertiti (non gli ebrei in generale). E' inoltre in gioco una questione di punto di vista, poiché la domanda chiede, sinteticamente, chi erano i marranos, mentre il testo permette di inferire chi veniva chiamato in tal modo; questo richiede qualche cautela nel modo di formulare la risposta.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

3 risposte da 1 punto, 1 da 0,75; 1 da 0,5; 12 da 0,25; 0 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 40,2%.

 

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

I marranos erano i maiali.

0,5

50

Giovanni

Marranos erano gli ebrei (maiali).

0,25

41,6

Paolo

I marranos che si traduce "maiali" erano chiamati gli ebrei spagnoli.

0,25

56,2

Teresa

Marranos significa maiale ed è così che venivano chiamati gli ebrei.     

0,25

64,5

Giada

I Marranos erano i maiali cioè gli Ebrei che venivano chiamati così dal popolo perché erano disprezzati.

0,25

66,6

Costanza

I marranos erano gli ebrei, marranos significava maiali.

0,25

37,5

Francesca

Marranos era il modo in cui il popolo chiamava gli ebrei spagnoli. Questo nome significava maiali.

0,25

56,2

Antonio

I "marranos" venivano chiamati gli ebrei che si erano convertiti, il nome significava maiali.

1

64,5

Marco

I marranos erano i maiali cioè il soprannome che veniva dato nel 1231 agli ebrei dai Spagnoli.

0,25

89,5

Enrico

Il popolo disprezzava così tanto gli ebrei spagnoli che li chiamavano marranos: "maiali".

0,25

54,1

Luigi

Erano gli ebrei che si convertivano venivano chiamati così marranos (maiale).

1

70,8

Matteo

Marranos vuol dire maiale. Venivano chiamati così dal popolo gli ebrei.          

0,25

66,6

Gabriella

"Marranos" (maiali) venivano chiamati così gli ebrei.

0,25

72,9

Silvia

"Marranos" (maiali) erano gli ebrei che si erano convertiti dopo il 1233, cioè il periodo nel quale fu fondata l'Inquisizione. Questi venivano chiamati così perché venivano disprezzati dal popolo.

1

89,5

Andrea

I marranos o maiali erano gli ebrei spagnoli che per l'Inquisizione fondata nel 1231 erano stati costretti a convertirsi al cattolicesimo ed erano disprezzati dal popolo.

1

77,8

Fabio

Marranos era il nome con cui venivano chiamati gli ebrei che nel 1231 si erano convertiti al cattolicesimo in Spagna. Questo nome voleva dire "maiali".

0,75

83,3

Roberto

I marranos erano il nome che gli davano agli ebrei e significa "maiali".

0,25

64,5

Lucia

I marranos, "maiali", erano gli ebrei spagnoli.

0,25

47,9

 

Osservazioni:

La domanda è risultata difficile non tanto per l'interferenza con il punto di vista (di ben 13 soggetti è chiaro che hanno compreso correttamente quest'aspetto), ma proprio a causa dell'anafora pronominale "li" che spesso (12 casi) viene interpretata come riferita agli ebrei spagnoli in generale e non agli ebrei convertiti. Può darsi che questa difficoltà dipenda dal ruolo che l'implicatura convenzionale associata a "ma" ha nel disambiguare la risoluzione di "li". Il fraintendimento di "li" genera risposte sostanzialmente scorrette anche quando le informazioni di contorno siano state colte correttamente. La risposta prudente di Raffaella viene valutata 0,5 perché fornisce solo parte dell'informazione richiesta, astenendosi da errori.

 

 

 


 

 

 

S_EES 9

 

Domanda:

Perché molti ebrei spagnoli si erano convertiti? Valeva loro la pena di farlo?

 

Segmento testuale pertinente:

"Già nel Trecento la situazione degli ebrei spagnoli si era fatta grave. L’Inquisizione, fondata nel 1231, li perseguitava e impediva le loro attività a tal punto che molti di loro erano stati costretti a convertirsi al cattolicesimo; ma erano così disprezzati che il popolo li chiamava marranos, “maiali”."

 

Impliciti:

La secondaria consecutiva "a tal punto che [...]" permette di inferire che le conversioni al cattolicesimo degli ebrei spagnoli erano dovute alle persecuzioni. Più che un implicito, questa potrebbe essere considerata come una conseguenza logica. "Ma" attiva un'implicatura convenzionale del tipo di "se qualcuno è perseguitato a causa della sua religione, con la conversione alla religione della maggioranza i suoi problemi dovrebbero risolversi", suggerendo (per il contrasto che ne deriva con il perdurante disprezzo) una valutazione dei risultati ottenuti mediante la conversione.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

7 risposte da 1 punto; 4 da 0,75; 4 da 0,5; 1 da 0,25; 1 da 0; 1 mancata risposta.

Successo della classe: 68%.

 

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

Nel 1231, li perseguitava e impediva le loro attività a tal punto che furono costretti a convertirsi al cattolicesimo.

0,25

50

Giovanni

non risponde

0

41,6

Paolo

Molti ebrei spagnoli si erano convertiti perché gli erano impedite le loro attività. Non valeva loro la pena di farlo perché erano comunque disprezzati.

1

56,2

Teresa

Perché l'inquisizione, fondata nel 1231, li perseguitava e impediva le loro attività a tal punto che molti erano stati costretti a convertirsi al cattolicesimo.

0,5

64,5

Giada

Molti ebrei spagnoli si erano convertiti perché l'inquisizione, fondata nel 1231, li perseguitava e impediva le loro attività (secondo me non dovevano convertirsi perché la loro religione è ebraica e non cattolica).

0,5

66,6

Costanza

Molti ebrei spagnoli si erano convertiti perché pensarono che caduto il regno di Granada l'Islam in Spagna era perseguitato.

0

37,5

Francesca

L'inquisizione, fondata nel 1231, perseguitava gli ebrei spagnoli inpedendogli di svolgere le loro attività, a tal punto che furono costretti a convertirsi al cattolicesimo. Però questo non valse loro la pena perché continuarono ad essere disprezzati dal popolo.

1

56,2

Antonio

Molti ebrei si erano convertiti perché erano perseguitati e non riuscivano a lavorare, secondo me valeva la pena.   

0,75

64,5

Marco

Gli ebrei si convertivano perché erano perseguitati ma comunque erano disprezzati e chiamati marranos.

1

89,5

Enrico

Per gli ebrei spagnoli la vita diventò così dura che furono costretti a convertirsi al cattolicesimo, ma per loro non valeva la pena perché poi furono mandati fuori dalla Spagna.

0,75

54,1

Luigi

Perché non volevano lasciare la Spagna, no.

0,5

70,8

Matteo

Si convertirono al cattolicesimo perché non potevano svolgere le loro attività ed erano perseguitati. Secondo me anche se non avrebbero voluto convertirsi almeno hanno avuto salva la vita.          

0,75

66,6

Gabriella

Molti ebrei spagnoli si convertirono perché l'inquisizione gli perseguitava e impediva le loro attività. Non valeva loro la pena di farlo.

1

72,9

Silvia

Molti ebrei spagnoli si convertirono perché l'Inquisizione li perseguitava e impediva le loro attività. Secondo me non ne valeva la pena perché comunque venivano disprezzati.

1

89,5

Andrea

Si erano convertiti per l'Inquisizione fondata nel 1231 ed erano stati costretti a convertirsi.

0,5

77,8

Fabio

Molti ebrei spagnoli si erano convertiti per non essere uccisi o non essere cacciati; comunque forse non gli conveniva.

0,75

83,3

Roberto

Si convertivano per non essere perseguitati. Secondo me non valeva proprio la pena di farlo.

1

64,5

Lucia

Molti ebrei spagnoli si erano convertiti perché l'Inquisizione, fondata nel 1231, li perseguitava e impediva le loro attività. Secondo me non valeva loro la pena di farlo.

1

47,9

 

Osservazioni:

Salvo una mancata risposta e una risposta completamente di fantasia (Costanza), i soggetti comprendono che gli ebrei spagnoli si convertivano perché perseguitati. Raffaella scambia la data 1231 per data in cui sarebbero avvenute persecuzioni e conversioni; d'altra parte la sua risposta è difettosa anche perché non  menziona il soggetto autore delle persecuzioni. La seconda parte della domanda viene intesa da almeno 6 soggetti come richiesta di un parere personale anziché come stimolo a elaborare la valutazione implicitamente data dal testo. Di questi pareri personali, alcuni non hanno diretto rapporto con il testo: ad es. i pareri positivi di Antonio e Matteo e il parere negativo di Fabio. Del tutto non pertinente perché centrato sul dovere anziché sulla convenienza dei risultati, il parere personale di Giada.

 

 

 


 

 

 

S_EES 10

 

Domanda:

Per quale motivo fu decretata l’espulsione degli ebrei?

 

Segmento testuale pertinente:

"Verso la fine del Quattrocento l’intolleranza verso le comunità ebraiche era diventata insopportabile e il “Grande Inquisitore”, Torquemada, convinse facilmente la pia regina Isabella che la loro fede e le loro abitudini stavano pericolosamente portando i cattolici verso l’eresia.

Gli ebrei costretti a partire furono 150.000 [...]."

 

Impliciti:

Il discorso riportato di Torquemada, cioè che la fede e le abitudini degli ebrei stavano pericolosamente portando i cattolici verso l'eresia, dà la motivazione per così dire ufficiale del decreto d'espulsione, che potrebbe anche però essere visto semplicemente come una conseguenza (causale) della crescente e diffusa intolleranza. Che il decreto di espulsione segua e quindi sia motivato da quanto riferito nel periodo che inizia con "Verso la fine del Quattrocento", lo mostra la prosecuzione immediata del testo che dice quanti ebrei furono costretti a partire. Questa connessione può essere considerata un'implicatura secondo la pertinenza.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

5 risposte da 1 punto; 1 da 0,75; 3 da 0,5; 2 da 0,25; 2 da 0; 5 mancate risposte.

Successo della classe: 43%.    

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

Perché le loro abitudini stavano portando i cattolici all'eresia.

0,75

50

Giovanni

non risponde

0

41,6

Paolo

Fu decretata l'espulsione degli ebrei per l'atto di governo del re di Spagna che testimoniò l'atmosfera d'intolleranza che ormai si respirava in Spagna.

0

56,2

Teresa

Perché Torquemada aveva convinto la regina Isabella che la loro fede e le loro abitudini stavano pericolosamente portando i cattolici verso l'eresia.

1

64,5

Giada

Fu decretata l'espulsione degli ebrei perché Torquemada, il "Grande Inquisitore", convinse la regina Isabella che la fede e le abitudini degli ebrei stavano portando i cattolici verso l'eresia.

1

66,6

Costanza

Perchè stavano portando il cattolicesimo all'eresia.

0,5

37,5

Francesca

L'espulsione degli ebrei fu decretata perché si diceva che la loro fede e le loro abitudini stavano portando i cattolici verso l'eresia.

1

56,2

Antonio

Perché erano diventati insopportabili e erano pericolosi perché la loro fede e le loro abitudini portavano eresie.

0,25

64,5

Marco

Perché Torquemada pensava a sosteneva che gli ebrei e le loro abitudini stavano portando i cattolici alle eresie.

1

89,5

Enrico

Torquemada, convinse la regina Isabella ad espellere gli ebrei spagnoli dalla Spagna dicendo che la loro fede e le loro abitudini diventavano pericolose per i cattolici.

1

54,1

Luigi

non risponde

0

70,8

Matteo

non risponde

0

66,6

Gabriella

Fu decretata l'espulsione degli ebrei perché erano disprezzati.

0,25

72,9

Silvia

Venne decretata l'espulsione degli ebrei perché già dal 1233 la situazione si era fatta grave, a causa dell'Inquisizione che perseguitava questo popolo.

0

89,5

Andrea

Fu decretata l'espulsione degli ebrei per l'atmosfera di intolleranza.

0,5

77,8

Fabio

L'espulsione degli ebrei fu decretata l'intolleranza verso di loro era diventata insopportabile.

0,5

83,3

Roberto

non risponde

0

64,5

Lucia

non risponde

0

47,9

 

Osservazioni:

Alcune risposte danno le motivazioni del decreto di espulsione senza prenderne distanza (cioè senza chiarire che erano opinioni di Torquemada o dei regnanti) (Raffaella, Costanza). Questo difetto, se isolato, è stato considerato marginale stante appunto che era richiesto di individuare i motivi del decreto e ciò poteva essere inteso come richiesta di specificare i motivi soggettivi dei suoi estensori (Costanza commette un'imprecisione in più parlando di "cattolicesimo" anziché di "cattolici"). Altri (Andrea, Fabio, con maggior imprecisione Gabriella) portano solo le cause del decreto e le loro risposte sono state considerate incomplete. Antonio ascrive l'insopportabilità agli ebrei stessi; Silvia, che di solito ottiene buoni risultati, su questa domanda va completamente fuori strada, facendo anche un po' di confusione con la cronologia (il riferimento alla quale, oltre tutto, non era necessario). L'alto tasso di mancate risposte è caratteristico dei casi in cui vanno mobilitate le implicature conversazionali (che richiedono di introdurre materiale linguistico nuovo).

 

 

 


 

 

 

S_EES 11

 

Domanda:

Chi era Torquemada? Perché poté convincere la regina Isabella che la fede e le abitudini degli ebrei erano pericolose?

 

Segmento testuale pertinente:

"Verso la fine del Quattrocento l’intolleranza verso le comunità ebraiche era diventata insopportabile e il “Grande Inquisitore”, Torquemada, convinse facilmente la pia regina Isabella che la loro fede e le loro abitudini stavano pericolosamente portando i cattolici verso l’eresia.

Gli ebrei costretti a partire furono 150.000 [...]"

 

Impliciti:

Dal nome di Torquemada, usato come apposizione di "il Grande Inquisitore", si può risalire all'informazione presupposta che il ruolo di Grande Inquisitore era suo; la seconda parte della domanda richiede di prestare attenzione all'attributo "pia" assegnato alla regina Isabella e alla sua pertinenza nei confronti del ruolo rivestito da Torquemada e del carattere religioso dei suoi argomenti.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

2 risposte da 1 punto; 4 da 0,75; 6 da 0,5; 5 da 0,25; 1 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 51,3%.

 

Sulla sola seconda parte della domanda:

2 risposte da 1 punto; 0 da 0,75; 4 da 0,5; 2 da 0,25; 9 da 0: 3 mancate risposte.

Successo della classe: 25%.

 

Alunno

Risposta

Valutazione

Val. seconda parte

% successo d. alunno nel test

Raffaella

Torquemada era il "Grande Conquistatore".

0

0

50

Giovanni

Torquemada era un grande inquisitore. Perché la loro fede e le loro abitudini stavano pericolosamente portando i cattolici verso l'eresia.

0,5

0,25

41,6

Paolo

Torquemada era un grande conquistatore che convinse la regina Isabella che le abitudini e la fede degli ebrei erano pericolose perché portavano i cattolici verso l'eresia.

0,25

0

56,2

Teresa

Era il Grande Inquisitore. Perché l'intolleranza verso le comunità ebraiche erano diventate insopportabili.

0,25

0

64,5

Giada

Torquemada era il "Grande Inquisitore". Poté convincere la regina Isabella che le fede e le abitudini degli ebrei erano pericolose perché portavano i cattolici verso l'eresia.

0,5

0

66,6

Costanza

Torquemada era un gran inquisitore e riuscì a convincere la regina Isabella alla pericolosità degli ebrei.

0,5

0

37,5

Francesca

Torquemada era il Grande Inquisitore. Riuscì a convincere la regina Isabella perché l'odio nei confronti degli ebrei era insopportabile.

0,75

0,5

56,2

Antonio

Torquemada era un grande inquisitore. Perché portavano a eresie.

0,5

0,25

64,5

Marco

Torquemada era il grande inquisitore, perché esso sosteneva che gli ebrei portassero i cristiani alle eresie.

0,75

0,5

89,5

Enrico

Torquemada era il grande inquisitore.

0,25

0

54,1

Luigi

Era un grande inquisitore. Perché gli disse che gli ebrei gli stavano portando verso l'eresia.

0,75

0,5

70,8

Matteo

Torquemada era il "Grande Inquisitore" e convinse la regina Isabella che la loro fede stava portando i cattolici verso l'eresia.

0,5

0

66,6

Gabriella

Torquemada era il "Grande Inquisitore" e riuscì a convincere la regina Isabella dicendo che la loro fede e le loro abitudini stavano portando verso l'eresia i cattolici.

0,75

0,5

72,9

Silvia

Torquemada era il "Grande Inquisitore". Torquemada potè convincere la regina Isabella perché ella era molto pia e voleva divulgare la religione cristiana.

1

1

89,5

Andrea

Torquemada era il grande inquisitore. Riuscì a convincerla perché la comunità ebraica era diventata insopportabile.

0,25

0

77,8

Fabio

Torquemada era il "Grande Inquisitore"; riuscì a convincere la regina Isabella che gli ebrei potevano portare i cattolici all'eresia.

0,5

0

83,3

Roberto

Torquemada era un grande inquisitore e convinse la regina Isabella perché si era approfittato del fatto che fosse una persona pia.

1

1

64,5

Lucia

Torquemada era il "Grande Inquisitore".

0,25

0

47,9

 

Osservazioni:

La valutazione delle risposte a questa domanda è resa particolarmente difficile dal fatto che la domanda era duplice. Lo scopo di formulare la domanda in tal modo era stato quello di facilitare le risposte sulla parte più interessante (perché fu facile a Torquemada convincere Isabella) obbligando i soggetti a fare attenzione al ruolo di Grande Inquisitore che Torquemada aveva. Ma quest'effetto facilitante, se c'è stato, è stato comunque molto limitato.

Le risposte che identificano correttamente il ruolo di Torquemada ma non aggiungono altro sono state valutate 0,25 in ragione della maggior facilità della prima parte della domanda. Tuttavia, 2 soggetti (Raffaella, Paolo) confondono "inquisitore" con "conquistatore" (caso banale di errrata lettura, ma anche, probabilmente, di incomprensione lessicale).

Per la seconda parte della domanda si possono distinguere alcune risposte-tipo: quella che specifica di che cosa Torquemada riuscì a convincere Isabella, quella che riporta l'argomento di Torquemada senza alcuna presa di distanza (attribuendovi verità ma con ciò anche persuasività), quella che lo riferisce in quanto argomento efficace per convincere Isabella a espellere gli ebrei, quella infine che sfrutta l'attributo "pia" per spiegare perché l'argomento di Torquemada è risultato persuasivo. Le risposte del primo tipo sono state valutate 0 punti, in quanto di fatto non rispondono alla domanda; quelle del secondo 0,25 (considero ambigua la risposta di Giada, 0 punti, benché ricalchi sintatticamente la domanda). Quelle del terzo tipo sono state considerate risposte parziali. Solo Silvia e Roberto (quest'ultimo, soggetto di abilità mediamente non alta) danno il quarto tipo di risposta. Andrea e (forse) Teresa sono fuorviati dal pregiudizio nel ritenere che fossero gli ebrei ad essere insopportabili. Francesca dà una risposta compatibile con alcuni aspetti del testo attribuendo la persuasività di Torquemada al contesto di crescente intolleranza. La seconda parte della risposta, valutata da sola come risposta a una domanda quale: "Perché Torquemada potè convincere la regina Isabella [...]?" (si veda la colonna centrale nella tabella delle risposte ottenute), raggiunge dunque un successo della classe del 25% con 2 risposte da 1; 0 da 0,75; 4 da 0, 5; 2 da 0,25; 9 risposte da 0; 3 mancate risposte.

Si noti che il punteggio della domanda intera (in quanto domanda duplice) non deriva dalla somma dei punteggi attribuiti alle due parti; infatti è parso giusto valutare la risposta complessiva di chi aggiunge materiale relativo all'argomento di Torquemada (anche se in modo non utile a essere valutato positivamente ai fini della seconda parte della domanda) più favorevolmente delle risposte che si limitano a considerare la prima parte della domanda, come se la seconda non esistesse.

 

 

 


 

 

 

S_EES 12

 

Domanda:

Perché l’eliminazione degli ebrei danneggiò in modo irreparabile la situazione economica e sociale spagnola?

 

Segmento testuale pertinente:

"Nelle loro nuove sedi si rifecero una vita, anche se in mezzo a ogni genere di difficoltà, perciò alla fine l’esodo nocque molto più alla Spagna che a loro. Lì infatti essi erano stati medici, mercanti, artigiani, banchieri e avevano rappresentato la borghesia, l’unica categoria capace di cogliere le nuove opportunità economiche in una società che era invece costituita esclusivamente da nobili e contadini. La loro eliminazione danneggiò quindi in modo irreparabile la situazione economica e sociale spagnola."

 

Impliciti:

Il segmento testuale contiene vari connettivi che attivano implicature convenzionali relative alle relazioni fra parti del testo stesso: "perciò", "infatti", "quindi". C'è inoltre da comprendere il valore causale-esplicativo dell'apposizione "l'unica categoria capace di cogliere le nuove opportunità economiche [...]", il cui contenuto peraltro risulta (per assimilazione ad una relativa ellittica) presupposto. Tale valore causale-esplicativo ("L'esodo noque molto più alla Spagna che agli ebrei perché la borghesia che essi rappresentavano era l'unica categoria capace di cogliere le nuove opportunità economiche")è strettamente associato all'uso di "infatti" in "Lì infatti essi erano stati medici, [...]". "Quindi" nell'ultima frase sottintende, poi, a ribadire il medesimo concetto, che l'eliminazione degli ebrei equivalse per la Spagna all'eliminazione della borghesia.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

4 risposte da 1 punto; 4 da 0,75; 5 da 0,5; 0 da 0,25; 3 da 0; 2 mancate risposte.

Successo della classe: 52,7%.

 

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

Essi erano stati medici, artigiani, mercanti e banchieri e rappresentavano la borghesia l'unica categoria capace di cogliere le nuove opportunità economiche in una società che era invece costituita escusivamente da nobili e contadini.

0,75

50

Giovanni

Non risponde

0

41,6

Paolo

Perché lì gli ebrei erano stati: medici, mercanti, artigiani, banchieri e gli spagnoli, dopo, si trovarono con la popolazione costituita esclusivamente da nobili e contadini.     

1

56,2

Teresa

Perché avevano rappresentato la borghesia.

