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Recent Submissions

Now showing 1 - 5 of 7
  • Publication
    West & East IV (2019)
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2019)
      98  512
  • Publication
    Una inedita lastra Campana con Schweinsbrühgruppe da Taranto
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2019)
    Di Franco, Luca
    Il contributo fornisce l’inquadramento di una inedita lastra Campana, conservata nei depositi del Museo Archeologico Nazionale di Taranto. La scena presentata rientra tra le vaste e variegate rappresentazioni di ambito dionisiaco, in cui Satiri, Sileni, Menadi e Dioniso stesso sono inseriti in un’ambientazione idillico-sacrale. La lastra ripropone, tuttavia, un motivo iconografico ben noto nella tradizione ellenistico-romana, la bollitura del cinghiale. Si tenta infine di fornire il quadro delle attestazioni di prodotti di tale categoria nella Apulia antica
      372  558
  • Publication
    Strutture e rinvenimenti del Tardo Minoico I dell’area a Ovest del Piazzale I di Festòs
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2019)
    Messina, Ester
    La collina di Festòs ha restituito nell’ultimo secolo una fitta sequenza di livelli archeologici, dalla preistoria fino all’età ellenistica. Per quanto riguarda la fase minoica, i dati testimoniano l’esistenza di un primo Palazzo, poi di un secondo, edificato durante il TM IB, con funzionalità probabilmente solo cultuali, oltre a numerose strutture di dimensioni minori risalenti a diverse epoche. La revisione del record ceramico recuperato durante gli scavi di Doro Levi nel 1965-1966 nell’area a ovest del Piazzale I ha fornito nuovi dati relativi al TM I, un momento delicato per la storia di Festòs per il cambiamento degli equilibri nella regione centro-meridionale di Creta e la conseguente costruzione del Secondo Palazzo. Il lavoro è consistito nella rilettura accurata delle relazioni di scavo delle campagne 1965-1966 e nell’analisi puntuale del materiale inedito. È stato possibile aggiungere nuovi elementi all’interpretazione dell’utilizzo dell’area e del periodo interessati, legando Festòs alle vicende dei siti ‘vicini’ della Messarà.
      247  372
  • Publication
    Un denario di Marco Antonio (RRC 544/19) dal milecastle 48 (Poltross Burn) del Vallo di Adriano
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2019)
    Di Pastena, Luisa
    Il milecastle 48 (Poltross Burn, presso il villaggio di Gilsland, Cumbria) è certamente uno dei più significativi e meglio scavati del Vallo di Adriano. Tra i diversi rinvenimenti, risalenti agli scavi del 1909-1910, spicca per la sua antichità un denario attribuito a Marco Antonio, che faceva parte della serie legionaria emessa tra il 32 e il 31 a.C. Ad un’analisi generale delle composizioni dei ripostigli registrati per la Britannia, appare subito evidente la presenza di quantità interessanti di denarii legionari nel territorio della provincia, a cui si contrappone la relativa scarsità di esemplari per la Britannia settentrionale e la zona di frontiera.
      359  809
  • Publication
    Il ripostiglio di Celò (Pulfero, UD)
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2019)
    Nardini, Anna
    ;
    Canovaro, Caterina
    ;
    Angelini, Ivana
    Il ripostiglio di Celò (metà XII-inizio XI secolo a.C.), insieme ad altri bronzi coevi dalle Valli del Natisone, risulta significativo per comprendere il ruolo di questo percorso fluviale nella tarda Età del Bronzo. Nell’arco di un secolo, le Valli del Natisone vedono crescere l’importanza del loro ruolo mediatore, enfatizzato dalla posizione strategica posta al centro delle rotte che collegavano le cerchie minerarie alpine e transalpine con i centri padano-veneti e con i distretti danubiano-balcanici. Se in un primo momento (BM-BR1) esse sono teatro di scambi diffusi e costituiscono una delle molteplici vie di scambio dell’epoca, nella fase successiva (BR2-BF1) si apprestano a diventare degli interlocutori preferenziali, fino a mediare rapporti sistematici ed esclusivi (BF2) tra queste aree. La vicinanza ai centri minerari delle Alpi ed il facile collegamento con la pianura friulana permettevano di rendere le Valli del Natisone punti di passaggio obbligati nel sistema di approvvigionamento e distribuzione del metallo. La maggior parte dei bronzi di Celò appartiene a tipologie alpine, evidenza sintomatica di una preferenza dei contatti con queste regioni. Tale evidenza sarebbe corroborata anche dalle analisi archeometriche: il rame di alcuni bronzi sarebbe di provenienza sud-alpina (Trentino Alto-Adige e Veneto), mentre quello di altri, su cui permangono ancora dei dubbi, potrebbe essere ricondotto a giacimenti dell’area austriaca e svizzera.
      441  973