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Sindrome metabolica nel disturbo bipolare: prevalenza, evoluzione e rischio di suicidio
D'ambrosio, Virginia
2012-03-30
Abstract
Questa tesi si propone di fare il punto su alcuni aspetti del complesso rapporto tra disturbo bipolare e sindrome metabolica. La sindrome metabolica è una condizione caratterizzata dalla compresenza di alcuni fattori di rischio cardiovascolare, quali obesità centrale, iperglicemia, ipertensione e dislipidemia. Tale sindrome è strettamente correlata con elevati tassi di morbilità per patologie multisistemiche, ed in particolare per malattia coronarica, infarto, stroke e diabete di tipo II.
E’ noto da numerosi studi che i pazienti affetti da disturbo bipolare sono ad elevato rischio di sovrappeso ed obesità, soffrono con maggior frequenza di malattie cardiovascolari, ipertensione e diabete mellito di tipo II e hanno elevati tassi di mortalità per malattie cardiovascolari rispetto alla popolazione generale. Recentemente, alcuni studi hanno suggerito l’esistenza, nel disturbo bipolare, di un maggior rischio di sviluppare sindrome metabolica rispetto alla popolazione generale, con conseguente ulteriore aumento del rischio di morbilità cardiovascolare.
L’elevata prevalenza di sindrome metabolica nel disturbo bipolare può essere spiegata da più fattori, primo fra tutti l’uso delle terapie psicofarmacologiche con stabilizzatori dell’umore e antipsicotici atipici. Tali terapie, infatti, alterano in maniera diretta e significativa l’assetto metabolico dei pazienti con aumento del peso corporeo, ipertrigliceridemia e alterazioni del metabolismo glicidico che portano in tempi rapidi alla comparsa di sindrome metabolica. Inoltre, il disturbo bipolare è spesso caratterizzato lungo il decorso dall’adozione di stili di vita malsani come ad esempio eccessivo introito calorico, fumo di tabacco, consumo di alcolici e scarsa attività fisica, fattori che favoriscono il dismetabolismo e incrementano il rischio cardiovascolare.
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Il disturbo bipolare è un disturbo cronico, che richiede trattamenti a lungo termine e pertanto l’identificazione di pazienti a rischio di sviluppare sindrome metabolica sarebbe di fondamentale importanza per poter mettere in atto strategie di preventive di riduzione del rischio cardiovascolare.
Inoltre, la presenza di così significative alterazioni metaboliche conferisce al disturbo bipolare caratteristiche di severità legate non solo alla compresenza di una comorbidità medica, con aumento della mortalità cardiovascolare, ma anche ad una diversa espressione clinica del disturbo. I pazienti con disturbo bipolare che sviluppano alterazioni metaboliche presentano, infatti, un decorso peggiore, con frequenti ricorrenze e una ridotta efficacia dei trattamenti. Queste ultime caratteristiche sono state associate nel disturbo bipolare ad un aumento del rischio suicidario, così come la presenza di obesità e sindrome metabolica. Dal momento che il suicidio rappresenta un problema rilevante nei pazienti con disturbo bipolare, le alterazioni metaboliche in questi pazienti trascinerebbero con sé un aumento del rischio di mortalità che è la sommatoria della mortalità per suicidio e della mortalità per eventi cardiovascolari.
Pertanto, questa tesi ha lo scopo di chiarire il legame esistente tra disturbo bipolare e sindrome metabolica osservata nella sua evoluzione nel tempo, nel tentativo di identificare un profilo di paziente a rischio e di chiarire il rapporto tra sindrome metabolica e rischio suicidario.
In particolare, nel primo capitolo è stata descritta la sindrome metabolica, la sua prevalenza nel disturbo bipolare e i possibili fattori patogenetici implicati nello sviluppo. Nel secondo capitolo viene presentata una ricerca clinica condotta dal Candidato. Si tratta di un’osservazione prospettica di un campione di pazienti affetti da disturbo bipolare della durata di due anni, al fine di valutare l’evoluzione della sindrome metabolica e delle sue componenti durante un periodo di tempo significativo. Quindi, si è tentato di identificare potenziali fattori di rischio per la
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comparsa di sindrome metabolica. Nel terzo capitolo è stata effettuata una revisione dei lavori di letteratura che illustrano le relazioni esistenti tra rischio suicidario e alterazioni metaboliche, con una particolare attenzione ai lavori che identificano i lipidi come potenziali fattori biologici del rischio suicidario. Nel quarto capitolo viene presentata una ricerca clinica condotta dal Candidato al fine di chiarire la relazione esistente tra sindrome metabolica, lipidi e rischio di suicidio in un campione ampio di pazienti con disturbo bipolare in trattamento.
Il contributo offerto da questo lavoro è parte di uno studio più ampio e mirato a far luce sui rapporti esistenti tra disturbo bipolare e sindrome metabolica,!un ulteriore piccolo passo nel vasto progetto di identificare la presenza di soggetti a più alto rischio di sviluppare patologie cardiovascolari e di migliorare il decorso del disturbo stesso così come la qualità della vita legata alla salute generale dei pazienti con disturbo bipolare.
Insegnamento
Publisher
Università degli studi di Trieste
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