0,5

64,5

Giada

L'eliminazione degli Ebrei danneggiò in modo irreparabile la situazione sociale ed economica della Spagna perché gli ebrei diventarono medici, mercanti, artigiani, banchieri e avevano rappresentato la Borghesia l'unica categoria che era costituita da nobili e contadini.

0

66,6

Costanza

Perché gli Ebrei venendo in Spagna portarono ricchezza e cultura.

0

37,5

Francesca

L'eliminazione degli ebrei portò un danno alla situazione economica e sociale delle Spagna perché in Europa si arricchirono diventando borghesia.   

0

56,2

Antonio

Perché gli ebrei lavoravano mercanti banchieri e andando via portarono via anche la attività economica.

1

64,5

Marco

Perché gli ebrei costituivano la borghesia cioè medici, mercanti, artigiani, banchieri cioè l'unica categoria capace di cogliere le nuove opportunità economiche in una società composta solo da nobili e contadini.           

1

89,5

Enrico

Gli ebrei rappresentavano la borghesia che era l'unica classe capace di cogliere le opportunità economiche. E quindi la loro eliminazione danneggiò in modo irreparabile la situazione economica e sociale spagnola.           

0,75

54,1

Luigi

Perché gli ebrei erano artigiani, medici, mercanti, banchieri e rappresentavano la borghesia.

0,5

70,8

Matteo

In Spagna gli ebrei avevano rappresentato la borghesia e andandosene nocque molto alla Spagna.

0,5

66,6

Gabriella

L'eliminazione degli ebrei danneggiò la situazione economica e sociale spagnola perché erano stati medici, artigiani, merfcanti, banchieri e avevano rappresentato la borghesia, l'unica classe capace di cogliere le nuove opportunità economiche in una società.

0,75

72,9

Silvia

L'eliminazione degli ebrei danneggiò la Spagna perché, essi costituivano la borghesia ed erano gli unici capaci di cogliere le nuove opportunità economiche.

1

89,5

Andrea

Perché gli ebrei erano la borghesia e se ne erano andati perciò la società era formata solo da nobili.

0,5

77,8

Fabio

L'eliminazione degli ebrei danneggiò la Spagna perché gli ebrei rappresentavano l'unica forma di borghesia e la loro eliminazione danneggiò quindi la situazione econominca e sociale spagnola.

0,5

83,3

Roberto

Non risponde

0

64,5

Lucia

La loro eliminazione danneggiò perché prima loro erano stati medici, mercanti, artigiani, banchieri.

0,75

47,9

 

Osservazioni:

Il segmento testuale pertinente è complesso e l'argomentazione che vi si svolge non è del tutto lineare. E' quindi comprensibile che la domanda sia risultata abbastanza difficile. Alcuni copiano il passo di riferimento in tutto o in parte, senza sufficiente riformulazione. Gabriella fa un utilizzo quasi ottimale di questa strategia di risposta, ma deve misurarsi poi con il problema di fermarsi al punto giusto; la scelta di fermarsi a "una società" introduce un'implicazione generalizzante non presente nel testo originario. Altri danno la spiegazione che gli ebrei rappresentavano la borghesia, senza specificare perché la perdita di un ceto borghese sia dannosa (indicazione che peraltro il testo fornisce). Le risposte che indicano miglior comprensione sono quelle insieme esplicitanti e riassuntive di Paolo, Silvia, Antonio (nonostante quest'ultima sia leggermente sgrammaticata).

 

 

 


 

 

 

G_EGL 1

 

Domanda:

Nell’era quaternaria in Europa sono nate nuove catene montuose?

 

Segmento testuale pertinente:

"Alla fine dell’età terziaria il continente europeo aveva assunto ormai la configurazione fisica attuale. Negli ultimi due milioni di anni, durante l’era quaternaria, non si sono verificati grandi cambiamenti geologici, come la nascita di nuove catene montuose."

 

Impliciti:

La risposta si basa sulla comprensione del rapporto di esemplificazione fra "grandi cambiamenti geologici" e "la nascita di nuove catene montuose", segnalato da "come". Se ne deduce che, visto che non sono avvenuti grandi cambiamenti geologici, non ha avuto neppure luogo la nascita di nuove catene montuose.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

11 risposte da 1 punto; 1 da 0,75; 5 da 0,5;0 da 0,25; 2 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 75%.

 

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

Nell'era quaternaria in Europa non sono nate nuove catene montuose.

1

53,3

Giovanni

Si sono nate in Europa catene montuose.

0

35

Federico

No, nell'era quaternaria in Europa non sono sorte nuove catene montuose.

1

78,3

Paolo

Nell'era quaternaria in Europa non si sono verificati grandi cambiamenti geologici, come per es. la nascita di catene montuose nuove.

0,5

70

Teresa

No, non sono nate nuove catene montuose.

1

70

Giada

Nell'era quaternaria non sono nate nuove catene montuose.

1

63,3

Costanza

Nell'era quaternaria non si sono verificati grandi cambiamenti geologici.

0,5

36,6

Francesca

Nell'era quaternaria in Europa si sono formate nuove catene montuose.

0

66,6

Antonio

No.

1

38,3

Marco

Nell'era quaternaria in Europa non sono nate nuove catene montuose.

1

73,3

Enrico

Nell'era terziaria il continente europeo aveva ormai già assunto tutti gli aspetti come l'Europa di oggi, e quindi nell'era quaternaria non ci sono stati grandi cambiamenti a parte i fattori esogeni che hanno rimodellato le catene montuose ed i grandi fiumi.

0,75

58,3

Luigi

No non sono nate altre catene montuose.

1

63,3

Matteo

Non si sono verificati grandi cambiamenti geologici, come la nascita di nuove catene montuose.

0,5

70

Gabriella

Nell'era quaternaria non sono nate nuove catene montuose.

1

58,3

Silvia

Nell'era quaternaria non si sono verificati grandi cambiamenti geologici, come la nascita di nuove catene montuose.

0,5

71,6

Andrea

No.

1

45

Fabio

Nell'era quaternaria non sono nate nuove catene montuose

1

80

Roberto

Nell'Euruopa quaternaria non sono nate nuove catene montuose

1

48,3

Lucia

Nell'era quaternaria non si sono verificati grandi cambiamenti geologici, come la nascita di nuove catene montuose.

0,5

53,3

 

Osservazioni:

Salvo i due soggetti che rispondono positivamente alla domanda e che evidentemente non hanno capito, altri soggetti che non producono una risposta pienamente corretta ed esplicita sembrano farlo per una sorta di pigrizia, che li induce a ripetere il testo senza riformulare, o senza riformulare nel punto in cui la domanda richiedeva di farlo (Paolo, Matteo, Silvia, Lucia). Due soggetti portano la motivazione per una risposta negativa anziché la risposta negativa stessa (Costanza, Enrico). Teresa, Luigi, Gabriella, Fabio formulano la risposta negativa omettendo la restrizione all'Europa e le loro risposte (che in questa sede ho considerato corrette) potrebbero essere lette come generalizzazioni non fondate su quanto comunicato dal segmento testuale a disposizione.

 

 

 


 

 

 

G_EGL 2

 

Domanda:

Che cosa significa “agenti esogeni”? Fai uno o due esempi.

 

Segmento testuale pertinente:

"Tuttavia, in quest’ultima fase geologica, gli agenti esogeni hanno modellato il volto dell’Europa: in particolare i grandi fiumi, con i detriti trasportati dalle loro acque, hanno costruito vaste pianure alluvionali, come la pianura padana e la pianura della Valacchia, lungo il corso inferiore del Danubio.

L’azione dei ghiacciai

Ancora più incisiva è stata l’azione dei ghiacciai, [...]."

 

Impliciti:

Per la prima parte della domanda si poteva parafrasare "gli agenti esogeni hanno modellato il volto dell'Europa" risolvendo possibilmente la metafora "il volto de" (il che equivale a trarre un'implicatura conversazionale). La risposta alla seconda parte del compito dovrebbe sfruttare la coreferenza fra "gli agenti esogeni" e "i grandi fiumi", ma anche "i ghiacciai" a cui si fa riferimento nel titolo e nella prima frase del paragrafo successivo. Il comparativo "Ancora più incisiva..." dovrebbe favorire questo collegamento in quanto l'azione dei ghiacciai risulta essere dello stesso tipo di quella dei fiumi, riconducibile quindi a un "modellare" il paesaggio.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

1 risposta da 1 punto; 4 da 0,75; 7 da 0,5; 2 da 0,25; 4 da 0; 1 mancata risposta.

Successo della classe: 42,1 %.

 

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

Gli agenti esogeni sono: il vento, l'acqua, i ghiacci.

0,5

53,3

Giovanni

Agenti esogeni hanno modellato il volto dell'Europa. Fiumi, con detriti trasportati dalle loro acque.

0,75

35

Federico

Gli agenti esogeni sono la pioggia (fiumi) la neve, il ghiaccio, il vento e altri. Agenti esogeni significa che agiscono dall'esterno.

0,5

78,3

Paolo

Gli agenti esogeni sono gli agenti atmosferici che cadono dal cielo come per esempio la pioggia e la grandine.

0

70

Teresa

In particolare i grandi fiumi.

0,5

70

Giada

Agenti esogeni sono i fiumi e i mari. Significa agenti modellatori.

0,75

63,3

Costanza

Gli agenti esogeni sono tutte le intemperie come la neve, la grandine, la pioggia ed il vento.

0

36,6

Francesca

Gli agenti esogeni sono i fattori che modificano il clima. Esempi: i fiumi trasportando i detriti hanno costruito vaste pianure alluvionali. Il vento ha corroso la roccia.

0,5

66,6

Antonio

Che erodono la terra, la roccia alcuni esempi sono l'acqua, i ghiacciai, il vento.

0,5

38,3

Marco

Agenti esogeni significa che modellano la terra con agenti "esterni" alla crosta terrestre: per esempio i venti, le piogge, i fiumi, i mari.

0,75

73,3

Enrico

I fattori esogeni come il vento, la pioggia, l'acqua che scende dai fiumi, la neve e l'umidità, sono fattori che erodono le rocce fino a consumarle. Un esempio è quello dei fiumi che a volte riscono a creare le grotte, con la loro forza di erosione, oppure altri fattori esogeni come il vento, la pioggia, la neve e l'umidità cioè la nebbia, che riescono a far sì che la punta di una montagna diventi curva.

0

58,3

Luigi

Sono le acque che passando tra le rocce in milioni di anni le modellano.

0,5

63,3

Matteo

Sono agenti che modificano il territorio come i grandi fiumi, che con i detriti trasportati hanno costruito vaste pianure alluvionali.

1

70

Gabriella

Gli agenti esogeni sono coloro che modella il territorio come ad esempio la pioggia che con la sua forza può formare le grotte. Oppure il vento che modella le montagne. Il risultato si ottiene soltanto dopo moltissimi anni.

0,5

58,3

Silvia

Gli agenti esogeni sono la grandine, la pioggia, il vento, la temperatura, i ghiacci... Questi si chiamano agenti perché agiscono sulla superficie terrestre.        

0,25

71,6

Andrea

Gli agenti esogeni hanno modellato il volto dell'Europa.

0,25

45

Fabio

Gli agenti esogeni sono gli "agenti", cioè le forze della natura che modellano la terra dall'esterno, come la pioggia che corrode le montagne o i grandi fiumi che trasportano detriti e formano pianure alluvionali.

0,75

80

Roberto

Agenti esogeni sono gli agenti atmosferici ad esempio la scesa di grandi piogge la caduta della neve ecc.

0

48,3

Lucia

non risponde

0

53,3

 

Osservazioni:

Il compito di ricavare una definizione di "agenti esogeni" a partire dal testo è risultato difficile. Questa parte della domanda in alcuni casi ha richiamato conoscenze preesistenti (Federico, Paolo, Costanza, Enrico, Fabio, Roberto) o assunzioni non pertinenti o sbagliate (Francesca). In altri casi (Giada, Marco, Matteo, ma anche Giovanni e Andrea) si riesce invece a cogliere l'idea che gli agenti esogeni modellano il territorio. Questo gruppetto di risposte conferma che almeno un'attività tipica degli "agenti esogeni" ed utile per identificarli poteva essere trovata nel testo.

Anche per quanto riguarda il compito di dare uno o due esempi, le conoscenze e credenze preesistenti fanno la parte del leone.  I soggetti che menzionano i fiumi come esempio di agente esogeno sono 9; solo un soggetto (Antonio) nomina i ghiacciai, altri parlano di "ghiacci" o "ghiaccio", in contesti in cui non è affatto chiaro se questa menzione sia stata ripresa dal testo-fonte o faccia parte di un repertorio di agenti esogeni già memorizzato. La difficoltà a recuperare l'informazione che i ghiacciai sono agenti esogeni è aumentata dal fatto che per notare la coreferenza parziale fra "agenti esogeni" e "ghiacciai" bisogna superare la barriera costituita dalla fine e inizio di paragrafo.

 

 

 


 

 

 

G_EGL 3

 

Domanda:

Nell’era quaternaria in Europa vi erano grandi fiumi? Che cosa facevano le loro acque?

 

Segmento testuale pertinente:

"[...] in particolare i grandi fiumi, con i detriti trasportati dalle loro acque, hanno costruito vaste pianure alluvionali, come la pianura padana e la pianura della Valacchia, lungo il corso inferiore del Danubio."

 

Impliciti:

Si tratta di utilizzare le presupposizioni d'esistenza attivate da "i grandi fiumi" e da "i detriti trasportati dalle loro acque".

 

Risposte ottenute e valutazioni:

10 risposte da 1 punto, 6 da 0,75; 1 da 0,5; 1 da 0,25; 1 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 80,2%.

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

Nell'era quaternaria in Europa vi erano grandi fiumi, con i detriti, trasportati dalle loro acque, hanno costruito vaste pianure alluvionali, come la pianura padana e la pianura della Valacchia, lungo il corso del Danubio.           

0,75

53,3

Giovanni

Nell'era quaternaria non si sono verificati tanti fiumi.    

0

35

Federico

Sì, nell'era quaternaria in Europa c'erano grandi fiumi, le loro acque hanno modellato l'Europa.           

1

78,3

Paolo

Si, nell'era quaternaria in Europa vi erano grandi fiumi e le loro acque che trasportavano detriti crearono grandi pianure alluvionali.

1

70

Teresa

Si vi erano grandi fiumi, le sue acque trasportavano i detriti, che a loro volta, formavano vaste pianure alluvionali.

1

70

Giada

Nell'era quaternaria in Europa vi erano grandi fiumi. Le loro acque trasportavano i detriti.

1

63,3

Costanza

Nell'Europa quaternaria aveva grandi fiumi che trasportavano detriti che con gli anni, hanno costruito le valli.

0,75

36,6

Francesca

Nell'era quaternaria in Europa vi erano grandi fiumi. Le loro acque trasportavano i detriti che alla fine hanno formato vaste pianure alluvionali.

1

66,6

Antonio

Si vi erano grandi fiumi che erodevano e con i detriti che trasportavano crearono vere e proprie pianure.

0,75

38,3

Marco

Nell'era quaternaria in Europa c'erano grandi fiumi e le loro acque trasportando detriti crearono nuove pianure (la pianura Padania, la pianura Valacchia).

1

73,3

Enrico

Nell'era quaternaria gli agenti esogeni hanno modellato i grandi fiumi, che con i detriti trasportati dalle loro acque, hanno costruito vaste pianure alluvionali.

0,25

58,3

Luigi

Si, trasportavano grazie alle loro acque detriti che hanno costruito vaste pianure alluvionali.

1

63,3

Matteo

Si. Le loro acque trasportavano detriti e così hanno formato pianure, dette alluvionali.

1

70

Gabriella

Nell'era quaternaria vi erano grandi fiumi che trasportavano i detriti formando le pianure alluvionali.

1

58,3

Silvia

Nell'epoca quaternaria c'erano grandi fiumi, che con i loro detriti trasportati dalle acque, hanno costituito vaste pianure alluvionali.

0,75

71,6

Andrea

I fiumi con i detriti trasportati dalle acque hanno costruito vaste pianure alluvionali come la pianura padana.

0,5

45

Fabio

Nell'era quaternaria vi erano grandi fiumi; le loro acque, trasportando detriti, "costruivano" pianure alluvionali come la pianura padana e la pianura della Valacchia.

1

80

Roberto

Si, nell'era quaternaria c'erano grandi fiumi e le loro acque hanno "provocato" vaste pianure alluvionali.

0,75

48,3

Lucia

Nell'era quaternaria vi erano grandi fiumi che con le loro acque, hanno costruito vaste pianure alluvionali.

0,75

53,3

 

Osservazioni:

La prima delle due presupposizioni d'esistenza è facile da esplicitare; la seconda è stata colta ed esplicitata meno chiaramente anche perché si tende ad attribuire alle acque dei fiumi non l'azione (intermedia) di trasportare detriti ma direttamente quella, che conduce all'effetto finale, di costruire pianure alluvionali. La domanda presenta le difficoltà di valutazione delle risposte tipica delle domande duplici.

 

 

 


 

 

 

G_EGL 4

 

Domanda:

Quali sono le principali pianure alluvionali europee? Dove si trovano?

 

Segmento testuale pertinente:

"[...] in quest’ultima fase geologica, gli agenti esogeni hanno modellato il volto dell’Europa: in particolare i grandi fiumi, con i detriti trasportati dalle loro acque, hanno costruito vaste pianure alluvionali, come la pianura padana e la pianura della Valacchia, lungo il corso inferiore del Danubio."

 

Impliciti:

I nomi (in forma di descrizione definita) "la pianura padana" e "la pianura della Valacchia", che comunicano presupposizioni d'esistenza, sono introdotti da "come" a esemplificare le pianure alluvionali in Europa (tali pianure fanno infatti parte di "il volto dell'Europa"). Il complemento di luogo aggiunto si riferisce (evidentemente per chi sa che la pianura padana è la pianura del Po!) soltanto alla pianura della Valacchia. Sarebbe comunque strano che due pianure alluvionali vaste si trovino lungo la stessa parte del corso dello stesso fiume...

 

Risposte ottenute e valutazioni:

9 risposte da 1 punto; 7 da 0,75; 3 da 0,5; 0 da 0,25; 0 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 82,8%.

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

Le principali pianure alluvionali europee sono la pianura padana e la pianura della Valacchia.

0,5

53,3

Giovanni

Le principali pianure sono pianura padana e pianura Vallacchia. E si trovano in Italia e in Austria.

0,75

35

Federico

Le principali pianure alluvionale europee sono la pianura padana e la pianura della Valacchia, la pianura padana si trova in Italia in Emilia Romagna e la pianura della Valacchia lungo il corso inferiore del Danubio.

1

78,3

Paolo

Le principali pianure alluvionali europee sono la pianura padana  che si trova a nord del centro Italia e la pianura della Vallacchia lungo il corso inferiore del Danubio.

1

70

Teresa

Sono la pianura padana e la pianura della Valacchia, che si trovano lungo il corso inferiore del Danubio.

0,75

70

Giada

Le principali pianure alluvionali europee sono la pianura padana e la pianura della Valacchia. Si trovano lungo il corso inferiore del Danubio.

0,75

63,3

Costanza

Le principali valli alluvionali "costruite" dai fiumi sono la pianura padana e la pianura della Valacchia, che si trovano lungo il corso inferiore del Danubio.

0,75

36,6

Francesca

Le principali pianure alluvionali europee sono la pianura padana e la pianura della Valacchia che si trovano tutte e due lungo il corso del fiume Danubio.

0,75

66,6

Antonio

Le principali pianure europee sono la pianura padana e della Vallacchia si trovano in Italia.

0,5

38,3

Marco

Le principali pianure alluvionali europee sono la pianura padana che si trova in Italia sul corso del fiume Po e la pianura Valacchia che si trova sul corso del fiume Danubio.

1

73,3

Enrico

Le principali pianure alluvionali dell'Europa erano: la pianura padana e la pianura Valacchia lungo il corso inferiore del Danubio.

1

58,3

Luigi

La pianura padana e la Valacchia, e si trovano in Emilia e sul corso inferiore del Tevere.

0,5

63,3

Matteo

Sono: la pianura padana in Italia ed è formata dal Po e la pianura di Vallacchia che si trova nel corso inferiore del Danubio.

1

70

Gabriella

Le principali pianure alluvionali sono: pianura padana e la pianura Valacchia, tutte e due si trovano lungo il corso inferiore del Danubio.

0,75

58,3

Silvia

Le principali pianure alluvionali sono la pianura padana e la pianura della Vallacchia. La prima si trova nel nord Italia lungo il corso del fiume Po e la seconda si trova tra il confine con la Romania e la Bulgaria lungo il corso inferiore del Danubio.

1

71,6

Andrea

Le principali pianure sono la pianura padana e la pianura Vallacchia, che si trovano durante il corso del Danubio.

0,75

45

Fabio

Le principali pianure alluvionali europee sono la pianura padana, che si trova in Italia, e la pianura della Valacchia, che è lungo il corso inferiore del Danubio.

1

80

Roberto

Le principali pianure alluvionali europee sono: pianura padana e la pianura Valacchia lungo il corso inferiore del Danubio.

1

48,3

Lucia

Le principali pianure alluvionali europee sono la pianura padana e la pianura della Valacchia, lungo il corso inferiore del Danubio.

1

53,3

 

Osservazioni:

La domanda è risultata, complessivamente, facile. Tutti hanno dato risposte perlomeno parzialmente corrette (0,5 punti). Solo lo sviluppo della determinazione di luogo aggiunta "lungo il corso inferiore del Danubio" ha creato qualche problema: c'è chi colloca il Danubio in Austria (Giovanni), chi in Italia (Antonio, forse per analogia con la pianura padana), chi lo confonde con il Tevere e c'è persino chi colloca anche la pianura padana lungo il corso del Danubio (Teresa, Giada, Costanza, Francesca). Quest'ultimo, in particolare, è un errore indotto da mancanza di conoscenze di sfondo: che la pianura padana sia la pianura del fiume Po e si trovi nell'Italia settentrionale, non era inferibile dal segmento testuale-fonte; anzi, benché sia poco plausibile che due grandi pianure siano collocate presso la stessa parte del corso dello stesso fiume, la punteggiatura del testo-fonte è perlomeno ambigua. Si consideri però che dal testo nel suo insieme, considerando anche informazioni date qualche riga più sotto, era comunque possibile inferire una collocazione della pianura padana fra le Alpi e il Mar Adriatico.

