01 Archivio delle filosofe 1

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Recent Submissions

Now showing 1 - 5 of 14
  • Publication
    Introduzione
    (2023)
    Bonelli, Maddalena
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    Caldarola, Elisa
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    Caponetto, Laura
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    Cossutta, Carlotta
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    Del Prete, Antonella
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    De Vecchi, Francesca
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    Paganini, Elisa
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    Plastina, Sandra
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    Sbisà, Marina
    L’Archivio delle filosofe è una pubblicazione scientifica online in forma di enciclopedia che raccoglie voci sulle donne filosofe. Si avvale del patrocinio di SWIP Italia (Società italiana per le donne in filosofia: https://swip-italia.org/).
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  • Publication
    Gayatri Spivak (1942-)
    (2023)
    D'Angelo, Isabella
    Il presente profilo restituisce vita, opere e pensiero di Gayatri Chakravorty Spivak (1942-), evidenziandone il ruolo di esponente di spicco degli studi postcoloniali, corrente di pensiero che Spivak contribuisce a configurare con la messa a punto di una complessa e continua interrogazione del nostro presente, attraverso l’elaborazione di una critica postcoloniale. In particolare, si vuole mettere in luce l’originale intreccio che l’autrice, all’incrocio interdisciplinare fra studi letterari, filosofia e critica culturale, fa di decostruzione, critica marxista e femminismo, in modo tale che ciascuno faccia da interruzione e “supplemento” agli altri. A tal fine, viene preso in esame il rapporto di Spivak con tali correnti di pensiero, per mostrarne l’originale reinterpretazione e uso, a partire dalla ricezione e dalla rielaborazione del pensiero di Derrida e di quello di Marx. In particolare, il presente profilo si sofferma poi più a lungo sul pensiero femminista di Spivak, rispetto alla sua riflessione sulla figura della donna subalterna (post)coloniale, e al suo rapporto col femminismo “internazionale”: Spivak problematizza la possibilità di una comunità delle donne, nello stesso momento in cui ne indica la desiderabilità. Di Spivak viene quindi messa in luce l’innovativa concettualizzazione della categoria e della figura della donna “subalterna”, problematizzata rispetto alla riflessione gramsciana e all’elaborazione che di questa vien fatta dalla storiografia indiana dei Subaltern Studies: nell’analisi di Spivak, la donna subalterna è una figura presa fra patriarcato e imperialismo, e oggetto di sfruttamento da parte del capitalismo globale. In questo senso, viene ricordata la nota interrogazione di Spivak sulla possibilità di parola della donna subalterna, e le diverse connotazioni della subalternità che l’autrice offre in diversi luoghi della sua opera. In ciò, viene messa in luce la riflessione di Spivak sulla “singolarità della subalterna”. Da ultimo, viene ricordata la riflessione più recente di Spivak sulla «giustizia ecologica non eurocentrica», che mobilita in modo originale l’idea e l’immagine del pianeta.
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  • Publication
    Ann Margaret Sharp (1942-2010)
    (2023)
    Franzini Tibaldeo, Roberto
    Ann Margaret Sharp (1942-2010) – co-fondatrice, con Matthew Lipman, della celebre proposta filosofico-educativa nota come “Philosophy for Children” (P4C), ora diffusa in tutto il mondo – sviluppò le proprie convinzioni circa la rilevanza della filosofia e dell’indagine filosofica per l’educazione seguendo un percorso parallelo e indipendente rispetto a quello seguito dallo stesso Lipman. A partire dal loro provvidenziale incontro avvenuto nel 1973, Lipman e Sharp svilupparono congiuntamente il programma educativo della P4C, che culminò nel relativo curricolo formativo per la scuola dell’obbligo composto di racconti filosofici e manuali per insegnanti, oggi tradotti in molte lingue e diffusi in tutto il mondo. Ciascuno dei fondatori apportò un contributo insostituibile per la buona riuscita del progetto: Lipman in termini organizzativi e gestionali, Sharp dal punto di vista della didattica e del team building. Inoltre, entrambi si impegnarono in ugual misura nel networking nazionale e internazionale, nella formazione degli insegnanti e nella riflessione teorica sulla propria esperienza educativa, il cui risultato fu una nutrita serie di lavori accademici e scientifici, pubblicati in rivista e in volume. Tuttavia, occorre anche dire che per molto tempo lo specifico contributo scientifico di Sharp è passato sotto silenzio e non è stato adeguatamente riconosciuto, mentre solo di recente si nota un’inversione di tendenza. Quest’omissione è tanto più problematica se si considera che fu proprio per merito di Ann Sharp se la teoria e la pratica della P4C a livello mondiale poterono beneficiare dell’apporto di questioni teologiche, spirituali, etiche ed ecologiche, nonché di una prospettiva di genere e femminista interessante e innovativa, capace di valorizzare temi come l’identità personale, la corporeità e il dialogo tra diversità, così come sviluppare gli aspetti estetici, emozionali e relazionali della comunità di ricerca filosofica. Con ogni probabilità furono proprio questi aspetti a rivelarsi di fondamentale importanza per il successo della “Philosophy for Children” a livello mondiale.
