I Repertori Lessicali Turco-Ottomani di Giovan Battista Montalbano (1630 ca.)

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I Repertori Lessicali Lessicali Turco-Ottomani di Giovan Battista Montalbano (1630 ca.)



La Turcicae linguae per terminos latinos educta Syntaxis (…), pervenutaci in un unico manoscritto conservato alla Biblioteca Nazionale di Napoli, fu redatta, presumibilmente fra il 1625 e il 1632, da Giovan Battista Montalbano (1596-1646), un nobiluomo bolognese dalla vita avventurosa, che lo condusse a soggiornare per diversi anni nei territori dell’Impero Ottomano. L’opera è suddivisa in tre parti: una grammaticale, che fornisce indicazioni sulla fonetica e la morfologia della lingua turca con schemi di declinazione e di coniugazione, una lessicografica, formata da due corposi repertori turco-latini, il primo strutturato per campi semantici, il secondo in ordine alfabetico, e una paremiologica, con una raccolta di oltre cento proverbi turchi accompagnati da traduzione latina. Il manoscritto di Montalbano, che rientra fra i Transkriptionstexte essendovi i vocaboli turchi trascritti in caratteri latini, ci era finora noto solo grazie agli studi dedicatigli dal compianto Aldo Gallotta, il quale però non si era occupato in modo specifico della cospicua parte lessicografica. Il presente lavoro si propone quindi di offrire agli studiosi l’edizione scientifica e commentata di questo ricco materiale lessicale, che Montalbano ha tratto da diverse fonti, sia scritte – in primo luogo le Institutiones Linguae Turcicae di Hieronymus Megiser (1612) – sia orali, come testimonia l’aspetto fonetico, tipico della lingua parlata, di molti lemmi. L’opera montalbaniana, andando ad aggiungersi a quelle di Argenti, Carradori e Ferraguto edite negli ultimi anni, costituisce pertanto un ulteriore rilevante contributo a quel corpus di testi turchi in trascrizione premeninskiani di cui è superfluo sottolineare l’importanza per le ricerche concernenti la storia linguistica ottomana.



Luciano Rocchi, è ricercatore di Glottologia e Linguistica presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e della Traduzione dell’Università di Trieste. Si occupa tra l’altro di lessicografia storica italiana, di dialettologia veneto-giuliana, di magiaristica e di turcologia. Negli ultimi anni ha pubblicato vari studi nell’ambito dell’osmanistica, curando in particolare l’edizione di testi in trascrizione. È collaboratore scientifico di varie riviste, tra le quali «Incontri Linguistici», «Rivista Italiana di Linguistica e di Dialettologia», «Studi Linguistici Italiani», «Archivum Ottomanicum», «Studia Etymologica Cracoviensia», «Zeitschrift für Romanische Philologie». Tra i suoi lavori segnaliamo Dizionario storico fraseologico etimologico del dialetto di Capodistria, in collaborazione con Giulio Manzini (Trieste-Rovigno 1995), Hungarian loanworks in the Slovak language, I-III (Trieste 1999-2010), Ricerche sulla lingua osmanlı del XVI secolo. Il corpus lessicale turco del manoscritto fiorentino di Filippo Argenti (1533) (Wiesbaden 2007), Tra guerra e diplomazia. Un viaggiatore turco nella Dalmazia del Seicento. Passi scelti dal ‘Seyahatname’ di Evliya Çelebi (Trieste 2008), Il lessico turco nell’opera di Bernardino Pianzola. Materiali per la conoscenza del turco parlato di fine Settecento (Trieste 2009), Il Dizionario Turco-Ottomano di Arcangelo Carradori (1650) (Trieste 2011), Il “Dittionario della Lingua Turchesca di Pietro Ferraguto” (1611) (Trieste 2012).

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    I Repertori Lessicali Turco-Ottomani di Giovan Battista Montalbano (1630 ca.)
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2014)
    Rocchi, Luciano
    La Turcicae linguae per terminos latinos educta Syntaxis (…), pervenutaci in un unico manoscritto conservato alla Biblioteca Nazionale di Napoli, fu redatta, presumibilmente fra il 1625 e il 1632, da Giovan Battista Montalbano (1596-1646), un nobiluomo bolognese dalla vita avventurosa, che lo condusse a soggiornare per diversi anni nei territori dell’Impero Ottomano. L'opera è suddivisa in tre parti: una grammaticalee la morfologia della lingua turca con schemi di declinazione e di coniugazione, una lessicografica e una paremiologica. Il manoscritto di Montalbano, che rientra fra i Transkriptionstexte essendovi i vocaboli turchi trascritti in caratteri latini, ci era finora noto solo grazie agli studi dedicatigli dal compianto Aldo Gallotta, il quale però non si era occupato in modo specifico della cospicua parte lessicografica. Il presente lavoro si propone di offrire agli studiosi l’edizione scientifica e commentata di questo ricco materiale lessicale, che Montalbano ha tratto da diverse fonti, sia scritte – in primo luogo le Institutiones Linguae Turcicae di Hieronymus Megiser (1612) – sia orali, come testimonia l’aspetto fonetico, tipico della lingua parlata, di molti lemmi. L'opera montalbaniana, andando ad aggiungersi a quelle di Argenti, Carradori e Ferraguto edite negli ultimi anni, costituisce pertanto un ulteriore rilevante contributo a quel corpus di testi turchi in trascrizione premeninskiani di cui è superfluo sottolineare l’importanza per le ricerche concernenti la storia linguistica ottomana.
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