Oltre a prose e poesie, Biagio Marin ci ha lasciato una ricca raccolta di diari personali, sulle cui pagine si snoda la storia della Venezia Giulia e dintorni nell’immediato secondo dopoguerra. Tuttavia, i suoi appunti intimi ci rivelano anche l’identità che l’autore ha costruito attraverso la scrittura, il suo rapporto con la società e la spiritualità alla base della sua estetica personale. Le pagine raccolte in questo volume, composte a Trieste tra il 1950 e il 1951, racchiudono al loro interno una testimonianza su due dei quindici anni in cui l’autore lavorò a Grado, periodo da lui stesso definito la sua “grande avventura”.