15. Incontri di filologia classica (2015-2016)
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SOMMARIO
Steinrück Martin
Stinken wie ein Bock: Archilochos und Hipponax in der Strasburger Epode 117W
Maggio Alessandro
Tre testimonianze sulla metrica di Difilo
Magnelli Enrico
La patria di Filone epico e gli errori, veri o presunti, di Flavio Giuseppe ('C. Ap. I 218')
Cristante Lucio
Arrigoni Silvia
La figura di Ottaviano in Prudenzio: il matrimonio con Livia ('c. Symm.' I 245-270)
Filip Ireneo
Lo specchio di Apollo. Nota a Mart. Cap. I 68
Veronesi Vanni
Per l’esegesi di Mart. Cap. VI 706–707
Furbetta Luciana
Venuti Martina
Lucano e Isidoro di Siviglia: storia di una corrispondenza di velenosi sensi
Mondin Luca
Il dialogo 'De officio scribae' di Marcantonio Sabellico: introduzione, testo critico e traduzione
Elice Martina
Per la storia di 'humanitas' nella letteratura latina fino alla prima età imperiale
Silvano Luigi
Per il testo dei Problemi ippocratici
Tremoli Paolo
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- PublicationIl dialogo 'De officio scribae' di Marcantonio Sabellico: introduzione, testo critico e traduzione(EUT Edizioni Università di Trieste, 2017)Mondin, LucaIl breve dialogo De officio scribae, ambientato a Venezia verso il 1476, e incluso da Marcantonio Sabellico nell’edizione delle sue opere del 1502, è, dietro l’idealizzazione letteraria, una significativa testimonianza della deontologia, dell’ideologia e della cultura dei funzionari della Cancelleria veneziana alla fine del XV secolo. Se ne propone qui l’edizione critica, accompagnata da un’introduzione, una traduzione italiana ed essenziali note di commento.
383 985 - Publication'Ferventia funera mundi.' Note di commento ad Alc. Av. 'carm. 4,488-509' (con qualche riflessione sulla presenza di Marziale)(EUT Edizioni Università di Trieste, 2017)Furbetta, LucianaIn questo contributo viene presa in considerazione la breve parentesi a carattere esegetico inserita da Alcimo Avito nei v. 488-509 del de diluvio mundi, tentando di proporre una lettura che tenga conto della pluralità di modelli e intertesti utilizzati dal poeta. Le note di commento si concentrano sulla prima parte della digressione privilegiando l’analisi dei v. 488-501 e in sede conclusiva ci si sofferma sulla presenza di un’eco marzialiana che si rintraccia al v. 499.
329 620 - PublicationLa figura di Ottaviano in Prudenzio: il matrimonio con Livia ('c. Symm.' I 245-270)(EUT Edizioni Università di Trieste, 2017)Arrigoni, SilviaAll’interno della rassegna di divinità di c. Symm. I 42-407, Prudenzio inserisce il riferimento alla divinizzazione di Ottaviano e della moglie Livia, dedicando un passaggio piuttosto ampio del testo (v. 245-270) alla descrizione delle loro nozze. La lettura in chiave satirica dell’episodio e l’accento posto su alcuni dettagli della vicenda si pongono in linea con la tradizione storiografica che offre del matrimonio (e di Ottaviano stesso) una valutazione negativa, ma sono anche motivati dall’interpretazione evemeristica che il poeta cristiano propone delle divinità pagane. Sembra tuttavia possibile intravedere, nell’opera di Prudenzio, un intento denigratorio nei confronti della figura di Augusto come modello imperiale, che vede proprio nell’età teodosiana il momento culminante del declino del princeps, a favore, piuttosto, del paradigma traianeo.
672 787 - PublicationIndice dei nomi antichi, bizantini, medievali, rinascimentali, dei poeti, degli scrittori e delle opere anonime(EUT Edizioni Università di Trieste, 2017)
169 256 - PublicationLucano e Isidoro di Siviglia: storia di una corrispondenza di velenosi sensi(EUT Edizioni Università di Trieste, 2017)Venuti, MartinaNell’ambito dell’indagine sul riuso del testo di Lucano in epoca tarda, un caso degno di nota è costituito dal rapporto tra il IX libro del Bellum civile – e in particolare i versi che danno forma al cosiddetto ‘catalogo dei serpenti’ (700-733) – e la relativa sezione del XII libro delle Etymologiae di Isidoro di Siviglia. Il presente lavoro analizza tale rapporto, prendendo in considerazione le specificità di Lucano come auctoritas ofiologica e il tipo di fruizione che il testo poetico ha subìto (ma, contemporaneamente, indotto). Inoltre, lo studio delle corrispondenze tra il testo delle Etymologiae e il materiale proveniente dalla scoliastica lucanea mostra elementi degni di nota e in qualche caso utili ad avanzare ipotesi riguardo ad alcuni punti critici nel testo isidoriano.
524 837 - PublicationNota a Quint. inst. IX 4,34(EUT Edizioni Università di Trieste, 2017)Cristante, LucioIn Quint. inst. IX 4,34, a proposito dello iato (concursus uocalium), il supplemento aut leuiores è accolto unamimemente nel testo dagli editori in quanto formerebbe una coppia oppositiva con il precedente asperiores, sulla scorta di una presunta correlazione (proinde… prout… aut…) con due diversi modi di articolare le vocali. Ma l’integrazione non è necessaria perché le modalità di articolazione correlate connotano esclusivamente la asperitas dello iato.
