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Browsing by Author "Murgia, Emanuela"

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    Publication
    Archeologia inclusiva: aspetti teorici e pratici di una fruizione senza barriere
    (2023)
    Fontana, Federica
    ;
    Murgia, Emanuela
    Visitare luoghi di cultura, come i musei o i siti archeologici, è un’esperienza che si fa da giovani, a volte perché accompagnati dai familiari, spesso durante il periodo di frequenza scolastica in continuità con tematiche e materie trattate durante le lezioni. Tale esperienza rimane nel cuore e negli interessi di molte persone e si rivela un’opportunità educativa per tutta la vita adulta, quando siamo noi a scegliere, anche sulla base dei nostri interessi personali, dove recarci e quali tipologie di musei o siti visitare. Poter fruire del patrimonio culturale significa dunque avere accesso ad un bene comune e tale aspirazione non deve essere solo riservata a coloro che vengono definiti “addetti ai lavori”, ma deve rivolgersi a tutti i potenziali interessati, considerando le differenze di età, di preparazione culturale, di capacità di partecipazione. Anche la presenza di varie disabilità contribuisce alla messa in discussione del bene comune e del diritto di avvalersene da parte delle persone che ne sono portatrici. A questo proposito la Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità (2006) fa esplicito riferimento, all’art. 9, alla necessità di garantire l’accessibilità alle strutture ai servizi offerti al pubblico, ricordandoci contemporaneamente, all’art. 30, il diritto a prendere parte alla vita culturale, ricreativa e sportiva. Un pensiero di questo tipo ribalta la visione centrata sull’individuo per spostarla sul contesto, è infatti quest’ultimo che deve attrezzarsi per accogliere tipologie diverse di pubblico, chiedendosi come può attrezzarsi per rendere le visite più interattive, stimolanti e attente alle esigenze di svariati visitatori. Si tratta di vere e proprie sfide, che portano innanzitutto a una diversa visione dello scopo dei beni pubblici che intendono condividere il compito di svolgere un ruolo attivo nella società, rimuovendo gli ostacoli che impediscono di incorporare le diversità per favorire l’uguaglianza e i diritti di tutti.
      43  1584
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    Publication
    L'attività didattica
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2017)
    Murgia, Emanuela
      285  1209
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    Publication
    Comunicare per imagines nel Mitreo del Circo Massimo
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2022)
    Murgia, Emanuela
      42  220
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    Publication
    Culti e romanizzazione. Resistenze, continuità, trasformazioni
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2013)
    Murgia, Emanuela
    L'autrice affronta il problema dei culti romani e non romani nell’Italia nord-orientale attraverso l'esame di quattro casi di studio (Verona, Patavium, Aquileia e Iulium Carnicum) scelti come campioni rappresentativi delle varietà insediative, etniche, istituzionali, geo-ambientali che connotarono la Transpadana orientale. Una parte preliminare, in molti casi innovativa, affronta le numerose questioni di metodo che il tema pone, ma che nella letteratura di settore si tende spesso a sottendere o ad eludere. Il risultato costituisce un contributo prezioso sia per gli storici interessati a ricostruire le dinamiche dei rapporti interculturali, sia per gli studiosi di storia territoriale attenti ai processi di transizione istituzionale, sia per gli specialisti di storia delle religioni alle prese con una fruttuosa analisi sul campo. Un libro da leggere, da meditare, da metabolizzare e con cui confrontarsi, nel consenso o nel dissenso, con il rispetto che merita la serietà e l’originalità della ricerca intrapresa.
