09. Incontri triestini di filologia classica (2009-2010)
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CONTENTS/SOMMARIO
Elisa Romano
Senso del passato e paradigma dell’antico: per una rilettura del de legibus di Cicerone
David Speranzi
Andata e ritorno. Vicende di un Plutarco mediceo tra Poliziano, Musuro e l’Aldina
Federico Condello
Osservazioni sul ‘sigillo’ di Teognide
Tommaso Braccini
Erudita invenzione: riflessioni sulla Piccola grande Iliade di Giovanni Tzetze
Stefano Pagliaroli
Elio Montanari
Maria Chiara Martinelli
Osservazioni sullo Gnomologio Barns (P.EES = MP3 1574 = LDAB 1055)
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- PublicationAndata e ritorno. Vicende di un Plutarco mediceo tra Poliziano, Musuro e l’Aldina(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010)Speranzi, DavidQuesto articolo è centrato sulla storia del codice plutarcheo conservato oggi a Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, pluteo 80.21 (sec. XIV), usato da Angelo Poliziano nell’estate del 1479 per la traduzione delle 'Amatoriae narrationes'. Sulla base dell’expertise paleografica dei 'marginalia' di altre mani presenti nel codice, esso risulta usato dal filologo cretese Marco Musuro e dal suo primo protettore, Giano Lascari. I 'marginalia' di Musuro datano probabilmente agli anni della preparazione dell’'editio princeps' dei 'Moralia' (1506-1509). Lo studio giunge anche a identificare il ms. nel più antico inventario della biblioteca di Lascari, conservato nel ms. Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. gr. 1412, ricostruendone i movimenti tra la fine del sec. XV e l’inizio del successivo. Di questo inventario l’autore sta preparando una nuova edizione.
1312 3264 - PublicationErudita invenzione: riflessioni sulla 'Piccola grande Iliade' di Giovanni Tzetze(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010)Braccini, TommasoLa prima tra le numerose opere erudite di Giovanni Tzetze (XII secolo) è costituita dalla 'Piccola grande Iliade' in versi (corredati da un’ampia messe di scolii d’autore), presentata come un’opera scritta “a beneficio dei giovani” che in essa avrebbero trovato riassunta tutta la storia della guerra di Troia. La vasta, anche se a volte magmatica, erudizione dell’autore traspare in molti passi del testo, che come spesso avviene risulta trattato dai filologi moderna semplicemente alla stregua di un monotono repertorio erudito. In realtà, ad uno sguardo più attento risulta come Tzetze avesse spesso un atteggiamento più esplicitamente “creativo” di quanto si potrebbe credere: in più di un caso, dichiara con orgoglio di aver creato “miti” allegorici di sapore omerico per veicolare concetti di ambito fisico e naturale; altrettanto spesso, si identifica con personaggi mitologici o irrompe direttamente nella narrazione, in forme anche abbastanza vivaci. La 'Piccola grande Iliade' si rivela così un’opera erudita, ma nella quale l’ “invenzione” poetica gioca un ruolo importante.
1557 3190 - PublicationIndice dei nomi antichi, medievali, bizantini, rinascimentali, moderni, dei poeti, degli scrittori, delle opere anonime e degli artisti(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010)
1320 1362 - PublicationKantorowicz e Maas(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010)Montanari, ElioPaul Maas, nella Literatur che apre la sua Textkritik, apprezza particolarmente l’Einführung in die Textkritik. Systematische Darstellung der textkritischen Grundsätze für Philologen und Juristen di Hermann Kantorowicz. Se ne propone qui un’analisi, al fine di individuare gli elementi che Maas ha presumibilmente condiviso, o comunque apprezzato, in modo particolare.
1445 3028 - PublicationL’‘Accademia Aldina’(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010)Pagliaroli, StefanoIl saggio ripercorre la breve parabola storica della cosiddetta ‘Accademia Aldina’ a partire dalla vicenda filologica del Νεακαδημίας Νόμος.
1789 4435 - PublicationOsservazioni sul ‘sigillo’ di Teognide(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010)Condello, FedericoCommento a Theogn. 19-26; 'status quaestionis' e riesame delle tesi relative all’identificazione del ‘sigillo’ (dal XVI sec. a oggi); nuove ipotesi sul significato e la funzione dell’elegia, che costituisce un invito a diffondere la poesia teognidea in quanto teognidea. La ricerca di un referente (testuale o concreto) per il ‘sigillo’ menzionato al v. 19 è del tutto inutile, e le eccessive preoccupazioni ‘filologiche’ attribuite a Teognide appaiono in gran parte insussistenti. Tra stato della Silloge e apposizione del ‘sigillo’ teso a tutelare la paternità teognidea non sussiste nessuna contraddizione: la costituzione stessa della raccolta realizza l’invito dei vv. 19-26.
2337 14254 - PublicationOsservazioni sullo Gnomologio Barns (P.EES = MP3 1574 = LDAB 1055)(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010)Martinelli, Maria ChiaraIl lavoro prende in esame lo gnomologio papiraceo pubblicato nel 1950 da J. Barns (P.EES), offrendone un nuovo inquadramento papirologico e letterario alla luce dei risultati delle più recenti ricerche sulla letteratura gnomica dal periodo ellenistico alla tarda antichità. Vengono inoltre anticipati alcuni risultati di una nuova edizione del testo che comparirà nel 'Corpus dei papiri filosofici Greci e Latini', mettendo a fuoco, in particolare, due sezioni lacunose alla luce di un rinnovato esame del papiro effettuato da Maria Serena Funghi, e del confronto con altro materiale; a proposito di tali passi vengono discusse interpretazioni precedenti e si avanzano alcune nuove proposte di ricostruzione del testo.
1344 2565 - PublicationSenso del passato e paradigma dell’antico: per una rilettura del 'De legibus' di Cicerone(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010)Romano, ElisaIn 'De legibus' II, 19-22 and III, 6-11 Cicero puts together a corpus of laws, imitating the Twelve Tables, which are indeed considered as a symbol of antiquity during the late republican culture: the ancient legislative Roman text can be interpreted as a guide-text that underlies the whole dialogue. The complex network of references and allusions to the Twelve Tables suggests a possible reading key that picks out the main feature of this ciceronian work in the conceptual field of the ‘ancientness’ and of the ‘antiquity’ (antiquus, antiquitas, uetus, uetustas). The linguistic analysis of the quoted chapters, which are characterized by an archaizing extremism, leads us to the heart of the problems of 'De legibus’ interpretation: what is the idea of antiquity that this strong archaism seeks to convey? What is the final purpose of this revival of the ancient world? The present article investigates the manifold forms of the antiquity pattern in 'De legibus'. The ending chapters of Book II are of particular interest, because they constitute a philological-antiquarian essay, delineating Cicero’s attitude towards the study of the antiquity. Their analysis high-lights the relationship between the author and the contemporary antiquarianism. Further, the analysis points out Cicero’s reflection on historical knowledge, historiography and antiquarianism, developed in the 50s BCE.
1923 7019