347 280 - PublicationLa patria di Filone epico e gli errori, veri o presunti, di Flavio Giuseppe ('C. Ap. I 218')(EUT Edizioni Università di Trieste, 2017)Magnelli, EnricoIn base a un’analisi dettagliata di Contro Apione I 218 si può affermare (a) che il Filone lì menzionato è effettivamente Filone il poeta epico, e non un omonimo storico, (b) che questo Filone aveva molto probabilmente un’origine alessandrina e non palestinese, (c) che gli errori e i fraintendimenti commessi da Giuseppe in quel passo sono meno numerosi e meno gravi di quanto usualmente si crede.
414 744 - PublicationPer il testo dei Problemi ippocratici(EUT Edizioni Università di Trieste, 2017)Silvano, LuigiNote critico-testuali alla recente edizione Belles-Lettres dei Problemi ippocratici”, una raccolta d’epoca proto/medio-bizantina di brevi trattazioni di medicina e scienze naturali in forma di domanda e risposta. L’autore difende la lectio tradita in alcuni punti in cui gli editori segnano lacune o suppongono interpolazioni.
285 266 - PublicationPer la storia di 'humanitas' nella letteratura latina fino alla prima età imperiale(EUT Edizioni Università di Trieste, 2017)Elice, MartinaIl contributo ripercorre le tappe fondamentali della storia del termine humanitas e di altri termini affini (homo, humanus) all’interno della tradizione letteraria latina fino alla prima età imperiale. A partire da un noto passo di Aulo Gellio (Notti Attiche XIII 17) si delinea una duplice valenza del termine, inteso ora come equivalente del greco paideia, ora come equivalente del greco philanthropia. Questa seconda accezione è la più antica e affonda le sue radici nel teatro latino del II sec. a.C.; sebbene infatti le prime attestazioni del termine risalgano propriamente al sec. I a.C., la storia del concetto di humanitas va ricondotta alla commedia latina arcaica. Nell’articolo vengono presi in considerazione alcuni autori e testi-chiave nella genesi ed elaborazione del concetto, che assume nel tempo sfumature e accezioni diverse: Plauto, Terenzio, Cicerone, Seneca, Petronio. A conclusione viene proposta una riflessione sull’etimologia di homo e humanitas.
2159 7924 - PublicationPer l’esegesi di Mart. Cap. VI 706–707(EUT Edizioni Università di Trieste, 2017)Veronesi, VanniAll’interno del VI libro delle Nuptiae di Marziano Capella, dedicato alla geometria, il § 706 si configura come una premessa metodologica, articolata in opposizioni binarie: da una parte viene presentato l’oggetto d’indagine proprio di Geometria, dall’altra quello della germana Aritmetica. Il § 707 dimostra quanto affermato mediante tre esempi tipici della trattatistica antica: monadepunto, diade-linea, superficie-numero. L’articolo analizza i due paragrafi alla luce delle fonti greche, individuate tanto in Euclide ed Erone, quanto nella tradizione ‘platonica’ (Nicomaco, Giamblico, Teone di Smirne), tenute assieme in una sintesi originale che non ha precedenti nella storia della geometria a Roma.
512 334 - PublicationSensibilità e intuito critico di Manara Valgimigli(EUT Edizioni Università di Trieste, 2017)Tremoli, PaoloIl testo del contributo corrisponde alle seconde bozze di una comunicazione per gli «Atti del Seminario di Studi su Manara Valgimigli. Vilminore di Scalve, 22-23 maggio 1976» (destinati all’editore Scheiviller). Rimasto inedito per la mancata pubblicazione di quegli Atti, esso contiene un ricordo di Manara Valgimigli da parte di Paolo Tremoli con lettere del Maestro all’Allievo su questioni inerenti al commento alle Odi barbare del Carducci.
370 393 - PublicationLo specchio di Apollo. Nota a Mart. Cap. I 68(EUT Edizioni Università di Trieste, 2017)Filip, IreneoIl contributo discute un segmento testuale estremamente problematico del De Nuptiis Philologiae et Mercurii di Marziano Capella (I 68), e avanza una nuova ipotesi di lettura rispetto a quanto proposto fino ad oggi dagli editori: l’espressione Pythii reformantis speculo – dove Pythii è correzione del tràdito pidei/pithei – individua in Apollo/Sole e nella Luna, che rispecchia la sua luce, i due luminari che si alternano ciclicamente nel processo di illuminazione del cosmo e sono manifestazione dell‘azione demiurgica di Giove.
389 462 - PublicationStinken wie ein Bock: Archilochos und Hipponax in der Strasburger Epode 117W(EUT Edizioni Università di Trieste, 2017)Steinrück, MartinMetrics, the possible interpretation of what happens in the fr. 117 W of Hipponax, two new intertexts with the Suppliants of Aeschylus, and with the iambus 10 of Horace make Reizenstein’s attribution of this fragment to Archilochus less absurd.
488 242 - PublicationTre testimonianze sulla metrica di Difilo(EUT Edizioni Università di Trieste, 2017)Maggio, AlessandroPer avere un quadro più completo della varietà metrica della commedia difilea, meritano di essere considerate alcune testimonianze fornite da autori latini di III e IV sec. d.C. Lattanzio e Aftonio (test. 16a-b) insistono sul predominio del trimetro giambico nella commedia nuova, ma lo stesso Aftonio, altrove (test. 18a), attesta per Difilo, come pure per Menandro, l’impiego dell’eupolideo, metro quasi mai usato nella commedia di IV secolo. Inoltre Mario Plozio Sacerdote (test. 18a) e, ancora, Aftonio (testt. 18b-d) conoscono la denominazione ‘difilio’ per un metro lirico, noto anche come ‘cherilio’ e ‘angelico’, usato già da Stesicoro: con ogni probabilità il nome deriva dal commediografo. Dove e come eupolidei e difilî possano essere stati usati da Difilo rimane non chiaro e l’incertezza è direttamente connessa al problema del ruolo della musica e della funzione del coro nella commedia nuova.
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