      2315  10793
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    Publication
    I culti isiaci nell’Italia settentrionale 1. Verona, Aquileia, Trieste
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2010)
    Fontana, Federica
    ;
    Murgia, Emanuela
    Si deve ad un devoto della dea, autore di una dedica nel III d.C. a Capua,la splendida sintesi sulla dimensione raggiunta dalla sua protettrice che egli definisce Tu, una quae es omnia, dea Isis. La dea che arriva a Roma è già diventata unica, onnipotente, myrionima e dotata di infinite competenze. Questo lavoro, dedicato alla presenza della dea e dei synnaoi theoi nelle città di Verona, Aquileia e Trieste, costituisce un primo contributo allo studio dell’introduzione e dell’affermazione dei culti isiaci nell’Italia Settentrionale. Tale questione, per nulla ‘locale’,si rivela invece strettamente connessa ai problemi storici,politici e culturali che segnarono le tappe di diffusione del culto a Roma e nel mondo mediterraneo.Una particolare attenzione è dedicata all’approfondimento delle ‘immagini’ della dea, poliedrica e mutevole nelle sue competenze e, quindi, nelle forme in cui si presenta.Un ricco apparato di materiale ‘isiaco’ completa, nella concretezza della lettura iconografica, la parte teorica relativa alle raffigurazioni della dea myriónima e dei suoi páredroi.
      3708  17484
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    Publication
    Culti romani e non-romani nella fase di romanizzazione dell'Italia nord-orientale: resistenze e sopravvivenze, strutture, rituali e funzioni.
    (Università degli studi di Trieste, 2012-05-16)
    Murgia, Emanuela
    ;
    Fontana, Federica
    ;
    De Cazanove, Olivier
    Rispetto alle premesse di una ricerca, nata con l’obiettivo di indagare i processi di interazione tra cultualità indigena e religio romana nell’Italia nord-orientale, nelle possibili forme di “resistenza”, “sopravvivenza”, “integrazione”, i risultati sono, in un certo senso, controcorrente rispetto alle più recenti riflessioni sulle forme del sacro in fase di romanizzazione. La possibilità di comprendere le modalità attraverso le quali la romanizzazione modificò l’esistente comporta, inevitabilmente, una conoscenza della religiosità preesistente peraltro non riconducibile ad una sola facies etnico-culturale. Gli esempi in tal senso sono numerosi: dal caso macroscopico del frazionamento delle tribù celtiche e liguri nell’Italia nord-occidentale, a quello più difficilmente percepibile del comprensorio territoriale dove fu dedotta Aquileia, che al momento della calata dei Galli Transalpini, nel 186 a.C., si presentava quasi come una zona “cuscinetto”, tra Veneti ed Istri. La restituzione di un sistema religioso “di sostrato” unitario si è confermato, quindi, gravida di rischi di genericità. Un’attenta analisi dei contesti e dell’evoluzione storica dei diversi centri nel venetorum angolus ha rivelato con immediatezza quanto questa presunta unitarietà sia, nella realtà dei fatti, apparente: il “sostrato” etnico di Verona, in cui confluiscono elementi veneti, cenomani e retici, non è certo quello di Altino, così come il ruolo assunto da Padova nei confronti di Roma non è in alcun modo assimilabile a quello di Este, che continuò a essere percepita come “veneticità”. In questo senso, quindi, concludere che “nell’ambito della Gallia Cisalpina la zona veneta è quella in cui sono maggiormente attestati culti non romani, conseguenza del fatto che la penetrazione romana avvenne in modo pacifico e non a seguito di una conquista”, ovvero in virtù di una corroborata amicitia, non permetterebbe di cogliere criticità e complessità dei fenomeni cultuali in fase di romanizzazione. L’aver contestualizzato l’evidenza documentaria riferibile al sacro in senso geografico, etnografico e poleografico si è rivelato, dunque, ineludibile. Questo approccio ha permesso di constatare, per esempio, come le modalità di trasformazione dei culti a Padova ed Este siano state, per così dire, antitetiche benché entrambe nell’ottica di una innovazione. Il principale santuario extraurbano di competenza patavina, S. Pietro Montagnon, fu abbandonato proprio nel corso del III secolo a.C., quando, secondo la storiografia moderna, fu avviata la romanizzazione del comparto veneto. Più in generale, da Padova non proviene alcuna testimonianza