La decarbonizzazione dei trasporti: è un obiettivo possibile?

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Nel 2018 le emissioni di CO2 a livello mondiale sono state pari a 37,1 gigatonnellate, con una tendenza ancora in crescita. Siccome a tale aumento si associa un progressivo innalzamento della temperatura media del pianeta, gli accordi di Parigi sui cambiamenti climatici stipulati nel 2015 e firmati da 184 paesi mirano a ridurre le emissioni di CO2 al fine contenere l’aumento della temperatura nel 2050 a livello di 1,5 (massimo 2,0) gradi superiori ai livelli preindustriali. Per realizzare questi obiettivi è necessario che tutti i settori di attività economica e produttiva contribuiscano a ridurre i loro attuali livelli di emissioni. Tra questi, il settore trasporti ha una grande responsabilità in quanto nel 2018 ha emesso 6,4 gigatonnellate di CO2, pari a poco meno del 20% del totale. Ciò è legato al fatto che il settore dei trasporti è quasi esclusivamente dipendente da combustili fossili (per circa il 93%), in particolare di quelli derivanti dal petrolio, utilizzati per alimentare i motori a combustione interna dei veicoli con effetti avversi sia a livello locale (inquinamento atmosferico) sia a livello globale (le emissioni di CO2).Gli elementi di preoccupazione si accrescono ulteriormente osservando che, mentre a livello complessivo le emissioni totali di CO2 calano, in diverse aree del mondo le emissioni del settore dei trasporti aumentano sia in termini relativi che in termini assoluti.

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  • Publication
    Microgrids as drivers in the global energy transition towards renewables
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2019)
    Scorrano, Mariangela
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    Massi Pavan, Alessandro
    Contrastare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici rappresenta una sfida chiave del 21° secolo. L’uso di combustibili fossili per la produzione di energia, il riscaldamento e i trasporti, è la causa principale delle grandi quantità di gas serra rilasciati nell’atmosfera, responsabili dell’attuale riscaldamento globale. Per limitare le conseguenze dannose dei cambiamenti climatici, il mondo ha urgente bisogno di utilizzare l’energia in modo efficiente, utilizzando fonti di energia pulite. Il contributo descrive l’attuale transizione energetica, in cui l’elettrificazione sta emergendo come una soluzione chiave per ridurre le emissioni, ma solo quando accompagnata da energia pulita, sempre più prodotta a costi minori da fonti rinnovabili. Il contributo illustra i principali trend che stanno guidando il boom delle rinnovabili, con il fotovoltaico che funge da portabandiera. Grid-parity e fuel-parity rappresentano un passo fondamentale nel percorso di crescita (a livello globale a tassi record) di questa tecnologia solare. Il contributo introduce poi le microreti come un sistema in grado di bilanciare la produzione variabile di energia rinnovabile con le attività di generazione tradizionali, contribuendo anche a integrare queste energie rinnovabili nel mix energetico. Esse forniscono energia pulita, efficiente, a basso costo, migliorano la resilienza locale ed il funzionamento e la stabilità della rete elettrica regionale.
