Quaderni del dipartimento di lingue e letterature dei paesi del Mediterraneo n°5
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SOMMARIO
Alocco Luciana
La morte in alcuni dizionari francesi del '700
Antoni Claudio G.
Scritti minori di José Rizal: poesia e teatro
Benatti Luisa
Digovic Giovanna
Gaudì: tra beatificazione e simboli
Ferracuti Gianni
"Dejense burlas aparte": Barcellona, o della verità
Košuta Miran
Vladimir Bartol, uno scrittore sloveno di Trieste : la psicanalisi, il potere, i fondamentalismi
Marcheselli Loukas Lucia
Ritsos e l'ultimo secolo prima dell'uomo
Prenz Ana Cecilia
Totomanova Anna-Maria
Tra sacro e profano, ovvero la reincarnazione del finale di una preghiera slavoantica
Zoppellari Anna
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- PublicationAppunti per una lettura dell'opera di Malika Mokkedem(EUT Edizioni Università di Trieste, 2004)Zoppellari, AnnaAnna Zoppellari parla dell’opera di Malika Mokkedem che nasce il 5 ottobre 1949 a Kenadsa, in Algeria e studierà medicina a Parigi. Nel 1990 compare il suo primo romanzo: "Les hommes qui marchent", una saga familiare in cui si può ritrovare la biografia romanzata della scrittrice. Un importante aspetto dei suoi testi consiste nel rapporto sempre dinamico tra gruppi sociali e singoli individui. Inoltre la scrittrice algerina adotta la poetica dell’erranza: descrive una sorta di nomadismo, interpretato come una costrizione, uno stato che impedisce di raggiungere la piena libertà personale. Dopodiché, l’erranza si traduce molto spesso in esilio, altro argomento principale dei racconti. Le sue opere si inseriscono nel nuovo filone della letteratura femminile e i protagonisti sono principalmente donne. Un ultimo elemento dominante, comune a tutti i romanzi, è rappresentato dalla memoria, in quanto attraverso i viaggi a ritroso nel tempo, vuole riappropriarsi della propria storia e del proprio spazio.
1045 1607 - Publication"Dejense burlas aparte": Barcellona, o della verità(EUT Edizioni Università di Trieste, 2004)Ferracuti, GianniFerracuti analizza il “Don Chisciotte”, grande testo e opera teatrale del Seicento spagnolo che cerca di evocare vari aspetti della vita quotidiana spagnola e adotta alcune tecniche di recitazione importanti, come l’inganno o l’occultamento. Il vero pilastro della prima parte del testo è la teatralità, intesa come l’abilità a evocare spazi immaginari, inediti. Poi vi è una sorta di distruzione del concetto di veridicità e diversi personaggi simulano alcune loro azioni. Uno di questi è Sansone Carrasco, che utilizza alcuni trucchi quando sfida a duello Don Chisciotte. Sancio Panza invece, falsifica alcuni conti per aumentare il valore della sua paga; per questo è accusato di essere un falso scudiero. Nell’ultima parte del racconto Don Chisciotte e Sancio Panza sono a Barcellona. Cervantes descrive la realtà del "banditismo" in maniera vera, forte, mostrando il triste segno degli uomini impiccati agli alberi della città.
585 1547 - PublicationGaudì: tra beatificazione e simboli(EUT Edizioni Università di Trieste, 2004)Digovic, GiovannaIn questo saggio, l’autrice analizza gli scritti dei critici del grande architetto Gaudì che si affrontano su due visioni totalmente opposte. La prima, composta dalla maggioranza degli studiosi di orientamento più classico, vede in Gaudì un uomo semplice, cattolico e religioso, che nella "Sagrada Familia" vuole esaltare il divino. La seconda, formata da una minoranza di intellettuali di orientamento moderno, crede che Gaudì abbia avuto contatti con socialisti, anarchici e alcuni componenti della Massoneria e per loro l’architetto ha avuto esperienze di tipo esoterico. La cosa certa è che durante la sua vita lo spagnolo ha percorso un viaggio spirituale e simbolico verso la religione cattolica e il culmine si è manifestato nella fase della maturità, dopo la quale ha voluto abbandonare la vita pubblica. Potrebbe essere paragonato ad un alchimista, in quanto l’alchimia è una metafora dell’evoluzione dell’uomo da semplice carne a puro spirito; allo stesso modo Gaudì ha avuto una trasformazione spirituale nella sua vita.