epigrafica relativa a teonimi indigeni in forma latinizzata. Si tratta di un elemento di estremo rilievo della cosidetta Selbstromanisierung. Ad Este, invece, la romanizzazione non comportò un abbandono generalizzato dei luoghi di culto. Il santuario di Reitia, per esempio, mantenne il suo primato e se ci fu un adeguamento al modello romano, questo fu soprattutto in termini architettonico-monumentali. Per entrambe i centri veneti, quindi, un’adesione al nuovo ma con evidenti sfumature. Un’analisi di questo tipo, volta cioè a ricondurre le fonti disponibili ad un contesto comune, ha dovuto tenere conto, fin dal suo avvio, di un condizionamento, ovvero che l’evidenza documentaria disponibile corrisponde quasi esclusivamente alla fase di romanizzazione compiuta. Per questo motivo, comprendere “dove-quando-come si verificano i meccanismi di trasformazione; dove-quando-come si sovrappongono, o si impongono, alla tradizione locale; dove-quanto-come si integrano le diverse componenti” ha imposto inevitabilmente una prospettiva “romana”. In considerazione del valore politico della religione romana, la continuità di un determinato culto indigeno non è stata interpretata secondo parametri di “persistenza”, ”resistenza” o “mediazione”, ma piuttosto di “ufficialità” o “non ufficialità”. Laddove si è potuta cogliere, la dimensione ufficiale di un culto epicorico è emersa nelle fonti attestanti l’intervento più o meno diretto di una magistratura civica, o si è dedotta dalla presenza di santuari organizzati di natura pubblica o, ancora, da riferimenti al calendario locale che, come noto, era definito annualmente dai magistrati iurisdicenti con una notevole autonomia rispetto alle regole dell’Urbe e in sintonia con le caratteristiche specifiche del corpo civico di riferimento. Un caso significativo è quello dell’aedes Belini a Iulium Carnicum restaurata nella seconda metà del I secolo a.C. con il consenso dell’autorità vicana e grazie al contributo finanziario di un collegium. Un culto, quindi, pienamente romanizzato nella forma benché celtico sia Belenus: più che di una religiosità epicoria, la sua presenza si rivela espressione della celticità stessa della comunità carnica. Un esempio altrettanto interessante è quello del santuario altinate in località Fornace: alla divinità di tradizione venetica Altnoi sarebbe subentrato nel I secolo a.C., nel segno di una continuità funzionale, ovvero di divinità poliadica, Iuppiter Altinatis. Se la dimensione “pubblica” costituisce l’osservatorio privilegiato per l’analisi dei culti in fase di romanizzazione, ciò non toglie che anche la permanenza di una religiosità indigena o, al contrario, l’adattamento ai culti romani nello spazio personale in alcuni casi è stato considerato quale indicatore dei fenomeni di acculturazione. Un esempio efficace è quello dei noti dischi bronzei “di schietta cultura veneta”, raffiguranti la cosiddetta dea clavigera o figure maschili/militari per i quali si è pensato ad un programmatico “recupero di culti di sostrato”. Una delle questioni più interessanti affrontate in questo studio è stata quella della cosiddetta interpretatio, ovvero del rapporto tra divinità “importate” e personalità divine preesistenti. Ciò che sembra accomunare la maggior parte degli studi sulle forme di cultualità in Italia settentrionale, è la ricerca sistematica di radici “celtiche”, ma anche “venetiche”, “retiche”, “etrusche”, a divinità tipicamente italiche, quali Minerva, Fortuna, Neptunus, Hercules, che si sarebbero sovrapposte, per analogia di funzioni, a numi locali. L’analisi della documentazione epigrafica, tuttavia, ha dimostrato che spesso la tipologia delle offerte e i formulari votivi sono coerenti con quelli di tradizione italica e che la presenza di onomastica indigena, spesso considerata indicativa di una persistenza di cultualità di sostrato, sembra allinearsi con quella riscontrata anche in altri tituli sacri compresi quelli alla triade capitolina. La persistenza di teonimi non-romani, come Reitia, Leituria, Temavus, è stata spesso valutata spia di “resistenza” da parte degli indigeni alla nuova religio o, di contro, “tolleranza” dei Romani. I dati emersi da questa ricerca hanno consentito di integrare questo quadro rendendolo, per quanto possibile, meno schematico. Un esempio per tutti: a Brixia il dio locale Bergimus, associato al Genius Coloniae