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Acqua che cambia, acqua che resta
TURNING WATER, STAYING WATER
Degli Espositi, Vittorio
Zanni, Filippo
2016-04-11
Abstract
Quanto può cambiare un territorio nel tempo, conteso nell'eterna lotta tra le acque, naturali dominatrici e modellatrici della superficie terrestre dal momento del loro contatto con essa, e l'uomo che a queste contende il diritto di gestire i luoghi a lui opportuni? Quelli che sono stati e spesso ancora sono i luoghi delle acque vengono ricordati dalle serie di carte storiche tracciate prima da pazienti agrimensori, poi dai militari ed ora, nelle carte recenti, da tecnici specializzati; il confronto della documentazione disponibile racconta quale sia il grado di variabilità ambientale in questo confronto mai finito, in cui a Volte vince la natura, a volte l'uomo, ma sempre qualcosa si trasforma. Le mutazioni del paesaggio in riferimento alla trasformazione del sistema delle acque possono essere anche di enorme importanza – l'uomo, si sa, è molto industrioso – e della forma più antica del territorio forse nemmeno le carte ci possono dir nulla: troppo recenti sono per recare memoria di un lontano passato. A meno che, anche sulle carte più recenti, non resti «scritto tra le righe » quella che era la struttura dell'acqua, mai disegnata: allora, tra i tanti segni riportati sulla carta, si potranno analizzare quelli che raccontano la forma dell'acqua nel tempo antico: questi segni sono i toponimi. Infine, anche se l'acqua non c'è più, resta a volte la sua impronta, tanto evidente quanto ignorata nella sua genesi; impronta direttamente leggibile o desumibile «per scarto», laddove la contesa tra acqua e uomo non ha lasciato né vinti né vincitori, in una contesa durata più di un millennio.
How much can land change over time, caught in the eternal struggle between water, natural dominator and modeller of the earth's surface from the moment of its contact with the latter, and man, who claims the right to control the places most convenient for him? What were, and often still are, places of water are immortalized in a series of historical maps traced first by patient surveyors, then by the military and now, more recently by specialised technicians, a comparison of the available documentation reveals to what degree the environment can change in this never-ending contest, in which sometimes nature wins and sometimes man, but something is always transformed. The changes in the landscape deriving from the transformation of the water system may also be of enormous importance – man, as we all know, is very industrious – and not even maps can tell us much about the ancient conformation of land: they are too recent to bear evidence of a remote past. Unless even in more recent maps the former never depicted structure of water may be read between the lines; in such a case, among the numerous clues shown on the map we can analyze those that recount the form of water in ancient times: these clues are the toponyms.
Series
Bollettino dell'Associazione Italiana di Cartografia
121-122
Publisher
EUT Edizioni Università di Trieste
Source
Vittorio Degli Espositi, Filippo Zanni, "Acqua che cambia, acqua che resta", in: Bollettino dell'Associazione Italiana di Cartografia 121-122 (2004), Trieste, EUT Edizioni Università di Trieste, 2004, pp. 53-62
Languages
it
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