08. Incontri triestini di filologia classica (2008-2009)
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CONTENTS/SOMMARIO
Gabriele Burzacchini
Un recupero editoriale: l'ultimo Ipponatte di Enzo Degani
Chiara Gianollo
I verbi deponenti latini e l'unità della flessione in -r
Stefano Di Brazzano
Massimo Manca
La Coena Cypriani fra pantagruelismi letterari
Arnaldo Marcone
L'ultima aristocrazia pagana di Roma e le ragioni della politica
Matteo Venier
Sulla fonte greca della traduzione bruniana del Gorgia
Elena Cazzuffi
Un paesaggio termale tra natura e ars: Claudiano Aponus (carm. min. 26)
Martina Elice
Il De centum metris di Servio: un 'manuale' di metrica tardoantico
Eleonora Rocconi
Marco Fernandelli
Catullo 64 e il Giambo 12 di Callimaco
Tania Marin
Tradizioni epiche sulla sosta di Achille a Sciro e la nascita di Nottolemo
Gian Franco Nieddu
Il canto di Agatone nelle Tesmoforiazuse: 'deificazione' della musica e vanificazione del contenuto
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- PublicationIl canto di Agatone nelle 'Tesmoforiazuse': ‘deificazione’ della musica e vanificazione del contenuto(EUT Edizioni Università Trieste, 2010)Nieddu, Gian FrancoIl lavoro propone una correzione o revisione della valutazione espressa più di 40 anni fa daP.Rau (‘Paratragodia’) sul canto di Agatone nelle ‘Tesmoforiazuse’ (vv. 101-29): valutazione alla quale sostanzialmente si attiene tuttora la maggioranza, se non la totalità degli studiosi. Secondo Rau la parodia riguarderebbe essenzialmente il ritmo e la musica (edonistica, virtuosistica), mentre sotto l’aspetto degli usi linguistici lo stile risulterebbe perfettamente appropriato al tipo di canto. Attraverso una puntuale analisi si mette in evidenza che a essere presi di mira, insieme agli aspetti musicali, sono anche quelli linguistico-espressivi e contenutistici, caratterizzati da un’estrema elaborazione formale, ma assolutamente vacui ed inconsistenti sul piano concettuale.
2056 1869 - PublicationCatullo 64 e il Giambo 12 di Callimaco(EUT Edizioni Università Trieste, 2010)Fernandelli, MarcoLa seconda parte del carme 64 di Catullo (vv. 278-408) è dedicata al banchetto nuziale. Sopraggiungono tre dèi donatori. Poi gli Olimpi tutti, a eccezione di Apollo e Diana, prendono posto nella sala. Infine le Parche intonano il peana nuziale. Esso è concepito come un epitalamio all’interno del quale il motivo augurale della felice discendenza è sviluppato ipertroficamente. Si ha così un epitalamio (stanze 1-3 e 11-12) che incornicia un ‘genethliacon (stanze 4-10). I due tipi letterari sono formalmente affini. Nel ‘Giambo 12’ di Callimaco, la festa olimpica per gli Anfidromia di Ebe sembra una cerimonia nuziale adattata a uno scopo più ‘domestico’: le Moire dovranno qui accompagnare un evento diverso dal matrimonio di Zeus ed Era. La tesi di questo studio è che Catullo, nel suo racconto del banchetto nuziale, abbia imitato la struttura del ‘Giambo 12’, che lo interessava sotto vari aspetti: la presenza delle Moire e il loro nesso con la nascita; la processione degli dèi donatori; il motivo ‘tutti tranne uno’; e infine la complessa relazione mito-presente, che Callimaco aveva tessuto tanto sul piano paradigmatico (il mito è figura oppure antitesi del presente) quanto su quello sintagmatico (il mito è premessa del presente). L’esame attento di questo ultimo punto dimostra inoltre che il ‘Giambo 12’ rappresentò un ‘trait d’union’ tra i due principali modelli della scena nuziale e, rispettivamente, dell’epilogo del carme 64, modelli che la critica ha riconosciuto nell’ ‘Ifigenia in Aulide’ di Euripide (III stasimo) e in testi del ‘corpus’ esiodeo (in part. Op. 174ss.).
