Browsing by Author "De Rosa, Erica"
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- PublicationRitratto del Rettore Domenico RomeoDe Rosa, EricaPrimo laureato in Biochimica dell’ateneo giuliano, il monfalconese Domenico Romeo vanta un nutrito curriculum di ricercatore in prestigiosi istituti internazionali. La sua carriera comincia, all’indomani della laurea, al Dipartimento di Biologia molecolare dell’Albert Einstein College of medicine di New York dove trascorre un anno al termine del quale diventa assistant professor al Dipartimento di microbiologia dell’Università del Connecticut. Rientrato a Trieste nel 1970, riprende la sua attività di ricerca e insegnamento all’Istituto di chimica Biologica prima di ripartire per nuovi incarichi a Londra e all’Istituto Weizmann in Israele. Negli anni Ottanta partecipa in veste di project leader alla fondazione dell’Icgeb, il Centro internazionale di ingegneria genetica e biotecnologica, venendo poi nominato commissario straordinario (e, dal 1990, presidente) dell’Area Science Park dal ministro della Ricerca Ruberti. Chiamato da Carlo Rubbia a far parte del consiglio di amministrazione della società Sincrotrone Trieste, dal 1997 al 2000 presiede il Parco scientifico e tecnologico della Sicilia. Nel 2003 viene nominato Rettore dell’Ateneo di Trieste, incarico mantenuto fino al 2006 e a cui, l’anno successivo, si affianca quello di segretario esecutivo della rete di Università dell’Iniziativa centro europea. L’attività di studio e ricerca di Romeo è l’aspetto che maggiormente viene esaltato nell’opera in esame in cui il Rettore, raffigurato a busto intero leggermente girato verso destra, sostiene con la mano sinistra un volume dalla copertina arancione che risalta vivacemente sulla giacca blu scuro del protagonista. La sobria eleganza del personaggio permette di superare la retorica dei ritratti dei suoi predecessori Borruso, Fusaroli e Delcaro – tutti dipinti dalla De Rosa – derivante in primis dalla scelta di rappresentarli con indosso il manto di ermellino. Nel caso dell’effige di Romeo la pittrice udinese preferisce sottolineare l’aspetto personale del protagonista e quindi, oltre ad accennare alla professione svolta dal Rettore nel periodo precedente la sua nomina, un dettaglio apparentemente secondario come la fede assume invece una notevole rilevanza: ben visibile all’anulare sinistro, l’anello intende enfatizzare l’importanza rivestita dalla famiglia parlando anche del sostegno da essa ricevuto. Un’ulteriore discrimine tra il dipinto in oggetto e gli altri ritratti realizzati dalla De Rosa proviene dalla scelta di sostituire il fondale scuro con una più leggera e variamente illuminata tinta azzurra, capace di sintonizzarsi sui toni dell’abito del protagonista e di irradiare una nota di serenità alla composizione nel suo complesso. Il movimento impresso al corpo del protagonista, evidente elemento di rottura rispetto ai precedenti lavori, viene ribadito da un’ampia distesa di punti luce distribuiti sul risvolto della giacca e sul volto del personaggio, descritto con una verosimiglianza che tende a superare i limiti dell’esteriorità per accennare al carattere pacato e riflessivo. Il disegno attento che contraddistingue il busto di Romeo cede il passo, nel volto stesso e nelle mani, a una maggiore corposità cromatica nel rispetto della tradizione veneta che costituisce il punto di riferimento costante per la ritrattistica della pittrice.
