Istituzioni e modelli globali di controllo nello spazio europeo
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L’impiego regolare e razionale dei fondi pubblici, provenienti sotto varie forme dalla collettività e ad essa ultima destinati, costituisce una delle condizioni essenziali per assicurare il buon andamento della finanza pubblica e l’efficacia delle azioni decise dall’autorità competente. La Corte costituzionale, nel ribadire la necessità della “custodia della finanza pubblica allargata e della sana gestione finanziaria”, ha definito il bilancio come “bene pubblico” che è “funzionale a sintetizzare e rendere certe le scelte dell’ente” e la sua gestione è considerata “onere inderogabile per chi è chiamato ad amministrare una determinata collettività e a sottoporsi al giudizio finale afferente al confronto tra il programmato e il realizzato”. Per raggiungere un tale obiettivo è indispensabile che ogni Stato sia dotato di un’efficiente Istituzione Superiore di controllo della finanza pubblica, che sia la “coscienza finanziaria” delle comunità e la cui indipendenza sia normativamente garantita. E altresì necessario che lo Stato sia dotato di un valido sistema di controlli, inteso come strumento di attuazione delle garanzie obiettive costituzionali, e ora anche europee, cui ha diritto la collettività nella gestione degli interessi pubblici. A livello globale opera l’International Organisation of Supreme Audit Institutions – INT.O.S.A.I. che agisce quale global public voice dei controllori nazionali e funge da punto di contatto e da collettore tra le diverse esperienze e normative dei singoli Paesi in materia di controlli sulle finanze pubbliche.
Andrea Crismani è docente di diritto amministrativo presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università degli Studi di Trieste. Si occupa di organizzazione amministrativa, contratti pubblici, finanza e contabilità pubblica e giustizia erariale e amministrativa.