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  5. L'invettiva contro Gildone.Motivi di propaganda politica e prassi letteraria.(Per un commento a Claud.carm.15)
 
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L'invettiva contro Gildone.Motivi di propaganda politica e prassi letteraria.(Per un commento a Claud.carm.15)

Cuzzone, Tullia
2008-04-17
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http://hdl.handle.net/10077/2666
  • Doctoral Thesis

Contributor(s)
Fernandelli, Marco
Abstract
L’indagine ha permesso di mettere in luce la complessità di un poema che è prima di tutto un’opera a sostegno della politica di Stilicone e contiene un messaggio, duplice (di rimprovero e parenetico), inviato all’Oriente dell’Impero relativo alla necessaria concordia fra le due parti e fra i fratelli reggenti, Onorio e Arcadio. Claudiano eleva a dignità epica un episodio politico-militare la cui conclusione, più che da una vera e propria battaglia (che nella realtà non avvenne mai), era stato determinato dall’abile strategia di Stilicone. La specificità dell’opera consiste in una elevata cifra retorica dell’elemento panegiristico di cui si è fornita documentazione. La condanna di Stilicone come hostis publicus, da parte della corte orientale, obbliga il poeta ad assegnare al generale vandalo un ruolo di secondo piano e determina l’impossibilità di attribuirgli una responsabilità diretta nella risoluzione della vicenda gildonica. Tale condizionamento storico-politico si traduce in una strategia narrativa in cui il soggetto centrale del racconto diventa Gildone, il nemico o piuttosto l’anti-eroe, a cui si contrappone in modo implicito (esplicito raramente) proprio Stilicone. Stilicone incarna così l’eroe della tradizione romana, rispettoso della fides verso i familiari (in qualità di suocero di Onorio) e la patria. Le azioni del generale vandalo sono exempla di pietas e in netta antitesi con quelle di Gildone che però non compare mai come attore nella vicenda. L’opposizione tra i due si traduce in definitiva nella vittoria morale di Stilicone. Il generale vandalo, compie il suo ingresso nel finale del poema (352), preparato dall’encomio ad opera di Teodosio il Grande. Nel poema dunque la vittoria su Gildone non viene descritta mediante il racconto dei fatti, ma è sancita sul piano etico per mezzo della contrapposizione fra i due antagonisti. Il presente lavoro cerca di mettere in luce le ragioni che nell’In Gildonem hanno determinato il silenzio di Claudiano sugli antefatti e sulle operazioni in rapporto al più dettagliato resoconto della vicenda e al vero e proprio panegirico di Stilicone nella successiva Laus. Il confronto fra le due opere indurrebbe infatti a individuare nella prima una sorta di anticipazione dei motivi enfatizzati, senza reticenze, nella Laus. In questa prospettiva di lettura le due opere risultano complementari e ciò permetterebbe di superare la posizione della critica (Döpp 1980, Hajdu 1996-1997, Charlet 2000) che ritiene l’In Gildonem incompiuto tanto da ipotizzare la mancata pubblicazione di un secondo libro.
Subjects
  • invettiva

  • elogio di Stilicone

  • propaganda politica

  • prassi letteraria

Insegnamento
  • SCIENZE DELL'ANTICHIT...

Publisher
Università degli studi di Trieste
Languages
it
Licence
http://www.openstarts.units.it/dspace/default-license.jsp
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