9. Appunti di notte e di mattina presto. 3 novembre 1966 – 10 aprile 1967

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Nel diario intitolato Appunti di notte e di mattina presto, oltre ad affrontare i grandi temi della sua vita privata e pubblica, professionale e intellettuale, Marin definisce i nuclei essenziali della sua spiritualità che rifiuta ogni dogmatismo e ogni visione assiomatica e confessionale, affermando l’assoluta centralità della creatività individuale. L’originalità della persona si scontra continuamente con la pressione del conformismo sociale e con la tendenza al livellamento di istituzioni come la Chiesa Cattolica che ha ridotto la spiritualità a socialità, ossessionata dal dominio delle coscienze. Si tratta quindi di abbandonare mistificazioni e mitologie astratte trasformate in verità eterne, di riconoscere la “coincidenza tra materia e spirito” e la “tragica legge della metamorfosi”, che caratterizza l’esistenza: per Marin la vera salvezza deriva, infatti, soltanto dal “patimento della vertigine”; la moralità è la continua ricostruzione di un’armonia sempre precaria.

Biagio Marin (Grado 1891-1985). Dopo aver frequentato il gruppo degli intellettuali de “La Voce”, nel 1919 si laurea in Filosofia a Roma, allievo di Giovanni Gentile. Nel 1921 viene assunto all’Azienda di Soggiorno di Grado, della quale sarà direttore fino al 1938. A partire dal 1939 vive a Trieste dove lavora come bibliotecario delle Assicurazioni Generali e dove rimane fino al 1968, quando torna a Grado. Fiuri de tapo (1912) è la sua prima opera di poesia. Quattro volumi dei suoi diari sono stati pubblicati in La pace lontana. Diari 1941-1950 (Gorizia, 2005), in Vele in porto. Piccole note e frammenti di vita (27 agosto 1946 – 3 febbraio 1950) (Gorizia, 2012), in La grande avventura. Diario 6 febbraio 1950 – 31 agosto 1951 (Trieste, 2017), a cura di Ilenia Marin, e in Considerazioni sui problemi del mio tempo e appunti vari. 11 novembre 1940 – 28 agosto 1952 (Trieste, 2015), a cura di Gianni Cimador.

Gianni Cimador (è docente di Lettere presso l’Istituto Tecnico Nautico di Trieste. Ha conseguito il Dottorato di ricerca in Scienze Umanistiche presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Trieste. Si occupa principalmente di temi della letteratura italiana del Novecento, di rapporti tra letteratura e altre arti, di letteratura triestina. Nel 2011 ha vinto il Premio Tondelli per saggi critici. Ha recentemente pubblicato il libro Trieste di carta. Guida letteraria della città (Palermo, 2020).

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    Appunti di notte e di mattina presto. 3 novembre 1966 – 10 aprile 1967
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2023)
    Marin, Biagio
    ;
    Cimador, Gianni
    ;
    Guagnini, Elvio
    Nel diario intitolato Appunti di notte e di mattina presto, oltre ad affrontare i grandi temi della sua vita privata e pubblica, professionale e intellettuale, Marin definisce i nuclei essenziali della sua spiritualità che rifiuta ogni dogmatismo e ogni visione assiomatica e confessionale, affermando l’assoluta centralità della creatività individuale. L’originalità della persona si scontra continuamente con la pressione del conformismo sociale e con la tendenza al livellamento di istituzioni come la Chiesa Cattolica che ha ridotto la spiritualità a socialità, ossessionata dal dominio delle coscienze. Si tratta quindi di abbandonare mistificazioni e mitologie astratte trasformate in verità eterne, di riconoscere la “coincidenza tra materia e spirito” e la “tragica legge della metamorfosi”, che caratterizza l’esistenza: per Marin la vera salvezza deriva, infatti, soltanto dal “patimento della vertigine”; la moralità è la continua ricostruzione di un’armonia sempre precaria.
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