1180 1681 - PublicationGiuste ed ingiuste cause della guerra contro gli Indios - Bartolomè de Las Casas e Ginés de Sepùlveda: le due posizioni opposte(EUT Edizioni Università di Trieste, 2004)
;Prenz, Ana CeciliaDe Pacificatione-VivesAna Cecilia Prenz analizza i motivi che indussero la Spagna (sedicesimo secolo) a conquistare le terre degli Indios. Tra i favorevoli c’era Juan Ginés de Sepúlveda. Egli diceva che con la bolla apostolica del 1493, il Papa depose la giurisdizione temporale universale, di appartenenza divina, sui sovrani cattolici e quindi essi potevano decidere se conquistare e schiavizzare le altre terre. Lo stesso Sepúlveda scrisse un testo fondamentale: "Democrate secondo o delle giuste cause della guerra contro gli Indios", nel quale elabora le teorie del "Requiermiento" in cui, ad esempio, affermava che la guerra fosse lecita perché gli Indios erano inferiori agli spagnoli, i quali “possedevano” religione e guerra. C’erano anche i contrari all’invasione spagnola, come De Vitoria, che non voleva che il Papa possedesse la giurisdizione universale di carattere temporale e pensava che gli Indios fossero esseri razionali e liberi per natura.1274 1819 - Publication"Les Turcs aiment d'une autre manière": conformità e difformità del discorso amoroso in 'Zizimi Prince Ottoman' di Guy Allard (1673)(EUT Edizioni Università di Trieste, 2004)Benatti, LuisaL’autrice narra e spiega il romanzo di Guy Allard, "Zizimi prince ottoman" (1673 ), una storia che intreccia due personaggi di origini diverse. Il primo è il principe Zizimi, figlio del sovrano Maometto II di Costantinopoli; il secondo è la nobile Philipine-Hélène de Sassenage, figlia dei baroni di Sassenage nella Francia di Luigi XIV. Lo scrittore affronta i vari codici e canoni del comportamento amoroso dell’epoca, visti da una prospettiva occidentale. Zizimi vorrebbe amare Philipine, ma deve affrontare l’ostilità dei suoi genitori, i quali sono scandalizzati a causa delle dicerie sui costumi amorosi turchi. Philipine dunque, obbedisce alla volontà dei suoi genitori, che la vogliono sposa con Bressieu. Perciò Zizimi cade in tentazione e perde la testa per Merulle, la quale non è una "honnête femme" e vince il suo amore, in quanto può non obbedire a nessuna regola. Il romanzo rappresenta un’apologia dello sforzo fallimentare di un’integrazione amorosa.
763 1111 - PublicationLa morte in alcuni dizionari francesi del '700(EUT Edizioni Università di Trieste, 2004)Alocco, LucianaL’autrice studia i due dizionari francesi più importanti del Settecento, ovvero l’"Encyclopédie" e il "Dictionnaire critique de la langue française". Il primo, ancorato all’attualità, era interessato alla divulgazione delle "cose" e voleva sconfiggere l’ignoranza all’interno del paese francese; il secondo invece, voleva divulgare le "parole" e diffondere la conoscenza esatta della lingua francese. I loro contributi per la definizione della parola "morte" sono stati importanti, ma molti altri autori e uomini di chiesa hanno espresso la loro posizione, privilegiando la dimensione religiosa del termine. Accanto alla parola "morte", i letterati hanno definito anche altri vocaboli religiosi, come "cadavre", "cimetière", "tombe", "corps mort", "sépulcre", "peine de mort" o "cercueil".
