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Abitare la distanza: l’isola Trieste
Rovatti, Pier Aldo
2012
Abstract
In una riflessione insieme filosofica e autobiografica, viene approfondito il significato
del vissuto di un abitante non nativo di Trieste, per cui la città è diventata
la propria città. Trieste viene pensata come città terramare la cui anima è
caratterizzata positivamente dall’oscillazione e dallo spaesamento. Sul filo delle
categorie del pensiero contemporaneo, viene individuata una analogia profonda
con la struttura, dinamica e in tensione, del “desiderio”, come già Calvino aveva
fatto con la forma sdoppiata di Despina, città di confine tra il deserto e il mare.
Publisher
EUT Edizioni Università di Trieste
Source
Pier Aldo Rovatti, "Abitare la distanza: l’isola Trieste", in: C. Ferrini, R. Gefter Wondrich, P. Quazzolo, A. Zoppellari (a cura di), "Civiltà del mare e navigazioni interculturali: sponde d’Europa e l’ “isola” Trieste", Trieste, EUT Edizioni Università di Trieste, 2012, pp. 210-214
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it
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