 

 

 


 

 

 

G_EGL 5

 

Domanda:

Che cosa sono le ere glaciali?

 

Segmento testuale pertinente:

"Ancora più incisiva è stata l’azione dei ghiacciai, che durante le ere glaciali coprivano le regioni più settentrionali del nostro continente e i sistemi montuosi più elevati.

L’ultima grande glaciazione si ebbe circa 18.000 anni fa: allora una enorme calotta glaciale copriva tutta la penisola scandinava, la parte centro-settentrionale delle isole britanniche e scendeva fino alla Danimarca e alla Germania; un’altra calotta, meno estesa, copriva la regione alpina e con le sue lingue glaciali si spingeva nelle valli fino alla pianura padana."

 

Impliciti:

La relativa (a contenuto presupposto) "che durante le ere glaciali coprivano..." consente di definire approssimativamente le ere glaciali come periodi in cui le regioni più settentrionali dell'Europa e i sistemi montuosi più elevati erano coperti da ghiacciai. Analoga informazione viene fornita (con l'appoggio di un'implicatura) da quanto segue il doppio punto nella seconda parte del segmento testuale citato, dove "allora" si riferisce anaforicamente al tempo dell'ultima grande glaciazione, ovvero, alla più recente era glaciale: utilizzare questo segmento testuale per la risposta richiede di vedere le relazioni di pertinenza fra il parlare di glaciazioni (come fenomeni) e di ere glaciali (come periodi di tempo).

 

Risposte ottenute e valutazioni:

5 risposte da 1 punto; 7 da 0,75;  3 da 0,5; 2 da 0,25; 2 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 64,4%.

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

Le ere glaciali sono dei periodi in cui avvenne la glaciazione.

0,5

53,3

Giovanni

Le ere glaciali sono dei sistemi montuosi più elevati.

0

35

Federico

Le ere glaciali sono le ere in cui c'erano i ghiacci.

0,75

78,3

Paolo

Le ere glaciali sono il tempo in cui, milioni di anni fa, il ghiaccio ricopriva buona parte della superfice terrestre.

0,75

70

Teresa

Le ere glaciali coprivano le regioni più settentrionali del nostro continente e i sistemi montuosi più elevati.

0,25

70

Giada

Le ere glaciali sono le azioni passate dei ghiacciai.       

0

63,3

Costanza

Le ere glaciali sono, gli anni in cui ci sono state queste glaciazioni.

0,5

36,6

Francesca

Le ere glaciali sono i periodi in cui i ghiacciai coprono gran parte del territorio.

1

66,6

Antonio

Le ere glaciali sono grandi abbassamenti di temperatura finché si ghiaccia il mare i fiumi, i laghi e si creano ghiacci ovunque.

0,25

38,3

Marco

Le ere glaciali sono i periodi dove i ghiacci coprivano i sistemi montuosi più elevati e le zone settentrionali del nostro continente.        

1

73,3

Enrico

Le ere glaciali erano ere dove si sono formati grandissimi ghiacciai lungo tutta l'Europa.

0,5

58,3

Luigi

E' la formazione di ghiacciai che colpivano le regioni settentrionali e i sistemi montuosi più alti.

0,75

63,3

Matteo

Le ere glaciali sono quando i ghiacciai coprono le regioni più settentrionali del nostro continente e i sistemi montuosi più elevati.

1

70

Gabriella

Le ere glaciali è un'era in cui tutti ghiacci coprirono le zone settentrionali.

0,75

58,3

Silvia

Le ere glaciali consistevano in un periodo di tempo nel quale i ghiacciai coprivano le regioni più settentrionali del nostro continente.  

1

71,6

Andrea

Le ere glaciali sono quelle di quando si forma un grandissimo ghiacciaio.

0,75

45

Fabio

Le ere glaciali sono ere in cui varie zone vengono coperte da calotte glaciali.

1

80

Roberto

Le ere glaciali sono i periodi in cui il freddo e l'ingrossamento ei ghiacciai si fa sentire (si mette ben in evidenza).

0,75

48,3

Lucia

Le ere glaciali erano le ere in cui c'è stata l'azione dei ghiacciai.

0,75

53,3

 

Osservazioni:

Nell'utilizzo di impliciti ai fini di dare una definizione, rientra un elemento di pertinenza della risposta nei confronti della domanda che rende il compito più difficile rispetto alla semplice esplicitazione. Le risposte (Raffaella, Costanza) in cui l'era glaciale viene definita rinviando alla nozione di glaciazione sono state considerate parziali, benché formalmente complete e basate sul testo, perché poco informative rispetto a quanto dal testo si poteva ulteriormente desumere.

 

 

 


 

 

 

G_EGL 6

 

Domanda:

Quali sono le regioni più settentrionali del nostro continente e qual è il sistema montuoso più elevato?

 

Segmento testuale pertinente:

"Ancora più incisiva è stata l’azione dei ghiacciai, che durante le ere glaciali coprivano le regioni più settentrionali del nostro continente e i sistemi montuosi più elevati.

L’ultima grande glaciazione si ebbe circa 18.000 anni fa: allora una enorme calotta glaciale copriva tutta la penisola scandinava, la parte centro-settentrionale delle isole britanniche e scendeva fino alla Danimarca e alla Germania; un’altra calotta, meno estesa, copriva la regione alpina e con le sue lingue glaciali si spingeva nelle valli fino alla pianura padana."

 

Impliciti:

Si tratta di identificare coreferenze. Per il parallelismo fra le due parti del segmento testuale pertinente, si possono identificare la penisola scandinava, la parte centro-settentrionale delle isole britanniche, la Danimarca e la Germania come le regioni più settentrionali del nostro continente e uno dei sistemi montuosi più elevati con le Alpi.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

3 risposte da 1 punto; 2 da 0,75; 6 da 0,5; 6 da 0,25; 2 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe:  47,3%.

 

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

Le regioni più settentrionali del continente europeo sono: la Norvegia, la Svezia, la Scandinavia, una parte dell'ex URSS, l'Irlanda, la Gran Bretagna e Danimarca. I sistemi montuosi più elevati sono i mondi scandinavi e i monti Urali.

0,5

53,3

Giovanni

Sono la penisola scandinava, la parte settentrionale delle isole  britanniche in Danimarca e in Germania.

0,25

35

Federico

Le regioni più settentrionali del nostro continente sono le isole britanniche, la penisola scandinava, la Danimarca e la Germania. Il sistema montuoso più elevato è quello alpino.

1

78,3

Paolo

Le regioni più settentrionali del nostro continente sono: le isole britanniche, la Danimarca, la Norvegia, la Svezia, la Finlandia e l'Islanda ed il sistema montuoso più elevato è il ghiacciaio del Vatnajokull in Islanda.

0,5

70

Teresa

La penisola scandinava, la parte centrosettentrionale delle isole britanniche, la Danimarca, la Germania, la regione alpina e fino alla pianura padana.

0,25

70

Giada

Le regioni più settentrionali del nostro continente sono: la penisola Scandinava, la Danimarca, la Gran Bretagna e l'Irlanda. Il sistema montuoso più elevato sono i Monti Urali.

0,5

63,3

Costanza

Le regioni più settentrionali d'Europa sono: la Francia, la Germania e l'Olanda. Il più elevato sistema montuoso è il Vatnajokull.       

0

36,6

Francesca

Le regioni più settentrionali del nostro continente sono la penisola scandinava e l'Islanda. Il sistema montuoso più elevato sono le Alpi.

1

66,6

Antonio

La regione è l'Islanda e lo sistema più elevato è il Vatnajokull con 8500 la superficie.

0

38,3

Marco

Le zone più settentrionali del nostro continente sono: la Scandinavia, l'Islanda, la Russia, l'Irlanda, la Gran Bretagna, la Danimarca e parte della Germania. I sistemi montuosi più elevati sono le Alpi e si spingeva fino in pianura.

0,75

73,3

Enrico

L'ultima grande glaciazione che si compiva 18mila anni fa colpì la penisola scandinava e la parte centro settentrionale della penisola britannica.

0,25

58,3

Luigi

Le regioni più settentrionali sono i paesi scandinavi, la Gran Bretagna, Irlanda, Islanda, parte della Germania settentrionale e la Russia e i sistemi montuosi più elevati sono le Alpi e i Pirenei.

1

63,3

Matteo

La penisola scandinava, le isole britanniche, la Danimarca e la Germania.

0,5

70

Gabriella

Le regioni più settentrionali sono: la penisola scandinava, le isole britanniche, Danimarca, Germania e l'Islanda. Il sistema montuoso più elevato è il Vatnajokull.

0,5

58,3

Silvia

Le regioni più settentrionali del nostro continente sono: la penisola scandinava, la parte centro settentrionale delle isole britanniche e l'Islanda.

0,25

71,6

Andrea

Le regioni settentrionali sono la Scandinavia, l'Inghilterra, Germania e i sistemi montuosi più elevati erano le zone settentrionali.

0,25

45

Fabio

Le regioni più settentrionali del nostro continente sono l'Islanda e la Scandinavia, il sistema montuoso più elevato sono le Alpi.

0,75

80

Roberto

Le regioni più settentrionali del nostro continente sono: il Friuli-Venezia Giulia, il Trentino-Alto Adige, Piemonte Valle d'Aosta. Il sistema più elevato è il sistema alpino.

0,25

48,3

Lucia

Le regioni più settentrionali del nostro continente sono: la Danimarca, la Germania, le isole Britanniche, la penisola Scandinava, Islanda, Russia... e il sistema più elevato

0,5

53,3

 

Osservazioni:

Il disorientamento che numerose risposte tradiscono ha probabilmente a che fare con la difficoltà a sfruttare un aspetto dell'organizzazione testuale (l'ordine d'esposizione, il parallelismo fra i due capoversi del segmento testuale pertinente) per cogliere e esplicitare coreferenze. Sono state considerate buone anche le risposte che si ispirano a una cartina delle glaciazioni o a un altro riquadro presente nella stessa pagina del testo-fonte, ma che ne traggono informazioni pertinenti alla domanda. In alcuni casi tali informazioni aggiuntive disponibili hanno distratto, però, i soggetti dal compito (si vedano le risposte di Paolo, Antonio e Gabriella).

 

 

 


 

 

 

G_EGL 7

 

Domanda:

Perché durante l’ultima era glaciale ampie zone ora ricoperte dal mare erano emerse?

 

Segmento testuale pertinente:

"Durante quest’epoca glaciale, il congelamento di grandi quantità di acque marine aveva fatto abbassare il livello del mare e perciò, ritirandosi il mare, erano emerse ampie zone costiere [...]."

 

Impliciti:

Che la prima parte di questo segmento testuale comprenda una spiegazione del fatto che durante l'ultima glaciazione ampie zone costiere erano emerse è sottolineato da "perciò". La gerundiva "ritirandosi il mare" comunica implicitamente (come presupposto) il primo effetto dell'abbassamento del livello del mare, cioè il suo ritrarsi, mediante il quale si realizza il fenomeno considerato.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

10 risposte da 1 punto; 5 da 0,75; 2 da 0,5; 0 da 0,25; 1 da 0; 1 mancata risposta.

Successo della classe: 77,6%.

 

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

Durante quest'epoca glaciale, il congelamento di grandi quantità di acque marine aveva fatto abbassare il livello del mare e perciò, ritirandosi il mare, erano emerse ampie zone costiere: ad esempio le isole britanniche risultavano unite al continente, mentre la pianura padana si estendeva anche nell'attuale mare Adriatico settentrionale.

0,5

53,3

Giovanni

non risponde

0

35

Federico

Alcune ampie zone ora ricoperte dal mare erano emerse perché il congelamento delle acque marine aveva fatto abbassare il livello del mare e perciò erano emerse ampie zone costiere.

0,75

78,3

Paolo

Durante l'ultima era glaciale ampie zone ora ricoperte dal mare erano emerse perché l'acqua del mare si ghiacciava ed il livello del mare si abbassava.

1

70

Teresa

Durante quest'epoca glaciale, il congelamento di grandi quantità di acque marine avevano fatto abbassare il livello del mare.

1

70

Giada

Durante l'ultima era glaciale ampie zone ora ricoperte dal mare erano emerse perché durante l'epoca glaciale il congelamento delle acque marine aveva fatto abbassare il livello del mare.

1

63,3

Costanza

Perché la glaciazione ha alzato il livello del mare in certe zone.

0

36,6

Francesca

Durante l'ultima era glaciale ampie zone ricoperte dal mare erano emerse perché il congelamento di grandi quantità di acque marine aveva fatto abbassare il livello del mare.

1

66,6

Antonio

Perché grandi blocchi di ghiaccio si sono formati abbassando così il livello del mare.

1

38,3

Marco

Erano emerse nuove terre perché la glaciazione aveva abbassato il livello del mare.

1

73,3

Enrico

Durante l'era glaciale ampie zone ora coperte dal mare emersero perché ci fu il congelamento di ampie quantità di acque marine e per questo il mare si abbassò.

1

58,3

Luigi

Perché il congelamento di quantità di acqua aveva fatto abbassare il livello del mare.

1

63,3

Matteo

Perché il congelamento di grandi quantità di acqua marina aveva fatto abbassare il livello del mare e quindi molte zone che prima erano coperte dal mare sono emerse.

0,75

70

Gabriella

Ampie zone che nell'era glaciale erano emerse, adesso sono sommerse perché i ghiacciai si sono scongelati e hanno ricoperto le terre mentre prima il mare si era ghiacciato.

0,75

58,3

Silvia

Ampie zone ora ricoperte dal mare erano emerse perché il congelamento di grandi quantità di acque marine aveva fatto abbassare il livello del mare.

1

71,6

Andrea

Ampie zone che sono ricoperte dal mare e ora sono emerse perché i ghiacci si formavano con l'acqua e allora il livello del mare scendeva.

0,5

45

Fabio

Durante l'era glaciale ampie zone coperte dal mare erano emerse perché, l'acqua, essendo ghiacciata, si era ritirata e quindi il livello marino s'era abbassato.

0,75

80

Roberto

Sono emerse perché il congelamento di grandi quantità di grandi acque marine aveva fatto abbassare il livello del mare.

1

48,3

Lucia

Durante l'ultima glaciazione ampie zone, ora ricoperte dal mare, erano emerse, perché: durante quest'era, il congelamento di grandi quantità di acque marine aveva fatto abbassare il livello del mare e perciò, ritirandosi il mare erano emerse ampie zone costiere.

0,75

53,3

 

Osservazioni:

Una difficoltà è probabilmente rappresentata dalla compresenza nel testo del connettivo "perciò" e di una gerundiva con valore causale. Non tutti riescono o a sintetizzare o a riferire il processo in modo ordinato. Raffaella copia il testo-fonte e non si ferma al punto giusto, aggiungendo così materale non direttamente pertinente. Federico, Matteo, Lucia, influenzati dall'ordine lineare del testo-fonte, dopo aver risposto in modo sostanzialmente corretto riportano nuovamente in forma assertiva il contenuto della domanda. C'è una mancata risposta, di Giovanni, che sembra non aver neppure preso in considerazione la domanda. Un'altra risposta errata confonde l'alzarsi e l'abbassarsi del livello del mare (Costanza).

 

 

 


 

 

 

G_EGL 8

 

Domanda:

Perché le calotte glaciali hanno potuto erodere le montagne?

 

Segmento testuale pertinente:

"Le calotte glaciali, muovendosi lentamente con la loro enorme massa di ghiaccio spessa anche tre-quattro chilometri, hanno eroso profondamente le montagne dell’Europa settentrionale, e in alcuni casi le hanno trasformate in rilievi arrotondati di modesta altitudine, come i monti Pennini dell’Inghilterra."

 

Impliciti:

La gerundiva "muovendosi..." fornisce l'informazione presupposta che le calotte glaciali si muovevano (e anche "la loro enorme massa di ghiaccio..." presuppone che esse avevano un'enorma massa di ghiaccio...); tale informazione alla luce dell'assunto di pertinenza assume valore causale-esplicativo.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

6 risposte da 1 punto; 1 da 0,75; 1 da 0,5; 8 da 0,25; 2 da 0; 1 mancata risposta.

Successo della classe: 48,6%.

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

Le calotte glaciali hanno potuto erodere le montagne perché le regioni più settentrionali del nostro continente vennero coperte dai ghiacciai.

0

53,3

Giovanni

Perchè le calotte glaciali, muovendosi lentamente con la enorme massa di ghiaccio spesso anche tre o quattro km hanno eroso le montagne.

0,25

35

Federico

Le calotte glaciali hanno erose le montagne perché muovendosi lentamente con la loro enorme massa spessa anche 3 o 4 km sono arrivate fino alle montagne che poi hanno eroso.

0,25

78,3

Paolo

Le calotte glaciali hanno potuto erodere le montagne perché muovendosi lentamente con la loro enorme massa di ghiaccio spessa anche 3-4 km hanno eroso profondamente le montagne dell'Europa settentrionale.

0,25

70

Teresa

Muovendosi lentamente con la loro enorme massa di ghiaccio spessa anche tre-quattro chilometri.

1

70

Giada

Le calotte glaciali hanno potuto erodere le montagne perché si muovevano lentamente.

1

63,3

Costanza

Le calotte glaciali sono riuscite ad erodere le montagne perché i ghiacciai che c'era sopra le montagne si sono sciolti, dando così alla montagna una forma più arrotondata.

0

36,6

Francesca

Le calotte glaciali hanno potuto erodere le montagne perché si sono mosse lentamente con la loro enorme massa di ghiaccio spessa anche 3-4 km.         

1

66,6

Antonio

non risponde

0

38,3

Marco

Hanno potuto erodere le montagne perché spostandosi lentamente le erodevano.

0,25

73,3

Enrico

Le calotte glaciali hanno eroso le montagne europee perché muovendosi con la loro grande massa hanno consumato la roccia.

1

58,3

Luigi

Perché le calotte muovendosi lentamente hanno eroso le montagne.

0,25

63,3

Matteo

Muovendosi lentamente con la loro massa di ghiaccio spessa anche qualche chilometro hanno eroso le montagne.

0,25

70

Gabriella

Le calotte glaciali hanno potuto erodere le montagne perché avevano un enorme massa di ghiaccio molto spessa.

0,5

58,3

Silvia

Le calotte glaciali hanno potuto erodere le montagne perché per migliaia di anni si sono mosse lentamente con la loro enorme massa di ghiaccio.

1

71,6

Andrea

Le calotte hanno potuto erodere le montagne a causa dei suoi spostamenti.

1

45

Fabio

Le calotte glaciali hanno potuto erodere le montagne perché, muovendosi lentamente hanno scavato la roccia.

0,75

80

Roberto

Le calotte glaciali hanno potuto erodere le montagne perché muovendosi lentamente con la loro enorme massa di ghiaccio spessa le hanno erose.

0,25

48,3

Lucia

Le calotte glaciali hanno potuto erodere le montagne perché essendo un'enorme massa di ghiaccio spessa anche tre-quattro km sono riuscite a trasformare le montagne in rilievi arrotondati.

0,25

53,3

 

Osservazioni:

Hanno aspetti tautologici 6 risposte, che nella spiegazione del "perché" includono di nuovo il fatto stesso da spiegare (Giovanni, Paolo, Marco, Luigi, Roberto, Lucia). Il difetto è forse dovuto al non sapersi distaccare dall'ordine lineare del testo-fonte. D'altra parte la domanda avrebbe potuto essere formulata meglio senza il modale "potere" la cui presenza contribuisce a confondere le idee: per esempio, sarebbe stato più chiaro chiedere "Come hanno fatto le calotte glaciali a erodere le montagne?".

 

 

 


 

 

 

G_EGL 9

 

Domanda:

Che cosa sono e dove si trovano i Monti Pennini?

 

Segmento testuale pertinente:

"Le calotte glaciali, muovendosi lentamente con la loro enorme massa di ghiaccio spessa anche tre-quattro chilometri, hanno eroso profondamente le montagne dell’Europa settentrionale, e in alcuni casi le hanno trasformate in rilievi arrotondati di modesta altitudine, come i monti Pennini dell’Inghilterra."

 

Impliciti:

Il riferimento ai monti Pennini è introdotto nel testo da "come", in qualità di esemplificazione di "rilievi arrotondati di modesta altitudine". "I monti Pennini dell'Inghilterra" come sintagma nominale ha la presupposizione che i monti Pennini appartengono a, ovvero si trovano ne, l'Inghilterra.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

7 risposte da 1 punto; 2 da 0,75; 7 da 0,5; 2 da 0,25;1 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 65,7.

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

I monti Pennini sono dei sistemi montuosi che si trovano in Inghilterra.

0,5

53,3

Giovanni

I monti Pennini si trovano sono dei monti che si trovano in Inghilterra.

0,5

35

Federico

I monti Pennini sono una catema di monti erosa dalle calotte polari e si trovano in Inghilterra.

1

78,3

Paolo

I monti Pennini sono dei rilievi di modesta altitudine che si trovano in Inghilterra.

1

70

Teresa

Sono dei rilievi arrotondati di modesta altitudine, che si trovano in Inghilterra.

1

70

Giada

I monti Pennini sono monti e si trovano in Inghilterra.

0,5

63,3

Costanza

I monti Pennini si chiamano così perché sono stati trasformati cioè erosi e si trovano nell'Europa settentrionale.

0

36,6

Francesca

I monti Pennini sono una grande catena montuosa della Gran Bretagna.

0,25

66,6

Antonio

Sono delle montagne e si trovano in Gran Bretagna.

0,5

38,3

Marco

I monti Pennini sono una catena montuosa in Inghilterra.

0,5

73,3

Enrico

I monti Pennini, che si trovano in Inghilterra, sono stati trasformati in rilievi dall'azione delle calotte glaciali.

0,75

58,3

Luigi

Sono rilievi arrotondati di modesta altitudine e si trovano in Inghilterra.

1

63,3

Matteo

I monti Pennini sono rilievi arrotondati e piuttosto bassi e si trovano in Inghilterra.

1

70

Gabriella

I monti Pennini è un rilievo dell'Inghilterra.

0,5

58,3

Silvia

I monti Pennini sono una catena montuosa che attraversa in lungo l'Inghilterra. Questi sono piuttosto di modesta altitudine perché sono stati "arrotondati" dall'azione levigatrice del ghiaccio.

