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ANALISI DELLE METODOLOGIE PER LA STIMA DELLA BIOMASSA IN AREE TEMPERATE E TROPICALI
NAPOLITANO, ROSSELLA
2005-04-14
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Contributor(s)
FEOLI, ENRICO
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FEOLI, ENRICO
Abstract
La vegetazione, assteme all'atmosfera e agli oceani, è uno dei maggiori fattori che influenzano i cambiamenti climatici. Per avere la possibilità di descrivere e predire cambiamenti climatici a lungo e a breve termine è necessario effettuare un monitoraggio continuo dello stato della vegetazione. Essa, infatti, può essere considerata sia come un indicatore dello stato e della dinamica di un sito, sia come indicatore dei cambiamenti avvenuti nel tempo. Il monitoraggio implica la conoscenza di alcuni parametri chiave, come ad esempio la quantità di biomassa e la conoscenza degli attributi strutturali e funzionali della vegetazione . . La stima della biomassa ha ricevuto negli ultimi anni notevole interesse, soprattutto in seguito al Protocollo di Kyoto, l'accordo internazionale del 1997 sui Cambiamenti Climatici, che prevede l'impegno per i paesi industrializzati di ridurre le emissioni di gas ad effetto serra. La biomassa immagazzinata dalla vegetazione determina la quantità di carbonio che la vegetazione è in grado di assorbire e le emissioni potenziali di carbonio che si avrebbero nell'atmosfera se si deforestasse. Per quanto riguarda gli attributi strutturali e funzionali della vegetazione, essi sono influenzati dalle condizioni mic$:oclimatiche, dalla dinamica dei nutrienti, dall'attività degli erbivori e da molti altri fattori. La quantità di foglie contenute nella vegetazione è una delle caratteristiche principali che indicano gli effetti integrati di questi fattori. Di conseguenza l'indice di area fogliare (LAI) è un descrittore importante e basilare delle condizioni della vegetazione, utilizzato per una grande varietà di studi fisiologici, climatici, e biogeochimici ed è anche un indicatore dello stress delle foreste. Per il monitoraggio è necessario, inoltre, acquisire un certo grado di conoscenza sui tipi di vegetazione, sulla selezione di una scala adeguata (temporale e spaziale) e sulle tecniche appropriate. Considerando che i rilievi in campo spesso richiedono un considerevole onere in termini sia economici che di tempo, le tecniche del telerilevamento offrono una valida alternativa per l'analisi della vegetazione e per la stima della biomassa su vaste aree a costi e tempi d'esecuzione sensibilmente più contenuti. Gli indici spettrali della vegetazione sono ampiamente usati per la loro abilità nello stimare la biomassa verde e l'attività fotosintetica della vegetazione. Tali indici possono essere messi in confronto con le misurazioni in campo che sono necessarie per la validazione dei modelli prodotti con il telerilevamento. Uno degli scopi di questa tesi è il confronto tra diverse metodologie per la stima della biomassa Oegnosa e verde) per valutarne i pro, i contro, i possibili errori di misurazione e la loro applicabilità per studi di biomonitoraggio dell'alterazione ambientale. Le metodologie utilizzate per lo studio della biomassa legnosa sono state il taglio totale di alcune aree campione; l'applicazione delle equazioni allometriche (basate su diametro, altezza, area basale, area della chioma ecc.) per determinarne il volume (m3 /ha) e il peso (kg/ m2). Per la biomassa verde è stato effettuato un taglio delle foglie di un'area campione e sono stati utilizzati due strumenti non distruttivi per la stima indiretta del LAI: il LAI-2000 P/ant Canopy Anafyzer e la fotografia emisferica. È stata poi analizzata la correlazione tra i risultati ottenuti con i diversi strumenti e tra il LAI e gli indici spettrali di vegetazione del telerilevamento: NDVI (Normalized Difference Vegetation Index), RSR (Reduced Simple Ratio) e EVI (Enhanced Vegetation Index) dei satelliti MODIS (250x250m) e Landsat (30m). Dall'inversione delle equazioni tra il LAI e gli indici di vegetazione, sono state prodotte alcune mappe di LAI. Per questa tesi sono state analizzate diverse tipologie forestali del Friuli Venezia Giulia (faggeta, pecceta, piceo-faggeta, acero-frassineto, piceo-abieteto, ostrio-querceto, saliceto, betuleto, corileto , castagneto, rovereto, carpineto, rimboschimento, neocolonizzazione, pioppeto, ostrio-lecceta) e alcune tipologie vegetazionali del bacino del Rio Cachoeira, nello stato di Bahia, Brasile (pascolo, capoeira, cabruca, foresta). Un confronto effettuato tra i valori medi degli indici ottenuti (LAI con il LAI-2000 e con la foto emisferica, NDVI e RSR con il satellite Landsat, NDVI e EVI con il satellite MODIS) e le diverse formazioni forestali mette in evidenza che tutti gli indici considerati sono fortemente correlati con le fasi terminali della successione ecologica nelle diverse formazioni o con le situazioni a maggior umidità, come nel caso del caripineto e del corileto. Il fatto che la foresta tropicale si distingua dalle foreste della regione Friuli Venezia Giulia, può significare che il metodo di confrontare le associazioni vegetali sulla base di questi indici può mettere in evidenza non solo situazioni di maggiore o minore quantità di biomassa verde, ma anche situazioni diverse per quanto riguarda la struttura. Questa tesi di dottorato offre quindi una possibile procedura di monitoraggio del territorio basata sull'integrazione delle misure a terra con il telerilevamento. Il telerilevamento infatti fornisce l'unica via per ottenere il LAI su vaste aree. Le mappe di LAI, che derivano dalle immagini satellitari come quelle ottenute in questa tesi di dottorato, sono un'importante base per alcuni modelli di produzione degli ecosistemi dalla scala locale a quella globale, e per modelli di interazione tra la biosfera e l'atmosfera in alcuni modelli di circolazione, quindi per modelli di NPP e per stime di carbonio. E quindi possono essere utilizzate per studi futuri.
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Università degli studi di Trieste
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