3106 3412 - PublicationLa 'Coena Cypriani' fra pantagruelismi letterari(EUT Edizioni Università Trieste, 2010)Manca, MassimoLa ‘Coena Cypriani’ è un testo comico tardoantico basato su un semplice meccanismo di associazione fra personaggio biblico e oggetto che lo rappresenta nell’immaginario. Le fonti di questo testo sono state individuate in più modelli, principalmente un sermone di Zenone di Verona e Petronio. Tuttavia, nessuno dei modelli può davvero essere considerato come l’archetipo della ‘Coena’, poiché nessuno di essi la esaurisce completamente, né la ‘Coena’ esaurisce completamente i testi preesistenti. Come spesso accade in filologia, dobbiamo presupporre che l’ ‘archetipo’ sia irraggiungibile, e che esso non sia un vero e proprio testo, ma un modello comico a tradizione apertissima presente da sempre nell’immaginario della comicità orale che continua ancor oggi a essere produttivo in termini artistici.
2271 5087 - PublicationIl 'De centum metris' di Servio: un ‘manuale’ di metrica tardoantico(EUT Edizioni Università Trieste, 2010)Elice, MartinaIl contributo mira a presentare il ‘De centum metris’ di Servio, un’opera minore nell’ambito della produzione del grammatico commentatore di Virgilio, ma ricca di elementi utili a definire con maggior precisione il nome, la cronologia e la biografia del suo autore. Del trattato metrico serviano vengono prese in considerazioni soprattutto le parti che fanno da ‘cornice’, e cioè l’’inscriptio’, la prefazione e l’epilogo. Ampio spazio viene dato all’analisi della prefazione, che contiene tutti gli elementi topici dei proemi (la dedica al destinatario, la professione di modestia e la richiesta di indulgenza, l’enunciazione dell’argomento, la descrizione del ‘metodo’ impiegato e la dichiarazione di brevità), e della chiusa, dove l’autore si congeda dal lettore e gli affida il suo trattato definendolo come un ‘manuale in forma compendiata’ (‘in conpendio discendi manualem libellum’). L’espressione ‘manualis libellus’ (o ‘liber’), usata per la prima volta da Servio, avrà straordinaria fortuna e diffusione nel Medioevo e fino ai nostri giorni.
1605 2521 - PublicationL’ultima aristocrazia pagana di Roma e le ragioni della politica(EUT Edizioni Università Trieste, 2010)Arnaldo, MarconeGli studiosi moderni hanno spesso etichettato la rinascita culturale nell’occidente latino del quarto secolo come frutto della reazione dell’aristocrazia romana pagana contro il cristianesimo, con riferimento al circolo culturale che, raccolto attorno alla figura di Simmaco, aveva come oggetto di studio la letteratura latina antica. L’aspetto pagano di questa rinascita sembra però essere stato sopravvalutato. Le famiglie aristocratiche che continuarono a patrocinare lo studio letterario furono per lo più cristiane, come gli ‘Anicii’ che supportarono il poeta Claudiano. Il ‘circolo di Simmaco’, che è un concetto artificiale, non fu responsabile della rinascita culturale del quarto secolo dal momento che questa cominciò ben prima. Inoltre il circolo non si raccolse attorno a Simmaco, ma a Pretestato. Mentre Simmaco non appare come una persona particolarmente istruita nelle lettere (con una conoscenza limitata degli autori latini e del greco), è Pretestato invece ad essere la figura principale del circolo dei ‘litterati’ dell’aristocrazia.