1

71,6

Andrea

I monti Pennini sono dei monti che si trovano in Inghilterra.

0,5

45

Fabio

I monti Pennini sono una catena montuosa di modesta altitudine e si trovano in Gran Bretagna.

1

80

Roberto

I monti Pennini sono i monti dell'Inghilterra.

0,25

48,3

Lucia

I monti Pennini sono stati erosi dalle calotte e si trovano in Inghilterra.

0,75

53,3

 

Osservazioni:

Numerose risposte sono, in vario grado, incomplete: sembra che i soggetti abbiano difficoltà a mettere a fuoco insieme l'informazione sulla collocazione dei monti Pennini, e quella su ciò che essi sono. Rimane il dubbio: sarebbe stato più produttivo chiedere semplicemente "Che cosa sono i monti Pennini?"? In tal caso come si sarebbero dovute valutare le risposte che non sfruttano tutta l'informazione disponibile? (La domanda in questo caso ha avuto forma duplice per l'intenzione di chiarire i requisiti di una risposta completa).

 

 

 


 

 

 

G_EGL 10

 

Domanda:

I margini delle calotte glaciali erano uniformi?

 

Segmento testuale pertinente:

"Le calotte glaciali, muovendosi lentamente con la loro enorme massa di ghiaccio spessa anche tre-quattro chilometri, hanno eroso profondamente le montagne dell’Europa settentrionale, e in alcuni casi le hanno trasformate in rilievi arrotondati di modesta altitudine, come i monti Pennini dell’Inghilterra. Inoltre, avanzando con le loro gigantesche lingue glaciali, hanno scavato ampie valli dalla forma tipica a U e dal fondo piatto."

 

Impliciti:

Per rispondere è necessario comprendere che le calotte glaciali avanzavano "con le loro gigantesche lingue glaciali" (quest'informazione, data nella gerundiva, ha statuto di presupposizione) e che da ciò segue, per conseguenza logica, che presentassero gigantesche lingue. E' anche necessario cogliere la pertinenza del presentare gigantesche lingue con la questione dei margini delle calotte (uniformi o frastagliati).

 

Risposte ottenute e valutazioni:

9 risposte da 1 punto, 0 da 0,75, 0 da 0,5; 1 da 0,25; 7 da 0; 2 mancate risposte.

Successo della classe 48,6%.

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

I margini delle calotte glaciali non erano uniformi.

1

53,3

Giovanni

non risponde

0

35

Federico

No, le calotte glaciali non avevano margini uniformi.

1

78,3

Paolo

I margini delle calotte glaciali non erano uniformi.

1

70

Teresa

No, possono avere molte, diverse, forme.

0

70

Giada

I margini delle calotte glaciali erano uniformi.

0

63,3

Costanza

No, i margini delle calotte glaciali non erano uniformi.  

1

36,6

Francesca

I margini delle calotte glaciali erano uniformi.

0

66,6

Antonio

Si erano uniformi e erano a forma di U.

0

38,3

Marco

I margini delle calotte glaciali non erano uniformi.

1

73,3

Enrico

I margini delle calotte glaciali erano uniformi e prendevano la forma di U.

0

58,3

Luigi

No.

1

63,3

Matteo

No.

1

70

Gabriella

No, non erano uniformi.

1

58,3

Silvia

I margini delle calotte polari erano uniformi.

0

71,6

Andrea

Le lingue erano a forma di U.

0,25

45

Fabio

I margini delle calotte glaciali non erano uniformi, ma le calotte allungavano le loro "lingue" per chilometri.

1

80

Roberto

non risponde

0

48,3

Lucia

Si, i margini delle calotte erano uniformi.

0

53,3

 

Osservazioni:

Poiché la domanda ha forma si/no, le risposte tendono a dividersi nettamente fra corrette e sbagliate. Fa eccezione quella di Andrea che sposta il problema presupponendo l'esistenza di "lingue" (e con ciò, forse, ma solo forse, la non uniformità dei margini delle calotte). Il richiamo alla forma della lettera U (presente anche nelle risposte di  Antonio e di Enrico) deriva da una confusione per contiguità: di tal forma il testo infatti parla poco più avanti, ma riferendosi alle valli scavate dalle lingue glaciali. Nel caso di Antonio si può pensare a una non comprensione dell'aggettivo "uniforme".

 

 

 


 

 

 

G_EGL 11

 

Domanda:

Che cosa sono i fiordi? Sai elencare le fasi della loro formazione?

 

Segmento testuale pertinente:

"I fiordi

Là dove, come sulle coste della Norvegia e della Scozia, le lingue glaciali giungevano fino al mare, si sono formati gli attuali fiordi, insenature che penetrano per decine di chilometri nella costa e presentano acque molto profonde e pareti ripide: si tratta delle antiche valli glaciali che sono state sommerse dal mare alla fine della glaciazione, quando il livello marino è aumentato di decine di metri per lo scioglimento delle calotte glaciali."

 

Impliciti:

A "gli attuali fiordi" (presupposizione: attualmente esistono fiordi) segue un'appositiva comprendente due relative, che fornisce come informazione presupposta una descrizione dell'aspetto dei fiordi; dopo il doppio punto segue una spiegazione della loro origine, in cui nuovamente vari sintagmi nominali definiti compattano, dandola per presupposta, informazione relativa allo svolgimento temporale del processo ("la fine della glaciazione", "lo scioglimento delle calotte", "le antiche valli glaciali").

 

Risposte ottenute e valutazioni:

1 risposta da 1 punto; 12 da 0,75; 5 da 0,5; 0 da 0,25; 1 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 65,7%.

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

I fiordi sono insenature che penetrano per decine di chilometri nella costa e presentano acque molto profonde e pareti ripide: si tratta delle antiche valli glaciali, che sono state sommerse dal mare alla fine della glaciazione, quando il livello marino è aumentato di decine di metri per lo scioglimento delle calotte glaciali.

0,75

53,3

Giovanni

I fiordi sono insenature che penetrano decine di km nella costa e presentano acque molto profonde e ripide.

0,5

35

Federico

I fiordi sono delle insenature che penetrano decine di km nella costa e presentano acque molto profonde e pareti ripide. Le fasi della loro formazione sono 1) delle lingue glaciali sono arrivate alle coste della Scozia e delle Norvegia; 2) Le lingue glaciali hanno formato i fiordi che hanno formato delle antiche valli glaciali; 3) le valli glaciali sono state sommerse dl mare e sono rimasti i fiordi.

1

78,3

Paolo

I fiordi sono insenature che penetrano per decine di chilometri nella costa e si sono formati perché le antiche valli glaciali che sono state sommerse dal mare alla fine della glaciazione, quando il livello marino è aumentato di decine di metri.

0,75

70

Teresa

Insenature che penetrano per decine di chilometri nella costa e presentano acque molto profonde e pareti ripide.

0,5

70

Giada

I fiordi sono insenature che penetrano per decine di chilometri nella costa e presentano acque profonde e pareti ripide: antiche valli glaciali.

0,75       

63,3

Costanza

I fiordi sono insenature che penetrano per decine di km nella costa e si sono formati quando le valli sono state sommerse.          

0,75

36,6

Francesca

I fiordi sono delle insenature che penetrano per decine di km nella costa, questi presentano acque profonde e parete ripide. Si sono formate perché le lingue glaciali sono giunte fino al mare.

0,75

66,6

Antonio

I fiordi sono insenature che penetrano nella costa. Si tratta di antiche valli glaciali che sono state sommerse dal mare a causa dello scioglimento della calotta.

0,75

38,3

Marco

I fiordi sono delle insenature che penetrano per decine di chilometri nella costa, le loro acque sono molto profonde e pareti molto ripide. Si sono formati dalle antiche valli glaciali che sono state sommerse dal mare alla fine della glaciazione, quando il livello marino è aumentato decine di metri per lo scioglimento delle calotte glaciali. 

0,75

73,3

Enrico

I fiordi sono insenature che si formavano sulla costa. Sono antiche valli glaciali che sono state sommerse dal mare alla fine della glaciazione.

0,75

58,3

Luigi

Sono lingue glaciali che giungono fino al mare.

0

63,3

Matteo

I fiordi sono insenature che penetrano per decine di chilometri nella costa e presentano acque molto profonde e pareti ripide. Là dove le lingue glaciali giungevano fino al mare si sono formati i fiordi.

0,75

70

Gabriella

I fiordi sono delle insenature che penetrano nella costa. 1) si sono formati sulle coste; 2) penetrano nella costa; 3) hanno acque profonde e pareti ripide.

0,5

58,3

Silvia

I fiordi sono valli dalla tipica forma a U e dal fondo piatto. Questi sono tipici della Norvegia e della Scozia, si sono formati in seguito all'avanzamento di lingue glaciali gigantesche che arrivavano fino al mare.

0,5

71,6

Andrea

Le lingue glaciali giungevano fino in Norvegia e sono arrivate fino al mare e quando si è alzato il mare sono state ricoperte.

0,5

45

Fabio

I fiordi sono delle insenature costiere che penetrano per decine di chilometri nella costa; si tratta di antiche valli glaciali sommerse dal mare alla fine della glaciazione.

0,75

80

Roberto

I fiordi sono insenature che penetrano per decine di chilometri nella costa e risalgono alle valli glaciali che sono state sommerse dal mare.

0,75

48,3

Lucia

I fiordi sono delle insenature che penetrano per decine di km nella costa e presentano acque molto profonde e pareti ripide. Codeste sono state formate dall'erosione delle lingue glaciali.

0,75

53,3

 

Osservazioni:

La domanda è duplice. La prima parte richiede semplicemente di utilizzare l'informazione fornita da un'apposizione: si poteva rispondere anche copiando, come fa Teresa. La seconda parte propone di ricostruire la formazione dei fiordi per fasi, ma quest'idea risulta difficile. Anche il fatto che l'informazione temporale necessaria debba essere ricavata dall'esplicitazione di presupposizioni e in certi casi dalle presupposizioni di questa ("fine", "aumentare", "sciogliere"... come elementi lessicali hanno presupposizioni), ha probabilmente contribuito a rendere questa seconda parte della domanda più difficile della media rispetto alle altre domande basate su presupposizioni.

 

 

 


 

 

 

G_EGL 12

 

Domanda:

Come si sono formati i laghi prealpini e svizzeri?

 

Segmento testuale pertinente:

"I laghi

Gli antichi ghiacciai hanno originato anche migliaia di laghi: alcuni, come quelli prealpini e svizzeri, occupano valli glaciali sbarrate dalle morene terminali e quindi riempitesi di acqua dopo lo scioglimento dei ghiacciai; [...]"

 

Impliciti:

I participi "sbarrate da..." e "riempitesi..." hanno la funzione di relative ellittiche, con contenuto presupposto; l'esistenza di morene terminali e l'evento dello sciogliersi dei ghiacciai sono a loro volta presupposti dall'uso di sintagmi nominali definiti. "Come" in "come quelli prealpini e svizzeri" introduce i laghi prealpini e svizzeri come esempio del tipo di lago di cui si sta descrivendo l'origine.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

4 risposte da 1 punto; 3 da 0,75; 10 da 0,5; 1 da 0,25; 1 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 60,5%.

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

I laghi prealpini e svizzeri sono stati originati dagli antichi ghiacciai. Queli prealpini e svizzeri occupano valli glaciali sbarrate dalle morene terminali e quindi riempitisi di acqua dopo lo scioglimento dei ghiacciai.

0,75

53,3

Giovanni

I laghi prealpini svizzeri si sono formati occupano valli glaciali sbarrate e quindi riempitesi di acqua.

1

35

Federico

I laghi prealpini e svizzeri si sono formati grazie allo scioglimento di antichi ghiacciai.

0,5

78,3

Paolo

I laghi prealpini e svizzeri sono sono formati graie allo scioglimento dei ghiacci.

0,5

70

Teresa

Grazie allo scioglimento dei ghiacci.     

0,5

70

Giada

I laghi prealpini e svizzeri si sono formati ccon il riempimento di acqua dopo lo scioglimento dei ghiacciai.

0,75

63,3

Costanza

I laghi svizzeri e quelli prealpini si sono formati grazie allo scioglimento dei ghiacciai.    

0,5

36,6

Francesca

I laghi prealpini e svizzeri si sono formati dallo scioglimento dei ghiacciai che gli hanno riempiti d'acqua.

0,75

66,6

Antonio

Si sono formati da antichi ghiacciai.

0,5

38,3

Marco

I laghi prealpini svizzeri si sono formati dagli antichi ghiacciai.

0,5

73,3

Enrico

I laghi prealpini e svizzeri hanno origine dai laghi che si sono riempiti d'acqua dopo lo scioglimento dei ghiacciai.

0,5

58,3

Luigi

Si sono formati grazie ai ghiacciai sciolti.

0,5

63,3

Matteo

Gli antichi ghiacciai hanno dato origine a migliaia di laghi. Quelli prealpini e svizzeri occupano valli glaciali sbarrate dalle morene.

1

70

Gabriella

I laghi prealpini e svizzeri si sono formati dagli antichi ghiacciai.

0,5

58,3

Silvia

I laghi prealpini e svizzeri sono stati originati da antichi ghiacciai, questi occupano valli glaciali sbarrate dalle morene terminali e quindi si sono riempiti d'acqua.

1

71,6

Andrea

I laghi svizzeri si sono formati a causa dello scioglimento dei ghiacciai lì vicino.

0

45

Fabio

I laghi prealpini e svizzeri si sono formati per lo sbarramento delle valli glaciali.

1

80

Roberto

I laghi prealpini svizzeri si sono formati (riempitesi) di acqua dopo lo scioglimento dei ghiacciai.

0,25

48,3

Lucia

Gli antichi ghiacciai hanno originato anche migliaia di laghi: alcuni come quelli prealpini e svizzeri, occupano valli glaciali sbarrati dalle morene terminali e quindi riempitesi di acqua dopo lo scioglimento dei ghiacciai.

0,5

53,3

 

Osservazioni:

Nessuna risposta giunge a un'esplicitazione completa e pertinente come potrebbe essere "I laghi prealpini e svizzeri si sono formati in valli glaciali che erano sbarrate da morene terminali. Quando i ghiacciai si sono sciolti queste valli si sono riempite d'acqua".  L'ostacolo legato al punto di vista contemporaneo preso dal testo con "occupano" risulta evidente nella risposta di Giovanni che giustappone "si sono formati" e "occupano" mostrando sostanziale comprensione, ma non riuscendo a rielaborare in modo sintatticamente accettabile. Da notare anche il mancato utilizzo dell'informazione presupposta da "sbarrate dalle morene terminali": a parte la scarsa familiarità con il termine "morene", i più (con l'eccezione di Giovanni, Matteo, Silvia, Fabio) non colgono la necessità causale di uno sbarramento che trattenga l'acqua perché una valle di trasformi in lago. Raffaella e Lucia menzionano lo sbarramento delle valli da parte delle morene, ma semplicemente perché in quel punto copiano il testo-fonte. 

 

 

 


 

 

 

G_EGL 13

 

Domanda:

Come si sono formati i laghi scandinavi e scozzesi?

 

Segmento testuale pertinente:

"I laghi

Gli antichi ghiacciai hanno originato anche migliaia di laghi: alcuni, come quelli prealpini e svizzeri, occupano valli glaciali sbarrate dalle morene terminali e quindi riempitesi di acqua dopo lo scioglimento dei ghiacciai; [...] altri, come le migliaia di laghi disseminati nel territorio scandinavo, oppure in quello scozzese, occupano conche dalla forma allungata, scavate dagli antichi ghiacciai."

 

Impliciti:

Qui il participio (relativa ellittica) "scavate dagli antichi ghiacciai" fornisce, con statuto di presupposizione, l'informazione richiesta. E' necessario inoltre riconoscere i laghi scandinavi e scozzesi come un esempio di quei laghi ("altri, come...") che si sono formati nel modo in questione.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

8 risposte da 1 punto; 1 da 0,75; 3 da 0,5; 4 da 0,25; 3 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 59,2%.

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

I laghi scozzesi e scandinavi si sono formati occupano conche dalla forma allungata, scavate dagli antichi ghiacciai.

0,75

53,3

Giovanni

I laghi scandinavi e scozzesi si sono formati da le migliaia di laghi disseminati nel territorio scandinavo.

0

35

Federico

I laghi scandinavi e scozzesi si sono formati grazie a alcuni grandissimi solchi scavati dagli antichi ghiacciai.

0,25

78,3

Paolo

I laghi scandinavi e scozzesi si sono formati nelle antiche conche scavate dai ghiacci.

1

70

Teresa

Dalle conche scavate dai ghiacci.

1

70

Giada

I laghi scandinavi e scozzesi si sono formati con lo scavamento degli antichi ghiacciai.

1

63,3

Costanza

Mentre i laghi scandinavi e scozzesi si sono formati grazie allo scioglimento dei ghiacciai ma anche alla loro erosione che hanno formato grandi buche.

1

36,6

Francesca

I laghi scandinavi e scozzesi sono stati scavati dagli antichi ghiacciai.

1

66,6

Antonio

I laghi prealpini svizzeri si sono formati dopo lo scioglimento dei ghiacci.

0

38,3

Marco

I laghi scandinavi e scozzesi occupano conche dalla forma allungata, scavate dagli antichi ghiacciai.

0,5

73,3

Enrico

I laghi scandinavi e scozzesi sono stati scavati dagli antichi ghiacciai.

1

58,3

Luigi

Si sono formati grazie ai ghiacciai, hanno la caratteristica di essere allungati.

0,5

63,3

Matteo

Occupano conche dalla forma allungata.

0,25

70

Gabriella

I laghi scandinavi o scozzesi si sono formati con lo scioglimento dei ghiacciai.

0,25

58,3

Silvia

I laghi scandinavi e scozzesi si sono formati da conche dalla forma allungata, scavate da antichi ghiacciai.

1

71,6

Andrea

Si sono formati di vecchi ghiacciai.

0,25

45

Fabio

I laghi scandinavi e scozzesi si sono formati occupando valli glaciali.

0

80

Roberto

I laghi scandinavi e scozzesi si sono formati grazie allo scavamento degli antichi ghiacciai.

1

48,3

Lucia

Invece i laghi scozzesi e scandinavi occupano conche dalla forma allungata, scavate dagli antichi ghiacciai.

0,5

53,3

 

Osservazioni:

E' risultato abbastanza difficile passare dal segmento testuale-fonte a una risposta focalizzata sulla formazione dei laghi scandinavi e scozzesi, forse perché il verbo principale in esso ha carattere statico ("occupano") e non è facile inserirlo in un resoconto causale. Alcuni soggetti riescono solo a ricalcare il testo-fonte (Marco, Matteo, Lucia). Altri indicano nei ghiacciai la causa della formazione dei laghi, ma senza utilizzare le ulteriori indicazioni che il testo-fonte fornisce (Giovanni, Gabriella, Andrea). Un soggetto (Antonio) sbaglia di identificare i laghi di cui si sta parlando; un analogo errore potrebbe essere causa della risposta di Fabio (che, comunque, potrebbe anche essersi sbagliato, qui come altrove, perché fa più conto su quanto già sa che su quanto legge nel testo). Nel complesso la domanda sembra poter svolgere abbastanza bene il ruolo di stimolo alla ricerca di riformulazioni più esplicite.

 

 

 


 

 

 

G_EGL 14

 

Domanda:

Dal testo, riesci a capire che cosa sono i materiali morenici? Ne esistono diversi tipi? Quali?

 

Segmento testuale pertinente:

"I rilievi collinari di origine morenica

Oltre a scavare valli, fiordi e laghi, i ghiacciai hanno anche formato con i loro enormi ammassi morenici, rilievi collinari che spesso assumono la forma di lunghi cordoni, come quelli che caratterizzano il paesaggio della Germania settentrionale e della Danimarca. Il materiale morenico più fine è stato depositato dai venti settentrionali in vaste regioni della Russia meridionale e dell’Europa centrale e ha dato origine alle cosiddette terre nere, molto fertili e per questo particolarmente adatte all’agricoltura."

 

Impliciti:

L'elemento chiave per giungere a una risposta è la descrizione definita (con superlativo relativo) "Il materiale morenico più fine": essa presuppone che esista un certo genere di materiale, che possa essere più o meno fine, che esista materiale di quel genere più fine di tutti gli altri. L'espressione "i loro enormi ammassi morenici" presuppone che i ghiacciai abbiano (o per es. formino, o spostino) ammassi morenici (fatti, quindi, di materiale morenico) e può suggerire una risposta alla prima parte del quesito. La relazione fra "ammassi morenici" e "materiale morenico" può essere elaborata come un'implicatura conversazionale secondo la pertinenza.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

0 risposte da 1 punto; 1 risposta da 0,75; 4 da 0,5; 7 da 0,25; 4 da 0; 3 mancate risposte.

Successo della classe: 23,6%.

 

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

Il materiale morenico più fine è stato depositato dai venti settentrionali in vaste regioni della Russia meridionale e dell'Europa Centrale e ha dato origine alle cosiddette terre nere, molto fertili e per questo particolarmente adatte all'agricoltura.   

0

53,3

Giovanni

I materiali morenici sono rilievi collinari, ne esistono tipi che assumono lunghi cordoni.

0,25

35

Federico

I materiali morenici sono rilievi collinari che hanno la forma di lunghi cordoni. Esistono il materiale morenico che costituisce la terra e esso è anche un materiale fine.

0,75

78,3

Paolo

I materiali morenici sono i rilievi collinari che spesso assumono le forme di lunghi cordoni e i tipi sono quelli a forma di lunghi cordoni.           

0,25

70

Teresa

Dei materiali neri, ottimi all'agricoltura. Si, ce ne sono, nelle terre nere                                    

0,25

70

Giada

I materiali morenici sono rilievi collinari che spesso assumono la forma di lunghi cordoni. Sì esistono di diversi tipi, e sono: in Russia e in Europa Centrale.

0,5

63,3

Costanza

I materiali morenici sono gli ammassi di detriti che non sono di diverso tipo.

0,25

36,6

Francesca

I materiali morenici erano i materiali che formavano delle isole ghiacciate. Questi materiali possono essere molto fini.

0,5

66,6

Antonio

non risponde

0

38,3

Marco

I materiali morenici sono stati trascinati dal vento (quelli più sottili) in Russia. Vengono chiamate queste terre, terre nere e sono molto fertili e per questo vengono coltivate.

