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La produzione del caffè e il cambiamento climatico. La coltivazione del "robusta" in Uganda come esempio di studio
Danesi, Ilaria
2009-04-23
Contributor(s)
Artale, Vincenzo
Abstract
Abstract. Questo studio analizza la relazione esistente tra la produzione del caffè ed il clima, con l’obiettivo di stimare il potenziale impatto economico del cambiamento climatico. A tal fine, si è sviluppato un approccio integrato a livello interdisciplinare, combinando insieme le tematiche legate agli aspetti della meteorologia, della climatologia, della biologia, dell’ambiente e dell’economia. Il case study di riferimento è la produzione di caffè Robusta in Uganda.
In un contesto di globale esaurimento delle risorse e del repentino cambiamento climatico, non si può più prescindere dall’impatto economico che si determina sulla produzione agricola in generale. Gli eventi atmosferici estremi, quali le tempeste tropicali, gli uragani e i tifoni, insieme alle progressive alterazioni nei cicli delle stagioni, delle piogge e delle temperature, espongono sempre più spesso il territorio e la collettività a siccità, frane, alluvioni e inondazioni che possono distruggere o danneggiare considerevolmente i raccolti.
Il caffè costituisce la principale fonte di sussistenza per circa 25 milioni di coltivatori e per le loro famiglie, oltre che la principale fonte di occupazione per molti dei paesi in via di sviluppo, come in Uganda. La dipendenza economica di questo paese dal caffè risulta, infatti, particolarmente evidente: la sua è un’economia di tipo monoculturale e tuttora il 30% degli introiti derivanti dalle esportazioni proviene da questa commodity agricola. In termini di occupazione, più di 5 milioni di persone sono impiegate nella coltivazione e lavorazione di caffè, che viene prodotto in 52 distretti tra gli 80 presenti nel Paese. La produzione coinvolge circa oltre un milione di piccoli coltivatori, dei quali il 90% possiede fattorie la cui dimensione varia da meno di 0,5 a 2,5 ettari. La piccola dimensione di questi appezzamenti evidenzia anche la loro debolezza strutturale e la necessità di un serio riequilibrio del potere tra gli attori della global coffee chain, che punti a tutelare e a valorizzare la coltivazione del caffè. Il clima potrebbe essere visto quale elemento che può mutare la redistribuzione del reddito lungo la catena di produzione caffeicola (coffee supply chain), poiché potrebbe modificare nel medio termine i processi decisionali dei principali attori della global coffee chain, anche promuovendo una necessaria innovazione tecnologica, nell’ottica di fornirsi di strumenti più adeguati per sopravvivere in un ambiente che potrebbe risultare profondamente mutato.
Il percorso di analisi seguito in questo lavoro è suddiviso in quattro parti.
Nella prima si è provveduto a fornire una descrizione dettagliata dei concetti e degli elementi di base che regolano le complesse dinamiche oceano-terra-atmosfera. In seguito, ci si è occupati di descrivere il clima e di fornire una sintesi dei cambiamenti climatici in atto e degli scenari futuri per il 21° secolo, con grande enfasi per la scala regionale (Africa Orientale) e locale (Uganda).
Nella seconda parte si è voluto fornire un’analisi dettagliata dei parametri fisico-biologici della pianta Coffea Canephora Pierre – Robusta. In particolare, si è trattato di descriverne i requisiti climatici e ambientali, nonché le caratteristiche agro-meteorologiche come il regime delle precipitazioni, le temperature, i venti, l’insolazione e la copertura agroforestale, l’altitudine, le caratteristiche del terreno e l’umidità del suolo, il sistema delle radici e così via. La trattazione comprende anche un’analisi delle fasi fenologiche della Robusta, nelle condizioni climatiche dell’Uganda, oltre ad una descrizione dei metodi di coltivazione adottati dai produttori.
Nella terza parte sono stati descritti gli impatti del clima sulla coltivazione della Robusta in Uganda, integrando le risultanze ottenute a livello fenologico con gli scenari climatici futuri. Infatti, è ben noto che tutti i rapporti sul clima dell’Intergovernmental Panel of Climate Change (IPCC) mettono in evidenza un incremento preoccupante della temperatura del pianeta dovuto prevalentemente ad effetti antropogenici. Le proiezioni regionali e sub-regionali per il 21° secolo dell’ultimo Assessment Scientifico pubblicato nel 2007 (IPCC AR4, 2007) indicano un incremento medio di temperature, soprattutto per quel che riguarda l’intero continente Africano. In particolare, in tutte e quattro le sub-regioni dell’Africa (Africa Occidentale e Orientale, Sud Africa e Africa Sahariana) e in tutte le stagioni, si prevede un incremento medio delle temperature compreso tra i 3°C e i 4°C, circa il 50% (oppure 1.5 volte) in più rispetto all’incremento della media globale. Le previsioni scaturite dalla metà dei modelli numerici globali indicano un riscaldamento della temperatura rispetto a questi valori medi intorno a 0.5°C. Allo stesso modo, i valori in percentuale medi ottenuti tra i modelli, che indicano la frequenza delle stagioni di caldo estremo, umido estremo e siccità estrema, segnalano una probabilità assoluta che si incontrino stagioni estremamente calde e umide in Africa Orientale. Anche le previsioni relative all’incremento delle precipitazioni nella sub-regione si presentano piuttosto attendibili, con un aumento nella media annuale pari a circa il 7%. In particolare, le simulazioni dei modelli numerici globali indicano un’intensificazione delle precipitazioni durante la stagione invernale, insieme ad una modificazione della struttura dipolare delle precipitazioni stesse.