1634 2628 - PublicationMusica e retorica nel 'De compositione uerborum' di Dionigi di Alicarnasso: per un’ipotesi sulle fonti ritmiche del trattato dionisiano(EUT Edizioni Università Trieste, 2010)Rocconi, EleonoraPer sviluppare alcune idee riguardo a questioni ritmiche, Dionigi di Alicarnasso sembra essersi basato, in molti suoi scritti retorici, sulle opere di Aristosseno di Taranto, il filosofo peripatetico tradizionalmente considerato la maggiore autorità in campo musicale del mondo antico. Un accurato esame di alcuni passaggi delle sue opere (specialmente nel ‘De compositione uerborum’ e ‘De Demosthenis dictione’), in cui vengono trattatti concetti importanti come sintesi, ritmo e melodia musicale e verbale, sembra evidenziare una forte dipendenza di Dionigi da Aristosseno. Ma solo nei suoi scritti più maturi (‘De Thucydide’) Dionigi sembra essere vicino all’idea di Aristosseno di garantire un ruolo fondamentale alla cooperazione di ‘logos’ e ‘aisthēsis’ come criteri di giudizio estetico.
1751 1665 - PublicationUn paesaggio termale tra 'natura' e 'ars': Claudiano 'Aponus' (carm. min. 26)(EUT Edizioni Università Trieste, 2010)Cazzuffi, ElenaNei suoi tratti essenziali la rappresentazione fisica del paesaggio aponense di ‘carm. min.’ 26 si compone dei tipici elementi del lago letterario (un’altura più o meno elevata, un nume che vivifica il luogo, acque eccezionalmente limpide e fresche, vegetazione ipertrofica intorno al bacino) e pertanto si inserisce in quel filone lacustre alla cui definizione contribuirono Cicerone, Ovidio, Plinio il Giovane e Claudiano stesso. Tuttavia qui si valicano i confini retorici del ‘locus’ e si rilevano le peculiarità esclusive del territorio aponense: la descrizione è integrata da osservazioni scientifiche (analisi delle acque e della conformazione geologica del colle) e tecniche (attenzione alle strutture idrauliche e architettoniche disposte sul territorio). L’originalità di questa prospettiva, che intende il paesaggio come visione integrata di natura e cultura, si realizza attraverso il ricorso a ulteriori fonti e modelli, quali le ‘Selve’ staziane, l’epistolario pliniano e le ‘Naturales quaestiones’ senecane.
1533 1823 - PublicationPrimi prolegomeni per l''editio princeps' dell'epitome erodianea Περὶ πνευ- μάτων ('de spiritibus') di Teodoreto Grammatico(EUT Edizioni Università Trieste, 2010-07-08T10:39:38Z)Di Brazzano, StefanoIl contributo dà conto della storia degli studî condotti nel corso del secolo XIX sul testo dell’epitome erodianea Περὶ πνευμάτων di Teodoreto Grammatico in vista della mai realizzata ‘editio princeps’ e presenta alcuni manoscritti finora non presi in considerazione. Tenta quindi di stringere quanto più possibile la forbice cronologica entro la quale collocare la composizione dell’opera. Presenta l’edizione delle prime due parti del trattato (un epigramma di dedica e una trattazione fonofisiologica) e fornisce alcuni criterî guida per una futura edizione delle due parti rimanenti. Da ultimo ilustra per esempî il fondamentale contributo che da Teodoreto può giungere per la ricostruzione del libro XX della Καθολικὴ προσῳδία di Elio Erodiano.
1250 2516 - PublicationUn recupero editoriale: l'ultimo Ipponatte di Enzo Degani(EUT Edizioni Università di Trieste, 2010)Burzacchini, GabrieleIl contributo ripercorre le tappe che hanno portato alla pubblicazione del volume "Ipponatte. Frammenti", introduzione, traduzione e note di E. Degani, premessa di Gabriele Burzacchini, aggiornamenti di Anika Nicolosi, Bologna (Pàtron) 2007: licenziato per la stampa nel 1995, esso è rimasto inedito sino al 2007. Il libro riproduce sostanzialmente il testo dell’edizione teubneriana ("Hipponax. Testimonia et Fragmenta", ed. H. Degani, Stutgardiae et Lipsiae 1991(2.) [Leipzig 1983]), corredato da traduzione e note di commento. Si analizzano le poche novità testuali e si evidenziano i pregi della puntuale traduzione.
