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La demarcazione della frontiera sardo-francese nell'anno 1825
Carbone, Livio
2010-04-28
Abstract
Il lavoro prende le mosse dall’analisi del manoscritto “ Démarcation de la Frontiere Sardo-Française”, nel quale è descritta l’attività minuziosa svolta dalla Commissione al fine di delimitare con precisione la linea di delimitazione di confine tra i due Regni.
Tale Commissione era costituita dai delegati dei due Stati , tra cui ingegneri militari, ai quali era assegnata un’ importanza particolare per la delimitazione dei confini sardo-francesi.
Le prime operazioni di delimitazione dei confini iniziarono nell’anno 1823.
La linea di confine fu divisa in tre parti, ciascuna delle quali fu attribuita ad una Commissione mista.
Al termine delle operazioni ciascuna Commissione provvide alla redazione di un proprio processo verbale e, nel 1825, tutto il confine con la Francia fu ricontrollato e si provvide alla compilazione di un unico processo verbale, la cui copia è quella di cui al manoscritto del presente lavoro.
Dopo l’ anno 1825 non risulta la costituzione di alcuna Commissione mista incaricata di nuove operazioni di delimitazioni confinarie tra i due Paesi.
Il manoscritto è la copia conforme del processo verbale generale concernente la demarcazione dei suddetti confini, definita in esecuzione del Trattato di pace di Parigi, in data 25 novembre 1815, estratta dall’originale esistente nell’Archivio di Stato di Torino , “ Sezione 1^ fra gli atti del Ministero degli Affari Esteri ( Confini colla Francia)”.
Esso è conservato dalla Biblioteca Militare Centrale dello Stato Maggiore dell’Esercito, in Roma, ed è allocato nella Sezione Manoscritti con la segnatura bibliografica I – 116; redatto in lingua francese, si compone di 249 fogli ed ha un’altezza di 36 cm. ed una larghezza di 29 cm.
In premessa la tesi analizza l’evoluzione del concetto di confine, il compito dei militari in occasione di dispute confinarie ed é riportata in proposito l’esperienza personale fatta in “ Teatro operativo” nella missione U.N.M.E.E. ( United Nations Mission Ethiopia-Eritrea), il cui scopo era quello di aiutare i belligeranti, l’Eritrea e l’Etiopia, alla risoluzione dei contrasti confinari sorti tra di essi in seguito a dispute territoriali.
Nella prima parte del lavoro é studiata la genesi della frontiera sardo-francese dopo la caduta di Napoleone, alla quale é anteposta un’introduzione storica con cui si indicano i punti più significativi del periodo precedente a quello napoleonico.
La parte successiva esamina le metodologie fissate dalla Commissione al fine di pervenire ad un’ottimale definizione delle linee confinarie tra i due Stati.
Tali linee sono indicate analiticamente e sono stabilite riportandole a quelle definite nel 1790, salvo una serie di modifiche anch’esse indicate particolareggiatamente.
Nella terza parte sono evidenziate le fortificazioni costruite dai due Stati, le tecniche di costruzione delle medesime e il loro mutamento in conseguenza dell’evolversi delle tecniche di assedio; è sottolineato anche il miglioramento dell’artiglieria che consentiva agli assedianti una superiorità nei confronti degli assediati.
Sono pure riportate considerazioni in ordine alle fortificazioni quali espressione del rapporto tra territorio e confine ed al mutamento della loro funzione al passare “di mano” dei territori contesi.
Nella parte quarta sono studiate le analisi delle tattiche e delle strategie degli eserciti tra il ‘700 e l’ ‘800, partendo dallo studio delle tecniche di assedio cosi come esposte dal Vauban nel “Traité de l’attaque et de la defense des places”.
Il lavoro è corredato da una serie di carte geografiche e mappe, da un indice alfabetico del lessico e della tattica militare.
Sono inoltre indicate le caratteristiche delle azioni di fuoco e la loro classificazione.
Il lavoro si conclude con l’indicazione della bibliografia e delle fonti archivistiche.
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Università degli studi di Trieste
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