Pinacoteca del Rettorato
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Browsing Pinacoteca del Rettorato by Author "Daneo, Romeo"
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- PublicationSpaventacchio n.2Daneo, RomeoCreato per l’Esposizione Nazionale di Pittura Italiana Contemporanea, che ebbe luogo presso l’Università di Trieste nel 1953, lo Spaventacchio n. 2 è uno dei curiosi personaggi d’invenzione che Romeo Daneo (fratello maggiore di Renato, anch’egli pittore) concepisce. Attraverso una semplificazione della forma ed una bidimensionalità delle superfici pittoriche, egli crea una creatura antropomorfa che è quasi un emblema dell’artista, di cui, oltre a questa, esistono altre versioni. Nella tela tarsie di colori freddi – bianchi e grigi – e pochi tocchi di rosso, si articolano su un astratto fondo azzurro, a comporre una figura priva di rilievo plastico che sembra essere stata montata pezzo per pezzo, e che Decio Gioseffi definì “un magico Meccano”. “Spaventacchio” tipo spaventapasseri, quindi: personaggio astratizzante, appartenente ad un mondo fantastico e specchio delle inquietudini moderne, che si muove in un paesaggio notturno, con la luna sullo sfondo. Artista a partire dagli anni Trenta, Romeo Daneo nasce a Trieste nel 1901. La sua attività espositiva ha inizio nel 1934 con la partecipazione a rassegne collettive in ambito locale, come, ad esempio, la “Mostra del ritratto” (Trieste 1947), dove vince il I premio del ritratto con una pittura a “tarsie” di colori puri, dotata però di una grande evidenza icastica. Tale successo gli apre la strada alla Quadriennale romana del 1948 e alle Biennali veneziane del ‘48 e del ‘50. Benché la prima produzione di Romeo Daneo sia quasi del tutto dispersa, essa era composta da opere figurative caratterizzate da un cromatismo acceso, vicino ai modi espressionistici. Nel 1953, a ridosso dell’Esposizione all’Università, Romeo Daneo è presente anche alla I Mostra Artisti Giuliani e Dalmati, alla X Biennale d’Arte Triveneta di Padova e alla II Mostra di Artisti Triestini come lui stesso specifica in una lettera indirizzata all’Ufficio Iniziative Culturali dell’Università, a cui chiede una proroga per la consegna del suo dipinto (Arch. Generale Università degli Studi di Trieste). Appena nel ‘57 accetta di allestire una personale (Roma, Galleria Odyssia). Da ricordare l’attività di illustratore editoriale ed il ruolo avuto a Trieste dal 1955 quale presidente del locale Sindacato Artisti Pittori e Scultori. Le sue ricerche intorno alla “magia del colore” lo porteranno, dagli anni Cinquanta, a cambiare le proprie composizioni “a tarsie” dapprima in senso astrattista – decorativo, quindi in senso fantastico, o se si vuole, in senso surrealistico. I colori ricchi di trasparenze, la preziosità dei materiali adoperati, l’aurea fiabesca e la dimensione di astratto surrealismo, rievocanti la raffinatezza delle icone bizantine, gli consentirono di essere uno tra gli artisti più aperti all’innovazione a Trieste nella seconda metà del secolo concluso. L’ultima fase di attività dell’artista, a partire dagli anni Sessanta e Settanta, è segnata dalla svolta verso la pittura Informale, con i collages (creati utilizzando i materiali più diversi, come tela, carta, giornali, fotografie) e le incisioni, caratterizzate da una notevole raffinatezza d’esecuzione. Del dipinto esiste anche un’altra redazione pressoché identica in collezione privata, intitolata Spaventacchio n. 2 e datata 1952 (cfr. R. Da Nova, Romeo Daneo, in Arte nel Friuli-Venezia Giulia 1900-1950, catalogo della mostra di Trieste, Stazione Marittima dicembre 1981 – febbraio 1982, Pordenone, GEAP, 1981, p. 136).
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