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  • Publication
    Evidenze sulle abitudini modali e sulla sostenibilità dei trasporti in ambito accademico.Il caso dell’Università di Trieste
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2019)
    Monte, Adriana
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    Giansoldati, Marco
    La promozione di una mobilità universitaria sostenibile coerente con un’efficiente allocazione energetica è oggi di particolare importanza come anche testimoniato da numerose iniziative europee progettuali in questa direzione. In questo senso, lo scopo di questo studio è comprendere quali sono le abitudini di mobilità degli studenti, dei docenti e del personale tecnico amministrativo dell’Università di Trieste, con particolare enfasi sulla sensibilità ambientale espressa dalla comunità universitaria. Per far questo tra Novembre e Dicembre 2018 abbiamo somministrato un questionario ad un campione di 267 rispondenti, dei quali 223 sono studenti, mentre i restanti 44 fanno parte del corpo docente o impiegati come tecnici amministrativi. Il questionario ha permesso di raccogliere informazioni sui percorsi giornalieri ed i mezzi impiegati, sulla sensibilità ambientale, ma ha anche permesso di identificare il grado di efficacia che il rispondente attribuisce ad una serie di ipotetiche politiche a supporto della mobilità sostenibile. Abbiamo distinto le categorie dei rispondenti in pendolari giornalieri, residenti in sede e fuori sede. Per ciò che attiene le abitudini di mobilità i risultati evidenziano che i pendolari giornalieri utilizzano l’auto come mezzo ausiliario per raggiungere un punto ove poi prendere il mezzo pubblico. Diversamente i soggetti che risiedono a Trieste, ed anche vi lavorano o studiano, tendono ad utilizzare tutte le modalità di trasporto proposte, a differenza anche di coloro che, quasi tutti studenti, sono residenti in un comune diverso dal capoluogo giuliano, che usano esclusivamente mezzi di trasporto pubblico, oppure vanno a piedi. Circa un terzo dei rispondenti è convinto che l’impatto della propria mobilità sull’ambiente sia contenuto e, evidenza che vale sorprendentemente, a prescindere dal mezzo di trasporto impiegato per i propri spostamenti. I rispondenti affermano che le politiche più efficaci per favorire la mobilità sostenibile sono date dall’offerta di biglietti del bus o del treno a prezzi scontati, unitamente ad una maggiore frequenza del trasporto pubblico. Diversamente, l’installazione di una stazione di ricarica per auto elettriche e l’introduzione di una tariffa più cara per le auto vengono indicate come le misure meno efficaci. Nonostante ciò quasi un terzo dei rispondenti afferma che comprerebbe un’auto elettrica se ci fosse una stazione di ricarica all’università. I fattori che influenzano maggiormente la scelta di un mezzo di trasporto rispetto ad uno alternativo sono prevalentemente legati al suo costo ed al tempo di viaggio, mentre i vantaggi ambientali ricoprono purtroppo la posizione più bassa. Esiste comunque eterogeneità sui nell’importanza attribuita ai fattori tra i diversi rispondenti, in base al luogo di residenza, al mezzo di trasporto impiegato, e tra studenti e personale docente e tecnico amministrativo.
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  • Publication
    Esiste un mercato per gli scooter elettrici in Italia? Evidenze da un’indagine sulle preferenze dichiarate nella città di Trieste
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2019)
    Scorrano, Mariangela
    Gli scooter rappresentano una scelta conveniente e sempre più diffusa per gli spostamenti nelle aree urbane. Le loro dimensioni e manovrabilità consentono di superare molti limiti propri delle automobili, soprattutto nelle città più densamente popolate, caratterizzate da elevati livelli di congestione del traffico e spazi limitati per i parcheggi. Sono però molto rumorosi e soprattutto inquinanti. La crescente preoccupazione per le conseguenze dannose dell’inquinamento, e la consapevolezza dell’urgenza di intervenire, portano a considerare i sistemi di propulsione alternativi, ed in particolare l’alternativa elettrica, come una strategia chiave per puntare ad un sistema di trasporto sostenibile. Dopo aver evidenziato vantaggi e svantaggi degli scooter elettrici rispetto ai tradizionali a benzina, il contributo mira a valutarne le prospettive di mercato sulla base di un’indagine di preferenza dichiarata. Si analizza in particolare il caso studio di Trieste per comprendere, attraverso la stima di modelli della famiglia Logit (multinomiale e misto), le principali determinanti nella scelta di uno scooter e l’impatto che il grado di conoscenza, l’esperienza pregressa, e la sensibilità ai temi ambientali hanno sulle preferenze dei consumatori per uno scooter elettrico rispetto ad uno tradizionale. I risultati ottenuti sono poi stati utilizzati per valutare l’impatto che l’introduzione dell’Ecobonus e innovazioni tecnologiche possono avere sulla probabilità di scelta, e quindi, sul grado di diffusione degli scooter elettrici.
