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L’occupazione delle grotte in età preistorica nel territorio agrigentino
Gullì, Domenica
2013
Abstract
La Sicilia centro meridionale è caratterizzata da grandi
affioramenti della serie gessoso-solfifera: le acque superficiali
penetrano all’interno della roccia granulare, variamente
fessurata, inabissandosi nei meandri sotterranei
derivanti dalla dissoluzione dei gessi. Molte di queste cavità
conservano tracce di frequentazione in età preistorica.
Nell’ambito di un progetto di censimento delle grotte del
territorio agrigentino sono state esplorate oltre quaranta
cavità con tracce più o meno evidenti di frequentazione in
età preistorica (dal Neolitico al Bronzo recente) che si aggiungono
a quelle note in letteratura, come le grotte Infame
Diavolo, Zubbia, Ticchiara, Acqua Fitusa, Kronio, ecc.
L’esplorazione e lo studio ancora in corso ha permesso di
evidenziare alcune costanti: la presenza dell’acqua, nella
forma dello stillicidio che porta alle formazioni di stalattiti e
stalagmiti, di fiumi e laghetti o anche nella forma vaporosa;
la localizzazione in posti sotterranei e nascosti, la difficoltà
di accesso, la mancanza assoluta di fonti luminose, la
deposizione di vasellame di buona qualità e la presenza di
sepolture, sono stati identificati quali indizi dell’uso cultuale
delle grotte, in quanto manifestazioni che esulano dal
quotidiano e dal funzionale.
Molte grotte sono collegate a fenomeni endogeni cosiddetti
pseudovulcanici, come la risorgenza di oli bituminosi
nella grotta Bonura, di acque sulfuree, come nella grotta
dell’Acqua Fitusa o la presenza di vapori di aria calda documentata
in alcune grotte del territorio di Casteltermini
e nella grotta del Kronio, dove il potente termalismo non
sembra lasciare dubbi sulla frequentazione di tipo rituale.
South-central Sicily is characterized by large outcrops of
sulphurous gypsum: surface water penetrates the cracked
granular rock, sinking into underground meanders formed
by gypsum dissolution. Many of these cavities contain traces
from the prehistoric age. As part of a census project
on the caves in the Agrigento region, over forty cavities
containing various degrees of traces left by mankind in
prehistoric times (from the Neolithic to the Late Bronze
Age) have been explored, in addition to the caves already
cited in literature, such as the Infame Diavolo, Zubbia, Ticchiara,
Acqua Fitusa, Kronio, etc. The exploration and ongoing
study have revealed some constants: the presence
of water vapours and dripping water leading to the formation
of stalactites and stalagmites, streams and lakes;
hidden underground locations; difficult access; complete
lack of light sources, and the presence of high-quality
stoneware and tombs, evidencing the cultural rather than
the everyday or functional use of the caves. Many caves
are connected to so-called pseudo-volcanic endogenous
phenomena, such as the resurgence of bituminous oils in
the Bonura Cave, sulphur water in the Acqua Fitusa Cave,
or hot air vapour documented in some caves in the Casteltermini
area and in the Kronio Cave, where the presence
of hot springs strongly suggest ritual activity.
Publisher
EUT Edizioni Università di Trieste
Source
Domenica Gullì, "L’occupazione delle grotte in età preistorica nel territorio agrigentino" in: Franco Cucchi e Pino Guidi (a cura di), "Diffusione delle conoscenze: Atti del XXI Congresso Nazionale di Speleologia, Trieste, 2-5 giugno 2011", Trieste, EUT Edizioni Università di Trieste, 2013, pp. 258-267
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it
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