Paralipomena

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Sottratti alla polvere questi scritti sono diventati Paralipomena, titolo che richiamando “cose tralasciate”, trascurate, definisce un’opera complementare, un’appendice, l’integrazione vera o immaginata di un’omissione e con questo un’azione comunque, intempestiva, fuori tempo. Un essere fuori tempo che è poi denominatore comune di questi scritti per la più parte d’occasione, che al di là di quelle, delle occasioni appunto e delle circostanze anche casuali che le hanno determinate, precisano il senso di un cammino “fatto andando”, tra e dentro l’architettura.

Giovanni Fraziano Architetto, Ordinario di composizione architettonica e urbana. Già Preside della Facoltà di architettura di Trieste, Direttore del Dipartimento di Progettazione architettonica, del Dottorato di ricerca in Progettazione architettonica, e della Scuola di dottorato in Scienze dell’uomo della società e del territorio. Caporedattore del giornale di architettura Phalaris dal 1988 al 92. Autore di saggi, libri e numerosi progetti ha curato la realizzazione di mostre e seminari di livello internazionale. Visiting professor a Lione e Nancy, ha insegnato allo IUAV, dal 1982 al 2000, e all’Accademia di belle arti di Venezia. Dal 2017 è presidente del centro di divulgazione umanistica Stazione Rogers.

Dice di sé: Giovanni Fraziano, Architetto in ostaggio all’Università, per curiosità e naturale inclinazione al viaggio si è spinto, anche a costo di incontrare vicoli ciechi, nelle direzioni più varie. I suoi progetti e le sue realizzazioni ne sono testimonianza.

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    Paralipomena
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2021)
    FRAZIANO, Giovanni
    Sottratti alla polvere questi scritti sono diventati Paralipomena, titolo che richiamando “cose tralasciate”, trascurate, definisce un’opera complementare, un’appendice, l’integrazione vera o immaginata di un’omissione e con questo un’azione comunque, intempestiva, fuori tempo. Un essere fuori tempo che è poi denominatore comune di questi scritti per la più parte d’occasione, che al di là di quelle, delle occasioni appunto e delle circostanze anche casuali che le hanno determinate, precisano il senso di un cammino “fatto andando”, tra e dentro l’architettura.
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