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Il Mediterraneo tra geografia e immaginario: rileggendo Idrīsī e i diari di Mu‘īn Bsīsū
Baldazzi, Cristiana
2012
Abstract
La civiltà arabo islamica vanta una lunga storia di viaggi, non solo per terra: gli
Arabi infatti hanno da sempre fronteggiato il mare, sia per estendere i confini dei
loro traffici mercantili, sia perché spinti dal proprio credo religioso, sia per l’innato
desiderio umano di conoscere. Questa nota prende in esame come il mare
appare in un’opera medievale commissionata da Ruggero II al geografo arabo
Idrīsī conosciuta come Geografia di Edrisi o Libro di Ruggero (XII sec.) e in un’opera
contemporanea dello scrittore palestinese Mu‘īn Bsīsū, Quaderni palestinesi pubblicata
negli anni Settanta. Il testo di Idrīsī fornisce un’originale descrizione della
realtà fuori del mondo musulmano, in particolare delle città costiere italiane, soffermandosi
anche su una località identificata con Trieste. Mentre, Quaderni Palestinesi,
che può essere annoverato tra le scritture autobiografiche, racconta oltre
un decennio della vita dello scrittore trascorso per lo più in carcere, dove il mare
viene spesso evocato nella dimensione del ricordo per assumere così molteplici
simbologie. Due scritture distanti tra loro, nel tempo, nello spazio, nei temi, ma
con echi comuni che nascono da un dialogo continuo e proficuo con le culture
altre e con la propria tradizione.
Publisher
EUT Edizioni Università di Trieste
Source
Cristiana Balduzzi, "Il Mediterraneo tra geografia e immaginario: rileggendo Idrīsī e i diari di Mu‘īn Bsīsū", in: C. Ferrini, R. Gefter Wondrich, P. Quazzolo, A. Zoppellari (a cura di), "Civiltà del mare e navigazioni interculturali: sponde d’Europa e l’ “isola” Trieste", Trieste, EUT Edizioni Università di Trieste, 2012, pp. 159-173.
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it
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