Frontiere invisibili? Storie di confine e storie di convivenza
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SOMMARIO
Anna Maria Vinci
Introduzione. E se
Parte prima
Insegnare storia contemporanea in una regione di frontiera. Problemi storiografici e prospettive didattiche
Fulvio Salimbeni
Un progetto di storia condivisa: un’ipotesi di guida alla storia contemporanea di una regione transfrontaliera
Marta Ivašič
Lessico familiare: l’uso delle parole quando si parla di storia
Alessandra Russo
Le città bombardate: un percorso su fonti d’archivio, diari e testimonianze. Un’esperienza di storia sul territorio
Roberto Spazzali
Per un manuale di storia: diacronie e sincronie cronologiche. Una proposta di lavoro di storia regionale sull’Adriatico orientale
Parte seconda
Spazi di lavoro e di vita nella Venezia Giulia del Novecento
Giulio Mellinato
Leggere una città. La storia di Trieste scritta negli spazi di vita e lavoro
Alessandra Marin
Spazi della socialità e dell’identità in due città di confine
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- PublicationSpazi della socialità e dell’identità in due città di confine(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010)Marin, AlessandraIl testo mette in evidenza i processi dinamici di costruzione e modificazione della città nei maggiori centri della Venezia Giulia del Novecento. Tale trasformazione degli spazi della socialità ha trovato luoghi e forme specifici, a volte suggeriti da figure professionali specializzate e amministratori locali, altre azioni volte a trasformare lo spazio pubblico. L’intenzione di questo testo è quella di descrivere il processo di modificazione di questi spazi. Il percorso che viene proposto si svolge per lo più tra le due guerre mondiali, mentre sono tre i fili conduttori di questa riflessione su Trieste e Gorizia: “Quali spazi? Per una geografia della “migrazione”; Luoghi immaginati, luoghi realizzati; Spazi dell’identità locale o prodotti di un immaginario esogeno?” I percorsi attraverso le trasformazioni dello spazio urbano di Trieste e Gorizia incroceranno questi temi a partire dai luoghi più bisognosi di intervento.
1364 3176 - PublicationUn territorio e tanti confini: una storia comune a più Stati. Riflessioni didattiche sull’Alto Adriatico, tra geografia, demografia e toponomastica(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010)Cecotti, FrancoLa complessità degli eventi richiamati dalle definizioni di “Alto Adriatico” e “confine mobile” fa riferimento alla Prima e alla Seconda guerra mondiale, due catastrofi che hanno modificato l’assetto territoriale e la composizione demografica dello spazio esteso tra Veneto, Istria e Carinzia. Passare da un’indagine storiografica a una efficace divulgazione di eventi che attengono a più Stati, in aree in cui la popolazione utilizza differenti lingue, costituisce un obiettivo difficile da attuare. Spesso le difficoltà risiedono nel rapporto tra il testo e la cartografia. La “storia comune a più Stati” fa riferimento alla storia del confine che unisce/separa due territori, e la cui evoluzione è comune. Tuttavia, non si può pensare di ridurre le proposte formulate al solo contesto triestino o istriano e l’uso di adeguata cartografia va esteso spazialmente e nel tempo.
1316 4342 - PublicationLe città bombardate: un percorso su fonti d’archivio, diari e testimonianze. Un’esperienza di storia sul territorio(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010)Russo, AlessandraIl Laboratorio per la ricerca e la didattica della storia, costituito nel 2002 presso il CIRD dell’Università degli Studi di Udine, negli ultimi anni ha costituito per gli insegnanti delle scuole secondarie della città un luogo di sperimentazione della didattica della storia del Novecento. Attraverso un rapporto collaborativo con i docenti dell’Università, essi hanno cercato nuovi modi per promuovere la didattica della storia. Insegnare storia contemporanea in una regione di frontiera è un tema che assume una connotazione rilevante, poiché i bombardamenti sulle città, nella Seconda guerra mondiale, in una regione di confine, hanno provocato macerie materiali che si sono aggiunte alle macerie morali. Insegnare la storia di luoghi di frontiera, caratterizzati dalla presenza di popolazioni che hanno lingue, culture e tradizioni diverse, consente di mostrare agli studenti come sia importante guardare alle vicende storiche con un “doppio sguardo”.
1094 3140 - PublicationFrontiere invisibili? Storie di confine e storie di convivenza(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010)Vinci, Anna MariaLa scomparsa del confine orientale che per troppo tempo, nella storia locale e nazionale, ha rappresentato una sorta di ostacolo insormontabile e una ferita aperta, è stato un evento di portata epocale. L’impegno di insegnanti, ricercatori e cittadini è ora quello di rintracciare un percorso comune di storia e di memoria, attraverso la ricerca e la didattica nelle scuole e nelle università. In tale prospettiva intendono porsi i saggi del presente volume, che ha quindi il valore di contributo significativo per un cammino tutto da costruire: affascinante e difficile.
