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Marsia e la civitas Romana
Mastrocinque, Attilio
2014
Abstract
Molte città italiche scelsero Marsia come simbolo della loro libertà. Anche municipi e
colonie nelle province usarono questo simbolo. La libertà si identificava con la cittadinanza
romana. Un brano di Isidoro di Siviglia mostra che il primo contesto storico di tale libertà
fu la guerra Marsica e le leggi che poi concessero la cittadinanza ai popoli italici. Pertanto
è confermata l’opinione di alcuni studiosi, secondo cui municipia e coloniae adottarono
Marsia come simbolo della loro cittadinanza romana, che si identificava con la libertà. Marsia
era un personaggio della mitologia Lidia, il quale fu introdotto nelle leggende romane
anche perché era imparentato con i Troiani. Marsia, Antenore, Tirreno, Capi e altri eroi anatolici furono molto apprezzati per la loro vicinanza con Enea e i Troiani. La leggenda
della prigionia di Marsia dipendeva dal mito anatolico del Sileno e Mida, un mito che in
qualche modo fu modificato per adattarsi al caso di Numa che catturò Fauno. Sono note
alcune variazioni sul mito di divinità profetiche o veggenti che furono legati, imprigionati e
costretti a pronunciare profezie. Su questa base mitologica la liberazione di Marsia fu usata
dalla mitologia italica come un simbolo politico del conseguimento di tutti i diritti della
cittadinanza romana.
Italic cities chose Marsyas as the symbol of their liberty. Also municipia and colonies in
the provinces used this symbol. This liberty was nothing but the Roman citizenship. A passage
by Isidorus of Seville shows that the first historical context of this liberty was the Marsic war
and the subsequent laws which bestowed the citizenship to Italic peoples. Therefore the opinion
expressed by several scholars is correct, namely that municipia and coloniae adopted Marsyas
as a symbol of their Roman citizenship, i.e. of their liberty. Marsyas was a character of Lydian
mythology, who was introduced into Roman legends also because he was kindred with Trojans.
Marsyas, Antenor, Tyrrhenus, Capys and other Anatolian heroes were highly appreciated for
their relations to Aeneas and Trojans. The legend of Marsyas’ captivity depended on the Anatolian
myth of Silenus and Midas, a myth which was somehow modified in order to fit for the
case of Numa who captured Faunus. Several variations are known on the myth of prophetic
gods or seers who were bound, kept in prison and forced to tell prophecies. On this mythological
background the liberation of Marsyas was used by Italic mythology as a political symbol of
obtaining all the rights of Roman citizenship.
Series
Polymnia: Collana di Scienze dell'Antichità. Studi di Storia romana
3
Publisher
EUT Edizioni Università di Trieste
Source
Attilio Mastrocinque, Marsia e la civitas Romana, in: Monica Chiabà (a cura di), HOC QVOQVE LABORIS PRAEMIVM. Scritti in onore di Gino Bandelli. Trieste, EUT - Edizioni Università di Trieste, 2014, 331-342
Languages
it
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