0

73,3

Enrico

I monerici sono rilievi collinari che spesso assumono la forma di lunghi cordoni. Il materiale monerico è stato trasportato dal vento verso le regioni della Russia.

0,5

58,3

Luigi

non risponde

0

63,3

Matteo

non risponde

0

70

Gabriella

Sono formati dai detriti e terra.

0,25

58,3

Silvia

I materiali morenici sono materiali trasportati dai ghiacciai. Ne esistono di diversi tipi che assumono una forma uguale a quella di un lungo cordone.

0,5

71,6

Andrea

Sono dei rilievi che assumono la forma di cordoni.

0,25

45

Fabio

I materiali morenici sono rilievi collinari che spesso assumono forma di lunghi cordoni.

0,25

80

Roberto

I materiali morenici sono valli, fiordi, laghi.

0

48,3

Lucia

non risponde

0

53,3

 

Osservazioni:

La domanda è duplice, anzi, triplice; la prima parte richiede di caratterizzare, in base al testo, i materiali morenici (nessun soggetto ci riesce); la seconda e terza chiedono di riconoscere che il testo fa riferimento a diversi tipi di materiali morenici e di individuarli. Mentre alcuni menzionano il fatto che i materiali morenici possono essere "fini" o "sottili" (Raffaella - che però copia; Federico, Francesca, Marco), nessuno si sofferma a inferire dall'espressione "i materiali più fini" che la grossezza/finezza dei materiali in questione è variabile, nozione chiave per poter distinguere i diversi tipi di materiali morenici.

La domanda è risultata troppo difficile per una domanda scritta in un test individuale: è sintomatico l'alto numero di mancate risposte. La questione che solleva potrebbe invece essere utile stimolo a una discussione di gruppo guidata. Una piccola facilitazione potrebbe essere dare per presupposto che esistono diversi tipi di materiali morenici, formulando la seconda parte della domanda come: "Quali diversi tipi di materiali morenici esistono?".

 

 

 


 

 

 

G_EGL 15

 

Domanda:

In quali parti d’Europa si trovano colline moreniche?

 

Segmento testuale pertinente:

"I rilievi collinari di origine morenica

Oltre a scavare valli, fiordi e laghi, i ghiacciai hanno anche formato con i loro enormi ammassi morenici, rilievi collinari che spesso assumono la forma di lunghi cordoni, come quelli che caratterizzano il paesaggio della Germania settentrionale e della Danimarca. Il materiale morenico più fine è stato depositato dai venti settentrionali in vaste regioni della Russia meridionale e dell’Europa centrale e ha dato origine alle cosiddette terre nere, molto fertili e per questo particolarmente adatte all’agricoltura."

 

Impliciti:

Si tratta di riconoscere le "colline moreniche" della domanda nei "rilievi collinari che spesso assumono la forma di lunghi cordoni" (qui dovrebbe aiutare il lessico) formati dagli ammassi morenici dei ghiacciai e di collocare, grazie all'esemplificazione introdotta da "come", alcuni esempi di tali colline in Germania e Danimarca.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

8 risposte da 1 punto; 0 da 0,75; 5 da 0,5; 0 da 0,25; 6 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 55,2%.

 

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

Le colline moreniche si sono formate in vaste regioni della Russia meridionale e nell'Europa centrale.

0

53,3

Giovanni

In Danimarca e in Germania settentrionale.

1

35

Federico

Nella parte della Germania settentrionale della Danimarca ci sono colline moreniche.

1

78,3

Paolo

Le colline moreniche si trovano in Germania ed in Danimarca.

1

70

Teresa

Germania settentrionale e della Danimarca.

1

70

Giada

Colline moreniche si trovano nell'Europa centrale.

0

63,3

Costanza

Le valli moreniche si trovano in Danimarca ed in Germania.

0,5

36,6

Francesca

In queste parti d'Europa si trovano materiali morenici: Germania settentrionale, Danimarca, Europa centrale, Russia.

0,5

66,6

Antonio

Si trovano in Russia e in Europa centrale.

0

38,3

Marco

Le colline moreniche si trovano in Germania settentrionale e in Danimarca.

1

73,3

Enrico

Nelle regioni della Russia ci sono colline moreniche e specialmente nella Danimarca e nella Germania.

0,5

58,3

Luigi

Si trovano nella Germania, Danimarca e Russia.

0,5

63,3

Matteo

In Germania, Danimarca e Russia.

0,5

70

Gabriella

Le colline moreniche si trovano nell'Europa centrale.

0

58,3

Silvia

Le colline moreniche si trovano in Germania e Danimarca.

1

71,6

Andrea

Sono dell'Europa centrale e Russia meridionale chiamate terre nere

0

45

Fabio

Le colline moreniche si trovano nella Germania settentrionale e nella Danimarca.

1

80

Roberto

Le colline moreniche si trovano nella Russia e Europa.

0

48,3

Lucia

Le colline moreniche si trovano nella Germania settentrionale e nella Danimarca.

1

53,3

 

Osservazioni:

Pur essendo questa domanda piuttosto facile, la mancata distinzione fra tipi diversi di materiali morenici (vedi G_EGL 14) porta a mettere sullo stesso piano le indicazioni geografiche date dal testo per la colline moreniche e quelle per le "terre nere", peraltro con totale misconoscimento della netta divisione sintattica che il segmento testuale di riferimento presenta.

 

 

 


 

 

 

G_FCL 1

 

Domanda:

Un territorio non molto esteso dovrebbe avere clima uniforme? E’ questo il caso dell’Europa?

 

Segmento testuale pertinente:

"L’Europa, pur essendo un continente non molto esteso, presenta una certa diversità di climi tra una regione e l’altra, determinata da un insieme di fattori climatici."

 

Impliciti:

Il connettivo "pur" stabilisce un contrasto fra l'informazione presupposta che l'Europa è un continente non molto esteso e quella successivamente affermata che essa presenta climi diversi da una regione all'altra. Ciò suggerisce una risposta affermativa alla prima domanda. La seconda domanda richiede di riconoscere l'informazione presupposta riguardo all'estensione dell'Europa e di valutare se essa soddisfi le aspettative implicitamente comunicate (grazie a "pur") riguardo all'uniformità o non uniformità del clima.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

5 risposte da 1 punto; 3 da 0.75; 2 da 0,5; 2 da 0,25; 6 da 0; 1 mancata risposta.

Successo della classe: 46%.

 

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

L'Europa pur essendo un continente molto esteso, presenta una certa diversità i climi tra una regione e l'altra determinata da un insieme di fattori climatici.

0

42,5

Giovanni

non risponde

0

27,5

Federico

No, un territorio molto esteso non dovrebbe avere un clima uniforme, sì è questo il caso dell'Europa.

0

75

Paolo

No, un territorio non molto esteso può anche avere una diversità di climi tra una regione e l'altra come per esempio l'Europa che non ha un clima uniforme.

0,75

77,5

Teresa

No, può avere diversi climi. Si è il caso dell'Europa.

0,5

57,5

Giada

Un territorio non molto esteso dovrebbe avere un clima uniforme. No, l'Europa ha diversi climi tra una regione e l'altra.

1

47,5

Costanza

No, l'Europa non presenta un clima uniforme.

0,25

52,5

Francesca

Un territorio non molto esteso dovrebbe avere clima uniforme. Questo non è il caso dell'Europa che presenta una certa diversità di clima tra una regione e l'altra, determinata da un insieme di fattori climatici.

1

67,5

Antonio

No, dovrebbe avere una certa diversità di climi fra una regione e l'altra. Non è il caso dell'Europa.

0

60

Marco

Un territorio non molto esteso non sempre ha il clima uniforme, è questo il caso dell'Europa che ha diversità di clima tra una regione e l'altra.

0,75

47,5

Enrico

In un territorio esteso ci dovrebbe essere un clima uniforme come quello dell'Europa.

0

35

Luigi

Si dovrebbe avere un clima uniforme ma l'Europa presenta una diversità di climi tra regioni e regioni

1

37,5

Matteo

Si. Infatti l'E, pur essendo un continente non molto esteso, presenta una certa diversità di climi tra una regione e l'altra, determinata da un insieme di fattori climatici.

0,25

67,5

Gabriella

Sì, in un territorio non molto esteso dovrebbe avere un clima uniforme ma non è il caso dell'E che ha una certa diversità di climi.

1

72,5

Silvia

Un territorio non molto esteso dovrebbe avere un clima uniforme. L'Europa però pur essendo un continente non molto esteso presenta una certa diversità di climi da una regione all'altra.

0,75

82,5

Andrea

Un territorio dovrebbe avere il clima uniforme come l'Europa.

0

40

Fabio

Un territorio non molto esteso dovrebbe avere un clima uniforme; questo non è il caso dell'Europa.

1

60

Roberto

No, un territorio non molto esteso non dovrebbe avere un clima uniforme. L'E in questo caso pur essendo presenta una certa diversità di climi tra una regione e l'altra, determinata da un insieme di fattori climatici.

0

35

Lucia

No, un territorio non molto esteso può presentare una certa diversità di clima come in questo caso l'Europa.

0,5

52,5

 

Osservazioni:

L'aspetto più difficile di questa domanda duplice si è rivelato l'esplicitazione dell'implicatura di "pur". Infatti alla seconda parte della domanda riesce talora a rispondere anche chi non ha reso esplicita tale implicatura nella sua risposta alla prima parte (si veda ad esempio la risposta di Paolo). Tuttavia la differenza in termini di successo della classe fra la prima parte della domanda e la domanda nel suo insieme non è grande: per la prima parte della domanda si può calcolare un successo del 43,4% (7 risposte da 1 punto, 0 da ,75, 0 da 0,5, 5 da 0,25, 6 da 0; 1 mancata risposta).

Concorre alla difficoltà della domanda nel suo complesso anche il fatto che il testo impone di ragionare su negazioni ("continente non molto esteso", ma anche clima "uniforme" vs diversificato per regione, quindi non uniforme). Qualche soggetto sembra proprio non seguire adeguatamente queste contrapposizioni (si veda la risposta di Matteo).

 

 

 


 

 

 

G_FCL 2

 

Domanda:

Tutto il territorio europeo è caratterizzato da temperature moderate? Perché?

 

Segmento testuale pertinente:

"Il continente europeo, esteso tra il 35° e il 71° parallelo dell’emisfero settentrionale del nostro pianeta, è compreso quasi per intero nella fascia temperata. Pertanto il suo territorio è in gran parte caratterizzato da temperature moderate, non troppo calde d’estate nè troppo fredde d’inverno, e da una discreta piovosità."

 

Impliciti:

"In gran parte" indica, attivando un'implicatura di quantità (e precisamente implicatura scalare) che non tutto il territorio europeo è caratterizzato da temperature moderate (se si dà un'informazione riguardante una parte anziché riguardante il tutto, ciò fa pensare che tale informazione non valga per il tutto). Alla domanda "Perché?" si può rispondere grazie alla connessione causale sottolineata da "Pertanto". Inoltre, la spiegazione causale dovrebbe tener conto della restrizione "quasi per intero", il cui significato si oppone in modo mutuamente esclusivo a "per intero".

 

Risposte ottenute e valutazioni:

0 risposte da 1 punto; 2 da 75; 6 d 0,5; 8 da 0,25; 3 da 0.

Successo della classe: 34,2%.

 

Sulla sola prima parte della domanda:

3 risposte da 1 punto; 0 da 0,75; 0 da 0,5; 5 da 0,25; 11 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 22,3%.

 

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

Val. prima parte

% successo d. alunno nel test

Raffaella

Il territorio europeo è in gran parte caratterizzato da temperature moderate, non troppo calde d'estate, nè troppo fredde d'inverno e da una discreta piovosità, perché il territorio europeo è compreso quasi per intero nella fascia temperata.

0,5 

0,25

42,5

Giovanni

Non tutto ma gran parte è caratterizzato da temperature moderate. Il parallelo dell'emisfero settentrionale del nostro pianeta, è compreso quasi per intero nella fascia temperata.

0,75

1

27,5

Federico

No, non tutto il territorio europeo è caratterizzato da temperature moderate perché non c'è troppo caldo d'estate e non c'è nemmeno troppo freddo in inverno e c'è una discreta piovosità.       

0,5

1

75

Paolo

Gran parte del territorio europeo è caratterizzata da una temperatura moderata perché è compresa quasi per intero nella fascia climatica temperata.

0,5

0,25

77,5

Teresa

Una gran parte del territorio europeo è caratterizzato da temperature moderate; perchè è compreso quasi per intero nella fascia temperata.

0,5

0,25

57,5

Giada

Non proprio tutto il territorio europeo è caratterizzato da temperature moderate ma in gran parte. Perché il continente europeo è esteso tra il parallelo dell'emisfero settentrionale del nostro pianeta è compreso quasi per intero nella fascia temperata.

0,75

1

47,5

Costanza

Nell'Europa c'è la caratteristica di climi moderati, perché il continente europeo è esteso tra il 35° e il 71° parallelo dell'emisfero settentrionale del nostro pianeta.

0,25

0

52,5

Francesca

Il territorio europeo è caratterizzato da temperature moderate, non troppo calde d'estate nè troppo fredde d'inverno, e da una discreta piovosità. Perché l'Europa è compresa quasi per intero nella fascia temperata.           

0,25

0

67,5

Antonio

Si perché l'emisfero settentrionale del nostro pianeta quasi per intero nella fascia temperata.

0

0

60

Marco

Il territorio europeo è caratterizzato da temperature moderate perché l'Europa è compresa nella fascia temperata.

0,25

0

47,5

Enrico

Il territorio dell'Europa ha temperature moderate perché si trova nell'emisfero settentrionale del nostro pianeta proprio dove passa la fascia temperata.

0,25

0

35

Luigi

Si è caratterizzato da temperature moderate perché si trova nella fascia temperata ed è caratterizzato da temperature moderate non troppo calde d'estate, nè troppo fredde d'inverno e da una discreta piovosità.

0

0

37,5

Matteo

Il territorio europeo è compreso quasi per intero nella fascia temperata. Il territorio è in gran parte caratterizzato da temperature moderate e da una discreta piovosità.

0,25

0,25

67,5

Gabriella

Il territorio europeo è caratterizzato da temperature moderate perché è determinato da un insieme di fattori climatici e soprattutto dalla fascia temperata.

0,25

0

72,5

Silvia

Il territorio europeo è in gran parte caratterizzato da temperature moderate, non troppo calde d'estate nè troppo fredde d'inverno e da una discreta piovosità, perché è compreso quasi per intero nella fascia temperata.       

0,5

0,25

82,5

Andrea

Si, perché è compreso nella fascia temperata.

0

0

40

Fabio

Il territorio europeo è caratterizzato da temperature moderate perché si trova quasi per intero nella fascia temperata.

0,5

0

60

Roberto

Tutto il territorio europeo è caratterizzato da temperature moderate perché il continente europeo esteso tra il 35° e il 71° parallelo dell'emisfero settentrionale del nostro pianeta, è compreso quasi per intero nella fascia temperata.

0,25

0

35

Lucia

Si, tutto il territorio europeo è caratterizzato da temperature moderate perché, esteso fra il 35° e il 71° parallelo dell'emisifero settentrionale del nostro Pianeta, è compreso quasi per intero nella fascia temperata.

0,25

0

52,5

 

Osservazioni:

C'è difficoltà a esplicitare correttamente contemporaneamente sia la relazione causale, sia gli impliciti riguardanti il fatto che non tutto il territorio europeo ha temperature moderate. Anche chi riesce a fare una delle due cose correttamente e completamente trascura in parte o in tutto l'altra. L'implicatura scalare oggetto della prima parte della domanda, quella di "in gran parte", è messa a fuoco correttamente da soli 3 soggetti (Giovanni, Federico, Giada) e completamente trascurata da altri 11 (i 5 rimanenti riprendono semplicemente il testo, il che in questo caso non comporta affatto che abbiano recuperato l'informazione implicita oggetto della domanda). Il basso successo nel trarre l'implicatura scalare non sembra però dover essere imputato a incapacità di farlo. E' infatti piuttosto curioso che i tre soggetti che hanno tratto quest'inferenza sono uno generalmente abile nei test sugli impliciti (Federico; ma si noti che qui sbaglia nella seconda parte della risposta!), un'altra (Giada) mediocre e il terzo (Giovanni) uno dei meno abili della classe. Ciò sconsiglia qualsiasi tentativo di collegamento fra riuscita in questa risposta e abilità di esplicitazione generalmente manifestata.

Bisogna comunque ammettere che la domanda è risultata inadatta a sollecitare parafrasi esplicitanti.

 

 

 


 

 

 

G_FCL 3

 

Domanda:

Qual è la principale azione che esercita sul clima europeo il Mar Mediterraneo? Perchè?

 

Segmento testuale pertinente:

"L’Europa è una grande penisola bagnata dal Mediterraneo e dall’Atlantico, che svolgono una importante azione mitigatrice sul clima, anche perché le acque marine penetrano profondamente nel territorio europeo, articolato in numerose penisole e isole. Questa azione mitigatrice è svolta soprattutto dal Mediterraneo, un mare dalle acque calde, [...]"

 

Impliciti:

L'apposizione "un mare dalle acque calde", oltre a fornire un'informazione con valore di presupposizione, ha valore causale (evidenziarlo equivale a un'implicatura secondo la relazione). Per rispondere alla domanda "Perché?" si poteva inoltre recuperare l'informazione (con statuto di presupposizione, in quanto espressa da una secondaria causale subordinata a una relativa) che le acque marine penetrano profondamente nel territorio europeo. Tuttavia questa ragione non è l'unica, come indica "anche"; e solo l'aver acque calde riguarda esclusivamente il Mediterraneo.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

2 risposte da 1 punto; 1 da 0,75; 9 da 0,5; 6 da 0,25; 1 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 46%.

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

Il Mar Mediterraneo svolge un'azione mitigatrice sul clima europeo perché è un mare dalle acque calde.

1

42,5

Giovanni

La principale azione che esercita sul clima europeo il Mar Mediterraneo è l'azione mitigatrice sul clima, anche perché le acque marine penetrano profondamente nel territorio europeo, articolato in numerose penisole e isole. E soprattutto il Mar Mediterraneo è un mare dalle acque calde.

0,75

27,5

Federico

La principale azione che esercita sul clima europeo il Mar Mediterraneo è la funzione mitigatrice, perché le acque marine penetrano profondamente nel territorio europeo articolato in numerose penisole e isole.

0,5

75

Paolo

La principale azione che esercita sul clima europeo il Mar Mediterraneo è quella mitigatrice anche perché le acque marine penetrano profondamente nel territorio europeo, articolato in numerose penisole e isole.

0,5

77,5

Teresa

Un'azione mitigatrice, perché le acque marine penetrano profondamente nel territorio europeo, articolato in numerose penisole e isole.       

0,5

57,5

Giada

La principale azione che esercita sul clima europeo il Mar Mediterraneo è che svolge un'azione mitigatrice sul clima, ma anche perché le acque marine penetrano nel territorio europeo articolato da molte penisole e isole.

0,5

47,5

Costanza

La principale azione che il Mar Mediterraneo esercita sull'Italia è la mitigazione del clima, perché le acque marine penetrano profondamente nel territorio europeo.          

0,25

52,5

Francesca

La principale azione che il Mediterraneo esercita sul clima europeo è la penetrazione delle acque marine nel territorio. Perché è un mare molto caldo.

0,25

67,5

Antonio

La principale azione è di mitigatrice sul clima perché portano umido e pioggia.

0,25

60

Marco

La principale azione che esercita il Mar Mediterraneo sul clima eu è una azione mitigatrice, perché le acque marine penetrano profondamente nel territorio eu, articolato in numerose penisole e isole.

0,5

47,5

Enrico

La grande penisola dell'Europa è bagnata dal mar oceano Atlantico e il Mar Mediterraneo che influenzano molto il nostro clime perché le loro acque penetrano profondamente nel territorio europeo articolato in isole e penisole.

0

35

Luigi

Le principali azioni del Mar Mediterraneo sono: svolge una benefica azione sul clima di molte regioni europee

0,25

37,5

Matteo

Il Mar Mediterraneo è un mare dalle acque calde. E' portatore di umidità e piogge e quindi porta perturbazioni nel continente.

0,25

67,5

Gabriella

Il Mar Mediterraneo esercita un'azione mitigatrice sul clima perché le acque marine penetrano profondamente nel territorio europeo. Inoltre è portatore di piogge e umidità.

0,5

72,5

Silvia

Il Mar Mediterraneo bagna la grande penisola europea svolgendo una importante azione mitigatrice grazie alle sue acque calde che vi penetrano profondamente.

1

82,5

Andrea

Il Mar Mediterraneo svolge un'importante azione mitigatrice sul clima perché le acque penetrano nel territorio europeo.

0,5

40

Fabio

Il Mar Mediterraneo esercita un'azione mitigatrice sul clima europeo, perché l'acqua acquista o perde calore molto lentamente e così evita gli sbalzi di temperatura; inoltre il mare è portatore di umidità, quindi, di piogge.

0,25

60

Roberto

Il Mar Mediterraneo sul clima europeo svolge un importante azione mitigatrice sul clima, anche perché le acque marine penetrano profondamnte nel territorio europeo articolato in numerose penisole e isole.

0,5

35

Lucia

La principale azione, che esercita sul clima europeo, il Mar Mediterraneo è l'azione mitigatrice sul clima, perché le acque marine penentrano profondamente nel territorio europeo, articolato in numerose penisole e isole.

0,5

52,5

 

Osservazioni:

La prima parte di questa domanda duplice è risultata notevolmente più facile della seconda e contribuisce a sostenere il livello del risultato complessivo. Per quanto riguarda la seconda parte, solo 4 soggetti attribuiscono valore causale all'apposizione "un mare dalle acque calde". Anche Matteo include quest'informazione nella sua risposta ma lì il valore causale non è esplicitato. Il successo della classe nel riconoscere l'implicatura conversazionale, isolatamente considerata, può quindi essere valutato del 23,6%. Gli altri soggetti, se rispondono alla seconda parte della domanda, concentrano l'attenzione su altre parti del segmento testuale pertinente, con risultati mediocri.

 

 

 


 

 

 

G_FCL 4

 

Domanda:

Quali sono le principali azioni che esercita sul clima europeo l’Oceano Atlantico? Perché?

