10 Il bronzo come strumento di scambio e riserva del valore nell’Italia di età longobarda (secc. VI-VIII)

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L’autore affronta il tema della circolazione monetaria quotidiana nell’Italia longobarda e, confutando l’ipotesi di un ritorno ad un’economia naturale o solo occasionalmente monetaria, sostiene invece la sopravvivenza di un’economia che impiegasse ampiamente strumenti monetari. Nella prima parte del lavoro, dopo una breve analisi dell’economia monetaria dell’età tardoantica per valutarne gli elementi di continuità con il primo periodo medievale, viene proposto un quadro di sintesi delle monetazioni presenti nella penisola italiana nel periodo goto, bizantino e longobardo. Al fine di valutare se le monete bronzee del tardo Impero potessero esser impiegate come circolante effettivo, così come ipotizzato in recenti studi archeologici e numismatici, l’autore propone un censimento di manufatti metallici (non solo monetari) attestati in oltre 1.500 contesti archeologici nelle aree longobarde e bizantine con lo scopo di indagare se la preziosità e rarità delle specie metalliche possano aver influito sull’uso dei metalli monetati e monetabili. Lo studio attesta che il bronzo appare essere l’elemento metallico maggiormente presente nell’Italia di età longobarda, in contesti sia prettamente longobardi sia bizantini, mentre rimarca una evidente scarsità di argento. In base a questi elementi, e sulla scorta di studi precedenti, il riesame della circolazione monetaria longobarda sembra testimoniare, per i primi secoli di insediamento longobardo, una continuità d’uso del sistema di conto tardoantico con un apprezzabile ruolo ricoperto anche dalla moneta bronzea tardoantica come strumento di scambio. Solo con il passaggio al VIII secolo, in particolare con la riforma monetaria posta in atto dal re Cuniperto, il sistema di conto longobardo si dovette infine allineare a quello coevo bizantino, attuando una parità di valore tra le due monetazioni.

Lorenzo Passera è stato assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Trieste (2014) ed è attualmente assegnista e afferente al Dipartimento di Studi Umanistici e del Patrimonio culturale dell’Università degli Studi di Udine con una ricerca che riguarda i sistemi di conto monetale in uso nel Patriarcato di Aquileia nei secoli XIII-XV. È consulente numismatico della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia (SABAP FVG). I suoi principali interessi di ricerca riguardano la numismatica italiana ed europea di età medievale (VI-XV secolo).

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    Il bronzo come strumento di scambio e riserva del valore nell’Italia di età longobarda (secc. VI-VIII)
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2018)
    Passera, Lorenzo
    L’autore affronta il tema della circolazione monetaria quotidiana nell’Italia longobarda e, confutando l’ipotesi di un ritorno ad un’economia naturale o solo occasionalmente monetaria, sostiene invece la sopravvivenza di un’economia che impiegasse ampiamente strumenti monetari. Nella prima parte del lavoro, dopo una breve analisi dell’economia monetaria dell’età tardoantica per valutarne gli elementi di continuità con il primo periodo medievale, viene proposto un quadro di sintesi delle monetazioni presenti nella penisola italiana nel periodo goto, bizantino e longobardo. Al fine di valutare se le monete bronzee del tardo Impero potessero esser impiegate come circolante effettivo, così come ipotizzato in recenti studi archeologici e numismatici, l’autore propone un censimento di manufatti metallici (non solo monetari) attestati in oltre 1.500 contesti archeologici nelle aree longobarde e bizantine con lo scopo di indagare se la preziosità e rarità delle specie metalliche possano aver influito sull’uso dei metalli monetati e monetabili. Lo studio attesta che il bronzo appare essere l’elemento metallico maggiormente presente nell’Italia di età longobarda, in contesti sia prettamente longobardi sia bizantini, mentre rimarca una evidente scarsità di argento. In base a questi elementi, e sulla scorta di studi precedenti, il riesame della circolazione monetaria longobarda sembra testimoniare, per i primi secoli di insediamento longobardo, una continuità d’uso del sistema di conto tardoantico con un apprezzabile ruolo ricoperto anche dalla moneta bronzea tardoantica come strumento di scambio. Solo con il passaggio al VII secolo, in particolare con la riforma monetaria posta in atto dal re Cuniperto, il sistema di conto longobardo si dovette infine allineare a quello coevo bizantino, attuando una parità di valore tra le due monetazioni.
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