Costantino Dardi. La tassellatura terrestre

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[...]Dall’osservazione di un qualsiasi paesaggio, risulta evidente il contrasto tra il disegno composto-scomposto degli interventi artificiali e la a-formalità delle disposizioni degli elementi naturali.
La sostanza linguistica e il repertorio formale dei due sistemi caratterizza il singolo paesaggio, nella dialettica compresenza del doppio sistema di segni, nella libertà dell’uno rispetto all’altro, nel disegno sotteso al primo rispetto all’organicità del secondo.
Ma un’osservazione più precisa mi farà rilevare che anche il secondo è frutto di condizionamenti assai precisi, dalla natura geologica dei terreni al regime proprietario del suolo, agli interventi di regolamentazione alle tante culture del paesaggio sovrapposte in un’unità che è sintesi di cultura e storia, di natura ed artificio. Anche il sistema dei segni naturali va quindi considerato come materiale linguistico, alternativo ma complesso, diverso ma necessario, all’interno di qualsiasi esplorazione figurativa della grande dimensione.


Costantino Dardi, Roma 1976 Così Costantino Dardi introduce la sua “teoria” sulle relazioni contestuali. Ed è proprio questo tema, che ricorre in tutte le sue opere, che è il pretesto per poter riparlare di una figura nota, ma ancora non del tutto esplorata, di un architetto che ha lasciato un enorme e attualissimo patrimonio in termini di critica operativa del progetto, forse ancora da comprendere pienamente. Dalla scala del paesaggio agli allestimenti, la sua ricerca indaga ossessivamente la precisione della geometria primaria in relazione alla struttura del contesto, origine delle forme con cui i suoi progetti decodificano territori e geografie nel disegno e nella composizione. Questo libro raccoglie gli atti di una giornata di studi tenutasi a Gorizia, presso il Corso di Laurea in Architettura, in cui vari studiosi e progettisti hanno focalizzato in un appassionato dibattito le principali tematiche sulla composizione di Costantino Dardi alla base del progetto di architettura, dei metodi e delle idee con cui egli pensava al paesaggio, ridisegnando la geografia, ma soprattutto al suo “disegnare” come pensiero, teoria e linguaggio del progetto.

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