West & East IV, 2019
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SOMMARIO
Simeoni Andrea
Tomassini Paolo
La pittura antica attraverso il frammento: le numerose vite dell’intonaco dipinto
Nardini Anna, Canovaro Caterina, Angelini Ivana
Il ripostiglio di Celò (Pulfero, UD)
Di Pastena Luisa
Un denario di Marco Antonio (RRC 544/19) dal milecastle 48 (Poltross Burn) del Vallo di Adriano
Messina Ester
Strutture e rinvenimenti del Tardo Minoico I dell’area a Ovest del Piazzale I di Festòs
Di Franco Luca
Una inedita lastra Campana con Schweinsbrühgruppe da Taranto
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- PublicationStrutture e rinvenimenti del Tardo Minoico I dell’area a Ovest del Piazzale I di Festòs(EUT Edizioni Università di Trieste, 2019)Messina, EsterLa collina di Festòs ha restituito nell’ultimo secolo una fitta sequenza di livelli archeologici, dalla preistoria fino all’età ellenistica. Per quanto riguarda la fase minoica, i dati testimoniano l’esistenza di un primo Palazzo, poi di un secondo, edificato durante il TM IB, con funzionalità probabilmente solo cultuali, oltre a numerose strutture di dimensioni minori risalenti a diverse epoche. La revisione del record ceramico recuperato durante gli scavi di Doro Levi nel 1965-1966 nell’area a ovest del Piazzale I ha fornito nuovi dati relativi al TM I, un momento delicato per la storia di Festòs per il cambiamento degli equilibri nella regione centro-meridionale di Creta e la conseguente costruzione del Secondo Palazzo. Il lavoro è consistito nella rilettura accurata delle relazioni di scavo delle campagne 1965-1966 e nell’analisi puntuale del materiale inedito. È stato possibile aggiungere nuovi elementi all’interpretazione dell’utilizzo dell’area e del periodo interessati, legando Festòs alle vicende dei siti ‘vicini’ della Messarà.
240 365 - PublicationLa pittura antica attraverso il frammento: le numerose vite dell’intonaco dipinto(EUT Edizioni Università di Trieste, 2019)Tomassini, PaoloL’intento di questo contributo è di illustrare l’ampio potenziale di studio offerto dalla pittura murale frammentaria, una classe di materiale archeologico che solo di recente ha suscitato l’interesse della comunità scientifica. A metà tra elemento figurativo e reperto archeologico, il frammento d’intonaco permette d’interrogarsi su questioni che superano la sola storia dell’arte, come l’operato delle botteghe, la ricostruzione di elementi architettonici ormai perduti e, non ultimo, il riutilizzo dei rifiuti in antico. Un buon motivo per trattare di questi argomenti è stata la recente pubblicazione del libro Remployer, recycler, restaurer. Les autres vies des enduits peints, edito da Mathilde Carrive (Carrive [ed.] 2017), del quale questo articolo costituisce una discussione critica.
474 656 - PublicationUn denario di Marco Antonio (RRC 544/19) dal milecastle 48 (Poltross Burn) del Vallo di Adriano(EUT Edizioni Università di Trieste, 2019)Di Pastena, LuisaIl milecastle 48 (Poltross Burn, presso il villaggio di Gilsland, Cumbria) è certamente uno dei più significativi e meglio scavati del Vallo di Adriano. Tra i diversi rinvenimenti, risalenti agli scavi del 1909-1910, spicca per la sua antichità un denario attribuito a Marco Antonio, che faceva parte della serie legionaria emessa tra il 32 e il 31 a.C. Ad un’analisi generale delle composizioni dei ripostigli registrati per la Britannia, appare subito evidente la presenza di quantità interessanti di denarii legionari nel territorio della provincia, a cui si contrappone la relativa scarsità di esemplari per la Britannia settentrionale e la zona di frontiera.
345 754 - PublicationIl ripostiglio di Celò (Pulfero, UD)(EUT Edizioni Università di Trieste, 2019)
;Nardini, Anna ;Canovaro, CaterinaAngelini, IvanaIl ripostiglio di Celò (metà XII-inizio XI secolo a.C.), insieme ad altri bronzi coevi dalle Valli del Natisone, risulta significativo per comprendere il ruolo di questo percorso fluviale nella tarda Età del Bronzo. Nell’arco di un secolo, le Valli del Natisone vedono crescere l’importanza del loro ruolo mediatore, enfatizzato dalla posizione strategica posta al centro delle rotte che collegavano le cerchie minerarie alpine e transalpine con i centri padano-veneti e con i distretti danubiano-balcanici. Se in un primo momento (BM-BR1) esse sono teatro di scambi diffusi e costituiscono una delle molteplici vie di scambio dell’epoca, nella fase successiva (BR2-BF1) si apprestano a diventare degli interlocutori preferenziali, fino a mediare rapporti sistematici ed esclusivi (BF2) tra queste aree. La vicinanza ai centri minerari delle Alpi ed il facile collegamento con la pianura friulana permettevano di rendere le Valli del Natisone punti di passaggio obbligati nel sistema di approvvigionamento e distribuzione del metallo. La maggior parte dei bronzi di Celò appartiene a tipologie alpine, evidenza sintomatica di una preferenza dei contatti con queste regioni. Tale evidenza sarebbe corroborata anche dalle analisi archeometriche: il rame di alcuni bronzi sarebbe di provenienza sud-alpina (Trentino Alto-Adige e Veneto), mentre quello di altri, su cui permangono ancora dei dubbi, potrebbe essere ricondotto a giacimenti dell’area austriaca e svizzera.434 963 - PublicationRicostruzione delle dinamiche di popolamento nel territorio di Paganica (AQ) tra protostoria ed ellenismo. Le testimonianze della collezione Semeraro(EUT Edizioni Università di Trieste, 2019)Simeoni, AndreaLa collezione di Angelo Semeraro (1906-1992), rinvenuta nel 2010 nella chiesa di Paganica, frazione del comune de L’Aquila, ha permesso di recuperare migliaia di manufatti archeologici provenienti dall’Abruzzo e distribuiti lungo un arco cronologico vastissimo, dal Paleolitico all’Età Moderna. In questo contributo si prendono in considerazione i materiali provenienti dal territorio della frazione compresi fra il Bronzo Antico e l’Ellenismo. Grazie allo studio dei materiali e all’identificazione dei luoghi di rinvenimento, è stato possibile ricostruire le scelte insediative che hanno caratterizzato questa porzione di territorio abruzzese, che in epoca storica fu occupata dal popolo italico dei Vestini.
515 650 - PublicationUna inedita lastra Campana con Schweinsbrühgruppe da Taranto(EUT Edizioni Università di Trieste, 2019)Di Franco, LucaIl contributo fornisce l’inquadramento di una inedita lastra Campana, conservata nei depositi del Museo Archeologico Nazionale di Taranto. La scena presentata rientra tra le vaste e variegate rappresentazioni di ambito dionisiaco, in cui Satiri, Sileni, Menadi e Dioniso stesso sono inseriti in un’ambientazione idillico-sacrale. La lastra ripropone, tuttavia, un motivo iconografico ben noto nella tradizione ellenistico-romana, la bollitura del cinghiale. Si tenta infine di fornire il quadro delle attestazioni di prodotti di tale categoria nella Apulia antica
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