141 122 - PublicationRitratto del Rettore Domenico RomeoDe Rosa, EricaPrimo laureato in Biochimica dell’ateneo giuliano, il monfalconese Domenico Romeo vanta un nutrito curriculum di ricercatore in prestigiosi istituti internazionali. La sua carriera comincia, all’indomani della laurea, al Dipartimento di Biologia molecolare dell’Albert Einstein College of medicine di New York dove trascorre un anno al termine del quale diventa assistant professor al Dipartimento di microbiologia dell’Università del Connecticut. Rientrato a Trieste nel 1970, riprende la sua attività di ricerca e insegnamento all’Istituto di chimica Biologica prima di ripartire per nuovi incarichi a Londra e all’Istituto Weizmann in Israele. Negli anni Ottanta partecipa in veste di project leader alla fondazione dell’Icgeb, il Centro internazionale di ingegneria genetica e biotecnologica, venendo poi nominato commissario straordinario (e, dal 1990, presidente) dell’Area Science Park dal ministro della Ricerca Ruberti. Chiamato da Carlo Rubbia a far parte del consiglio di amministrazione della società Sincrotrone Trieste, dal 1997 al 2000 presiede il Parco scientifico e tecnologico della Sicilia. Nel 2003 viene nominato Rettore dell’Ateneo di Trieste, incarico mantenuto fino al 2006 e a cui, l’anno successivo, si affianca quello di segretario esecutivo della rete di Università dell’Iniziativa centro europea.
835 401 - PublicationRitratto del Rettore Giacomo BorrusoDe Rosa, EricaPreside della facoltà di Economia dal dicembre 1984, nel giugno 1990 Giacomo Borruso fu costretto a dimettersi per accettare la carica di Rettore che gli venne riconfermata nel triennio seguente. Di origine triestina, Borruso si adoperò attivamente per la riorganizzazione dei corsi di studio e il contestuale sviluppo delle strutture universitarie. La nascita delle lauree brevi, l’attivazione di corsi al di fuori della sede triestina (con i poli di Gorizia e Pordenone) e, parallelamente, il riatto di strutture urbane come i padiglioni dell’ex Ospedale psichiatrico messi a disposizione dell’Università dalla Provincia già alla fine degli anni Settanta sono alcune delle sfide poste al Rettore da esigenze alternativamente di carattere nazionale e locale. Accanto a questioni pragmatiche come quelle accennate, nel 1991 Borruso accetta con entusiasmo la sfida lanciata da Rita Levi Montalcini durante la cerimonia indetta per il conferimento della laurea honoris causa in Medicina. Nel discorso di ringraziamento, la premio Nobel sollecita infatti la redazione di una Magna Charta dei doveri finalizzata alla cooperazione globale in vista dell’instaurazione di condizioni di vita umane nel rispetto dell’ambiente naturale. Il messaggio così espresso suggerisce al Rettore la costituzione di un gruppo di lavoro formato da scienziati di fama internazionale che, riunitisi per ben due volte nel capoluogo giuliano, compilano il prezioso documento i cui principi, diffusi dal Consiglio internazionale dei doveri umani (inizialmente presieduto proprio dalla Montalcini), vengono sottoposti all’Onu per affiancare la Carta dei Diritti dell’uomo. Appoggiato con la mano destra a un ripiano scuro, Borruso è rappresentato a busto intero, il corpo leggermente girato verso destra, lo sguardo rivolto all’osservatore. Nonostante esibisca l’abito di ermellino ogni severità o distacco sono eliminati dalla sua figura grazie all’enfasi con cui la pittrice si sofferma sul volto del personaggio, dominato dall’azzurro degli occhi che illuminano l’intera composizione. Usando un colore ricco, estremamente sensibile alle sfumature chiaroscurali, l’autrice sottolinea la serenità del protagonista attraverso la centralità assegnata al volto, alludendo alla laboriosità dello studioso e, parallelamente, dell’uomo attento alle questioni pratiche inerenti l’Ateneo nel posizionamento della mano in primo piano: un espediente, fra l’altro, che facilita “l’ingresso” dell’osservatore nel dipinto annullando la distanza fra superficie pittorica e mondo reale. Stagliato su un fondo monocromo percettibilmente schiarito lungo i bordi della figura, il Rettore Borruso è definito da pennellate puntuali la cui precisione è rafforzata dalla luminosità propagata dal bianco della veste: un esteso punto luce che accresce la plasticità del personaggio e richiama alla mente esempi della precedente ritrattistica veneta. Ed è in effetti l’arte classica uno dei punti di riferimento di Erica De Rosa. La pittrice, udinese di nascita ma da lungo tempo residente a Venezia, esprime questa passione per i maestri del passato sia negli affreschi e dipinti in stile con cui esplica la propria attività di decoratrice di interni, sia nella realizzazione di copie dall’antico.