1399 3672 - PublicationLeggere una città. La storia di Trieste scritta negli spazi di vita e lavoro(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010)Mellinato, GiulioIl presente scritto ha l’ambizione di ricostruire alcune tra le dinamiche vissute dalla comunità umana che si è evoluta assieme alla città di Trieste. Un caleidoscopio di immagini e di richiami ha attirato l’osservazione anche di storici stranieri, trasformando la storia di Trieste in un piccolo laboratorio di modernità e dei suoi aspetti più “sensibili”. Si tratta quasi di una versione più propriamente “storica” di quell’inquietudine letteraria sulla quale già da tempo si sono esercitati i critici, accendendo l’ispirazione di autori conosciuti proprio per aver rappresentato, utilizzando le immagini di Trieste, le fondamentali indicibilità della realtà contemporanea. L’autore riassume le tappe attraverso le quali la città ha progressivamente assunto la fisionomia attuale: la volontà degli Asburgo di farne uno strumento dell’imperialismo commerciale e marittimo austriaco; il ritardo relativo dei principali interventi imperiali; la relativa scarsità di competenze commerciali e marittime all’interno dell’Impero.
1435 6022 - PublicationUn progetto di storia condivisa: un’ipotesi di guida alla storia contemporanea di una regione transfrontaliera(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010)Salimbeni, FulvioSubito dopo la Seconda guerra mondiale l’UNESCO aveva invitato gli Stati aderenti a promuovere commissioni miste internazionali di storici per affrontare insieme i nodi conflittuali del passato. Ma è stata solo la fine della Guerra Fredda a imprime¬re una decisa accelerazione a tale impostazione degli studi. Un siffatto indirizzo metodologico e storiografico è venuto affermandosi su larga scala anche in Italia: l’Istituto storico italo-germanico in Trento è riuscito a superare le antistoriche barriere esistenti, riscoprendo, e rivalutando, l’eredità d’un inestimabile patrimonio comune “mit¬teleuropeo”. Queste sommarie note su quanto si va facendo per una storia condivisa su quello che era il nostro confine orientale servono da introduzione al progetto av¬viato due anni orsono dal Centro interdipartimentale di ricerca sulla pace “Ire¬ne” dell’Università degli Studi di Udine, che prevede la collaborazione di altri atenei per la stesura d’una guida comune transfrontaliera per insegnanti delle scuole secondarie superiori sulla storia contemporanea dell’area alto-adriatica dal 1848 al 2007 .
1215 1520 - PublicationPer un manuale di storia: diacronie e sincronie cronologiche. Una proposta di lavoro di storia regionale sull’Adriatico orientale(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010)Spazzali, RobertoL’autore fa inizialmente notare come le conoscenze delle rispettive storie e culture nazionali che oggi possediamo sia di carattere scolastico e fissa per lo più personaggi o fatti appartenenti alla cultura di tipo nazionale. Si tratta di un processo che comporta esclusione e oblio quindi la “non conoscenza”, da cui la necessità di una nuova percezione di cultura e storia. Di seguito passa alla considerazione delle conseguenze fondamentali di alcuni fatti storici che hanno mostrato come sia utile un maggior realismo che sia fondato sulla riconsiderazione della geografia. Da qui la necessità di continuare a tenere in considerazione una disciplina che ha le sue implicazioni antropologiche ed economiche che non possono essere sostituite con modelli sociali facilmente esportabili. Viene di seguito fatto notare come la riscoperta della geografia abbia portato a riconsiderare la grande lezione di Fernand Braudel sul Mediterraneo ai tempi di Filippo II (1949). Per comprendere il presente del Mediterraneo e degli altri grandi mari bisogna tornare a Braudel ma anche riprendere in mano quelle opere che a cavallo del XIX e XX secolo avevano individuato alcuni elementi chiave.
994 1188 - PublicationLessico familiare: l’uso delle parole quando si parla di storia(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010)Ivašič, MartaQuesto contributo prende in esame le parole delle quali spesso non si vedono più le storie e le visioni particolari che sempre portano in sé. Gli esempi riportati riguardano soprattutto l’italiano e lo sloveno, la lingua dell’autore. Nel testo viene evidenziato come ci sia ancora, tra i triestini, chi chiama “straniera”, in termini diversi, l’una o l’altra lingua. Inoltre sono migliaia gli abitanti di Trieste che non conoscono la lingua dei propri avi, lo sloveno o il croato; e se da un lato gli sloveni triestini parlano l’italiano e lo studiano a scuola, dall’altro sono invece pochi gli italiani che imparano lo sloveno. Non vengono qui affrontati aspetti teorici, anche se questioni teoriche diverse sono sottintese negli esempi presentati. Per il resto si tratta di materiali e considerazioni raccolti lentamente tra le vie della città e nei tanti anni in cui l’autore ha insegnato.
1453 3320 - PublicationIntroduzione.E se(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010)Vinci, Anna MariaL’autore introduce il tema dell’intero saggio, ovvero la storia delle terre al confine orientale e il suo rapporto con il presente, come il fatto stesso che le vicende del confine orientale continuino a sollecitare passioni e tensioni dia l’idea di un microcosmo che non si rassegna a trasformarsi in un placido oggetto di studio. Dunque questo “passato che non passa” è un refrain e, allontanare quelle ombre è proprio inutile, perciò si parla di “memorie condivise”. La memoria pubblica nazionale si è infatti costruita nel tempo attraverso la contrapposizione delle parti, modellata sulle esigenze della politica. L’autore infine mette in luce come leggere le città e i territori, pone alla ricerca storica molte domande e impone anche lo sguardo “dell’altro”. Si può dire quindi che è dunque possibile uno sguardo e tanti sguardi diversi rivolti al “passato che non passa”.
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