Polymnia. Studi di Archeologia n.01
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Un devoto della dea Iside, a Capua, nel III secolo offre alla sua protettrice una dedica che definisce con splendida sintesi il suo potere: Tu, una quae es omnia, dea Isis. La dea arrivata a Roma è già unica, onnipotente, myrionima con competenze infinite. Questa indagine documenta la presenza della dea e dei synnaoi theoi nelle città di Verona, Aquileia e Trieste e costituisce un primo contributo allo studio dell’introduzione e del consolidamento dei culti isiaci nell’Italia Settentrionale. Un problema ‘locale’ strettamente connesso alla storia alla politica alla cultura dentro cui si è diffuso il culto della dea, a Roma e nel mondo mediterraneo. L’attenzione è rivolta all’approfondimento delle ‘immagini’ della divinità, poliedrica nelle sue competenze e mutevole nelle forme in cui si presenta. La lettura iconografica di un ricco apparato di materiali ‘isiaci’ integra ed esemplifica le nozioni teoriche sulle raffigurazioni della dea myrionima e dei suoi paredroi.
Federica Fontana, ricercatore in Archeologia classica nell’Università di Trieste, si occupa di archeologia del sacro e di edilizia residenziale nel mondo romano. Ha pubblicato: La villa romana di Barcola. A proposito delle villae maritimae nella Regio X, Roma 1993 e I culti di Aquileia repubblicana, Roma 1997.
Emanuela Murgia, dottoranda presso la Scuola Dottorale in Scienze Umanistiche dell’Università di Trieste, si occupa di iconografia e di sistemi decorativi.