618 631 - PublicationQuaderni del Dipartimento di Lingue e Letteratura dei Paesi del Mediterraneo(EUT Edizioni Università di Trieste, 2004)
827 714 - PublicationRitsos e l'ultimo secolo prima dell'uomo(EUT Edizioni Università di Trieste, 2004)Marcheselli Loukas, LuciaLucia Marcheselli Loukas parla di Jannis Ritsos (1909-1990), grandissimo poeta greco del ventesimo secolo. Una costante della sua scrittura poetica era il carattere politico che caratterizzava la maggioranza dei suoi testi. Schierato a sinistra, durante la guerra finì in carcere per i suoi scritti che andavano contro l’ideologia del regime. Nel 1942 scrisse "L’ultimo secolo prima dell’uomo", opera che racchiude tutti i principi della sua poesia: nonostante il buio attraversato dal suo paese a causa dell’Occupazione militare, lancia un messaggio di speranza per un domani migliore e anche la morte è vista come un passaggio verso il sole. Ritsos inserisce nelle sue poesie la millenaria tradizione greca, storica e mitologica: gli ambienti del mito alludono a luoghi e fatti del presente, perciò il mito entra nella realtà quotidiana della Grecia colpita dalla guerra.
1102 4029 - PublicationScritti minori di José Rizal: poesia e teatro(EUT Edizioni Università di Trieste, 2004)Antoni, Claudio G.Claudio G.Antoni tratteggia José Rizal (1861-1896), uno scrittore filippino che compose vari testi poetici e opere teatrali. Rizal fu anche un iniziatore del nazionalismo filippino e un patriota per l’indipendenza del suo paese dal colonialismo spagnolo. La sua scrittura è caratterizzata da un forte bipolarismo tra tradizione e innovazione. L’autore ha ottenuto maggiore successo con la scrittura poetica, piuttosto che con la rappresentazione delle sue opere teatrali. Il verso da lui adottato sono il pentametro e il verso sciolto di derivazione inglese; un elemento fondamentale della sua poetica è l’attenzione rivolta verso le immagini floreali. Nei suoi testi teatrali invece, la religione cristiana rappresenta un solido aggancio nel delineare un rapporto tra la civiltà orientale e quella occidentale. Rizal, nonostante la sua posizione nazionalista, non sembra aderire ad uno specifico credo politico, piuttosto vuole sperare in un futuro migliore per le Filippine.
820 1932 - PublicationTra sacro e profano, ovvero la reincarnazione del finale di una preghiera slavoantica(EUT Edizioni Università di Trieste, 2004)Totomanova, Anna-MariaAnna-Maria Totomanova scrive di due Santi che vissero nel nono secolo d.C., Cirillo e Metodio, che vengono considerati i patroni di tutte le popolazioni slave. I Bulgari, rappresentano la patria della scrittura cirillo-metodiana e grazie agli interventi dei sovrani Boris e Simeon, nel decimo secolo, la lingua bulgara antica si trasforma nello slavo ecclesiastico. Esso continuava ad avere una certa somiglianza con la lingua antica cirillo-metodiana e divenne una lingua letteraria comune per tutti gli Slavi. Quella russa infatti, è considerata la lingua erede di quella slava ecclesiastica. Lo slavo ecclesiastico aveva un carattere sovranazionale e internazionale, tanto che pure oggi ha mantenuto un’importante influenza sui dialetti popolari slavi e nel corso della storia c’è stata un’interazione intensa tra la lingua letteraria slava antica e moderna.
929 1077 - PublicationVladimir Bartol, uno scrittore sloveno di Trieste : la psicanalisi, il potere, i fondamentalismi(EUT Edizioni Università di Trieste, 2004)Košuta, MiranKošuta racconta la biografia di Vladimir Bartol che nacque a Trieste il 23 febbraio 1903 andò a Ljubljana a terminare le scuole superiori. Ottenne il diploma nel 1921 e si iscrisse a biologia all’Università di Lubiana. Si laureò nel 1925 e sono proprio gli studi universitari a fargli conoscere la letteratura. Successivamente si interessò alla psicanalisi, disciplina che si inserisce tra le sue due grandi passioni, letteratura e scienza. Nel 1926 e 1927 viaggiò a Parigi e da quel momento si consacrò totalmente alla scrittura di testi letterari. Negli anni ’30 pubblicò a Ljubljana le sue opere principali: il dramma "Lopez", la raccolta di novelle epistolari "Al Araf" e il romanzo "Alamut". Torna a Trieste e vi resta fino al luglio del 1956 pubblicando le sue ultime opere. Muore a Ljubljana il 12 settembre 1967. È stato uno scrittore cosmopolita, che ha rappresentato nei suoi testi sia Trieste, città natia, che Ljubljiana, luogo della sua maturazione artistica.
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