Options
Al confine dell’intraducibile: varietà linguistiche e pastiche linguistico nella traduzione di Dario Fo
Plack, Iris
2016
Abstract
L’articolo si propone di esaminare il ruolo assegnato alla lingua nel teatro di Dario Fo e il trattamento dell’ampia gamma di varietà linguistiche nelle traduzioni tedesche di Peter O. Chotjewitz. L’analisi contrastiva si basa su alcuni esempi tratti dalle sue opere 'Gli arcangeli non giocano a flipper e Mistero buffo'. Verranno sottolineati particolari aspetti attinenti alle dimensioni diatopica, diastratica e diafasica e al 'pastiche' dialettale. Si affronterà inoltre il problema più ampio dello statuto di “originale” e della traducibilità delle opere di Fo. Dall’analisi risulta che la contaminazione dei vari linguaggi adoperati, come mezzo di trasgressione, veicola un messaggio politico. Il testo è per così dire “secondario”, in quanto riproduce l’attuazione scenica, e sempre incompiuto. Come testo scritto, la traduzione non è atta a trasportare tutto il messaggio semantico, trasmesso nell’“originale” anche da gesti e mimica. Mentre Chotjewitz rende bene l’effetto comico e il sapore popolare delle varietà linguistiche adoperate, ne attenua invece il colorito locale. La tendenza di “omogenizzare” il linguaggio è più accentuata laddove Fo, come nel 'Mistero buffo', ricorre a un 'pastiche' più complesso.
Publisher
EUT Edizioni Università di Trieste
Source
Iris Plack, "Al confine dell’intraducibile: varietà linguistiche e pastiche linguistico nella traduzione di Dario Fo", in: Helena Lozano Miralles, Ana Cecilia Prenz Kopušar, Paolo Quazzolo, Monica Randaccio (a cura di), “Traduzione aperta, quasi spalancata: tradurre Dario Fo”, EUT Edizioni Università di Trieste, 2016, pp.79-89.
Languages
it
File(s)