Le disposizioni penali della legge anticorruzione numero 190 del 2012

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A contrastare l’attuale e devastante fenomeno della corruzione è intervenuta la legge 6 novembre 2012, numero 190, recante Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione, la quale ha apportato, fra l’altro, significative modifiche a vari reati contenuti nel Titolo II del Libro II del codice penale, dedicato ai “Delitti contro la pubblica amministrazione”. Ci si riferisce all’aumento generalizzato delle pene edittali, alla nuova disciplina dei reati di concussione e di corruzione, ai nuovi delitti di induzione indebita a dare o promettere utilità e di traffico di influenze illecite, alle modifiche apportate, in tale contesto, alla misura di sicurezza della confisca per equivalente, ovvero ancora alla rimodulazione della norma del codice civile, ora denominata corruzione fra privati. Nell’attesa di un più ampio approfondimento da parte della dottrina e dell’intervento della giurisprudenza, viene offerta una prima lettura e analisi delle disposizioni penali di tale normativa.

Paolo Pittaro, è titolare di Diritto penale nel Corso di laurea in Giurisprudenza e coordinatore del Dottorato di ricerca in Scienze penalistiche del Dipartimento di Scienze Giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e della Traduzione dell’Università di Trieste, del quale è anche Direttore.
Eva Stanig e Ornella Stradaioli, sono dottori di ricerca, così come Ruggero Buciol, Luca Carboni, Kledi Kalaja, Eleonora Montaruli e Sara Perini sono dottorandi di ricerca in Scienze penalistiche, mentre Pietro Perini è collaboratore alla cattedra di Diritto penale.

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