 

Segmento testuale pertinente:

"L’Europa è una grande penisola bagnata dal Mediterraneo e dall’Atlantico, che svolgono una importante azione mitigatrice sul clima, anche perché le acque marine penetrano profondamente nel territorio europeo, articolato in numerose penisole e isole. Questa azione mitigatrice è svolta soprattutto dal Mediterraneo, un mare dalle acque calde, ma anche l’Atlantico, percorso dalla Corrente del Golfo che lambisce le coste occidentali europee, svolge una benefica azione sul clima di molte regioni europee. Inoltre questi due  mari sono portatori di umidità e piogge, in particolare l’Atlantico, dal quale provengono, spinte dai venti occidentali, molte delle perturbazioni e delle precipitazioni che interessano il nostro continente."

 

Impliciti:

Per rispondere bisogna ricorrere alla secondaria relativa (con statuto di informazione presupposta) "che svolgono..." e alla precisazione "in particolare l'Atlantico" (e successiva secondaria relativa). "In particolare l'Atlantico" pone l'Atlantico come uno dei due mari a cui si sta facendo riferimento ("questi due mari"). Il motivo per cui l'Atlantico ha un'azione mitigatrice del clima è fornito nell'inciso (participio aggiunto) "percorso dalla Corrente del Golfo che [...]", a cui va attribuito valore causale. Il motivo per cui porta piogge può essere specificato tenendo conto dell'altro participio aggiunto "spinte dai venti occidentali".

 

Risposte ottenute e valutazioni:

0 risposte da 1 punto; 3 da 0,75; 6 da 0,5; 8 da 0,25; 2 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 38,1%.

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

L'oceano Atlantico svolge una benefica funzione sul clima di moltre regioni europee, perché è percorso dalla Corrente del Golfo che lambisce le coste occidentali europee.

0,5

42,5

Giovanni

Le principali azioni che esercita sul clima europeo l'oceano Atlantico è percorso dalla corrente del Golfo che lambisce le coste occidentali europee, svolge una benefica azione sul clima di molte regioni europee.

0,25

27,5

Federico

Le principali funzioni che esercita l'Oceano Atlantico sul clima europeo sono benefiche perchè è percorso dalla Corrente del Golfo che lambisce le coste occidentali europee.

0,5

75

Paolo

Le principali azioni che esercita sul clima eu l' Oceano Atlantico sono, l'azione mitigatrice ed inoltre l'Oceano Atlantico porta umidità e piogge come il Mar Mediterraneo, ma in particolare l'Atlantico, che grazie ai venti occidentali porta molte perturbazioni e precipitazioni.

0,75

77,5

Teresa

Svolge una benefica azione sul clima di molte regioni europee.

0,25

57,5

Giada

La principale azione che esercita sul clima europeo l' Oceano Atlantico è che fa una benefica azione sul clima di molte regioni europee perché fa un'azione mitigatrice.

0,25

47,5

Costanza

Mentre quelle dell'Oceano Atlantico lambisce le coste occidentali europee svolgendo una benefica azione sul clima.

0,25

52,5

Francesca

L'Oceano Atlantico esercita delle azioni sul clima eu e cioè lambisce le coste occidentali. Perché da questo mare provengono spinte dai venti occidentali e molte delle precipitazioni e perturbazioni che interessano il nostro continente.

0,25

67,5

Antonio

Anche l'Oceano Atlantico mitiga il clima perché da occidente spinge venti molte delle perturbazioni e delle precipitazioni che interessano il nostro continente.

0,25

60

Marco

Le principali azioni che esercita l' Oceano Atlantico è sempre un'azione mitigatrice perché ha anche esso le acque marine che penetrano profondamente nel territorio europeo, questo mare è anche portatore di piogge.

0,5

47,5

Enrico

Questa azione è svolta soprattutto dal Mar Mediterraneo che ha le acque calde, ma anche dall'Oceano Atlantico, percorso da correnti del Golfo che lambisce le coste occidentali europee.

0

35

Luigi

Le principali azioni dell' Oceano Atlantico sono: sul clima perchè le acque marine penetrano profondamente nel territorio europeo articolato in numerose penisole e isole.

0

37,5

Matteo

Anche l'Atlantico svolge un'azione mitigatrice sul clima. L' Oceano Atlantico è percorso dalla Corrente del Golfo che lambisce le coste occidentali europee, svolge una benefica azione sul clima di molte regioni europee. E anche l'Atlantico porta umidità e piogge.

0,75

67,5

Gabriella

L' Oceano Atlantico svolge una benefica azione sul clima di molte regioni europee. Inoltre è portatore di piogge e umidità.

0,5

72,5

Silvia

L' Oceano Atlantico svolge anch'esso una importante azione mitigatrice grazie alla Corrente del Golfo che percorre le sue acque e che lambisce le coste occidentali europee.

0,75

82,5

Andrea

L' Oceano Atlantico anche lui ha un'importante azione mitigatrice sul clima perché le acque penetrano nel territorio europeo.

0,25

40

Fabio

L' Oceano Atlantico mitiga il clima come il Mediterraneo, ma l'Oceano Atlantico porta molta più umidità.

0,5

60

Roberto

Le principali azioni che l'Oceano Atlantico esercita sul clima europeo sono: lambisce le coste occidentali europee, svolge una benefica azione sul clima di molte regioni europee perché spinte dai venti occidentali, molte delle perturbazioni e delle precipitazioni che interessano il nostro continente.

0,25

35

Lucia

La principale azione, che esercita sul clima europeo, l'Oceano Atlantico è anche quella mitigatrice perché, percorso dalla corrente del Golfo che lambisce le coste occidentali europee, svolge una benefica azione sul clima di molte regioni europee.

0,5

52,5

 

Osservazioni:

Le informazioni da recuperare erano fondamentalmente quattro: che l'oceano Atlantico mitiga il clima Europeo; che lo fa a causa della corrente del Golfo; che porta umidità e piogge, in generale perturbazioni; che lo fa a causa dei venti occidentali. Praticamente nessuno le recupera tutte e quattro. Paolo e Matteo ne menzionano 3, Silvia 2 ma con maggior ordine e chiarezza degli altri soggetti. La difficoltà probabilmente non sta tanto nel tipo di impliciti in gioco (per quanto le relazioni causali implicite siano meno facili da esplicitare delle informazioni date per presupposte in frasi secondarie), ma nella complessità sintattica globale del segmento testuale.

 

 

 


 

 

 

G_FCL 5

 

Domanda:

Dove si trova l’Atlantico rispetto all’Europa?

 

Segmento testuale pertinente:

"[...] ma anche l’Atlantico, percorso dalla Corrente del Golfo che lambisce le coste occidentali europee, svolge una benefica azione sul clima di molte regioni europee. Inoltre questi due  mari sono portatori di umidità e piogge, in particolare l’Atlantico, dal quale provengono, spinte dai venti occidentali, molte delle perturbazioni e delle precipitazioni che interessano il nostro continente."

 

Impliciti:

L'informazione che l'Atlantico lambisce le coste occidentali europee (e dunque si trova a occidente dell'Europa) è fornita come informazione presupposta nella relativa riferita alla Corrente del Golfo, a sua volta nominata in un inciso (participio aggiunto). L'idea è ribadita più sotto quando si specifica che le perturbazioni che vengono dall'Atlantico sono "spinte dai venti occidentali".

 

Risposte ottenute e valutazioni:

14 risposte da 1 punto; 0 da 0,75; 1 da 0,5; 0 da 0,25; 3 da 0; 1 mancata risposta.

Successo della classe: 76,3%.

 

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

non risponde

0

42,5

Giovanni

Rispetto all'Europa l'Atlantico si trova a occidente.

1

27,5

Federico

L'Atlantico rispetto all'Europa si trova a occidente.

1

75

Paolo

L'oceano Atlantico rispetto all'Europa si trova più a ovest.

1

77,5

Teresa

Lambisce le coste occidentali europee.

0,5

57,5

Giada

Rispetto all'Europa l'Oceano Atlantico si trova a ovest.

1

47,5

Costanza

L'Atlantico si trova a ovest rispetto all'Europa.

1

52,5

Francesca

L'Oceano Atlantico rispetto all'Europa si trova sulle coste occidentali.

1

67,5

Antonio

L'Atlantico si trova in occidente al confine con la Spagna, la Francia.

1

60

Marco

L'Atlantico rispetto all'Europa si trova a sud.

0

47,5

Enrico

L'Atlantico si trova vicino alle coste occidentali europee.

1

35

Luigi

L'Atlantico si trova rispetto all'Europa a nord-est.

0

37,5

Matteo

Si trova a ovest.

1

67,5

Gabriella

L'Atlantico rispetto all'Europa si trova a occidente.

1

72,5

Silvia

L'Atlantico rispetto all'Europa si trova a occidente.

1

82,5

Andrea

L'oceano Atlantico si trova a est dell'Europa.

0

40

Fabio

L'Atlantico si trova ad ovest rispetto all'Europa.

1

60

Roberto

L'Atlantico rispetto all'Europa si trova sulle (o meglio bagna) le coste occidentali europee.

1

35

Lucia

L'Atlantico rispetto all'Europa è situato ad ovest.

1

52,5

 

Osservazioni:

Alcune risposte corrette potrebbero essere guidate da informazioni o credenze extratestuali (si veda ad es. la risposta di Antonio). Molto probabilmente chi sbaglia trascura il testo per seguire nozioni sbagliate già acquisite, perché nel testo nulla suggerisce di collocare l'Atlantico a sud, nord-est o est dell'Europa. La mancata risposta di Raffaella si può forse spiegare col tentato (e fallito) ricorso a conoscenze extratestuali.

 

 

 


 

 

 

G_FCL 6

 

Domanda:

Perché le perturbazioni atlantiche possono penetrare profondamente nel territorio europeo?

 

Segmento testuale pertinente:

"In Europa non vi sono catene montuose, particolarmente elevate, con disposizione nord-sud; ciò fa sì che le perturbazioni atlantiche possano penetrare profondamente nel territorio europeo."

 

Impliciti:

E' necessario recuperare (sulla base di un assunto di coesione testuale) l'antecedente frasale di "ciò" (che non vi sono catene montuose particolarmente elevate con disposizione nord-sud). E' inoltre necessario capire qual è la relazione fra orientamento delle catene montuose e spostamenti delle perturbazioni che nel caso delle perturbazioni atlantiche in Europa fa sì che esse possano penetrare profondamente nel continente (una catena montuosa elevata con disposizione nord-sud bloccherebbe le perturbazioni che come già comunicato implicitamente più sopra, vanno in direzione ovest-est); ciò richiede tra l'altro di riconoscere la pertinenza dell'inciso "particolarmente elevate".

 

Risposte ottenute e valutazioni:

6 risposte da 1 punto; 1 da 0,75; 7 risposte da 0,5; 0 da 0,25; 4 da 0; 0 mancate riposte.

Successo della classe: 53,9%.

 

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

Inoltre questi due mari sono portatori di umidità e piogge, in particolare l'Atlantico, dal quale provengono, spinte dai venti occidentali, molte delle perturbazioni e delle precipitazioni che interessano il nostro continente.

0

42,5

Giovanni

Le perturbazioni atlantiche possono penetrare dalla quale provengono spinte dai venti occidentali, molte delle perturbazioni e delle precipitazioni che interessano il nostro continente.

0

27,5

Federico

Le perturbazioni atlantiche possono penetrare profondamente nel territorio perché in Europa non ci sono catene montuose particolarmente elevate con disposizione nord-sud.  

1

75

Paolo

Le perturbazioni atlantiche possono penetrare profondamente nel territorio europeo perché in Europa non ci sono catene mountuose, particolarmente elevate, con disposizione nord-sud.

1

77,5

Teresa

Perché in Europa non vi sono catene montuose, particolarmente elevate, con disposizione nord-sud.

1

57,5

Giada

Le perturbazioni atlantiche possono penetrare profondamente nel territorio europeo perché in Europa non ci sono catene montuose elevate.

0,5

47,5

Costanza

Le perturbazioni atlantiche possono penetrare nell'Europa perché non vi sono catene montuose particolarmente alte con disposizione nord-sud.

1

52,5

Francesca

Le perturbazioni atlantiche possono penetrare profondamente nel territorio europeo perché questo è articolato in numerose penisole e isole.

0

67,5

Antonio

Perché non sono ostacolate da catene montuose molto elevate.

1

60

Marco

Perché le catene montuose non sono molto elevate e perciò lasciano passare le perturbazioni.

0,5

47,5

Enrico

In Europa non ci sono catene montuose particolarmente elevate sia a nord che a sud, così permettono alle perturbazioni atlantiche possono penetrare profondamente nel territorio europeo.

0

35

Luigi

Perché sono spinte dai venti verso l'interno.

0,5

37,5

Matteo

Perché dall'Atlantico provengono dei venti che spingono l'umidità e la pioggia nel continente europeo.

0,5

67,5

Gabriella

Le perturbazioni atlantiche possono penetrare profondamente nel terreno perché non vi sono catene montuose molto elevate.

0,5

72,5

Silvia

Le perturbazioni atlantiche possono penetrare facilmente perché in Europa non vi sono catene montuose, particolarmente, elevate, con disposizione nord-sud.

1

82,5

Andrea

Perché non ci sono catene montuose elevate.

0,5

40

Fabio

Le perturbazioni atlantiche entrano in profondità nell'Europa perché sono spinte dai venti occidentali.

0,5

60

Roberto

Le perturbazioni possono penetrare profondamente nel territorio europeo perché molte delle perturbazioni e delle precipitazioni che interessano il nostro continente.

0

35

Lucia

Le perturbazioni atlantiche possono penetrare profondamente nel territorio europeo perché l'Oceano Atlantico è un portatore di umidità e piogge. Un altro motivo è perché in Europa non vi sono catene montuose, particolarmente elevate, con disposizione nord-sud.

0,75

52,5

 

Osservazioni:

C'è qualche difficoltà o incertezza nell'identificare il passo del testo-fonte da cui trarre la risposta (anche se esso avrebbe dovuto essere facilmente riconoscibile per la ripresa, nella domanda, di alcune sue parole). Forse ciò è connesso alla difficoltà a identificare l'antecedente frasale di "ciò", che fa spostare l'attenzione verso altre parti del testo, non sempre pertinenti. Alcuni fra i soggetti che colgono l'antecedente frasale di "ciò", lo utilizzano solo parzialmente perché identificano come importante l'altitudine dei monti, ma non la loro disposizione nord-sud (si vedano le risposte di Giada, Marco, Gabriella, Andrea): in effetti non hanno compreso la concatenazione causale a cui il testo allude. La risposta di Enrico indica un'incomprensione dell'espressione "con disposizione nord-sud".

 

 

 


 

 

 

G_FCL 7

 

Domanda:

Quali regioni d’Europa sono spesso investite da masse d’aria calda?

 

Segmento testuale pertinente:

"[...] la presenza di sistemi montuosi che dalla penisola iberica si prolungano, quasi senza interruzione, fino al Mar Caspio, ostacola lo scambio di aria polare con aria tropicale e viceversa. In conseguenza di ciò le regioni poste a sud di questa catena sono investite spesso da masse d’aria calda proveniente dalle aree sahariane dell’Africa, [...]."

 

Impliciti:

Qui è necessario anzitutto esplicitare la presupposizione di "la presenza di sistemi montuosi che..." ("Sono presenti sistemi montuosi che..."). Ciò consente di ricollegare la descrizione anaforica "questa catena" all'insieme di tali sistemi montuosi, identificando quindi le regioni che sono investite spesso da masse d'aria calda come quelle poste a sud di essi.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

5 risposte da 1 punto; 0 da 0,75; 8 da 0,5; 2 da 0,25; 4 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 50%.

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

Le regioni d'Europa che sono spesso investite da masse d'aria calda sono le regioni poste più a sud della catena che ostacola lo scambio di aria polare con aria tropicale e viceversa.   

1

42,5

Giovanni

Le regioni d'Europa che sono investite d'aria calda sono Africa ed Europa centro-settentrionale.

0

27,5

Federico

Queste regioni d'Europa sono spesso investite da masse di aria calda: tutte quelle che si trovano a sud delle catene montuose che congiungono la penisola Iberica col Mar Caspio senza interruzioni.

1

75

Paolo

Le regioni in Europa che sono investite spesso da masse di aria calda sono le regioni poste a sud della catena montuosa che porta quasi senza interruzione dalla penisola iberica fino al Mar Caspio.

1

77,5

Teresa

Le regioni poste a sud sono spesso investite da masse d'aria calda, provenienti dalle aree sahariane dell'Africa.

0,5

57,5

Giada

Le regioni d'Europa che sono spesso investite da masse d'aria calda sono quelle che stanno a sud della catena che ostacola il Mar Caspio.

0,25

47,5

Costanza

Le principali regioni europee investite dalle masse d'aria sono quelle affacciate al mar Caspio.

0

52,5

Francesca

Le regioni d'Europa che sono investite da masse d'aria calda sono le regioni poste a sud dei sistemi montuosi che dalla penisola iberica si prolungano al mar Caspio.

1

67,5

Antonio

Le regioni poste a sud dell'Europa.

0,5

60

Marco

Sono spesso investite da masse calde le regioni a sud dell'Europa.

0,5

47,5

Enrico

Al contrario invece la presenza di sistemi montuosi che portano dalla penisola iberica al mar Caspio che non permettono a correnti polari di penetrare nel terreno, così le regioni poste al sud sono sottoposte a masse di aria calda.

0,25

35

Luigi

Dalle regioni poste a sud delle catene della penisola iberica.

0

37,5

Matteo

Le regioni a sud di queste catena che va dalla penisola iberica fino al mar Caspio.

1

67,5

Gabriella

Le regioni che sono spesso investite da masse d'aria calda, proveniente dalle aree sahariane dell'Africa, sono le regioni poste a sud.

0,5

72,5

Silvia

Le regioni poste a sud sono spesso investite da masse di aria calda.

0,5

82,5

Andrea

Gli stati posti al sud.

0,5

40

Fabio

Le regioni d'Europa che sono spesso investite da masse di aria calda sono quelle poste a sud.

0,5

60

Roberto

Le regioni che sono spesso investite da masse di aria sono: aree sahariane dell'Africa.

0

35

Lucia

Sono le regioni poste a sud che sono spesso investite da masse d'aria calda.

0,5

52,5

 

Osservazioni:

La domanda richiede essenzialmente di esplicitare presupposizioni, ma è risultata abbastanza difficile, probabilmente per la difficoltà aggiuntiva apportata dalla descrizione anaforica "questa catena". Inoltre la descrizione definita da esplicitare ha una struttura sintattica complessa, contenendo una secondaria relativa. Raffaella,  abituata a rispondere mediante copiatura di segmenti testuali, questa volta riesce a dare una risposta accettabile, ma curiosamente, identifica la catena montuosa in un un modo alternativo, evitando di esplicitare la presupposizione che era l'obiettivo principale della domanda. Alcune risposte sbagliate sembrano guidate da un criterio di contiguità: citare le determinazioni geografiche salienti più vicine alle parole presenti nella domanda (ad es. la risposta di Roberto, e quella di Giovanni, che deborda poi anche nel segmento testuale successivo "mentre sull’Europa centro-settentrionale ed orientale spirano venti freddi e secchi [...]"). Guidata dalla contiguità lineare delle parole ma non dalla comprensione della struttura sintattica è anche la risposta di Giada. Altre risposte sbagliate o incomplete sono dettate da una sorta di pigrizia (specificano solo che si tratta di regioni "poste a sud", trattando così fra l'altro "a sud" come una determinazione di luogo assoluta anziché relativa;  o citano uno dei due poli (il mar Caspio, la penisola iberica) anziché ambedue (Costanza, Luigi). 

 

 

 


 

 

 

G_FCL 8

 

Domanda:

Che cosa sono gli anticicloni? e i cicloni?

 

Segmento testuale pertinente:

"Sul clima europeo influiscono anche fattori meteorologici, rappresentati dalle aree di bassa o di alta pressione atmosferica. Sulla superficie dei continenti e degli oceani, infatti, stazionano costantemente aree di alta pressione (anticicloni) che portano bel tempo, o aree di bassa pressione (cicloni), portatrici di perturbazioni."

 

Impliciti:

Le parentetiche che forniscono i termini "anticicloni" e "cicloni" possono essere considerate come veicoli di informazione presupposta.

Ma in questo caso l'attenzione si rivolge alla possibilità di sfruttare le equivalenze semantiche comunicate dalle parentetiche al fine di definire gli anticicloni e i cicloni.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

13 risposte da 1 punto; 2 da 0,75; 2 da 0,5; 0 da 0,25; 2 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 81,5%.

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

Gli anticicloni sono le aree di alta pressione, i cicloni sono le aree di bassa pressione.

1

42,5

Giovanni

Gli anticicloni sono dei fattori meteorologici, rappresentati in aree di bassa o alta pressione atmosferica.

0

27,5

Federico

Gli anticicloni sono aree di alta pressione; i cicloni invece sono aree di bassa pressione.

1

75

Paolo

Gli anticiloni sono le aree di alta pressione che portano bel tempo e i cicloni sono le aree di bassa pressione che portano perturbazioni.

1

77,5

Teresa

Gli anticicloni sono le zone di alta pressione. I cicloni sono le zone di bassa pressione.

1

57,5

Giada

Gli anticicloni sono fattori meteorologici rappresentati dalle aree di bassa o di alta pressione atmosferica, portano bel tempo (alta pressione) I cicloni sono fattori meteorologici rappresentati dalle aree di bassa o di alta pressione atmosferica, portano perturbazioni (bassa pressione).

0,5

47,5

Costanza

Gli anticicloni sono i fenomeni meteorologici di alta pressione mentre i cicloni sono i fenomeni meteorologici di bassa pressione.

1

52,5

Francesca

Gli anticicloni sono le aree di alta pressione e questi portano bel tempo. I cicloni sono le aree di bassa pressione e questi sono portatori di perturbazioni.

1

67,5

Antonio

Gli anticicloni alta pressione che porta bel tempo i cicloni sono bassa pressione che porta delle perturbazioni.

1

60

Marco

Gli anticicloni sono aree dove c'è la presenza di alta pressione, le regioni con aree dove c'è la bassa pressione si chiama ciclone.