1863 11911 - PublicationSulla fonte greca della traduzione bruniana del 'Gorgia'(EUT Edizioni Università Trieste, 2010)Venier, MatteoLa fonte della traduzione di Leonardo Bruni del 'Gorgia' di Platone fu un manoscritto (qui chiamato Λ) che discende dal ‘Par. gr. 1811 post correctiones’; Λ, strettamente imparentato al ‘Laur. 89 sup. 78’ e al ‘Laur. 69,25’, non può essere identificato con nessuno dei due manoscritti, e sembra a tutt’oggi perduto. L’uso di un manoscritto ausiliario come fonte è credibile, ma non dimostrabile.
1149 2059 - PublicationTradizioni epiche sulla sosta di Achille a Sciro e la nascita di Neottolemo(EUT Edizioni Università Trieste, 2010)Marin, TaniaQuesto contributo indaga la presenza nel poema epico perduto ‘Cypria’ dell’episodio del travestimento in abiti femminili di Achille, nascosto a Sciro da Teti per evitare la morte in battaglia. Nonostante la sua assenza in Proclo e nei frammenti conservatisi del poema, vi sono elementi che inducono a ipotizzare non solo la permanenza a Sciro dell’eroe in giovane età ‘en parthenou schemati’, come narra lo ‘schol’. Hom. T 326(= Cypr. fr. 19 B.), ma anche il suo successivo approdo nell’isola a causa di una tempesta e il matrimonio con Deidamia, circostanze narrate dall’ ‘argumentum’ dei ‘Cypria’ ma attribuite dal fr. 4 D. anche all’ ‘Ilias parua’. È inoltre qui avanzata l’ipotesi dell’attribuzione del fr. 4 D. ai ‘Cypria’ ed è respinta invece l’assegnazione del poema del fr. 40 ‘dubium’ Bernabé. Questo contributo indaga la presenza nel poema epico perduto ‘Cypria’ dell’episodio del travestimento in abiti femminili di Achille, nascosto a Sciro da Teti per evitare la morte in battaglia. Nonostante la sua assenza in Proclo e nei frammenti conservatisi del poema, vi sono elementi che inducono a ipotizzare non solo la permanenza a Sciro dell’eroe in giovane età ‘en parthenou schemati’, come narra lo ‘schol’. Hom. T 326(= Cypr. fr. 19 B.), ma anche il suo successivo approdo nell’isola a causa di una tempesta e il matrimonio con Deidamia, circostanze narrate dall’ ‘argumentum’ dei ‘Cypria’ ma attribuite dal fr. 4 D. anche all’ ‘Ilias parua’. È inoltre qui avanzata l’ipotesi dell’attribuzione del fr. 4 D. ai ‘Cypria’ ed è respinta invece l’assegnazione del poema del fr. 40 ‘dubium’ Bernabé.
2196 2778 - PublicationI verbi deponenti latini e l'unità della flessione in -r(EUT Edizioni Università Trieste, 2010)Gianollo, ChiaraLa diatesi medio-passiva e i deponenti latini sono morfologicalmente contrassegnati dalla flessione in -r: lo scopo della discussione è mostrare che il dominio della flessione in -r è caratterizzato da un’intrinseca coerenza funzionale, riconosciuta nell’indicazione di una situazione deagentiva. Gli usi oppositivi della voce in -r (passivo, impersonale, anticausativo) svolgono questa funzione defocalizzando l’agente per mezzo di un’operazione sintattica. I ‘media tantum’ più antichi, invece, hanno un soggetto non prototipico (inagentivo, interno, coinvolto), il cui ruolo semantico è condizionato dal significato del tema verbale, analizzato in termini di ‘Aktionsart’. Si esplorerà l’ipotesi che tali verbi possano essere caratterizzati come predicati inaccusativi.
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