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Recent Submissions

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  • Publication
    Bollettino dell'Associazione Italiana di Cartografia 141-142 (2011)
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2011)
      544  1600
  • Publication
    LA CARTOGRAFIA STORICA IN MOSTRA: “IL LAGO DI CARTA. RAPPRESENTAZIONE CARTOGRAFICA DEL TERRITORIO GARDESANO (SECC. XIV – XIX)”
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2011)
    Porceddu, Andrea
    La mostra “Il lago di carta. Rappresentazione cartografica del territorio gardesano (secc. XIV - XIX)”, frutto di un progetto realizzato grazie alla stretta collaborazione tra il MAG Museo Alto Garda e il Dipartimento di Filosofia, Storia e Beni culturali dell’Università di Trento (unità di ricerca di geografia storica, coordinato dalla prof.ssa Elena Dai Pra’) e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto e della Fondazione Cariverona. È stato predisposto un percorso espositivo che riuniva carte, mappe e disegni provenienti da molteplici sedi archivistiche nazionali ed internazionali, il cui filo conduttore era la rappresentazione a diversa scala del territorio gardesano nel corso dei secoli, partendo dalla cartografia pre-geodetica sino alle mappe catastali del periodo napoleonico. Si è trattato di un vero e proprio racconto cartografico, che è stato presentato attraverso l’esposizione di una sessantina di carte a diversa scala (alcune delle quali rare ed inedite), frutto della perizia tecnica di cartografi, ingegneri e agrimensori. La mostra ha avuto anche un altro intento fondamentale, che è stato quello di riuscire ad accendere l’interesse sulla cartografia storica come odierno strumento progettuale.
      603  1269
  • Publication
    PER UN APPROCCIO DIDATTICO IN GEOGRAFIA: IL “PROGETTO IMPLICITO” DELLA CARTA
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2011)
    Poli, Emanuele
    Se è vero che l’utilizzo delle carte è di fondamentale importanza per poter comunicare efficacemente alcune delle conoscenze spaziali di un determinato fenomeno, occorre anche avere ben presente il fatto che la carta geografica, intanto, non registra le forme del territorio in tutti i suoi dettagli, ma opera delle selezioni; essa trasmette una concezione del mondo, ricostruisce quindi lo spazio che rappresenta secondo uno schema culturale riconducendolo ai suoi tratti più significativi, veicola sempre nuove interpretazioni. Dunque, la pluralità di significato di cui tutte le carte geografiche sono portatrici – da quello immediato e superficiale, attinente alla localizzazione e descrizione morfologica degli elementi territoriali, a quelli più profondi, esprimenti messaggi di natura culturale e politica – rende il loro impiego particolarmente delicato in un contesto didattico. Grande infatti è la responsabilità dell’insegnante nel guidare il processo di apprendimento spaziale, maneggiando consapevolmente il potenziale retorico e persuasivo delle immagini cartografiche e al tempo stesso promuovendo l’acquisizione da parte degli allievi delle capacità di lettura critica necessarie per un loro utilizzo consapevole. Ciò che si deve avere ben chiara è, dunque, tale distinzione: la supposta oggettività della rappresentazione cartografica non deve essere confusa con la sua efficacia rappresentativa. Caratteristica, quest’ultima, che senz’altro possiamo riconoscere alla cartografia razionale, rilevando anzi che proprio da tale caratteristica deriva la sua straordinaria utilità in ogni ambito disciplinare e non solo per ciò che attiene strettamente la geografia.
      664  2283
  • Publication
    DIVIDERE SULLA CARTA: CINQUECENTO ANNI DI STORIA DEI CONFINI ALTOADRIATICI ATTRAVERSO LE CARTE ANTICHE
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2011)
    Selva, Orietta
    ;
    Umek, Dragan
    La conoscenza del territorio Alto Adriatico e dei suoi mutevoli confini può essere facilitata anche dall’analisi diacronica di carte storiche. La lettura della rappresentazione della realtà di cui esse sono portatrici deve essere fatta alla luce sia della conoscenza del lungo processo di evoluzione culturale e tecnica della cartografia in generale, sia delle esigenze di informazioni spaziali poste dall’epoca in cui le carte sono state redatte. In questo senso, il documento cartografico diviene una fonte preziosa per la conoscenza delle dinamiche territoriali, in particolare se considerato non solo come possibile specchio del dato reale, bensì come dato costruito, plasmato in modo più o meno consapevole dai valori e dagli obiettivi propri del suo artefice e del suo committente, all’interno di un determinato quadro storico, sociale, culturale, politico, economico. La fisionomia definitiva di questo Catalogo ha visto la scelta di materiali cartografici originali che coprono un ampio arco temporale, partendo dai documenti di matrice gastaldina e mercatoriana fino a giungere ai prodotti matematico geodetici curati dai diversi Istituti Militari nati e sviluppatisi a partire dal XIX secolo. Si tratta di pezzi sciolti, di carte facenti parte di raccolte eterogenee, di atlanti e ancora di documenti prodotti come apparati cartografici di opere di diversa tipologia, fattura e genere. Questi reperti iconografici assumono particolare significato perché all’importanza che di consueto si attribuisce loro – appunto perché soddisfano il bisogno di rappresentare in forma piccola e maneggiabile, e in modo evidente, proporzionale e possibilmente completo, il territorio – si aggiunge il fatto che essi rappresentano o possono rappresentare nella storia del pensiero e dell’attività umana un punto di concentrazione e di sintesi, tanto da essere quasi un “monumento” atto a fissare gli stadi di progresso o di regresso nella estrinsecazione di tale pensiero e di tale attività, indicando il percorso della scienza e il progresso delle conoscenze.