0,5

47,5

Enrico

Gli anticicloni sono aree di alta pressione che portano bel tempo, mentre i cicloni che sono aree di bassa pressione che sono portatrici di perturbazioni trovano

0,75

35

Luigi

Gli anticicloni sono aree di alta pressione, i cicloni invece sono aree di bassa pressione.

1

37,5

Matteo

Gli anticicloni sono le aree di alta pressione e i cicloni sono le aree di bassa pressione.

1

67,5

Gabriella

Nei cicloni o bassa pressione l'aria, generalmente umida e calda e quindi più leggera, tende a salire formando un gigantesco vortice chiamato ciclone, al centro del quale si registra la pressione minima. Negli a o alta pressione l'aria, secca e fredda e quindi più pesante, tende a scendere e, ruotando, si allontana dal centro, dove si registra la pressione più alta.

1

72,5

Silvia

I cicloni sono aree di bassa pressione, mentre gli anticicloni sono aree di alta pressione, portatrici di perturbazioni.

0,75

82,5

Andrea

Gli anticicloni sono quando una zona è di alta pressione e i cicloni quando una zona è di bassa pressione.

1

40

Fabio

Gli anticicloni sono zone di bassa pressione lì il tempo è "bello" cioè con poche nuvole; i cicloni sono zone di alta pressione; lì il tempo è "brutto", cioè il cielo è coperto di nubi e spesso piovoso.

0

60

Roberto

Gli anticicloni sono le aree di alta pressione mentre i cicloni sono le aree di bassa pressione.

1

35

Lucia

Gli anticicloni sono le aree di alta pressione e i cicloni sono le aree di bassa pressione.

1

52,5

 

Osservazioni:

La domanda è complessivamente risultata facile: la più facile fra quelle orientate alla ricerca di definizioni. Non mancano tuttavia imperfezioni nelle risposte, dovute a svariati fattori, fra i quali la difficoltà a usare o parafrasare il termine "aree" senza intenderle come aree geografiche (si veda ad es. la risposta di Matteo). Giovanni e Giada si lasciano fuorviare dalla presentazione iniziale della nozione generale di "fattori meteorologici", senza differenziare adeguatamente anticicloni e cicloni al suo interno. Fabio si confonde, anche a causa del fatto che risponde in base alle proprie preconoscenze, senza aderire al testo-fonte. Gabriella copia, peraltro in modo corretto, da un riquadro presente nella pagina, diverso dal testo indicato come oggetto del test.

 

 

 


 

 

 

G_FCL 9

 

Domanda:

Anticicloni e cicloni hanno una collocazione stabile?

 

Segmento testuale pertinente:

"In Europa, le aree di bassa pressione stazionano sull’Islanda (ciclone atlantico) e sul mar Mediterraneo (depressione mediterranea), mentre quelle di alta pressione si trovano sulle isole Azzorre (anticiclone delle Azzorre) e sulla Siberia (anticiclone siberiano)."

 

Impliciti:

Poiché si dice senz'altra qualificazione dove "stazionano" o "si trovano" le aree di bassa e alta pressione in Europa, è ragionevole inferire che la loro collocazione è relativamente stabile (implicatura secondo la quantità). La connessione delle aree di bassa e alta pressione a cicloni e anticicloni sfrutta nuovamente le parentetiche (dal contenuto presupposto).

 

Risposte ottenute e valutazioni:

10 risposte da 1 punto; 3 da 0,75; 3 da 0,5; 0 da 0,25; 3 da 0; 0 mancate risposte.

Successo della classe: 72,3%.

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

In Europa, le aree di bassa pressione stazionano sull'Islanda (ciclone atlantico) e sul mar Mediterraneo (depressione mediterranea), mentre quelle di alta pressione si trovano sulle isole Azzorre (anticiclone azzorre) e sulla Siberia (anticiclone siberiano).

0,5

42,5

Giovanni

No perché i cicloni hanno la bassa pressione e gli anticicloni sono di alta pressione.

0

27,5

Federico

Si, i cicloni e gli anticicloni hanno una collocazione stabile.

1

75

Paolo

Si, anticicloni e cicloni hanno una collocazione stabile in Europa.

1

77,5

Teresa

Il ciclone atlantico è stazionato sull'Islanda, l'anticiclone delle Azzorre si trova sulle isole Azzorre, e l'anticiclone siberiano è sulla Siberia.

0,75

57,5

Giada

No, gli anticicloni e i cicloni non hanno una collocazione stabile.

0

47,5

Costanza

Gli anticicloni e i cicloni stazionano sempre nello stesso posto.

1

52,5

Francesca

Anticicloni e cicloni hanno una collocazione stabile.

1

67,5

Antonio

Si in Islanda si stazionano il ciclone altantico e anche sul mar Mediterraneo invece anticiclone delle Azzorre si trova sulle isole Azzorre.

1

60

Marco

Gli anticicloni e i cicloni hanno una collocazione abbastanza stabile.

1

47,5

Enrico

Gli  anticicloni e i cicloni hanno una collocazione stabile tra di loro, le alte pressioni si trovano nelle isole Azzorre e sulla Siberia.

0,5

35

Luigi

Si hanno una collocazione stabile.

1

37,5

Matteo

Si, stanziano su alcuni territori.

0,75

67,5

Gabriella

Si, anticicloni e cicloni hanno una collocazione stabile.

1

72,5

Silvia

Cicloni e anticicloni hanno una collocazione stabile in Europa infatti sull'Islanda c'è il ciclone atlantico, sul Mar Mediterraneo la depressione mediterranea, mentre zone di alta pressione si trovano sulle isole Azzorre e sulla Siberia.

1

82,5

Andrea

Si.

1

40

Fabio

A volte le zone cicloniche e anticicloniche hanno una collocazione stabile come il ciclone atlantico, l'anticiclone delle Azzorre e l'anticiclone siberiano.

0,75

60

Roberto

I cicloni e anticicloni sono stabili.

0,5

35

Lucia

No, gli anticicloni e i cicloni non hanno una collocazione stabile.

0

52,5

 

Osservazioni:

Essendo la domanda del tipo si/no, vanno considerate corrette tutte le risposte positive, anche laconiche, purché non contengano errori d'altro tipo. Vengono date 3 risposte negative e quindi sbagliate, di cui una, quella di Giovanni, è dovuta presumibilmente alla mancata comprensione di un'espressione come "collocazione stabile", che d'altronde sembra risultare difficile anche ad altri soggetti (ad es. Roberto). Teresa spiega dove stanno il ciclone atlantico e gli anticicloni del continente europeo, ma senza rispondere si o no.

 

 

 


 

 

 

G_FCL 10

 

Domanda:

Elenca i fattori che contribuiscono a differenziare il clima delle regioni d’Europa.

 

Segmento testuale pertinente:

"La latitudine.

[...]

L’influsso dei mari.

[...]

La disposizione dei monti.                                                                               

[...]

Cicloni e anticicloni.

[...]"

 

Impliciti:

L'impalcatura del brano indicata dai titoli dei capoversi è sufficiente a rispondere alla domanda.  Bisogna però riconoscere le relazioni di coreferenza parziale intercorrenti fra  il titolo del capitolo "I fattori climatici" e il titolo di ciascun capoverso.

 

Risposte ottenute e valutazioni:

7 risposte da 1 punto; 1 da 0,75; 0 da 0,5; 7 da 0,25; 1 da 0; 3 mancate risposte.

Successo della classe: 50%.

 

Alunno

 

Risposta

Valutazione

% successo d. alunno nel test

Raffaella

I fattori che contribuiscono a differenziare le regioni europee sono: aree di bassa pressione e aree di alta pressione (i cicloni e gli anticicloni).     

0,25

42,5

Giovanni

non risponde

0

27,5

Federico

I fattori che contribuiscono a differenziare il clima delle regioni europee sono: le precipitazioni, i cicloni, gli anticicloni, la funzione mitigatrice del mare, i venti, la disposizione delle catene montuose, la fascia climatica in cui si trova un dato territorio.

1

75

Paolo

I fattori che contribuiscono a differenziare il clima in Europa sono i fattori meteorologici rappresentati dalle aree di bassa o di alta pressione atmosferica.

0,25

77,5

Teresa

Le aree di bassa pressione e le aree di alta pressione.

0,25

57,5

Giada

I fattori che contribuiscono a differenziare il clima delle regioni d'Europa è: la fascia temperata.

0

47,5

Costanza

I fattori che contribuiscono a differenziare il clima sull'Europa sono: i venti che spazzano via le nubi (formano l'alta e bassa pressione) e dalle aree anticicloni che formano vortici e dalle aree cicloniche che formano le perturbazioni come cambiamenti di temperatura e di umidità.

0,25

52,5

Francesca

I fattori che contribuiscono a differenziare il clima delle regioni d'Europa sono: la latitudine; l'influsso dei mari; la disposizione dei monti; i cicloni e gli anticicloni.

1

67,5

Antonio

I fattori che contibuiscono a differenziare il clima sono i mari, le catene montuose, i laghi i venti freddi o caldi.

1

60

Marco

In Europa, le aree di bassa pressione stazionano sull'Islanda dove c'è il ciclone Atlantico e sul Mar Mediterraneo dove c'è la depressione mediterranea, mentre quelle di alta pressione si trovano sulle isola Azorre dove c'è anticiclone delle Azzorre e sulla Siberia dove avviene l'anticiclone siberiano.

0,25

47,5

Enrico

I fattori che influenzano il clima europeo sono: le acque marine, la fascia temperata e le alte e le bassi pressioni.

0,75

35

Luigi

non risponde

0

37,5

Matteo

L'influsso di mari, la disposizione dei monti e i cicloni e gli anticicloni.

1

67,5

Gabriella

I fattori che differenziano il clima sono: la latitudine; l'influsso dei mari; la disposizione dei monti; le aree cicloniche e anticicloniche.

1

72,5

Silvia

I fattori che contribuiscono a differenziare il clima delle regioni europee sono la latitudine, l'influsso del mare, la disposizione dei monti e le aree cicloniche e anticicloniche.

1

82,5

Andrea

Le aree di bassa pressione sono: Islanda; Mar Mediterraneo. Le aree di alta pressione: isole Zorre, Siberia.

0,25

40

Fabio

I fattori che contribuiscono a differenziare il clima delle regioni d'Europa sono: le zone cicloniche o anticicloniche, la presenza del mare, i venti caldi o freddi che la raggiungono, la disposizione delle catene montuose e la latitudine.

1

60

Roberto

non risponde  

0

35

Lucia

I fattori che contribuiscono a differenziare il clima delle regioni d'Europa sono meteorologici, rappresentati dalle aree di bassa o di alta pressione atmosferica.

0,25

52,5

 

Osservazioni:

La domanda è risultata abbastanza difficile, come tutte quelle che comportano l'utilizzo di segmenti testuali non contigui, ovvero il superamento delle barriere rappresentate dalle suddivisioni di paragrafo. Parecchi soggetti rispondono per contiguità, citando solo l'ultimo argomento trattato (Raffaella, Paolo, Teresa, Costanza, Marco, Andrea, Lucia). Altri fanno un elenco di fattori, in vari casi anche completo (si noti che alcuni di questi iniziano, comunque, dall'ultimo argomento trattato).

 

 

 


 

 

 

Presupposizione

 

Le presupposizioni sono impliciti la cui verità deve essere data per scontata da chi sia disposto ad accettare come appropriato il proferimento dell'enunciato (contenente elementi linguistici attivatori di presupposizione) a cui sono associati. Possono essere attivatori di presupposizione certi elementi lessicali (verbi di cambiamento di stato, verbi di moto, elementi lessicali iterativi...), costruzioni sintattiche come la frase scissa, i sintagmi nominali usati per riferirsi a oggetti o individui, le secondarie implicite (gerundive), le frasi secondarie relative non restrittive, le apposizioni e i participi aggiunti.

 

Per approfondimenti si rinvia a M. Sbisà, Detto non detto, Laterza, Roma-Bari 2007, cap. 1 e 2.

 

Si usi questo link per accedere ai risultati dei test distinti a seconda del tipo di implicito su cui si basa la domanda.

 

 

 


 

 

 

Implicatura

 

Le implicature sono quegli impliciti che siamo autorizzati a inferire dal fatto che un parlante o autore ha proferito o comunque effettivamente prodotto un certo enunciato. Non si tratta di informazioni che devono essere date per scontate, come le presupposizioni, ma di aggiunte a ciò che l'enunciato proferito dice esplicitamente o di suoi aggiustamenti.

 

Sono implicature convenzionali le inferenze autorizzate che dipendono dal significato convenzionale delle parole o espressioni linguistiche usate. Nella presente ricerca sono state considerate implicature convenzionali gli impliciti suggeriti dall'uso di connettivi ("ma", "perciò", "ad esempio"...).

 

Sono implicature conversazionali  le inferenze autorizzate che dipendono anche dall’assunto che l'enunciato prodotto dal parlante porti un contributo cooperativo agli scopi o orientamenti accettati della conversazione. Possono essere in questione aspetti diversi della cooperatività come la completezza dell'informazione fornita, la sua pertinenza, l'ordine d'esposizione. Nella presente ricerca i riconoscimenti di coreferenze guidati dall'assunto della coesione testuale sono stati considerati implicature conversazionali secondo la pertinenza.

 

Si veda M. Sbisà, Detto non detto, Laterza, Roma-Bari 2007, capp. 3 e 4.

 

Si usi questo link per accedere ai risultati dei test distinti a seconda del tipo di implicito su cui si basa la domanda.

 

 

 


 

 

 

Domande troppo difficili

 

E' legittimo fare domande troppo difficili? in quali contesti, per quali finalità?

Esercitazioni di comprensione del testo del tipo di quelle qui proposte non dovrebbero contribuire alla valutazione finale dell'alunno in alcuna disciplina particolare, ma costituire un monitoraggio del livello da lui o lei raggiunto nell'acquisire e manipolare informazioni (oltre che uno stimolo per l'alunno a sviluppare le corrispondenti competenze e capacità).

 

Somministrare domande difficili (e perciò potenzialmente troppo difficili: ma questo si può sapere con certezza solo dopo averle somministrate!) può essere una legittima sfida all'intelligenza del destinatario del test purché l'errata o mancata risposta non si convertano in voto negativo e quindi in discriminazione. Dev'esserci, cioè, libertà di esercitarsi, di provare, senza quella paura della sanzione negativa che spesso condiziona le prove scolastiche. Nel contempo, fare qualche volta qualche domanda troppo difficile può servire ad attrarre l'attenzione degli alunni su aspetti della comprensione testuale sui quali solitamente non riflettono. Purché naturalmente gli aspetti eventualmente non capiti vengano adeguatamente spiegati.

Ogni domanda che risulti di fatto troppo difficile dovrebbe essere successivamente discussa con la classe e la risposta che l'insegnante ritiene corretta dovrebbe essere opportunamente motivata. Non ci si meravigli se qualche studente rimane scettico e rimane convinto della propria interpretazione. Anzi, quest'atteggiamento può risultare positivo, se inquadrato in un'accettazione del principio che l'assegnazione di senso implicito a un testo deve essere motivata.

 

Si noti che se la difficoltà di una domanda dipendesse dal fatto che per rispondervi bisogna ricorrere a specifiche conoscenze extratestuali, non si tratterebbe di una domanda "troppo difficile" nel senso qui sopra descritto, bensì di una domanda che riguarda il non detto anziché l'implicito. In un test di comprensione le domande sul non detto non devono essere inserite; ovvero, possono venir inserite quando sia ammessa la risposta "Il testo non lo dice".

 

Se si intende rispettare una certa gradualità nella difficoltà delle domande che si propongono a un certo gruppo di soggetti (una classe), si ricordi che le presupposizioni (non eccessivamente incassate l'una nell'altra) sono in genere più facili da esplicitare delle implicature, e le implicature convenzionali sono in genere più facili da esplicitare di quelle conversazionali (a parte le implicature conversazionali che consistono nel riconoscimento di coreferenze, che possono essere facili). Sono fattori di difficoltà aggiuntiva la complessità sintattica del segmento testuale-fonte (soprattutto se comporta la subordinazione di attivatori di presupposizione l'uno all'altro: si vedano ad es. G_EGL 11, G_FCL 7), la presenza di anafore pronominali o di descrizioni anaforiche da risolvere (indicata nella colonna "Tipo" della tabella "Test somministrato e risultati ottenuti" nei file dedicati ai 5 test), l'ampiezza del segmento testuale da considerare, e la pluralità delle prospettive in gioco nel testo. 

 

Nota bene: le domande risultate in assoluto troppo difficili (successo della classe inferiore al 40%) sono contrassegnate, nelle tabelle riassuntive dei 5 test, in colore rosso.

 

 

 


 

 

 

Domande duplici

 

A volte formulare una domanda contenente un elemento interrogativo comunica troppo fortemente una presupposizione ripresa dal testo di cui si vorrebbe invece controllare direttamente la comprensione. Perciò a volte, nel formulare domande di comprensione, viene spontaneo proporre domande duplici, del tipo di S_EES 3 o G_FCL 3.

 

Analogamente accade quando si desidera attrarre l'attenzione del destinatario su un aspetto del testo che sarà poi utile anche per rispondere alla seconda parte della domanda: ad es. S_EES 11.

 

Comunque, bisogna tenere conto che le risposte alle domande duplici sono difficili da valutare. Le scelte sono due: o valutare separatamente la risposta alla prima e alla seconda parte della domanda; o valutare la risposta complessiva, nel qual caso si dovrà tener conto che chi risponde correttamente alla prima parte della domanda ha fornito una risposta parzialmente corretta alla domanda nel suo insieme (0,5 punti). Nei nostri test si è data in tutti i casi la valutazione complessiva. In alcuni casi e visto il carattere particolare degli impliciti coinvolti, si è affiancata alla valutazione complessiva la valutazione delle risposte alla parte della domanda che interessava isolare (S_EES 11, G_FCL 2).

 

 

 


 

 

 

Errori che non incidono sulla comprensione o non dipendono da difetti di comprensione.

 

Certi errori di ortografia (che non confondono il termine in questione con altri simili e dunque non danno luogo a fraintendimenti) e persino certi errori sintattici non pregiudicano di per se stessi la manifestazione di comprensione: ai fini di un test di comprensione le risposte che li contengono meritano perciò di essere considerate corrette. Si veda ad es. Andrea in S_CMG 7, Giada in S_EES 2, Antonio in  S_EES 12. Altre improprietà di linguaggio possono lasciare in dubbio (ad es. Lucia in S_ICL 2).

La difficoltà a maneggiare certe strutture sintattiche si converte in mancata esplicitazione (e con ciò scarsa comprensione manifestata) solo quando, come nel caso di presupposizioni doppiamente incassate, porta il soggetto a non riuscire a rispondere completamente alla domanda. Si vedano ad es. S_EES 7, G_FCL 7.

 

Un caso problematico, benché in apparenza banale, è dato dalle risposte sintatticamente incomplete. Quando una frase è lasciata incompleta (si veda Lucia in S_CMG 4) non è possibile non valutare la risposta come incompleta (es. 0,5 punti), tuttavia la causa dell'incompletezza potrebbe essere semplicemente distrazione momentanea, o pigrizia. E' meglio dire che il soggetto non ha saputo utilizzare il testo in modo ottimale, o dire che ne avrebbe avuto la capacità ma si è distratto? In fondo, l'attenzione è uno dei requisiti per una comprensione approfondita dell'implicito! E anche sospendendo il giudizio su quanto il soggetto pigro o distratto effettivamente capisce del testo che legge, dal punto di vista scolastico è comunque il caso di non far sconti a chi non s'impegna a svolgere il compito assegnato...

 

 

 


 

 

 

Quanto penalizzare gli errori?

 

Nella valutazione delle risposte a un test di comprensione dell'implicito bisogna tener conto che non ci si può esercitare nella parafrasi esplicitante senza correre qualche rischio di sbagliare. Per questo motivo risposte non ottimali ma tali da attestare lo sforzo del soggetto di rispondere in modo esauriente e pertinente, o comunque mostrano che si è cercato di ragionare a partire dal testo, nella misura in cui sono sbagliate o incomplete non possono certo essere premiate con l'assegnazione di un intero punto, ma non debbono neppure essere troppo penalizzate a confronto con le risposte di chi non osa distaccarsi dalla superficie del testo-fonte oppure rinuncia a rispondere. Si veda ad es. Andrea in G_EGL 10.

 

 

 


 

 

 

Variazioni di rendimento dei singoli soggetti

 

E' evidente nei risultati dei test somministrati la variabilità di rendimento dei singoli soggetti da una domanda all'altra, senza apparente motivo. Troviamo alunni capaci che a volte si distraggono e cadono in errori banali, si veda ad esempio Federico in S_CMG 7, Silvia in S_EES 10, e alunni con un rendimento mediamente basso che a volte sono gli unici o quasi ad avere l'idea giusta, Enrico in S_CMG 8, Antonio in S_CMG 10. Queste variazioni intrasoggettive di rendimento mostrano in generale che (1) per nessun soggetto l'esercizio è superfluo; (2) la potenzialità della comprensione dell'implicito e del conseguente corretto utilizzo del testo potrebbe essere presente anche in soggetti che per lo più ne sembrano lontani.

 

Alcune variazioni poi potrebbero essere ricondotte a uno sbilanciamento, nel soggetto in questione, fra le diverse competenze richieste dalla parafrasi esplicitante.

Parecchi soggetti risultano più abili nell'esplicitare presupposizioni e implicature convenzionali, che non implicature conversazionali (in effetti le presupposizioni risultano mediamente più facili rispetto alle implicature!), ma per alcuni l'implicatura convenzionale risulta più facile della presupposizione, o l'implicatura conversazionale di quella convenzionale. Sia la presupposizione che l'implicatura convenzionale sono più direttamente legate al sistema linguistico di quanto non lo sia l'implicatura conversazionale, e tuttavia le competenze che mobilitano sembrano essere diverse fra loro. Le competenze necessarie a risolvere compiti dipendenti dalla comprensione di presupposizioni e implicature convenzionali non sono sufficienti a risolvere quelli riguardanti implicature conversazionali. D'altra parte è anche possibile posizionarsi meglio in quest'ultimi, meno legati alle regole del sistema linguistico e più alla capacità di identificare contenuti pertinenti.

 

 

Alunni:

% successo per pres.

% successo per impl. convl.

% successo per impl. convs.

