Uomo e tecnologia: una simbiosi problematica

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L'importanza della tecnologia nella definizione della creatura uomo è sempre più evidente, ma fin dalla sua comparsa la nostra specie si è ibridata con gli strumenti che costruisce: in realtà 'homo sapiens' è sempre stato 'homo technologicus', un simbionte di uomo e tecnologia in perpetua trasmutazione. Una parte dell'umanità sembra destinata ad una profonda trasformazione culturale, epistemologica e perfino fisiologica. Ma la rapidità di questo cambiamento, favorito in particolare dalla tecnologia dell'informazione, mette a repentaglio il nostro equilibrio biologico ed emotivo e lacera le componenti etiche ed estetiche ereditate dalla tradizione. In questa marcia verso un futuro post-umano, il simbionte, incerto tra la nostalgia per i valori della tradizione e un nomadismo identitario privo di memorie e di confini, appare una creatura del sogno ma anche della sofferenza.

Giuseppe O. Longo, è ordinario di Teoria dell’Informazione nella Facoltà di Ingegneria dell’Università di Trieste. Si occupa di codifica di sorgente e di codici algebrici. Ha diretto il settore “Linguaggi” del Laboratorio della International School for Advanced Studies (SISSA) di Trieste e il Dipartimento di Informazione del Centre International des Sciences Mécaniques (CISM) di Udine. Socio di vari Istituti e Accademie, s’interessa di epistemologia, di intelligenza artificiale e del rapporto uomo-tecnologia. È traduttore, collabora con il Corriere della Sera, con Avvenire e con numerose riviste. È autore di romanzi, racconti e drammi teatrali tradotti in molte lingue.

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    Uomo e tecnologia: una simbiosi problematica
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2006)
    O. Longo, Giuseppe
    L'importanza della tecnologia nella definizione della creatura uomo è sempre più evidente, ma fin dalla sua comparsa la nostra specie si è ibridata con gli strumenti che costruisce: in realtà 'homo sapiens' è sempre stato 'homo technologicus', un simbionte di uomo e tecnologia in perpetua trasmutazione. Una parte dell'umanità sembra destinata ad una profonda trasformazione culturale, epistemologica e perfino fisiologica. Ma la rapidità di questo cambiamento, favorito in particolare dalla tecnologia dell'informazione, mette a repentaglio il nostro equilibrio biologico ed emotivo e lacera le componenti etiche ed estetiche ereditate dalla tradizione. In questa marcia verso un futuro post-umano, il simbionte, incerto tra la nostalgia per i valori della tradizione e un nomadismo identitario privo di memorie e di confini, appare una creatura del sogno ma anche della sofferenza.
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