04 Tigor. Rivista di scienze della comunicazione. A. II (2010), n.1 (gennaio-giugno)
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SOMMARIO
Paolo Heritier
Nessi multiformi tra diritto e narrazione
M. Paola Mittica
Giuseppina Restivo
Shylock and Equity in Shakespeare’s the Merchant of Venice
Aldo Raul Becce
Laura Capuzzo
Esuli e rimasti, assieme: progettare una nuova strategia della comunicazione
Francesco Lazzari
Lingua e cultura: fattori di dinamismo sociale e di sviluppo
Antonio Rocco
Minoranze e comunicazione transfrontaliera: il ruolo di Radio e TV Capodistria
Giorgio Rossetti
Note sul processo di integrazione europea nel litorale adriatico
Paolo Moro - Federico Puppo
Informatica e retorica forense
Marco Cossutta
Note sul processo come algoritmo
Eugenio Ambrosi
"The Beatles": da band sgangherata a mito, il contributo delle Relazioni Pubbliche
Maria Cristina Barbieri
I casi Englaro e Welby: diritto e fine della vita fuori dei ‘casi di scuola’
Letizia Mingardo
L’autonomia illusoria. Il diritto di autodeterminazione tra le maglie dell’eterodeterminazione
Marco Cossutta
Libertà
di migrazione: da bene fondamentale a reato di clandestinità?
Note su alcune ordinanze di rinvio alla Corte
costituzionale in merito all’articolo 10 bis del D. Leg. n. 286 del 1998
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Tigor
Rivista di scienze della comunicazione
A. II (2010), n. 1 (gennaio-giugno)
Direttore responsabile:
Maria Stella Malafronte Venier
Registrazione Tribunale di Trieste di data 16 marzo 2009 n. 1190
Comitato scientifico:
Giampaolo Azzoni
(Università degli Studi di Pavia)
Giuseppe Battelli
(Università degli Studi di Trieste)
Giliberto Capano
(Università degli Studi di Bologna)
Michele Cortelazzo
(Università degli Studi di Padova)
Franco Fileni
(Università degli Studi di Trieste)
Maurizio Manzin
(Università degli Studi di Trento)
Comitato di redazione:
Eugenio Ambrosi, Gigliola Bridda, Marco Cossutta (direttore scientifico), Danilo Fum, Paolo Moro, Gemma Pastore, Federico Puppo, Gabriele Qualizza, Antonella Tafuri (direttore editoriale), Roberto Toffolutti, Maila Zarattini
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- PublicationL’autonomia illusoria. Il diritto di autodeterminazione tra le maglie dell’eterodeterminazione(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010)Mingardo, LetiziaDi fronte all’avanzare delle biotecnologie, la capacità individuale di decidere della propria vita e della propria salute è avvertita come componente irrinunciabile nella vita di ciascuno. ‘Autonomia’, ‘autodeterminazione’ e ‘volontà’ sono endoxa spesi costantemente nell’attuale dibattito biogiuridico, ma non per questo privi di ambiguità e profili problematici. Nel presente contributo ci si domanda quale concezione di autonomia individuale e quale visione antropologica siano sottese all’appello al diritto di autodeterminazione. Dall’esame di alcune recenti questioni biogiuridiche, emerge la diffusione di una declinazione dell’autonomia in termini individualistici, razionalistici e volontaristici. Il modello antropologico di riferimento appare quello del moderno homo faber, teso a massimizzare l’utile in un mondo concepito come insieme di oggetti manipolabili. Il carattere di assolutezza attribuito alla volontà individuale dal pensiero giuridico moderno, tuttavia, non risulta in grado di proteggere l’autodeterminazione dall’eterodeterminazione. Come si evince, ad esempio, tanto dalle tesi dei sostenitori del cd. diritto a non nascere, quanto dalla dottrina del ‘giudizio sostitutivo’ (volta a ricostruire l’ipotetica volontà sulle cure del paziente incosciente), il richiamo al diritto individuale alla autodeterminazione può nascondere il diritto di altri a decidere sulla vita o la salute dell’individuo. All’insegna di un diritto alla (auto)determinazione.