Raffaella

58,7

25

42,5

Giovanni

63,7

10

32,5

Federico

91*

59,3*

93,7*

Paolo

80

82,5

45

Teresa

67,5

55

60

Giada

71,2

55

57,5

Costanza

63,7

32,5

27,5

Francesca

85

52,5

65

Antonio

53,7

42,5

37,5

Marco

75

80

45

Enrico

57,5

47,5

35

Luigi

66,2

75

45

Matteo

82,5

60

45

Gabriella

82,5

55

50

Silvia

80

85

67,5

Andrea

70

27,5

27,5

Fabio

85

70

62,5

Roberto

82,5

40

42,5

Lucia

65

75

32,5

% successo d. classe

72,4

54,1

47,4

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*valori calcolati su un numero minore di domande rispetto agli altri soggetti (causa assenza del soggetto a uno dei test).

 

 

 


 

 

 

Collegamenti fra parti diverse del testo

 

La comprensione di un testo spesso richiede di operare collegamenti fra parti diverse del testo stesso, spaziando così su di un segmento testuale più ampio.

Alcune implicature richiedono di considerare collegamenti inter-frasali semplici fra frasi contigue (per es. quando è in gioco il motivo per cui le frasi sono accostate oppure l'ordine in cui compaiono): ad es. FCL 3, EES 10.

Possono coinvolgere frasi contigue ma anche spingersi più lontano i collegamenti necessari alla risoluzione di anafore pronominali o di descrizioni anaforiche (ad es. EES 3; CMG 13; CMG 6; FCL 7) e quelli guidati da certi connettivi attivatori di implicatura convenzionale ("inoltre", "infine") (ad es. ICL 6, ICL 10). Le coreferenze non esplicitamente segnalate, riconoscibili mediante implicatura secondo la pertinenza, possono essere più facili o difficili da mettere a fuoco a seconda della distanza fra le espressioni coreferenti.

Collegamenti fra segmenti testuali lontani fra loro possono essere difficili da gestire come fonte di informazioni: le domande che richiedono di operarli presentano una percentuale di successo più bassa di domande, analoghe per tipo, in cui il fattore distanza abbia un peso minore. Anche il coinvolgimento di più di due segmenti testuali distinti può costituire un fattore di difficoltà. Si vedano ad es. EGL 2, FCL 10.

 

 

 


 

 

 

Ruolo della competenza lessicale

 

La competenza lessicale gioca un ovvio ruolo nella comprensione del testo e non manca di influenzare anche la comprensione dell'implicito (cfr. ad es.: S_ICL 5, S_ICL 8, G_FCL 9). Tuttavia, il suo ruolo in quest'ultima è minore di quanto ci si potrebbe aspettare: poiché esplicitare un singolo implicito richiede una parafrasi esplicitante mirata, spesso ottenibile mediante ristrutturazione sintattica, o in altri casi mediante l'inserzione di materiale linguistico pertinente non presente nel testo, la parafrasi esplicitante può spesso essere fornita anche quando qualche elemento lessicale del testo fonte non sia completamente e correttamente padroneggiato. Anzi, una corretta comprensione dell'implicito può condurre nella direzione della comprensione dell'elemento lessicale poco familiare perlomeno per esclusione.

Ciò consente in linea di principio di usare le parafrasi esplicitanti per ricostruire il significato di qualche espressione poco familiare o termine tecnico, o almeno il significato che esso assume nel testo in questione: sfuttano questa possibilità anche alcune domande dei nostri test.

Tuttavia queste funzioni possono essere svolte dalle parafrasi esplicitanti soltanto per chi ne padroneggi già sufficientemente bene la produzione.

 

 

 


 

 

 

Utilizzo degli impliciti nella ricerca di definizioni

 

Uno degli usi possibili delle abilità di esplicitazione è fare ipotesi riguardo al significato di termini ed espressioni linguistiche non familiari.

In questo modo, le abilità pragmatiche vengono usate a sostegno dell'ampliamento del lessico.

 

Nei nostri test, tre domande erano intese sollecitare quest'operazione: S_CMG 3, "Chi erano i "topografi"?", successo medio 48,6%;  G_EGL 5, Che cosa sono le ere glaciali?, successo medio 64,4%; G_FCL 8 "Che cosa sono gli anticicloni? e i cicloni?", 81,5%.  La difficoltà di questo tipo di domande sembra dipendere dal tipo e quantità di operazioni necessarie a raggiungere l'implicito pertinente. Nel caso di G_FCL 8, si trattava semplicemente di utilizzare delle parentetiche; nel caso di G_EGL 5, si trattava di utilizzare le descrizioni, fornite dal testo, dei fenomeni che hanno caratterizzato le ere glaciali, e comunque di capire che si trattava di periodi di tempo; nel caso di S_CMG 3 c'era il problema aggiuntivo che per ricavare dal testo una definizione di "topografo" bisognava generalizzare sospendendo la restrizione, presente nel testo, all'uso militare della topografia.

 

Inoltre G_EGL 2 "Che cosa significa "agenti esogeni"? Fai uno o due esempi", e G_EGL 14 "Dal testo, riesci a capire che cosa sono i materiali morenici? Ne esistono diversi tipi? Quali?" includevano la ricerca di definizioni. Nel primo caso il successo medio per l'intera domanda è stato del 42,1%; nel secondo, solo del 23,6%, e praticamente nessuno che non avesse già le preconoscenze pertinenti ha saputo ragionare sul testo in modo da trarne una caratterizzazione dei materiali morenici, che pure era virtualmente disponibile.

 

Se ne trae il suggerimento che l'uso degli impliciti nella ricerca di definizioni sia da introdurre o a partire dai casi più facili o in gruppi già sufficientemente abili a trovare l'implicito, o ancora, possa essere oggetto di discussioni in classe anziché di esercitazione individuale, in alternativa al consueto compito di ricerca lessicale sul dizionario ma anche in modo ad esso complementare.

 

 

 


 

 

 

Impliciti non controllati

 

A volte le risposte a una domanda mirata all'implicito riescono a esplicitare l'implicito richiesto, ma nel farlo, introducono impliciti che non c'erano nel testo-fonte: si veda ad es. Antonio in S_CMG 5. Un caso ricorrente è costituito dalle risposte che introducono un articolo definito non presente nel testo e con ciò suscitano una presupposizione che il testo non attivava: si vedano ad esempio Raffaella, Fabio in CMG 2. Un caso in cui un implicito non presente nel testo originario è introdotto dalla scelta di interrompere a un dato punto una risposta per copiatura, è quello di Gabriella in S_EES 12.

 

L'introduzione di impliciti non controllati è da considerarsi un difetto: è forse più un difetto di produzione che di comprensione, ma denota comunque una mancanza di sensibilità alle differenze, in materia di impliciti, fra testo-fonte e risposta e in certa misura è quindi anche un difetto di comprensione. Evitare l'introduzione di impliciti non controllati è una questione di autodisciplina nella scrittura e esercitarsi in questo senso sarebbe molto utile ai giornalisti...

 

 

 


 

 

 

Comprensione della prospettiva

 

Quando una domanda di comprensione rende necessario tracciare una distinzione fra prospettive soggettive diverse (quella dell'autore del testo, quelle dei personaggi di cui il testo parla o di cui il testo riferisce discorsi e atteggiamenti, quella del lettore...), la difficoltà risulta regolarmente maggiore rispetto a quella di domande dello stesso tipo che non sollevino tale problema.

 

Domanda

Tipo di implicito

% successo

della classe

% successo d. classe per tipo di implicito

S_CMG 12

presupposizione

39,4

72,4

S_ICL 1

presupposizione

30,2

72,4

S_EES 8

impl. convl.

40,2

54,1

 

Il darsi di prospettive soggettive diverse interferisce in particolar modo con le presupposizioni, in quanto la presupposizione di un discorso riportato o di un atteggiamento attribuito non viene trasmessa al testo nel suo insieme e dunque non è comunicata al ricevente in qualità di presupposizione informativa; può al massimo informare sulle credenze del soggetto il cui discorso o atteggiamento sono riferiti. Questi fenomeni generano a volte una sorta di incertezza interpretativa che rende difficile formulare buone domande e a maggior ragione dare buone risposte. Tuttavia visto che la disponibilità a cogliere le differenze di prospettiva, anche a un'età in cui non dovrebbe più costituire problema, stenta a manifestarsi, è opportuno sollecitare gli studenti, mediante domande di comprensione o altrimenti, all'identificazione delle eventuali prospettive diverse presenti nel testo.

 

 

 


 

 

 

Copiatura e quasi-copiatura

 

La copiatura di parti del testo è una legittima strategia per rispondere a domande, ricavando dal testo informazioni.

Ha il vantaggio, purché il soggetto tenti di compiere adattamenti sintattici e tematici del materiale che riprende alla domanda a cui intende rispondere, di costituire un momento di confronto col testo e di consentire una progressiva pratica della riformulazione. C'è insomma speranza che chi adotta questa strategia possa col tempo migliorare le sue capacità di esplicitazione.

 

I difetti tipici in cui incorrono i soggetti che si appoggiano su questa strategia per costruire le loro risposte sono soprattutto:

1.       copiatura senza adattamento (individuazione del passo pertinente senza adeguata riformulazione)

2.       copiatura di materiale non pertinente

3.       copiatura con anacoluto.

 

Se la copiatura senza adattamento individua il passo pertinente, pur non riformulandolo, la risposta può essere considerata parzialmente valida (fino a 0,5 punti): ad es. Matteo in G_EGL 1, Lucia in  S_ICL 9. Diverso è naturalmente il caso della copiatura di un passo che non è quello pertinente alla domanda.

L'aggiunta di materiale copiato ma non pertinente a una risposta che contiene comunque materiale pertinente (copiato o rielaborato) (ad es. Raffaella in S_CMG 3), può essere considerata un difetto della risposta. Potrebbe non presentarsi come un difetto di comprensione vero e proprio, tuttavia in certo senso lo è, in quanto appaiono non capiti perlomeno i limiti entro cui il testo contribuisce effettivamente alla risposta da dare.

Le operazioni di copiatura sono spesso accompagnate da tentativi di riformulazione: ciò può condurre per gradi fino a dare buone risposte (in particolare, la copiatura con opportuni adattamenti sintattici costituisce forse il modo più sicuro per rispondere alla domande basate su certi tipi di presupposizione), ma nel caso dei tentativi meno ben riusciti può generare risposte poco o male connesse (ad es. Raffaella in S_CMG 13), o spezzate in una parte che si adatta sintatticamente alla domanda e un'altra che rimane tale e quale il materiale presente nella superficie del testo-fonte, con un effetto di anacoluto (Roberto G_FCL 4). Questi difetti sono naturalmente da correggere, tuttavia si tenga presente che sono effetto dello sforzo di fare un passo avanti nella direzione del riutilizzo del testo rispetto alla copiatura pura e semplice. Le risposte contenenti questi difetti potrebbero essere riscritte per esercizio e (se ciò risultasse per gli studenti incentivante) rivalutate dopo la riscrittura.

 

 

 


 

 

 

Ricorso a conoscenze e credenze extratestuali

 

La comprensione spesso trae vantaggio da conoscenze provenienti da fonte extratestuale o da credenze condivise da parlante e interlocutore. Per esempio, un buono sfondo di conoscenze extratestuali spesso consente di evitare fraintendimenti (si vedano per contrasto le risposte di Antonio e Marco a S_EES 5; e quelle di Teresa, Giada, Costanza, Francesca a G_EGL 4). Tuttavia comprendere il testo significa trarre da esso tutto (o approssimativamente tutto) il senso che esso rende a vario titolo disponibile. Un'educazione all'implicito può avvicinare a questo obiettivo se promuove in primo luogo l'abilità e la disponibilità a sfruttare il testo più a fondo possibile. In quest'ottica, le domande dei test sono state pensate per poter ricevere risposta in base al testo (senza il concorso determinante di conoscenze extratestuali specifiche). Nella valutazione delle risposte il ruolo principale non è giocato dalla verità o falsità della risposta in senso assoluto, ma dal loro rispecchiare o meno quanto comunicato dal testo (giusto o sbagliato che sia: anche i libri di testo infatti possono sbagliare, o perlomeno, fare affermazioni discutibili).

Di una risposta corretta, che rispecchia sufficientemente bene quanto comunicato dal testo, non si può in linea di principio dire se o quanto sia stata aiutata dal possesso di conoscenze precedenti. Di fronte a una tale risposta, la valutazione dev'essere comunque positiva. Ma a volte una risposta dice qualche cosa di vero ma poco pertinente, o diverso da quello che il testo dice o implica. In alcuni di questi casi la ragione del difetto è che l'ispirazione a rispondere non è stata data dal testo ma da qualche fonte extratestuale. Queste risposte vanno considerate come parziali o persino come sbagliate. Chi le dà non ha infatti svolto il compito proposto, magari non perché sia incapace di capire il testo, ma perché non ha soffermato su di esso la propria attenzione nel modo richiesto. E il problema con chi cerca nel proprio bagaglio di conoscenze o supposte tali invece che leggere, è che non apprende dal testo, e comunque non esercita nè approfondisce le proprie abilità di lettura. Domande che hanno ricevuto numerose risposte a base extratestuale sono ad es. S_CMG 3, S_ICL 4, G_EGL 2.

 

Soggetti in possesso di nozioni sbagliate possono venir fuorviati da queste se non fanno abbastanza attenzione al testo: è il caso di Marco, Luigi, Andrea in G_FCL 5. Analogamente accade per quanto riguarda i pregiudizi: ad es. Matteo in S_EES 4, Antonio in S_EES 10 e Andrea in S_EES 11.

 

In alcuni casi le fonti extratestuali forniscono semplici aggiunte a una risposta che di per sè sarebbe accettabile. Ma con ciò ne diminuiscono l'attendibilità come indice di comprensione: quanto esattamente della risposta dipende da tali fonti?

 

Un caso in cui molti soggetti hanno risposto in tutto o in parte in base a conoscenze extratestuali è dato da S_ICL 3: il testo non diceva nulla dell'etimologia dell'aggettivo "carolingio", ma permetteva soltanto, tramite il riconoscimento di coreferenze, di identificare l'impero carolingio con il Sacro Romano Impero (ovvero con l'impero del quale Carlo Magno è stato incoronato imperatore). Il ricorso a conoscenze extratestuali ha dipeso anche dal fatto che essendo il brano presentato come un approfondimento da un libro di testo diverso da quello adottato per la classe, il test è stato somministrato dopo che l'argomento era già stato spiegato dall'insegnante.

 

 

 


 

 

 

Risultati per tipo di implicito

 

Nelle seguenti tre tabelle vengono prese in considerazione soltanto domande in cui un tipo di implicito ha un ruolo nettamente prevalente. Sono escluse, oltre alle domande di tipo misto, quelle che mettono in gioco prospettive soggettive e una domanda con le risposte alla quale hanno visibilmente interferito conoscenze extratestuali.

 

 

Presupposizione

 

Domanda

Tipo domanda

% successo della classe

casi classici

relative, apposizioni

tutte

S-CMG 2

presupposizione

 

84,2

84,2

S-CMG 7

presupposizione

72,3

 

72,3

S-CMG 8

presupposizione

48,6

 

48,6

S-CMG 9

presupposizione

82,8

 

82,8

S-CMG 11

presupposizione

 

82,8

82,8

S-CMG 13

presupposizione (+risoluzione anafora)

51,3

 

51,3

S-CMG 15

presupposizione

 

75

75

S-ICL 7

presupposizione

 

63,1

63,1

S-ICL 8

presupposizione

68,4

 

68,4

S-EES 1

presupposizione

84,7

 

84,7

S-EES 2

presupposizione

87,5

 

87,5

S-EES 3

presupposizione (+risoluzione anafora)

61,1

 

61,1

S-EES 4

presupposizione

79,1

 

79,1

S-EES 5

presupposizione

 

88,8

88,8

S-EES 6

presupposizione

65,2

 

65,2

G-EGL 3

presupposizione

80,2

 

80,2

G-EGL 11

presupposizione

65,7

 

65,7

G-FCL 5

presupposizione

76,3

 

76,3

G-FCL 7

presupposizione (+ risoluzione anafora)

50

 

50

G-FCL 8

presupposizione

 

81,5

81,5

% successo per le domande basate

su presupposizione

68,7

79,2

72,4


 

 

Implicatura convenzionale

 

Domande

Tipo domanda

% successo della classe

S-ICL 4

impl. convl.

42,1

S-ICL 5

impl. convl.

50

S-ICL 6

impl. convl.

44,7

S-ICL 10

impl. convl.

30,2

S-EES 9

impl. convl.

68

S-EES 12

impl. convl.

52,7

G-EGL 1

impl. convl.

75

G-EGL 7

impl. convl. (+presupp.)

77,6

G-EGL 15

impl. convl.

55,2

G-FCL 1

impl. convl. (+ presupp.)

46

% successo per le domande basate su implicatura convenzionale

54,1

 

 

 

Implicatura conversazionale

 

Domande

Tipo domanda

% successo della classe

coreferenza

altre impl. convs.

tutte

S-CMG 1

impl. convs. (coreferenza)

72,3

 

72,3

S-CMG 5

impl. convs.

 

48,6

48,6

S-ICL 2

impl. convs. (coreferenza)

69,7

 

69,7

S-EES 10

impl. convs.

 

43

43

S-EES 11b

impl. convs.

 

25

25

G-EGL 2

impl. convs. (coreferenza + metafora)

 

 

42,1

G-EGL 6

impl. convs. (coreferenza)

47,3

 

47,3

G-FCL 2a

impl. convs. scalare

 

22,3

22,3

G-FCL 6

impl. convs. (+

risoluzione anafora)

 

53,9

53,9

G-FCL 10

impl. convs. (coreferenza)

50

 

50

% successo per le domande basate su implicatura conversazionale

59,8

38,5

47,4

 

 

 


 

 

 

La pragmatica del linguaggio: bibliografia essenziale

 

 

Austin J.L., 1962: How to do things with words, Oxford University Press, Oxford (2a ed. riv. 1975) (trad. it., Come fare cose con le parole, Genova, Marietti 1987).

Bazzanella C., 2005: Linguistica e pragmatica del linguaggio: un'introduzione, Laterza, Roma-Bari.

Bertuccelli Papi M., 1993: Che cos'è la pragmatica, Bompiani, Milano.

Bianchi, C., 2003: Pragmatica del linguaggio, Laterza, Roma-Bari.

Blakemore D., 1992: Understanding utterances, Blackwell, Oxford.

Caffi C., 2002: Sei lezioni di pragmatica linguistica, Name, Genova.

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Levinson S.C., 1983: Pragmatics, Cambridge University Press, Cambridge (trad. it., La pragmatica, a cura di M. Bertuccelli Papi, Il Mulino, Bologna 1985).

Sbisà M., 1988: La pragmatica, in E. Fava, R. Galassi, P. Leonardi, M. Sbisà, Prospettive di teoria del linguaggio, Unicopli, Milano, pp. 199-254.

Sbisà M. (a cura di) 1978, Gli atti linguistici, Feltrinelli, Milano.

Sperber D., Wilson D., 1986: Relevance: communication and cognition, Blackwell, Oxford (19952)(trad. it., La pertinenza, Anabasi, Milano 1993).

 

 

 


 

 

 

"Trova l'implicito"

Pubblicazioni relative alla linea di ricerca

 

 

Rodari P., Sbisà M., 1989: Il ruolo dell'implicito nella comprensione del testo, in A.M. Mitri e A. De Rossi (a cura di), I luoghi della parola. L'educazione linguistica di base, La Nuova Italia, Firenze 1989, pp. 277-290.   

Sbisà M., 1991: Sperimentazione di strategie pragmatiche nella comprensione e produzione di testi scritti, in Scrivere nella scuola dell'obbligo, a cura di M.A. Cortelazzo, La Nuova Italia, Firenze 1991, pp.171-91.

Sbisà M., 1995: Il grido dei cannibali: l'intersoggettività come problema della lettura, in Scritti di linguistica e dialettologia in onore di Giuseppe Francescato, Edizioni Ricerche, 1995, pp. 281-290.

Sbisà M., 1999a: Ideology and the persuasive use of presupposition, in Language and ideology. Selected papers from the 6th International Pragmatics Conference, a cura di J. Verschueren, International Pragmatics Association, Antwerp 1999, pp. 492-509.

Sbisà M., 1999b: Presupposition, implicature and context in text understanding, in Modeling and using context, a cura di P. Bouquet, L. Serafini, P. Brézillon, M. Benerecetti, F. Castellani, Springer, Berlin 1999, pp. 324-338.

Sbisà M., 1999c: E' implicito. Allora e' importante, "Italiano e oltre" 14, n.1, pp. 16-25 (rist. come La pragmatica nell’educazione linguistica e nella didattica: parafrasi e acquisizione di informazioni, in Insegnare italiano nella scuola del 2000, a cura di U. Cardinale, Unipress, Padova 1999, pp. 183-198).

Sbisà M., 2002a: Presupposizioni e contesti, in La svolta contestuale, a cura di C. Penco, McGraw-Hill, Milano, pp. 221-239.

Regina S., 2003: Implicito e non detto nella divulgazione scientifica: esempi dal discorso sulla clonazione, "Esercizi filosofici" 6, 2002, Università degli Studi di Trieste, Trieste, pp. 199-209 (http://www.units.it/~dipfilo/Annali/regina06.pdf).

Regina S., Sbisà M., 2003: Chi lo capisce questo libro? Questioni di comprensibilità nei libri di testo di fisica, "La fisica nella scuola" 36, pp. 91-102.

Sbisà M., 2005: Comunicazione implicita e razionalità argomentativa, in Retorica e scienze del linguaggio. X Congresso nazionale della Società di Filosofia del Linguaggio. 19-21 settembre 2003, a cura di S. Bonfiglioli e C. Marmo, Aracne, Roma 2005, pp. 187-207.

Sbisà M., 2006c: Una didattica democratica della comprensione testuale, in La sfida dell'apprendere. Dialogo a più voci per la scuola di domani, a cura della redazione dei quaderni di Cooperazione Eucativa, edizioni Junior, Bergamo 2006, pp. 71-77.

Sbisà M., 2007: Pathways to explicitness, "Lingue e linguaggio" 6, pp. 101-120.

Sbisà M., 2007: Detto non detto. Le forme della comunicazione implicita, Laterza, Roma-Bari.