Civicae Augustae, sembra assumere una dimensione poliadica assurgendo a punto di riferimento per la componente cenomane del centro ormai romanizzato. In altri contesti, infine, la presenza di culti non romani, considerati in genere sinonimo di tenace resistenza alla romanizzazione è risultata, piuttosto, frutto di una devozione successiva, il più delle volte con specifico valore politico. Di questo processo fa parte anche il fenomeno di “reviviscenza delle divinità celtiche o, più in generale, indigene” che ebbe “la connotazione di un’opposizione di tipo politico all’accentramento di potere effettuato a Roma, a cui le aree periferiche, almeno a partire dall’età antonina, si ribellarono facendo leva sulla riappropriazione di una cultura religiosa autoctona, quando non addirittura della nuova religione cristiana”. Molta documentazione della piena età imperiale andrebbe riconsiderata in ragione di questi aspetti. Da ultimo si è cercato di valutare il peso delle élites romane nella gestione dei sacra. Questo fenomeno era già noto per i centri coloniari, come ad esempio ad Aquileia, Ariminum, Cremona, Piacenza, Luna, dove l’intervento delle aristocrazie romane è particolarmente evidente nella scelta di motivi allusivi alla difesa dal “barbaro” attraverso la diffusione dell’Apollo Liceo. Anche a Patavium l’introduzione del culto di Iuno, connotato in senso “trionfale”, è sembrato ascrivibile ai più alti livelli di committenza, se l’ipotesi di un coinvolgimento di M. Aemilius Lepidus coglie nel segno. Un ruolo non secondario, a Patavium e non solo, riveste l’intervento augusteo, che introduce, nella grande risistemazione del pantheon, il culto dei Lares e quello a Concordia.
      2714  13272
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    Publication
    Del buon uso delle fonti nell'archeologia del sacro: il caso di Mithra ad Aquileia
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2013)
    Murgia, Emanuela
    Le culte de Mithra à Aquileia est attesté par nombreux documents épigraphiques et archéologiques. Parmi les sources archéologiques on compte une série de lampes de l’antiquité tardive (Atlas X) qui représentent un personage masculin avec une tunique courte, les bras levés et un “masque”. Ce personage est généralement interprété comme un “corax”. Est-il possible que ce personage soit un initié? Le but de cet article est de vérifier cette hypothèse.
      981  3188
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    Publication
    Dionysian-themed African mosaics: some reflections
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2018)
    Murgia, Emanuela
    The African provinces, maybe more than other regions of the Empire, are known to have delivered pavements characterized by a Dionysiac theme (Dionysos, satyrs, bacchantes, other members of his thiasos, Dionysiac emblems such ad vines, masks, etc.). The meaning to be related to those mosaics is very debated, in particular whether to consider them as reliable sources or not to define the traits of the African Dionysism. To resolve the issue, it is necessary to study the mosaics in their own context. This contribution intends to analyse, as an example, the oecus mosaic from the ‘House of Silenus’ at El Jem-Thysdrus, aiming to clarify if it could be intended in a symbolic interpretation (i.e. the scene allude to certain aspects of the Dionysiac mysteries) as it is traditionally proposed.
      211  581
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    Publication
    Elementi di decorazione pavimentale e parietale
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2017)
    Murgia, Emanuela
      258  214
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    Publication
    Sacrum facere. Atti del II Seminario di Archeologia del Sacro. Contaminazioni: forme di contatto,traduzione e mediazione nei sacra del mondo greco e romano. Trieste, 19-20 aprile 2013
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2014)
    Fontana, Federica
    ;
    Murgia, Emanuela
    Negli Atti del II Seminario di Archeologia del Sacro, tenutosi a Trieste il 19 e 20 aprile 2013, continua il confronto multidisciplinare tra specialisti su un tema grande attualità, quello delle forme di contatto, prestiti e contaminazioni, tra culture “religiose” nel mondo antico attraverso le testimonianze letterarie, epigrafiche ed archeologiche.