      498  1909
  • Publication
    SVILUPPO E IMPLEMENTAZIONE DI NUOVE STRATEGIE PER L'ESTRAZIONE DI MODELLI DIGITALI DELLA SUPERFICIE DALLE IMMAGINI SATELLITARI AD ALTA RISOLUZIONE
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2011)
    Nascetti, Andrea
    Negli ultimi anni sono stati fatti molti progressi tecnologici soprattutto nell’ambito della fotogrammetria satellitare, con la messa in orbita della seconda generazione di satelliti (EROS A e B, QuickBird, Ikonos II, WorldView, GeoEye-1, Cartosat dedicato all’acquisizione di stereocoppie), è possibile ormai utilizzare le immagini digitali ad alta risoluzione con precisione a terra dell’ordine del metro (varia da 0,40 m di GeoEye-1 a 2,5 m di Cartosat). Il telerilevamento satellitare ha dei pregi fondamentali come, per esempio, la possibilità di eseguire acquisizioni a intervalli regolari, garantendo così un monitoraggio continuo della zona, o la possibilità di acquisire dati in territori in via di sviluppo dove è più complicato e costoso organizzare dei voli fotogrammetrici. Viste le grandi potenzialità delle immagini pancromatiche satellitari ultimamente sono nati vari progetti di ricerca sull’interpretazione ed estrazione dei dati metrici. Una fondamentale operazione di elaborazione delle immagini satellitari è l’ortorettificazione. Questo processo consente di eliminare le distorsioni indotte dalla posizione e assetto del satellite rispetto alla Terra e dalle caratteristiche ottico-geometriche del sensore. Esistono due metodologie differenti per orto-rettificare le immagini, le funzioni polinomiali razionali (RPF-Rational Polynomial Function) o il modello rigoroso. Oltre al prodotto bidimensionale ottenuto dalla singola immagine satellitare orto-rettificata è possibile utilizzare una stereo-coppia per estrarre un modello digitale del terreno (Digital Elevation Model). Il DEM è la rappresentazione dei valori continui di elevazione sopra una superficie topografica con un array regolare di valori di quota, riferiti allo stesso datum (definizione dell’ESRI). Attualmente la realizzazione e l’utilizzo dei DEM ha subito un incremento sempre maggiore, dovuto al potenziale uso in molti campi di applicazione dalle cartografia alla geotecnica. Inoltre i DEM sono un’importante banca dati da cui poter ottenere molti prodotti secondari come curve di livello, profili, volumi e modelli di pendenza, ecc… La sempre maggiore capacità di calcolo degli elaboratori unita alla grande richiesta interdisciplinare dei DEM ha incrementato enormemente la continua ricerca di nuovi e più complessi algoritmi. Per l'estrazione dei DEM dalle immagini satellitari sono necessarie varie elaborazioni fotogrammetriche, si possono distinguere principalmente due fasi: l'orientamento delle immagini satellitari e il processo di matching. I modelli di orientamento adottati si dividono in modelli rigorosi e modelli generici. I primi utilizzano un approccio fotogrammetrico basato sulle equazioni di collinearità mentre nei secondi le coordinate immagine sono legate a quelle terreno mediante rapporti di polinomi di cui sono noti i coefficienti (RPC). Il matching è il processo che permette il riconoscimento dei punti omologhi fra le due immagini, ovvero dei medesimi punti a terra ripresi sui due fotogrammi. In questa maniera si ottiene una nuvola di punti corrispondenti nelle due immagini e così, conoscendo la geometria di acquisizione, si è in grado di costruire il modello tridimensionale del terreno. Possiamo distinguere due classi principali di algoritmi per il matching l'Area Based Matching (ABM) e il Feature Based Matching (FBM). L'ABM si basa sulla diretta correlazione tra i valori della radianza fra l'intorno del punto fissato sull’immagine master e l'intorno di un punto mobile sull'immagine slave. In questo modo si ricercano i punti omologhi dove è massimo il valore della correlazione. Il FBM ricerca prima delle features (punti, angoli, bordi o anche poligoni) in entrambe le immagini e in un secondo momento analizza la corrispondenza fra esse. Il tema principale della ricerca è stato quello di sviluppare una metodologia completa atta a processare il Matching, è stato quindi implementato un nuovo algoritmo nel quale la fase del Matching è stata combinata con quella di orientamento. La strategia usata per unificare le due fasi è stata quella di utilizzare i coefficienti RPC per caratterizzare le deformazione delle immagini stimando una serie di trasformazioni affini e poi impiegare un Least Square Matching (una particolare tecnica di ABM) guidato da queste trasformazioni affini per la ricerca della correlazione. Finita la fase di sviluppo, sono stati effettuati molti test, alcuni su di una stereo-coppia della zona costiera di Augusta (Siracusa - Sicilia - Italia) acquisita con il satellite ad alta risoluzione WorldView-1 e altri su una stereo-coppia di Roma acquisita con il sensore GeoEye-1. In questi test è stata valutata la robustezza, la precisione e l'accuratezza del nuovo software. Innanzitutto nei risultati è stata valutata l'accuratezza raggiunta tramite il confronto tra i DSM estratti e quelli di riferimento e inseguito sono state comparate le accuratezze tra il nuovo software e il software commerciale PCI Geomatics OrthoEngine. Le accuratezze raggiunte sono paragonabili o in certi casi inferiori rispetto a quelle ottenute con il software commerciale. In conclusione il nuovo algoritmo implementato nel software ha dato i risultati sperati aprendo nuove possibilità per uno sviluppo futuro dei processi di matching, attualmente sono in corso ulteriori ricerche riguardo l'utilizzo di una programmazione dinamica e adattiva dell'algoritmo.
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