Traduzione aperta, quasi spalancata: tradurre Dario Fo

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Questo volume è il risultato di una ricerca volta a indagare le dinamiche della traduzione teatrale alla luce delle più recenti acquisizioni teoriche e pratiche. Il concetto di traduzione entra a far parte della storia del teatro molto tardi, poiché per lungo tempo si preferì ricorrere alla tecnica dell’imitazione e dell’adattamento. A partire dal Settecento e in modo sempre più marcato sino ai nostri giorni, ci si è posti il problema del rapporto tra traduzione e messinscena, tra traduttore e regista, giungendo alla conclusione che tradurre per la scena richiede implicazioni e abilità del tutto diverse da quelle impiegate nel tradurre un lavoro letterario. Al centro dei saggi che compongono questa pubblicazione vi è il teatro di Dario Fo, uno degli autori contemporanei più rappresentati e tradotti all’estero. Al di là delle questioni teoriche e critiche, il libro vuole essere un omaggio non solo a un grande drammaturgo ma a colui che in ogni sua opera ci ha indicato una via alla libertà di pensiero e al sapere, il cui vero senso risiede nel leggere, interpretare, verificare di persona. Perché, come ebbe a dire Fo, “La conoscenza ti fa dubitare. Soprattutto del potere. Di ogni potere”.



Pur operando in ambiti disciplinari diversi, gli autori sono tutti accomunati dalla passione per il teatro, che hanno indagato attraverso prospettive di volta in volta differenti: dalla dimensione storico-critica, a quella teorica, dallo studio relativo alle prassi della traduzione, all’analisi delle teorie registiche e interpretative. I rispettivi interessi si sono incontrati attorno alla figura di Dario Fo, cui hanno dedicato un progetto di ricerca finanziato con i Fondi per la Ricerca d’Ateneo, che ha consentito di approfondire i temi, qui affrontati, della traduzione teatrale.



HELENA LOZANO insegna Lingua e Traduzione Spagnola presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e della Traduzione.

CECILIA PRENZ è docente di Letteratura Spagnola presso il Dipartimento di Studi Umanistici.

PAOLO QUAZZOLO insegna Storia del Teatro presso il Dipartimento di Studi Umanistici.

MONICA RANDACCIO è docente di Lingua Inglese presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e della Traduzione.

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    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2016)
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    Invenzione d’un mito: Dario Fo alla Palazzina Liberty (1974-1980)
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2016)
    Guccini, Gerardo
    Il saggio ricostruisce, a partire da uno spoglio sistematico del «Corriere della Sera», l'estesa e composita rete di relazioni sia politiche che sociali che, negli anni della Palazzina Liberty (1974-1980), fece capo a Dario Fo: punto di riferimento per la protesta operaia e quella studentesca, ma anche per le politiche culturali del Partito Socialista che fece rientrare Fo nei palinsesti televisivi, stabilizzandone la fisionomia culturale di autore-autore civilmente impegnato e indipendente da vincoli strettamente ideologici. L’articolo intende dimostrare che Fo ha gestito da politico l'enorme adesione popolare suscitata dalla sua opera di teatrante, riuscendo a coltivare e a incrementare – senza per questo rinunciare al mandato civile del “fare teatro” – convergenze e complicità fra pubblico proletario, pubblico studentesco e pubblico generalista della televisione. L'esperienza della Palazzina Liberty, inizialmente cresciuta sotto il duplice segno culturale dell'alternativa sistemica e del decentramento culturale, si è conclusa raccordando protesta e spettacolo nel mito personale di Fo: “giullare del popolo” e voce delle minoranze critiche, ma anche inventore di un'arte dell'intrattenimento che travalica, al di là dei propri stessi contenuti, opinioni politiche e confini di classe.
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    Dario Fo: el diablo en Argentina. Alcune traduzioni e messe in scena nel paese latinoamericano
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2016)
    Prenz Kopušar, Ana Cecilia
    Nel testo si ripercorrono alcuni momenti significativi della visita di Dario Fo e Franca Rame a Buenos Aires negli anni ’80; vengono commentate alcune traduzioni e messe in scena dei testi di Fo in Argentina dando particolare rilievo a quelle del regista Carlos Alsina con cui l’autrice ha realizzato un’intervista. Infine, si presenta una proposta di traduzione in spagnolo, nella sua variante argentina, di un frammento di "Morte accidentale di un anarchico".
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    Carla Matteini, la traduzione nel corpo della lingua
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2016)
    Lozano Miralles, Helena
    In questo saggio si ritrae la figura di Carla Matteini, la voce in lingua spagnola di Dario Fo, partendo dalle sue riflessioni sulla traduzione teatrale. Per capire la profondità del suo lavoro come traduttrice si delinea un quadro della fortuna di "Morte accidentale di un anarchico" sulle scene spagnole e si analizzano brevemente le strategie adottate in tre traduzioni di questo testo curate sempre da lei: la prima traduzione a stampa del 1974, la traduzione a stampa del 1997, e la traduzione spettacolare del 2008.
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