West & East III, 2018
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SOMMARIO
Spagnoli Emanuela
Bechar Shlomit, Berger Uri
Tel Mashav: The Eyes of Tel Hazor
Zanazzo Laura
Dinamiche di insediamento nel Sulcis-Iglesiente in epoca fenicia (VIII – metà VI secolo a.C.)
Gagliano Elena
Francesconi Alessandra
La topografia di Medma: un repertorio aggiornato di studi e ricerche
Spalla Elena, Sironi Simona
La chiesa di S. Stefano a Cividate Camuno (BS). Proposta di rilettura dei dati di scavo
Marchisio Romina
Gennuso Ilenia
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- PublicationLa topografia di Medma: un repertorio aggiornato di studi e ricerche(EUT Edizioni Università di Trieste, 2018)Francesconi, AlessandraIl presente contributo è una raccolta e aggiornamento dei principali interventi archeologici e contributi scientifici riguardanti il territorio dell’antica Medma dai primi decenni del Novecento ai giorni nostri. Dopo anni di azioni di tutela e pochi tentativi, ormai datati, di restituzione topografica, si rende necessario riunire le evidenze archeologiche esistenti al fine di ricostruire per quanto possibile la topografia urbana ed extraurbana. I pochi dati editi restituiscono per l’epoca classica ed ellenistica (inizio V - primi decenni del III secolo a.C.) numerose evidenze archeologiche: lacerti di reticolo urbano, suddiviso in aree abitate e aree sacre, e una vasta zona extraurbana dedicata alle necropoli. Rimangono molti i problemi topografici aperti, come quello della localizzazione dell’emporion, delle fortificazioni perimetrali della polis e della definizione dell’area ovest dell’abitato; molti ancora, infine, i dati in attesa di pubblicazione, come quelli della vasta necropoli.
402 994 - PublicationDinamiche di insediamento nel Sulcis-Iglesiente in epoca fenicia (VIII – metà VI secolo a.C.)(EUT Edizioni Università di Trieste, 2018)Zanazzo, LauraIl presente contributo intende studiare i siti fenici occupati tra l’VIII e la metà del VI secolo a.C. nella regione del Sulcis-Iglesiente (Sardegna sud-occidentale) al fine di analizzare le diverse strategie di insediamento messe in atto per l’occupazione del territorio. Dopo una breve descrizione di carattere archeologico dei centri presi in considerazione, si osservano nel dettaglio le loro diverse funzioni: si arrivano dunque a distinguere due differenti modalità di dinamiche insediamentali. La prima è quella che si individua nel cuore del Sulcis: vi si riconosce un central place (Sulky) collegato ad una rete di centri intermedi che controllavano direttamente il territorio tramite dei siti minori. In questo modo è previsto uno sfruttamento sistematico di tutte le risorse, terrestri e marittime, della regione. La seconda modalità viene riscontrata in aree periferiche del Sulcis o immediatamente esterne ad esso, ossia i territori di Nora e Bithia: qui, anche a causa della difficoltà dei collegamenti, si nota una spiccata proiezione verso il mare e un’occupazione dell’entroterra praticamente assente.
382 644 - PublicationAnalisi xilologiche delle strutture e dei manufatti lignei dell’abitato etrusco di Adria (RO): le indagini di via Ex-Riformati(EUT Edizioni Università di Trieste, 2018)
;GENNUSO, ILENIA ;MARCHESINI MARCOVallicelli, Maria CristinaLo studio dei manufatti e degli elementi strutturali rinvenuti durante gli scavi della città di Adria (RO), in via Ex-Riformati, ha fornito importanti informazioni sui legni utilizzati per la loro costruzione e sulle fonti di approvvigionamento, con particolare riferimento alla vegetazione arborea/arbustiva presente nell’area indagata. I legni utilizzati appaiono scelti in base alle caratteristiche tecnologiche e in rapporto al loro impiego. Considerando i taxa rinvenuti possiamo dire che la fonte di approvvigionamento del legno è essenzialmente locale, i legnami usati appartengono, infatti, a specie tipiche dei boschi planiziari circostanti l’insediamento.256 432 - PublicationSistemi decorativi parietali di media e tarda età imperiale imitanti rivestimenti marmorei. La fortuna della rota dentata(EUT Edizioni Università di Trieste, 2018)Marchisio, RominaIl presente contributo analizza la fortuna e la diffusione in pittura del motivo della losanga con rota dentata inscritta nell’area orientale dell’impero. Gli esempi riguardano l’edilizia privata e l’architettura funeraria. L’arco cronologico comprende contesti che vanno dalla media età imperiale (fine II-III sec. d.C.) alla tarda antichità (VI sec. d.C.). Lo studio consente di cogliere come il motivo venga usato nei secoli, senza soluzione di continuità, nelle differenti temperie culturali.