      2410  13177
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    Publication
    Sacrum facere. Atti del III Seminario di Archeologia del Sacro
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2016)
    Fontana, Federica
    ;
    Murgia, Emanuela
    Il III Seminario di Archeologia del 'sacro' affronta il tema degli spazi in rapporto agli atti rituali che vi si svolgevano. Il volume raccoglie contributi interdisciplinari su molteplici aspetti, dall'articolazione architettonica e funzionale degli edifici sacri al loro apparato decorativo, nonché agli spazi e ai modi del rito.
      1889  6891
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    Publication
    Il futuro parco naturalistico, archeologico e paleontologico al Villaggio del Pescatore (Ts): una sfida all’accessibilità, all’inclusione e alla sostenibilità
    (2023)
    Murgia, Emanuela
    The Villaggio del Pescatore is located in the province of Trieste. It was built to give asylum to about forty fishermen families who came from the territories that had been ceded to the former Yugoslavia, between 1951 and 1952. The site is located in an environmental and transitional area, where the characteristics of the Karst hills tend to hybridise with those of the coast. Distinguished by palaeontological, archaeological, and historical evidence, this area coexists with an infrastructural and industrial zone. The Autonomous Region of Friuli Venezia Giulia, MIBACT and the Municipality of Duino Aurisina signed an Agreement aimed at the creation of a naturalistic, archaeological, and palaeontological park. This paper presents the potentials and limits of this project in terms of accessibility, inclusion, sustainability. This paper, in addition, aims to illustrate the work done by the University of Trieste in the field of accessibility at Villaggio del Pescatore.
      14  26
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    Publication
    Il Mitreo del Circo Massimo. Studio preliminare di un monumento inedito tra archeologia, conservazione e fruizione
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2022)
    FONTANA, Federica
    ;
    Murgia, Emanuela
    Il volume raccoglie i primi risultati dell’ampio e articolato progetto di ricerca dedicato al Mitreo del Circo Massimo, frutto della Convenzione di Ricerca stipulata nel 2016 tra la Sovrintendenza Capitolina e l’Università. degli Studi di Trieste. Nell’ambito di tale collaborazione, che ha coinvolto successivamente anche l’Università. degli Studi di Venezia e il Politecnico di Milano, è stato affrontato con un approccio multidisciplinare lo studio di uno dei monumenti mitraici più importanti di Roma antica, ancora sostanzialmente inedito e poco conosciuto al pubblico dei non specialisti. Nel volume sono presentati approfonditamente gli aspetti topografici, architettonici e decorativi del Mitreo, avvalendosi della realizzazione di un nuovo rilievo archeologico dell’edificio, con la mappatura di tutte le fasi edilizie conservate. Il progetto di studio e di valorizzazione ha comportato anche una serie di interventi mirati di restauro, che hanno implementato il sistema di monitoraggio ambientale collocando una serie di sensori funzionali alla rilevazione dei mutamenti nel delicato microclima dei vani ipogei. La pubblicazione a più voci rappresenta, dunque, un traguardo importante per la Sovrintendenza Capitolina e mostra, ancora una volta, quanto la collaborazione tra enti di tutela e di ricerca possa essere feconda di risultati.
      196  4213
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    Publication
    Un pastiche iconografico: Anubi pastore tra gli animali
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2014)
    Murgia, Emanuela
    In Norditalien gibt es nur wenige Fußbodenmosaike mit mythologischen Darstellungen. Eine der interessantesten Beispiele ist ein Mosaik, das 1948 in Rimini entdeckt wurde und eine männliche Figur abbildet, in Hirtenbekleidung, mit Hundskopf, der eine große Anzahl wilder Tiere und Fabelwesen hütet. Die Figur wurde von der Wissenschaft als Anubis interpretiert. Dieser Beitrag beschäftigt sich mit den in diesem Zusammenhang auftretenden Fragen der Datierung und dem Kontext des Mosaiks ebenso wie mit denen der ikonographischen Interpretation der Szene, die einzigartig ist.
      872  2723
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    Publication
    Sacra peregrina ad Emona
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2019)
    Murgia, Emanuela
    The paper presents a summary of the sacra peregrina located in the Colonia Iulia Emona. Albeit the archaeological records quite scarce, the epigraphic evidence allows us, instead, to offer some thoughts about the role of Mithra, Isis, Sarapis and Mater Magna in the pantheon of the city.
