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L'Europa dal 1845 ad oggi: da continente di emigranti a continente di immigrati
Fornasin, Alessio
Greco, Donatella
2016-10-19
Abstract
L’indagine storica prende le mosse dalla grave malattia delle patate che colpì l’Irlanda dando inizio alla grande emigrazione europea verso le Americhe. Si calcola che tra ‘800 e ‘900 quasi 50 milioni di persone intrapresero un viaggio senza ritorno verso nuove patrie. Le cause di questo fenomeno furono sia demografiche, con l’aumento della popolazione indotto dalla transizione demografica, che economiche, con l’aumento della produttività del lavoro in agricoltura. L’Italia, con quasi 9 milioni di emigranti, fu uno dei paesi che contribuirono maggiormente a questi flussi migratori. Le correnti migratorie, innescatesi nella seconda metà del XIX secolo si mantennero sostenute fino al secondo dopoguerra. Solo con gli anni ’70 del Novecento, con ritardo rispetto a molti altri paesi europei, il saldo migratorio da negativo divenne positivo.
Gli ultimi vent’anni del Novecento, dunque, vedono una decisa inversione di rotta per l’Europa che da continente di emigranti si trasforma, sempre più, in continente di immigrati, seppur con numeri e caratteristiche diverse da Paese a Paese. Nel pieno di quella che Castels e Miller definiscono come l’Era delle Migrazioni, si può osservare (dati alla mano) come il numero di migranti residenti in Europa continui a crescere, incrementando anche il flusso dei nuovi ingressi. Diverse tipologie di migranti con diversi vissuti che contribuiscono sempre più a delineare il nuovo volto del Vecchio Continente.
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