1525 2081 - PublicationShylock and Equity in Shakespeare’s The Merchant of Venice(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010)Restivo, GiuseppinaControversial interpretations of Shakespeare’s “The Merchant of Venice”, with particular reference to Shylock’s treatment, have so far taken little or no account of two important aspects inscribed in the play, that can explain apparent contradictions. Lawrence Stone’s re-description of the socio-historical set up in Shakespeare’s time has introduced a new outlook, focusing on the importance of “the rising gentry”, the “educational revolution” and the contemporary rich political debate, including the Country ideology, with its emphasis on ethics and economics, central in the value systems of the play. Though progressively confirmed by the more recent historical and law and literature studies, this perspective has yet so far exerted no influence on the controversy mentioned, in spite of the decisive light it can shed on Shakespeare’s audience and its interests and expectations. The correct interpretation of the juridical issue at stake in the long trial scene, which starts in terms of common law, but then shows the superseding of equity in the second part, actually a second trial in Chancery, as well explained by Mark Andrews, has also remained generally both unused and unchallenged, in spite of its relevance and importance in the play. The combination of the two outlooks can offer a new perspective: far from being anti-Semitic or contradictory, “The Merchant of Venice” is a complex text, that influenced the 1616 major judicial reform James I and Francis Bacon agreed upon, and surprisingly anticipated the reform brought about in England by the 1873-75 Judicature Acts, still extant today. This text is a revised edition of the text published in Daniela Carpi ed., “The Concept of Equity, An Interdisciplinary Assessment”, Universitaets Verlag, Winter, Heidelberg, 2007.
2192 2503 - PublicationPresentazione(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010-06-23T10:00:06Z)Il presente fascicolo propone anzitutto alcuni contributi presentati nel corso di tre incontri di studio organizzati a Trieste, con il concorso di “Tigor”, nello scorso autunno. Questi si sono articolati in altrettante tavole rotonde; la prima, patrocinata dalla Italian Society for Law and Literature, su Diritto e costruzione narrativa. La connessione fra diritto e letteratura, la seconda, patrocinata dall’Unione Italiana di Croazia, su Comunicazione e plurilinguismo nel processo di integrazione europea. Il caso del litorale adriatico, e la terza, organizzata in collaborazione con il progetto MediAttori della Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti, su Comunicare la società multiculturale: esperienze a confronto.
821 496 - Publicationdiritto e COSTRUZIONE NARRATIVA. La connessione tra diritto e letteratura: spunti per una riflessione(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010-06-23T10:00:26Z)Mittica, Maria PaolaNel quadro del dibattito attuale intorno alla metodologia di Diritto e letteratura il rapporto tra diritto e costruzione narrativa è cruciale. Muovendo dall’osservazione del diritto quale prodotto culturale tra altri, l’articolo ha per obiettivo la ricostruzione delle tesi e delle categorie che interessano il campo della narratività, come terreno più fertile per ricollocare la definizione dell’approccio Diritto e letteratura e della sua metodologia.
1202 3070 - PublicationMeticcio(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010-06-23T10:52:34Z)Becce, Aldo RaulLo scritto prende spunto dalla esperienza biografica dell’autore per descrivere l’attraversamento psicologico, culturale e linguistico dell’immigrante. Riflette sulle conseguenze della perdita della lingua materna (intesa come dialetto famigliare) e l’impatto con il linguaggio della terra di accoglienza. Infine, considera la scuola come spazio interculturale decisivo nel processo migratorio.
1630 3924 - PublicationMinoranze e comunicazione transfrontaliera: il ruolo di Radio e TV Capodistria(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010-06-23T10:54:05Z)Rocco, AntonioRelazione presentata nel corso della tavola rotonda sul tema Comunicazione e plurilinguismo nel processo di integrazione europea. Il caso del Litorale adriatico. La storia ed il ruolo di Radio e TV Capodistria e la loro inclusione nei progetti tesi a valorizzare la multiculturalità ed il plurilinguismo del territorio in cui operano.