285 594 - Publication«Εὐοῖ», un grido straniero ad Atene. Agalmata ateniesi di Dioniso imberbe nel V secolo a.C.: testimonia et fragmenta(EUT Edizioni Università di Trieste, 2018)GAGLIANO, ELENAIl contributo esamina il problema della presenza di Dioniso imberbe nei contesti sacri di Atene durante il V e il IV secolo a.C. L’esame della documentazione porta alla conclusione che la comparsa del tipo non possa essere rialzata oltre l’inizio del IV secolo a.C. Essa tende a escludere l’esistenza di agàlmata attici di Dioniso imberbe in età classica, durante la quale non è stato possibile individuare testimonianze indirette riconducibili a forme di culto del dio in tale foggia.
528 708 - PublicationA New Item of Roman Imperial Lead Seal from Portus Excavations (2015). Some Notes about Exploring the Process of Marble-Marking in Antiquity through a Contextual-Numismatic Approach (Pl. 1-5)(EUT Edizioni Università di Trieste, 2018)Spagnoli, EmanuelaSi pubblica un sigillo in piombo per la bollatura del marmo proveniente da scavi a Porto (Palazzo Imperiale) e se ne inquadra la valenza con riferimento alla tipologia monetale di età romana imperiale, nel contesto delle attività di bollatura dei marmi pregiati e dello sviluppo del porto.
527 728 - PublicationTel Mashav: The Eyes of Tel Hazor(EUT Edizioni Università di Trieste, 2018)
;Bechar, ShlomitBerger, UriTell Hazor è uno dei siti maggiormente indagati nel Levante meridionale. È stato un grande centro urbano del secondo e primo millennio a.C., in grado di controllare la Galilea settentrionale (e probabilmente anche le Alture del Golan) – le vie di contatto e il territorio circostante. Ciò è stato dedotto non solo in base alle dimensioni del sito e ai ritrovamenti effettuati durante le molteplici campagne scavo, ma anche grazie alle diverse menzioni di Hazor presenti in svariati testi scritti del Vicino Oriente Antico. Tuttavia, nonostante l’incredibile quantità di informazioni a disposizione sulla città di Hazor durante le età del Bronzo e del Ferro, il suo territorio circostante è ancora poco noto. Uno dei siti di maggior interesse nelle immediate vicinanze è Tel Mashav, situato a circa 3 km a ovest di Hazor. Tell Mashav era con ogni probabilità una fortezza posta a controllo dell’itinerario che collegava la regione con l’area occidentale; al tempo stesso fungeva da protezione per Hazor stessa, avvisando gli abitanti di eventuali pericoli imminenti. La posizione chiave di Tel Mashav, collocato su un’altura dominante Hazor, le vie di contatto con i territori circostanti e infine un’estesa porzione della vicina Valle di Halula, permette di interpretare il sito come una fortezza con funzioni strategiche paragonabili a siti fortificati di epoche successive. Questo lavoro dimostrerà che fortezze simili sono sempre state costruite in funzione di grandi centri urbani, ma che Tel Mashav potrebbe anche essere visto come parte integrante dell’intero sistema di fortificazioni di Hazor.364 645 - PublicationLa chiesa di S. Stefano a Cividate Camuno (BS). Proposta di rilettura dei dati di scavo(EUT Edizioni Università di Trieste, 2018)
;Spalla, ElenaSironi, SimonaL’area della rupe di S. Stefano a Cividate Camuno (bs), oggetto di scavi svolti negli anni Settanta del secolo scorso e di recenti saggi stratigrafici, ha restituito tracce di un insediamento che dall’epoca protostorica ha avuto continuità fino all’età moderna. Il presente contributo intende fornire un’analisi delle poche fonti scritte e dei dati materiali in possesso, per ricostruire il quadro complessivo dell’area. In particolare, si è affrontato lo studio delle strutture relative alla fase altomedievale della chiesa, con rifacimenti protoromanici e moderni, e delle sepolture scavate sia all’interno dell’aula sia nell’area del sagrato meridionale. Chiude il contributo una sintetica analisi delle tracce del culto di S. Stefano protomartire nella Valle Camonica.196 535