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  • Publication
    Ágnes Heller (1929-2019)
    (2023)
    Franco, Vittoria
    Ágnes Heller (Budapest 12 maggio 1929 – Balatonalmádi 19 luglio 2019) è stata un’interprete importante della storia e del pensiero occidentali, oltre che una protagonista e testimone del ’900, di cui ha vissuto in prima persona gli eventi più tragici, dal nazismo allo stalinismo. Di famiglia ebrea, anche se non osservante, fu perseguitata dai nazisti. Aveva 15 anni quando nel ’44 fu rinchiusa nel ghetto di Budapest insieme con la madre e vide suo padre – che per lei divenne un modello di vita - deportato ad Auschwitz dove fu ucciso. Si salvò «per caso» grazie all’arrivo dell’Armata rossa, ma tanti dei suoi amici e parenti restarono vittime della furia nazista. Un’esperienza traumatica che segnò anche il suo pensiero. Anche il regime comunista che fu instaurato in Ungheria nel dopoguerra non le risparmiò persecuzioni in quanto marxista dissidente. In più, nel 1956 parteggiò per la rivoluzione ungherese e nel 1968, insieme ad altri intellettuali europei, protestò contro l’invasione sovietica della Cecoslovacchia. Atteggiamenti che le costarono sempre nuove restrizioni della sua attività, tanto che a un certo punto le fu impedito di pubblicare e di insegnare nelle università ungheresi e nel 1977 fu costretta ad emigrare con la famiglia1, prima in Australia (La Trobe University) e poi (1986) negli USA, alla New School for Social Research. Ritornerà a Budapest dopo la fine dell’URSS. Il suo percorso di studi era iniziato come allieva del filosofo ungherese più noto e importante, György Lukács, del quale divenne allieva prediletta. Insieme ad altri discepoli più vicini al maestro, negli anni ’60 fu tra i fondatori della Scuola di Budapest2 che si proponeva un rinnovamento del marxismo rispetto alle interpretazioni sovietiche ufficiali che costituivano l’“ortodossia”. È stata infatti interprete, sia pure critica, del marxismo nel suo periodo ungherese, una marxista ribelle, con un approccio non economicistico, ma antropologico, umanistico.
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  • Publication
    Philippa Foot (1920-2010)
    (2023)
    Vaccarezza, Maria Silvia
    ;
    Bonicalzi, Sofia
    Philippa Foot (1920-2010), filosofa di matrice oxoniense e poi a lungo impegnata negli Stati Uniti, occupa un posto di primo piano nella riflessione etica novecentesca, soprattutto in forza del contributo offerto alla rinascita dell’etica della virtù. L’influenza del pensiero di Foot spazia dalla metaetica all’etica normativa, dalla bioetica alla robotica – anche grazie alla diffusione del noto esperimento mentale del carrello ferroviario. Nel contributo, ripercorreremo cronologicamente il pensiero di Foot attraverso le sue tre opere principali, evidenziandone le svolte radicali e il legame profondo con Aristotele e la tradizione aristotelica, soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo del naturalismo in chiave anti-mooreana e il ritorno all’etica della virtù in opposizione ai paradigmi deontologisti e utilitaristi. In particolare, la raccolta Virtues and Vices and Other Essays in Moral Philosophy (1978), che contiene i saggi dei vent’anni precedenti, sviluppa una critica alle metaetiche emotiviste e prescrittiviste e alle coeve prospettive soggettivistiche e volontaristiche. Queste vengono infatti intese come prospettive derivative rispetto all’antinaturalismo di Moore e secondo cui i giudizi morali non hanno valore cognitivo, ma esprimono approvazione (es. l’emotivismo di Ayer) o prescrivono modelli di comportamento (es. il prescrittivismo di Hare). Nei saggi, Foot, a partire dal rifiuto della dicotomia fatti/valori, propone inoltre la fondazione della morale su una teoria delle virtù e dei vizi, di ispirazione tommasiana e ancorata a una metaetica naturalista. La seconda raccolta Moral Dilemmas and Other Topics in Moral Philosophy (2002), che comprende i lavori apparsi nei vent’anni successivi, fa da tramite ideale tra la prima e la terza fase, questa sì di radicale discontinuità, nel pensiero footiano. Fra gli elementi più caratterizzanti della raccolta spicca il superamento dell’internalismo, che era invece ancora dominante in Virtues and Vices, sulla razionalità pratica. Infine, Natural Goodness (2001), l’unica monografia di Foot, prende le mosse dalla critica alla fallacia naturalistica di Moore, con l’obiettivo è di sviluppare un naturalismo aristotelico opposto a qualsiasi tipo di soggettivismo non naturalista, sia esso emotivista o prescrittivista.
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