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  • Publication
    Indagine sulle barriere all’acquisto delle auto elettriche. Evidenze su un campione di rispondenti italiani
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2019)
    Giansoldati, Marco
    ;
    Monte, Adriana
    ;
    Scorrano, Mariangela
    ;
    Parma, Andrea
    Il passaggio verso una più ampia adozione di auto elettriche rappresenta una delle strade per raggiungere con successo la decarbonizzazione dei trasporti. Questo obiettivo è di particolare rilievo perché il trasporto su strada è responsabile di più del 20% delle emissioni totali di gas effetto serra in Italia, ed è anche la principale causa di rilascio di particolato nell’atmosfera. Il livello di penetrazione delle auto elettriche in Italia è però ancora molto basso e rappresenta lo 0,5% sul totale delle immatricolazioni per il periodo che va dall’inizio di gennaio 2019 fino alla fine di ottobre dello stesso anno. La nostra ricerca mira a far luce su quali sono sono le barriere che frenano l’acquisto di un’auto elettrica da parte di un potenziale consumatore. Dai dati raccolti attraverso un questionario somministrato in Italia nel luglio 2019 ad un campione rappresentativo della popolazione italiana risulta che le tre principali preoccupazioni sono la presenza di una densità insufficiente di stazioni di ricarica veloci, il prezzo d’acquisto e la difficoltà ad utilizzare l’auto elettrica in autostrada per mancanza di infrastrutture. Diversamente, sicurezza, rischio tecnologico, accelerazione e piacere di guida non sono considerate barriere da oltre la metà dei rispondenti. L’ipotesi di indipendenza tra le barriere e alcune caratteristiche socio-economiche, verificata attraverso il test chi-quadro, è rigettata per il numero più alto di barriere quando viene considerato il genere, il reddito, il grado di istruzione, la conoscenza dell’auto elettrica e la partecipazione ad associazione ambientale. È stato quindi realizzato uno sforzo di riduzione del numero delle barriere attraverso due modalità, la prima mediante un cluster gerarchico che porta all’identificazione di sette gruppi di barriere, la seconda attraverso l’analisi delle componenti principali che ha portato alla scelta delle prime due componenti, interpretabili la prima come una barriera generica all’acquisto dell’auto elettrica e la seconda relativa ai possibili impatti ambientali. Infine, abbiamo condotto un’analisi cluster sugli individui che ci ha consentito di raggruppare i rispondenti in quattro categorie, ovvero gli avversi, i perplessi, gli incerti ed i favorevoli.
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  • Publication
    The academic literature on electric vehicles in the social sciences
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2019)
    Hasan, Saiful
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    Sandberg Hassen, Thor-Erik
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    Mathisen, Terje Andreas
    Con il recente sviluppo tecnologico dei veicoli elettrici, la letteratura accademica sull’argomento si è diffusa anche nell’ambito delle scienze sociali. Lo scopo di questo capitolo è duplice. Innanzitutto, esamina lo sviluppo storico della ricerca accademica sui veicoli elettrici. In secondo luogo, identifica i contributi più importanti sull’argomento. L’analisi sistematica della letteratura viene utilizzata per identificare e classificare la letteratura accademica sull’EV. Sono stati identificati e inclusi nelle analisi articoli scientifici scritti in inglese e pubblicati su riviste di scienze sociali elencate nella banca dati Scopus tra il 1995 e il 2018, contenenti il termine “veicoli elettrici”. Presentiamo lo sviluppo temporale dell’evoluzione della letteratura su EV. Vengono discussi gli argomenti di ricerca relativi ai veicoli elettrici che sono più frequentemente trattati, nonché quelli su cui la ricerca è carente. Le nostre analisi individua gli articoli più influenti sull’EV che è opportuna che sia i ricercatori che i politici conoscano. C’è stato sia un aumento in termini quantitativi dell’attenzione sulle EV sia una crescita relativa rispetto ad altre aree di ricerca nell’ambito delle scienze sociali. Il termine “ambiente” è stato l’argomento più frequente analizzato. Per quanto riguarda gli argomenti poco studiati, è stata prestata relativamente meno attenzione, ad esempio, al “comportamento”. Ciò potrebbe essere alquanto preoccupante, considerato l’obiettivo politico dichiarato in molti paesi di aumentare la quota di mercato dei veicoli elettrici.
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