971 3075 - PublicationNote sul processo di integrazione europea nel litorale adriatico(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010-06-23T10:54:41Z)Rossetti, Giorgio
724 1047 - PublicationInformatica e retorica forense(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010-06-23T10:54:53Z)
;Moro, PaoloPuppo, FedericoIn questo scritto, affronteremo alcune questioni relative al rapporto fra informatica e retorica forense, assumendo la centralità dell’esperienza processuale e della retorica, che è la logica sua propria. Ci occuperemo pertanto della topica – con riferimento all’informatica giuridica documentaria e alle possibile prospettive di sviluppo aperte dalla logica fuzzy –, interrogandoci nel contempo sulla struttura dialettica del processo – con riferimento al processo penale ed alle problematiche della computer forensic science. In tal modo, cercheremo di evidenziare, in modo critico e problematico, i nuovi orizzonti dischiusi dall’utilizzo di strumenti informatici all’interno dell’esperienza processuale.1218 3040 - Publication“The Beatles”: da band sgangherata a mito, il contributo delle Relazioni Pubbliche(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010-06-23T10:55:13Z)Ambrosi, EugenioQuello che colpisce nel percorso artistico beatlesiano degli anni Sessanta è che hanno caparbiamente utilizzato inconsciamente un approccio strategico “glocale”, che oggi definiremmo “think global, act local”, già nel periodo 1960/67, il periodo che potremmo genericamente definire Periodo Epstein, il loro primo manager, che li scoprì a fine 1961 ed in 30 mesi li portò per mano da uno scantinato di Liverpool, il “Cavern Club”, al palcoscenico mondiale. Il tutto senza alcuna esperienza specifica e con una squadra fatta di amici ed amici degli amici, privi il più delle volte delle più basilari conoscenze in materia di pubbliche relazioni, comunicazione, spettacolo e business management. Ma nella ferrea convinzione che erano meglio di Elvis Presley e che, una volta cambiati gli abiti ed il look, sarebbero arrivati al top del top. Parola di Brian Epstein (e John Lennon).
1080 2871 - PublicationI casi Englaro e Welby: diritto e fine della vita fuori dei ‘casi di scuola’(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010-06-23T10:55:22Z)Barbieri, Maria CristinaLo scritto prende in considerazione i casi giudiziari Englaro e Welby, muovendo dalla sentenza della Corte di Cassazione sul primo dei due casi per enuclearne i principi che ne informano lo schema argomentativo, principi sottesi anche alla sentenza sul caso Welby. L’uno e l’altro caso vengono presi in considerazione sotto il profilo penalistico, considerando anche la recente conclusione in sede penale del caso Englaro. Lo scritto si sofferma sulle differenze ‘fattuali’ tra i due casi e sulle conseguenze giuridico – penali che ne derivano sul piano della ‘posizione di garanzia’ del medico.
1524 11313 - PublicationLibertà di migrazione: da diritto fondamentale a reato di clandestinità? Note su alcune ordinanze di rinvio alla Corte costituzionale in merito all’articolo 10 bis del D. L. n. 286 del 1998(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010-06-23T10:55:38Z)Cossutta, MarcoIl contributo analizza alcune ordinanze di rinvio alla Corte costituzionale sul reato di clandestinità. Dalle stesse emergono punti di criticità rispetto all’assetto costituzionale della fattispecie in questione, dalla lesione del fondante principio di solidarietà, al depotenziamento dell’effettivo godimento di diritti umani, al rovesciamento dei canoni informanti la materia penale nel vigente ordinamento, alla infrazione di vicoli internazionali. Al fine di vagliare la capacità persuasiva delle argomentazioni proposte dai giudici di merito, si richiamano alcuni indirizzi assunti dalla Consulta in materia di migrazione. Al di là di ogni possibile ipotesi in merito alla futura pronuncia della Corte, si rileva come l’operato del legislatore, in una democrazia costituzionale e non maggioritaria, sia vincolato da principî invalicabili, i quali debbono informare anche le scelte in politica migratoria.
