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Abitanti di uno spazio incerto. Pratiche e paradossi in una etnografia tra rifugiati, operatori e diritti sociali.
Signorini, Virginia
2014-04-16
Contributor(s)
Boileau, Anna Maria
Abstract
Questa indagine propone una lettura del sistema- rifugio italiano partendo dal paradosso della
inclassificabilità del rifugiato, non più cittadino del proprio Paese di origine e non ancora cittadino
del Paese di approdo, focalizzandosi su quello spazio liminale – a cavallo tra lo status di rifugiato e
lo status di cittadino – in cui prendono vita le pratiche quotidiane tipiche del contesto del rifugio.
Una componente del contesto italiano è la precarietà del confine tra protezione e abbandono che
si rispecchia nella instabile possibilità di inserimento nei progetti nati per svolgere a vario titolo
azioni di facilitazione nell'accesso ai diritti sociali dei rifugiati. Sono molti i rifugiati che nonostante
l'esistenza di tali progetti si trovano in molti casi costretti a vivere in contesti marginali.
Le categorie della cittadinanza e del rifugio non sono qui considerate come sole categorie
giuridiche, ma come processi attraverso cui l'individuo si relaziona con il proprio sé e con i soggetti
che incontra, e a seconda dell'ambito di potere in cui si trova. Tramite l'osservazione e la raccolta di
testimonianze di chi quotidianamente si muove lungo la linea immaginaria che collega il mondo
dei progetti a quello dei potenziali ospiti, questo lavoro di ricerca permette una rilettura del
sistema rifugio ponendo in rilievo le sue contraddizioni nell'ambito delle relazioni tra la dimensione
del terzo settore e delle istituzioni, tra le politiche e le pratiche afferenti a tali dimensioni e
quotidianamente messe in atto nella relazione tra gli operatori e i rifugiati “dentro ai progetti” e
nelle quotidianità al di “fuori dei progetti”.
La lente attraverso cui si è scelto di procedere in questa osservazione, nella specifica esperienza
della Toscana, è quella dei percorsi di accesso al diritto all'accoglienza e alla salute nel passaggio
dalla loro titolarità alla effettiva esigibilità. Particolare attenzione è rivolta alle dinamiche che
riguardano quelle persone rifugiate che appartengono alle cosiddette “categorie vulnerabili”.
Il lavoro si interroga su quale sia e quale dovrebbe essere il ruolo dei progetti, e di chi vi opera
all'interno, nell'accesso ai diritti dei rifugiati in generale e in particolare di quei rifugiati considerati
in una condizione di prioritaria necessità di inserimento in percorsi di supporto nell'accesso ai
propri diritti. In particolare, la ricerca viene a verificare se nel corso degli ultimi venti anni di
esperienze nell'ambito del rifugio, in cui le “emergenze” si sono avvicendate all'ideazione di
esperienze ad hoc e a momenti di riflessione sulle problematicità del processo, si sia effettivamente
venuta a creare una “cultura del rifugio” a livello nazionale, che nella sua ipotetica coerenza interna
risponda in maniera adeguata alle richieste del contesto
Insegnamento
Publisher
Università degli studi di Trieste
Languages
it
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