136 104 - PublicationRitratto del Rettore Giacomo Borruso(2008)De Rosa, EricaPreside della facoltà di Economia dal dicembre 1984, nel giugno 1990 Giacomo Borruso fu costretto a dimettersi per accettare la carica di Rettore che gli venne riconfermata nel triennio seguente. Di origine triestina, Borruso si adoperò attivamente per la riorganizzazione dei corsi di studio e il contestuale sviluppo delle strutture universitarie. La nascita delle lauree brevi, l’attivazione di corsi al di fuori della sede triestina (con i poli di Gorizia e Pordenone) e, parallelamente, il riatto di strutture urbane come i padiglioni dell’ex Ospedale psichiatrico messi a disposizione dell’Università dalla Provincia già alla fine degli anni Settanta sono alcune delle sfide poste al Rettore da esigenze alternativamente di carattere nazionale e locale. Accanto a questioni pragmatiche come quelle accennate, nel 1991 Borruso accetta con entusiasmo la sfida lanciata da Rita Levi Montalcini durante la cerimonia indetta per il conferimento della laurea honoris causa in Medicina. Nel discorso di ringraziamento, la premio Nobel sollecita infatti la redazione di una Magna Charta dei doveri finalizzata alla cooperazione globale in vista dell’instaurazione di condizioni di vita umane nel rispetto dell’ambiente naturale. Il messaggio così espresso suggerisce al Rettore la costituzione di un gruppo di lavoro formato da scienziati di fama internazionale che, riunitisi per ben due volte nel capoluogo giuliano, compilano il prezioso documento i cui principi, diffusi dal Consiglio internazionale dei doveri umani (inizialmente presieduto proprio dalla Montalcini), vengono sottoposti all’Onu per affiancare la Carta dei Diritti dell’uomo.
1371 665 - PublicationRitratto del Rettore Lucio Delcaro(2016)De Rosa, EricaDocente di Elettronica presso la Facoltà di Ingegneria dal 1976 al 2006, Lucio Delcaro venne dapprima eletto Preside della medesima Facoltà dal 1983 al 1995 ricoprendo successivamente la carica di Rettore dal 1997 al 2003. Nato a Pola, in omaggio alle proprie origini istriane è stato attivo in diversi circoli e centri di cultura giuliani accettando la presidenza della Società Nautica Pietas Julia dal 1983 al 1988 e ricoprendo il medesimo incarico presso l’Irci adoperandosi attivamente per accelerare l’apertura del Museo della Cultura Istriana.
660 168 - PublicationRitratto del Rettore Lucio Delcaro(2008)De Rosa, EricaDocente di Elettronica presso la Facoltà di Ingegneria dal 1976 al 2006, Lucio Delcaro venne dapprima eletto Preside della medesima Facoltà dal 1983 al 1995 ricoprendo successivamente la carica di Rettore dal 1997 al 2003. Nato a Pola, in omaggio alle proprie origini istriane è stato attivo in diversi circoli e centri di cultura giuliani accettando la presidenza della Società Nautica Pietas Julia dal 1983 al 1988 e ricoprendo il medesimo incarico presso l’Irci adoperandosi attivamente per accelerare l’apertura del Museo della Cultura Istriana. Colpito da una sorgente luminosa esterna al dipinto, il fondale cinerino su cui si staglia il busto del Rettore tende a schiarirsi lungo i contorni rendendoli maggiormente percettibili e accrescendo l’evidenza della figura. Chiuso nella cappa nera bordata di ermellino, Delcaro si volge monoliticamente verso destra fissando lo sguardo lontano, fuori dai limiti della tela, quasi a voler sottolineare il distacco derivante da una carica da cui deriva la dignità allusa anche dal pesante collare dorato adagiato sul petto. L’impegno richiesto dal suo ruolo costringe il volto del Rettore in un’espressione di corrucciata severità enfatizzata dalle rughe che ne solcano il volto ancora giovane. I punti luminosi che arricchiscono l’impasto cromatico della fronte e del naso trovano più ampi pendant nel colletto della camicia e nella pelliccia, esaltando la compattezza del manto nero. Secondo della serie di ritratti di rettori eseguiti dalla pittrice udinese Erica De Rosa, il dipinto ruota attorno all’accentuazione della solennità della carica rivestita, aspetto da cui discende la fissità di posa ed espressione che comunque, rispetto al più impostato Ritratto del Rettore Paolo Fusaroli, cominciano in questo caso ad ammorbidirsi in vista della gestualità rilassata e della naturalezza ravvisabili nell’immagine di Giacomo Borruso. Al pari degli altri due esemplari usciti dal pennello della De Rosa, l’opera in esame è caratterizzata dall’attenzione cromatica e chiaroscurale che proviene dalla passione per l’arte del passato, e in particolare della ritrattistica veneta, a cui si ispira l’autrice. Trascurando il disegno a favore della compattezza e solidità garantite dal sapiente uso del colore, l’artista consegue la perfetta verosimiglianza fisica e morale del protagonista alternando tocchi minuti di pennello a porzioni di maggiore ampiezza.
