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La celebrazione del monumento al doge Pesaro ai Frari in un elogio della scultura di Antonio Lupis (1682)
Pastres, Paolo
2017
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e-ISSN
2499-6750
Abstract
Negli ultimi tre decenni del Seicento il letterato Antonio Lupis pubblicò una nutrita serie di volumi, dove sovente si affacciano riferimenti alle arti figurative e ad alcuni artisti – soprattutto pittori – attivi in quegli anni, sia attraverso affermazioni generiche e riconducibili a esercizi retorici sia con precisi richiami a opere e a concrete questioni critiche. Infatti, in alcune pagine di Lupis, edite nel 1682 nella raccolta epistolare intitolata Dispaccio di Mercurio, possiamo leggere un vero e proprio elogio della scultura, il quale risulta di un certo interesse per l’originale collocazione nel secolare dibattito sul paragone tra le arti e soprattutto perché esso mira a celebrare un’esecuzione plastica in particolare: il monumento al doge Giovanni Pesaro nella basilica veneziana dei Frari, realizzato tra il 1665 ed il 1669 su progetto dell’architetto Baldassare Longhena con l’intervento di diversi scultori, tra i quali Melchior Barthel e Giusto Le Court, seguendo un raffinato programma iconografico elaborato da Emanuele Tesauro. Il monumento Pesaro rappresentò un punto di svolta per la cultura barocca veneziana e, dunque, non sorprende l’interesse accordatogli da un letterato come Lupis, intriso di quello stesso gusto e sensibilità.
Publisher
EUT Edizioni Università di Trieste
Source
Paolo Pastres, "La celebrazione del monumento al doge Pesaro ai Frari in un elogio della scultura di Antonio Lupis (1682)", in "AFAT 35", Trieste, EUT Edizioni Università di Trieste, 2017, pp. 71-88
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it
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