Options
I semi della biodiversità coltivata e i paradossi della loro conservazione
The seeds of cultivated biodiversity and the paradoxes of their conservation
Louvin, Roberto
2025
Abstract
Dopo aver distinto tra la biodiversità selvatica e la biodiversità coltivata, lo scritto definisce il senso del custodire e ne individua le principali modalità scientifiche e pratiche. Viene poi tracciato il quadro normativo che regola queste attività ed entro il quale si sono sviluppate differenti forme di banca dei semi. Analizzando il fenomeno, l’autore ne rimarca la grande valenza culturale e l’elevato interesse sociale, la stretta connessione con la ricerca e i rischi legati alle limitazioni dei diritti di proprietà intellettuale e a normative troppo rigide, mettendo in guardia dai rischi di burocratizzazione e di aumento dei costi. La questione della custodia della biodiversità coltivata presenta un’elevata politicità nella salvaguardia dei valori ambientali e sociali in gioco e richiede l’adozione di soluzioni integrate e differenziate che si contrappongano alla deriva verso un qualunquistico ‘indifferent food from nowhere’.
After operating a distinction between ‘wild’ and ‘cultivated’ biodiversity, the article defines guardianship and its primary scientific and practical applications, to provide an outline of the regulatory framework governing these activities, taking into account different forms of seed banking. The analysis of this phenomenon highlights its significant cultural value, strong connection to research activities, the risks associated with the protection of intellectual property rights, and the threats of overly-rigid regulations. Furthermore, the essay points out the perils posed by bureaucratization and increased costs. The issue of cultivated biodiversity’s guardianship reveals its high political importance in terms of safeguarding the environmental and social values at stake, and requires the adoption of integrated and differentiated solutions that counteract the drift toward an ‘indifferent food from nowhere’.
Dopo aver distinto tra la biodiversità selvatica e la biodiversità coltivata, lo scritto definisce il senso del custodire e ne individua le principali modalità scientifiche e pratiche. Viene poi tracciato il quadro normativo che regola queste attività ed entro il quale si sono sviluppate differenti forme di banca dei semi. Analizzando il fenomeno, l’autore ne rimarca la grande valenza culturale e l’elevato interesse sociale, la stretta connessione con la ricerca e i rischi legati alle limitazioni dei diritti di proprietà intellettuale e a normative troppo rigide, mettendo in guardia dai rischi di burocratizzazione e di aumento dei costi. La questione della custodia della biodiversità coltivata presenta un’elevata politicità nella salvaguardia dei valori ambientali e sociali in gioco e richiede l’adozione di soluzioni integrate e differenziate che si contrappongano alla deriva verso un qualunquistico ‘indifferent food from nowhere’.
Journal
Publisher
EUT Edizioni Università di Trieste
Source
Roberto Louvin, "I semi della biodiversità coltivata e i paradossi della loro conservazione" in: "Poliarchie/Polyarchies Special Issue 2025", EUT Edizioni Università di Trieste, Trieste, 2025, pp. 100-116
Languages
it
Rights
Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International
File(s)
