2 Dignità, eguaglianza e Costituzione

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Il volume è frutto di un percorso di ricerca multidisciplinare finalizzato a mettere a fuoco il concetto di dignità della persona. Si tratta di un concetto complesso sotto il profilo definitorio e particolarmente ricco di sfaccettature in relazione al suo impiego operativo. La Costituzione italiana non contiene una norma che espressamente si riferisca alla dignità dell’uomo, anche se in essa compare un significativo riferimento alla “pari dignità sociale” (art. 3, comma 1, Cost.). Non si può trascurare che la dignità della persona innerva tutta la prima parte della Costituzione. Del resto la giurisprudenza, non solo costituzionale, si è incaricata di certificare la centralità della dignità della persona nella nostra architettura costituzionale. A tale giurisprudenza è utile guardare, come in molti contributi del volume viene fatto, anche per sciogliere i nodi definitori che attengono proprio alla perimetrazione di un concetto così carico di significati eppure così sfuggente. In questa prospettiva i vari contributi raccolti nel volume tentano di dare alcune risposte, sia nella prospettiva della definizione dell’idea di dignità della persona sia nell’ottica concreta della giurisprudenza che del concetto di dignità ha sovente fatto uso per risolvere i casi più disparati.

Gian Paolo Dolso insegna Giustizia costituzionale e Tutela costituzionale dei diritti fondamentali presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e della Traduzione dell’Università degli Studi di Trieste. È autore di diverse decine di contributi scientifici in materia di giustizia costituzionale, di libertà costituzionali e di diritto regionale, tra cui due monografie: Giudici e Corte alle soglie del giudizio di costituzionalità, Milano, 2003, Il principio di non discriminazione nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, Napoli, 2013.

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    Conclusioni
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2019)
    Giangaspero, Paolo
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  • Publication
    Dignità e tutela della sicurezza sul lavoro, tra principi costituzionali e problemi di effettività delle norme prevenzionistiche
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2019)
    Nunin, Roberta
    Il contributo si sofferma sul rilievo della normativa in materia di protezione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro in relazione al tema della tutela della dignità di lavoratori e lavoratrici, dedicando attenzione ad un profilo specifico, concernente il possibile collegamento tra la normativa prevenzionistica ed il diritto antidiscriminatorio. Infatti, nell’opinione dell’autrice, una corretta applicazione delle regole concernenti la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro (di cui al Testo unico d. lgs. n. 81/2008) può considerarsi uno strumento prezioso ed efficace, accanto ad altri previsti dal nostro ordinamento, per contrastare anche possibili fenomeni di discriminazione e rafforzare, di conseguenza, gli strumenti di tutela contro possibili lesioni alla dignità delle persone nei contesti lavorativi.
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  • Publication
    Dignità e lavoro dopo il c.d. decreto dignità: il caso della somministrazione di lavoro
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2019)
    Ferrara, Maria Dolores
    Nel saggio si analizza l’impatto del cd. Decreto “dignità”, d.l. n. 87 del 12 luglio 2018 convertito in legge n. 96 del 9 agosto 2018, sulla disciplina della somministrazione di lavoro, con particolare riferimento all’introduzione della tecnica della giustificazione a fondamento del contratto di lavoro a termine in somministrazione. Pur se nell’ultimo sforzo regolativo si è cercato di rafforzare la posizione del lavoratore nel contratto di lavoro a termine in somministrazione, tuttavia, le nuove regole espongono gli stessi lavoratori ad una nuova condizione di debolezza nel mercato del lavoro.
      192  753
  • Publication
    Quanto eguali? Cittadini e stranieri tra principio di eguaglianza e divieti di discriminazione
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2019)
    Corvaja, Fabio
    Il lavoro muove da una ricognizione dei diversi imperativi di eguaglianza e di non discriminazione tra stranieri e cittadini che vincolano il legislatore, ed evidenzia come accanto al principio generale di eguaglianza sancito dall’art. 3, primo comma, Cost. e al principio di non discriminazione nel godimento dei diritti e delle libertà protetti dalla CEDU, dettato dall’art. 14 della Convenzione, esistano precetti di fonte internazionale od europea che proteggono, per lo più settorialmente, determinate categorie di non cittadini. Lo scritto ripercorre quindi l’evoluzione della giurisprudenza costituzionale che si è occupata di stranieri e eguaglianza, a partire dal risalente indirizzo che con riferimento ai non cittadini limitava programmaticamente l’applicazione della garanzia dell’eguaglianza alla sola sfera dei diritti fondamentali della persona, fino all’evoluzione che ha portato la Corte costituzionale da una concezione “soggettiva” ad una concezione “oggettiva” della eguaglianza, sulla base della declinazione del principio dettato dall’art. 3, primo comma, Cost.,quale limite generale alla funzione legislativa e quale imperativo di ragionevolezza, valevole quindi anche oltre l’ambito dei diritti fondamentali. La giurisprudenza più recente analizzata distinguendo i diversi settori a seconda del grado di discrezionalità legislativa riconosciuto al legislatore e concentrando l’attenzione, in particolare, sulla pronunce relative alla estensione dei diritti sociali dei non cittadini e alle limitazioni al godimento delle prestazioni di welfare introdotte dal legislatore sulla base della tipologia del permesso di soggiorno o mediante la prescrizione di requisiti di residenza prolungata, limitazioni che sono oggetto di valutazione critica. Infine, il lavoro evidenzia come l’eguaglianza e la non discriminazione non si esauriscono in un canone oggettivo,ma diano luogo anche al riconoscimento diuna posizione soggettiva suscettibile di autonoma tutela.
      228  550
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    Dal pluralismo medievale all’uguaglianza dei moderni: dissimmetrie tra storia e diritto
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2019)
    Rossi, Davide
    Dignità e uguaglianza sono lemmi intrinsecamente legati alla modernità giuridica, frutto delle Rivoluzioni di fine Settecento e, quindi, del  contributo del costituzionalismo nel Novecento, ancorati alla faticosa emersione della tutela della persona nella sua unicità e nella protezione dei suoi diritti universali. Ma sono concetti che non hanno avuto sempre il medesimo contenuto, così legati al contesto ed alle diverse epoche storiche. Vi sono  state, infatti, esperienze giuridiche totalmente differenti e lontane  dalla nostra contemporaneità, all’interno delle quali l’ordine naturale della società presupponeva disuguaglianze, appartenenze e ceti, tutti elementi percepiti come una sorta di imprescindibile stato di fatto. Ci si riferisce ad un contesto di comunità, fondata su tutele e protezioni, in cui l’individuo scioglieva l’io all’interno del noi. La piena consapevolezza di principi e dei valori fondanti una società non può, quindi, che passare attraverso la cognizione della loro storicità e del percorso svolto, attraverso un’analisi critica, e non solo temporale, delle tappe più significative della propria cultura  giuridica.
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