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Il legame tra ordine mondiale e stabilità internazionale dalla guerra fredda ad oggi
The linkage between world order and international stability since the Cold War
Fossati, Fabio
2018
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e-ISSN
2611-2914
Abstract
Stability is defined as an international system with the same distribution of power for a long period of time. World order is defined as a governance anchored to the promotion of four steady values (the units of measurement) in each arena of international relations: democracy (political), market (economic), peace (military), national self-determination leading to single-nation states (cultural). Multipolar and bipolar systems were stable, but disordered, as values promoted by the main powers were not steady. Change periods were/ are unstable: from 1915 to 1945 and after 1989. In the 1990s there was an attempt to consolidate both order and stability, through the concert of powers; as pluri-national states prevailed after 1989, it was only a ‘near order’. Since 2001, there has been neither stability (both unipolarism and multipolarism failed), nor order, as the promotion of those values has been weakened by the West (especially by Obama and Trump) because of the objections of Islamic fundamentalist groups (and in part by China, Russia, Venezuela). A “disordered stability” and the return to the conservative diplomacies of ‘real-politik’ (with the West promoting ‘lesser evil’ authoritarian regimes and waging wars to fight Islamic fundamentalism) has not re-emerged yet. The Usa are not a great power anymore, as both Obama and Trump were/are shy and uncertain in foreign policy. An “unstable order” would be anchored to the promotion of single-nation (only Shiite or only Sunni, Palestinian, Kurd) states.
La stabilità di un sistema internazionale è collegata alla stessa distribuzione del potere per un lungo periodo di tempo. L’ordine mondiale può essere definito come quella forma di governance che viene ancorata alla promozione di alcuni valori costanti (le unità di misura) in ogni arena delle relazioni internazionali: democrazia (politica), mercato (economica), pace (militare) e auto-determinazione nazionale che porta a stati mono-nazionali (culturale). I sistemi multipolari e bipolari sono stati stabili, ma disordinati, perché i valori promossi dalle maggiori potenze non erano costanti. I periodi di cambiamento sono di solito instabili: dal 1915 al 1945 e dopo l’89. Negli anni ’90 c’è stato un tentativo di consolidare sia l’ordine che la stabilità, attraverso il concerto delle potenze, ma siccome gli stati pluri-nazionali hanno prevalso, c’è stato solo un ordine “zoppo”. Dopo il 2001, non c’è stata né stabilità perché sia l’unipolarismo che il multipolarismo sono falliti, né ordine, perché l’Occidente (soprattutto con Obama e Trump) ha indebolito la promozione di quei tre valori di fronte alle obiezioni dei gruppi islamici fondamentalisti, e (in parte) di Cina, Russia, Venezuela. Non è ancora riemersa una “stabilità disordinata” e il ritorno alle diplomazie conservatrici della real-politik, con l’Occidente che promuove regimi autoritari considerati “mali minori” e che scatena guerre per combattere i fondamentalisti islamici. Gli Usa non sono più una grande potenza, a causa della politica estera timida e incerta di Obama e Trump. Un “ordine instabile” sarebbe collegato alla promozione di stati mono-nazionali: uno palestinese, uno curdo, ed entità con cittadini solo sciiti o solo sunniti.
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Publisher
EUT Edizioni Università di Trieste
Source
Fabio Fossati, "Il legame tra ordine mondiale e stabilità internazionale dalla guerra fredda ad oggi", in: "Poliarchie / Polyarchies 2/2018", Trieste, EUT Edizioni Università di Trieste, 2018, pp. 261-285
Languages
it
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