1027 868 - PublicationNote sul processo come algoritmo(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010-06-29T10:03:52Z)Cossutta, Marcosulla questione dei metodi di soluzione dei problemi, con particolare riguardo alle metodologie svolte in ambito giuridico ed a quelle che informano il sapere matematico. Si constata che sussiste nell’alveo della cultura giuridica moderna una tensione a ricondurre il problema da risolvere nel campo del calcolo, sì da prendere a modello le metodologie proprie alle scienze cosiddette esatte. In questa prospettiva il processo giuridico tende a risolversi in un algoritmo applicativo della legge. Di converso si sofferma l’attenzione sulla constatazione che da più parti, non ultimo nel dettato costituzionale, si induca a considerare il processo il luogo del contraddittorio fondato sul metodo dialettico, sì da considerare il processo non solo il luogo in cui le parti dialogano sul tema controverso, ma anche il luogo ove, per mezzo del contributo delle parti, venga posta la regola per la soluzione del problema. Due prospettive contrapposte, l’una dialettica, l’altra logico-deduttiva, che offrono due diversi sviluppi al tema del processo. In conclusione si ritiene che, proprio avuto riguardo allo sviluppo d’una società pluralista, in metodo dialettico possa offrire delle soluzioni non chiuse all’interno di un sistema ipotetico, fondato nel presente caso sulla sacralità della legge, bensì aperte alle diverse istanze che promanano dalla realtà sociale.
938 1721 - PublicationLingua e cultura: fattori di dinamismo sociale e di sviluppo(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010-06-29T10:48:45Z)Lazzari, FrancescoLe sponde dell’Adriatico da secoli registrano un andirivieni di genti e di culture e, tra queste, sono tanti e sono diversi i popoli che parlano italiano. Genti che non sempre sono riuscite a tessere scambi all’insegna della pace o almeno della tolleranza. Sospinti dalla storia molti di loro hanno dovuto attraversare i mari e abitare nuovi continenti. Eppure, la pluralità di differenze e gli arcipelaghi di esperienze, fonte spesso di conflitti e di stermini, possono altresì proporsi come fonte di confronti, di comprensioni e di cooperazioni in un processo di reciproca crescita. È questa la sfida che attende chi abita queste terre sul confine; fare del confine il filo rosso che tesse, meticcia e integra e non la lama che divide. Ove appunto lingua e cultura possono farsi strumenti attivi di promozione e di convivenza.
1316 1777 - PublicationNessi multiformi tra diritto e narrazione(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010-06-29T10:49:22Z)Heritier, PaoloNell’articolo, prendendo in esame il tema della normatività dell’immagine nell’opera di Legendre, viene prospettata una nozione estesa di narratività, suscettibile di essere presa in conto per la comprensione di fenomeni narrativi non testuali, concernenti la pittura, l’architettura, ma potenzialmente anche il cinema, il teatro o la danza e dotati di un significato normativo. Si configura così, a fronte dei cambiamenti che la società dell’immagine e la teoria del diritto sono in procinto di affrontare dopo la crisi del positivismo giuridico, l’utilità di una disciplina come l’estetica giuridica, volta a configurare unitariamente i molteplici nessi individuabili tra arte e diritto, in grado di affiancare progressivamente le più consolidate teorie ermeneutiche ed epistemologiche in ambito giuridico, contribuendo a superare la contrapposizione tra le due culture umanistica e tecnologica.
966 3507 - PublicationEsuli e rimasti, assieme: progettare una nuova strategia della comunicazione(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010-06-29T10:54:25Z)Capuzzo, LauraIn Italia non c’è una conoscenza adeguata della realtà di un territorio - la Venezia Giulia, l’Istria e giù, fino alla Dalmazia - che ha conosciuto i drammi della storia, come l’esodo istriano e le ripercussioni che quel fenomeno ha avuto sul destino degli italiani “rimasti”. Sia esuli che rimasti hanno dato vita nel tempo ad una vivace attività editoriale, che però, analogamente a quanto accade per la stampa italiana all’estero, ha un bacino di utenza limitato agli addetti ai lavori. Sono le impietose leggi di mercato ad imporre una nuova strategia della comunicazione, che sia in grado di trasferire la memoria adeguandola ai tempi. Si tratta di lavorare assieme - esuli e rimasti - per farsi interpreti di un’alternativa culturale e renderla, se possibile, strumento di sviluppo economico.Il primo passo da compiere riguarda la formazione dei futuri operatori della comunicazione su queste materie. In un’operazione di questo tipo determinante è il supporto della tecnologia e delle istituzioni.
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