L’importanza del caffè per l’economia dell’Uganda richiede, pertanto, uno studio accurato per valutare l’impatto del clima evidenziando gli effetti delle variazioni stagionali della temperatura e delle precipitazioni, che hanno un’influenza determinante sulla produzione caffeicola. Fondamentale è stato il lavoro teso a determinare la correlazione esistente tra le condizioni del clima e i diversi stadi di crescita e di produzione del Robusta, che conta per circa l’80% dell’intera produzione di caffè del paese. Infatti, le variazioni stagionali del clima potrebbero alterarne lo sviluppo fenologico e, di conseguenza, alterare la stagione del raccolto, dalla semina alla maturazione delle ciliegie. A tal proposito, sulla base della letteratura esistente in materia di fenologia della Robusta e, anche in seguito ad una visita compiuta in Uganda nel distretto caffeicolo di Mubende, situato nella parte centro-occidentale del paese, si è tentato di costruire uno schema dei principali stadi fenologici della pianta. In tal modo, è stato possibile determinare il processo di sviluppo e maturazione dei frutti e, quindi, effettuare uno studio sugli impatti dei cambiamenti climatici derivanti alla produzione di caffè. Ad esempio, l’incidenza di temperature più elevate o un eccesso di caldo durante la fase della fioritura della pianta costituirebbero le cause principali che promuovono l’aborto dei fiori. Al contrario, intense precipitazioni durante questo stadio potrebbero parimenti comportare un danno alla fioritura, con conseguente riduzione della produttività. Inoltre, un incremento previsto delle precipitazioni, insieme a temperature più elevate, potrebbe intensificare la propagazione della coffee wilt disease (CWD), specialmente durante la fioritura che ha luogo dopo la stagione delle piogge. Seppur in modo approssimativo, si è tentato di determinare il livello di umidità del suolo in alcune delle zone di produzione di Robusta in Uganda. La metodologia utilizzata si è basata sul calcolo dei bilanci idrici totali come medie mensili di più anni, ovvero considerando tre periodi temporali storici diversi, utilizzando i valori elaborati dal modello globale Echam5/MPI – OM, atmosfera (2004), per il Quarto Rapporto ONU sul clima (IPCC-AR4, 2007). Da ciò è stato possibile dedurre che, un tasso più alto di precipitazioni durante la stagione invernale potrebbe diventare una grande minaccia per la coltivazione di caffè in Uganda, a causa di una maggiore erosione del suolo dovuta al ruscellamento. A seconda poi delle caratteristiche del terreno, il contenuto di umidità del suolo potrebbe risultare insufficiente per la pianta, nel caso dovesse verificarsi un periodo di assenza di precipitazioni relativamente lungo. Pertanto, eventi climatici estremi, come le siccità o le alluvioni, hanno un impatto negativo sulla produzione caffeicola, con perdite importanti nei rendimenti produttivi totali, oltre che in termini di un deterioramento qualitativo del caffè .
Nell’ultima parte del progetto di ricerca si analizzano alcuni aspetti economici. Dopo aver descritto la struttura ed il funzionamento del settore caffeicolo in Uganda, si è provveduto a valutare il possibile impatto delle variazioni della produzione attuale e futura rispetto ai cambiamenti che intervengono nelle principali variabili climatiche anche per valutare l’attendibilità di certe previsioni che vedono una drastica riduzione dei raccolti nell’area a seguito dell’innalzamento della temperatura media. In questa prospettiva si è cercato di vedere se una risposta può venire dall’analisi dei modelli noti, come l’approccio Ricardiano, che stimano relazioni funzionali che collegano la produzione alle variabili climatiche. In questa prospettiva è stato adottato un modello stimato per la produzione del caffè in Messico che sembra essere l’unico studio sistematico presente in letteratura. In effetti, le funzioni di risposta rispetto alla temperatura implicate suggeriscono un impatto cospicuo sulla produzione che può diminuire anche di quasi il 30% in seguito ad un aumento di un grado e mezzo nella stagione estiva.
Insegnamento
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Università degli studi di Trieste
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