149 151 - PublicationRitratto del Rettore Paolo Fusaroli(2006)De Rosa, EricaPaolo Fusaroli, rettore dell'Università degli Studi dal 1981 al 1990. Di origini ferraresi, Paolo Fusaroli viene eletto Rettore nel 1981 e successivamente riconfermato per due mandati consecutivi. In questo periodo l’Università di Trieste conosce un significativo incremento delle relazioni internazionali attraverso accordi e convenzioni che la mettono in contatto con atenei e centri di ricerca diffusi in ambito europeo e mondiale tanto da rendere necessaria l’istituzione, sollecitata dallo stesso Rettore, del responsabile delle Relazioni internazionali.
453 228 - PublicationRitratto del Rettore Paolo FusaroliDe Rosa, EricaDi origini ferraresi, Paolo Fusaroli viene eletto Rettore nel 1981 e successivamente riconfermato per due mandati consecutivi. In questo periodo l’Università di Trieste conosce un significativo incremento delle relazioni internazionali attraverso accordi e convenzioni che la mettono in contatto con atenei e centri di ricerca diffusi in ambito europeo e mondiale tanto da rendere necessaria l’istituzione, sollecitata dallo stesso Rettore, del responsabile delle Relazioni internazionali. Stagliato su uno sfondo uniformemente scuro, Fusaroli è rappresentato a busto intero, il corpo leggermente girato verso sinistra e il volto diretto all’osservatore. Due diverse onorificenze smorzano l’austerità dell’ingombrante manto di ermellino, descritto con pennellate rapide ma accurate che, attraverso cauti trapassi chiaroscurali, addolciscono la robustezza della figura. L’immobilità del personaggio e la sua plasticità vengono ammorbidite proprio dall’attenzione che la pittrice ripone nell’aspetto cromatico dell’opera, costruita attorno al penetrante sguardo del Rettore, sottolineato dal regolare disegno dell’arco sopraccigliare e dalle guance scavate a colpi di pennello, strumento che l’autrice adopera senza l’intenzione di nascondere il percorso seguito dalla propria mano. La prevalente oscurità in cui è tenuto il dipinto viene bilanciato dal candore abbagliante e quasi inatteso della camicia e del manto di pelliccia, entrambi pronti ad amplificare le macchie di luce distribuite sul volto allo scopo di fingere realisticamente l’incarnato del protagonista. Udinese di origine ma da tempo residente a Venezia, Erica De Rosa ha avviato la collaborazione con l’Università di Trieste proprio grazie al Rettore Fusaroli che, avendone apprezzato il lavoro in una mostra allestita nel capoluogo friulano, nel 2006 decise di commissionarle il proprio ritratto. A quest’opera sono seguiti, due anni più tardi e a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro, il Ritratto del Rettore Prof. Lucio Delcaro e quello del suo predecessore Giacomo Borruso (cfr. schede successive). Laureata in Lettere a indirizzo artistico presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, Erica De Rosa ha proseguito i propri studi all’Accademia di Belle Arti della città lagunare dedicandosi successivamente all’attività di illustratrice, alla decorazione di interni e alla ritrattistica.
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