Lingue Africane e creazione letteraria

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I libri scritti dagli africani nelle lingue europee fanno davvero parte della letteratura africana? Un semplice quesito dalla forza dirompente è alla base di questo acuto e vivace saggio di Diop, caratterizzato da lucidità d’analisi e da una logica stringente. La ricerca del perché gli scrittori africani cedano volentieri alla negazione di sé e prediligano le lingue delle potenze coloniali per la loro produzione letteraria, invece delle molteplici madrelingue, conduce il lettore in un viaggio dal tracciato complesso. Davvero gli scrittori africani che si sentono rampolli negri dell’Occidente sono espressione di una convinzione comune nel sentire letterario africano? Sembrerebbe di no, ma il cammino verso l’affermazione delle lingue native in campo letterario non è privo di rischi e ostacoli.

Boubacar Boris Diop, nasce a Dakar, in Senegal, nel 1946. Professore di letteratura e filosofia, scrittore, giornalista e sceneggiatore, da sempre impegnato sul piano politico e letterario, esordisce nella scrittura nel 1981. I suoi romanzi muovono spesso da vicende storiche come nel suo lavoro più noto Rwanda-Murambi, il libro delle ossa (Roma, edizioni E/O, 2004) ambientato all’epoca del genocidio dei Tutsi del 1994. L’impegno volto a riscattare umanamente e culturalmente l’immagine del suo Paese e del suo popolo si riflette anche nelle molteplici collaborazioni letterarie e giornalistiche: consulente tecnico del Ministero della cultura del suo Paese, collaboratore di “Afrique, perspectives et réalités”, è anche il fondatore di “Sol”, quotidiano indipendente senegalese.

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