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Il consolato del mare; nel quale non solo si comprendono tutti gli ordini, e statuti per ogni caso di mercantia, e di nauigatione; ma ancora quelli sopra l'armate di mare, sigurta, entrate et vscite. Cosi a beneficio di marinari, come di mercanti, & patroni di naue, & nauilij. Con il Portolano del mare. Con ogni piu esatta diligenza corretto, & ampliato delle leggi della Sereniss. Repub. di Venetia a tal materia appartinenti. Con le tauole de i capitoli...
Il consolato del mare
Autore: anonimi esperti di nautica e negozi marittimi
Editore: Ginami
[16], 236, 67, [1] p.; rilegato in quarto, anno di edizione 1656
Il “Libre de Consolat da Mar” è una raccolta delle norme consuetudinarie di ambito marittimo diffuse nel bacino del Mediterraneo, compilata nella seconda metà del XIV secolo a Barcellona ad opera di uno o più anonimi esperti della materia, che potrebbero, secondo alcune ipotesi, aver incorporato anche testi più antichi. La lingua dell’opera originale è un volgare affine al catalano; ne furono fatte diverse traduzioni, anche verso l’italiano, la più famosa delle quali è quella curata da Giuseppe Lorenzo Maria Casaregi, che non corrisponde però alla traduzione anonima qui presentata.
La famiglia Ginammi (attestata anche come Ginami) fu attiva nell’editoria veneziana tra la fine del XVI e il XVII secolo, dapprima col capostipite Bartolomeo, operante sotto i due cognomi Alberti e Ginammi, quindi con il figlio Marco, che portò l’impresa di famiglia al massimo del suo successo e la guidò fino ai primi anni ‘50, quando ne passò la gestione ai figli, l’ultima generazione in controllo dell’attività prima che essa passasse a Francesco Brogiolli nel 1668. Il Bartolomeo Ginammi che, coi fratelli, firma la dedica del “Consolato” a Michel Sorgo nel 1656 è il primogenito di Marco, omonimo del nonno fondatore della tipografia, specializzatosi in particolare nell’edizione di opere orientali: aveva studiato infatti il turco e più di una lingua slava. Le traduzioni furono, in effetti, una parte importante delle pubblicazioni di questa famiglia. Tra le altre traduzioni di opere spagnole, ad esempio, vi furono la “Istoria o brevissima relatione della distruttione dell'Indie” e la “Conquista dell'Indie Occidentali” di Bartolomeo de Las Casas.
Il nostro esemplare presenta numerose annotazioni a mano e schizzi (rappresentazioni di mani?), particolarmente all’inizio e nelle ultime cinque pagine, originariamente lasciate bianche. Diverse tra le annotazioni sembrano prove di scrittura, e in alcuni casi trascrivono parte del testo stampato sulla medesima pagina. Sul frontespizio è presente la marca tipografica dell’editore Ginammi, la personificazione della Speranza rivolta verso il sole, circondata da una cornice tondeggiante che riporta il motto “In deo est spes mea”. A differenza di altri esemplari di questa marca, in questa variante la Speranza non si appoggia all’ancora, pur presente al suo fianco, ma si inginocchia posandosi su una sfera. Le iniziali della dedica, degli indici e dai capitoli sono ornate e sono presenti ulteriori decorazioni xilografate (ad esempio un vaso a p. 37 del fascicolo E). Il libro è rilegato in ottavo, con le prime 16 pagine non numerate (si tratta del primo fascicolo identificato, in parte, dal simbolo “croce”) seguite da una paginazione da 1 a 236 (fascicoli A-P, quest’ultimo eccezionalmente di sole 6 carte). Dopo queste parte una sezione intitolata “Parti prese nell’eccellentiss. Conseglio di Pregadi” il cui primo fascicolo (nuovamente A) non è paginato, la paginazione comincia tuttavia coerentemente da 17 col fascicolo B e arriva a 39 (fascicolo E, di 2 carte). Segue poi una nuova paginazione da 1 a 67 per “Il portolano del mare” (fascicoli Aa-Ee, quest’ultimo di sole 4 carte).
Sitografia utilizzata
https://www.treccani.it/enciclopedia/la-produzione-e-la-circolazione-del-libro_(Storia-di-Venezia)/
https://www.treccani.it/enciclopedia/marco-ginammi_%28Dizionario-Biografico%29/