      240  544
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    Publication
    Sacrum facere. Atti del IV Seminario di Archeologia del Sacro
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2018)
    Fontana, Federica
    ;
    Murgia, Emanuela
    Sacrum è una delle occasioni in cui studiosi italiani e stranieri possono incontrarsi per scoprire nuovi documenti, compararli o mettere in discussione opinioni che sembrano superate. Questo volume è dedicato alle figure sacre: alle divinità, ai sacerdoti e ai devoti, scoprendo con piacere studi che si completano o dialogano tra loro, al di là delle fonti studiate, archeologiche, epigrafiche, iconografiche o letterarie.
      674  5139
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    Publication
    Sacrum facere. Atti del V Seminario di Archeologia del Sacro
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2019)
    Fontana, Federica
    ;
    Murgia, Emanuela
    Sacrum è una delle occasioni in cui studiosi italiani e stranieri possono incontrarsi per scoprire nuovi documenti, compararli o mettere in discussione opinioni che sembrano superate. Questo volume è dedicato alle figure sacre: alle divinità, ai sacerdoti e ai devoti, scoprendo con piacere studi che si completano o dialogano tra loro, al di là delle fonti studiate, archeologiche, epigrafiche, iconografiche o letterarie.
      996  6161
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    Publication
    Sacrum facere. Atti del VI Seminario di Archeologia del Sacro. Forme associative e pratiche rituali nel mondo antico. Trieste, 24-25 maggio 2019
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2021)
    FONTANA, Federica
    ;
    Murgia, Emanuela
    Il Seminario di Archeologia del Sacro, giunto alla sua sesta edizione, è dedicato ad un tema complesso e articolato, ossia i sacra in ambito associativo sotto diversi punti di vista, dagli aspetti calendariali, alla cultualità di specifiche categorie professionali, religiose o gentilizie, per finire con contributi di taglio più ‘regionale’; lo scopo è ancora una volta quello di adottare un approccio interdisciplinare.
      256  7063
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    Publication
    Uno scavo per tutti: esperienze e buone pratiche di accessibilità e inclusione nel cantiere archeologico dell’Università di Trieste ad Aquileia
    (2023)
    FONTANA, Federica
    ;
    Bottos, Marta
    ;
    Murgia, Emanuela
    In recent years, museums, research institutions, cultural institutes, professionals and associations have promoted projects dedicated to adapting and expanding the community’s access to cultural heritage. The University of Trieste, engaged since 2005 in the excavation of the insula between the Forum and the fluvial port, retraces the participatory archaeology activities carried out in the nearly twenty years of presence in Aquileia. Among the main interventions carried out are listed workshops and assisted paths on the construction site, conferences, teaching aids and exhibitions, which show how the excavation-school has opened up to the community.
      16  41
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    Publication
    Strutture, apparati decorativi e funzioni cultuali: proposta per un corpus dell’Italia settentrionale e prime riflessioni
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2016-06-01)
    Murgia, Emanuela
    L’article propose d’analyser les programmes décoratifs des édifices résidentiels et religieux d’époque romaine en Italie du nord. Des synthèses récentes, en fait, ont mis en évidence un conformisme des décors, mais aussi l’existence de particularités liées au type de édifice à orner (sanctuaire ou temple vs domus ou villa). À partir des données du territoire de l’Italie du nord, cet article invite à réfléchir sur plusieurs questions: est-il possible de comparer les schémas décoratifs? Est-il possible d’identifier l’existence de schémas directeurs définissant les modes décoratifs des édifices privés et religieux? On tentera en outre d’établir si la diffusion de certains schémas est liée à une symbolique particulière du décor (par exemple les peintures du deuxième Style du temple tardo-républicain à Brescia) ou plutôt à la caractérisation et la hiérarchisation des espaces (par exemple les peintures et les mosaïques du sanctuaire de Minerve à Breno). La réponse n’est pas simple ni univoque: l’étude des décors en lien avec leur contexte architectural offre, chaque fois, une interprétation différente.
      800  1252
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