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Diotima di Mantinea (V a.C.?)
Valenti, Lorenzo
2024
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e-ISBN
978-88-5511-567-4
Abstract
“Diotima” è il nome di una delle figure più affascinanti ed enigmatiche del Simposio di Platone, il nome di una sapiente donna di Mantinea che istruì Socrate nelle “questioni d’amore” (τὰ ἐρωτικά). È il filosofo stesso a raccontare di come ella abbia ritardato di dieci anni l’arrivo della peste ad Atene, facendo compiere certi sacrifici ai suoi abitanti: per la maggior parte della critica si tratta di un riferimento alla peste del 430 a.C., cosa che permetterebbe di collocare Diotima nella città dell’Attica all’epoca in cui Socrate aveva circa trent’anni. Questo episodio, unitamente al tipico linguaggio oracolare da lei impiegato, fa ipotizzare ai più che ella fosse una sacerdotessa, benché non sia mai esplicitamente definita tale. Socrate racconta di come ella abbia confutato le sue errate opinioni in merito a Eros, mostrandogli come quest’ultimo abbia natura intermedia: esso – insegna Diotima – è un demone, né bello né brutto, né buono né cattivo, né mortale né immortale. È filosofo, perché non è né sapiente né ignorante, ma appunto qualcosa nel mezzo (μεταξύ), alla ricerca di un sapere che non può mai ottenere del tutto. Eros è tendenza a possedere il bene per sempre al fine di essere felici, e si realizza tramite il parto, sia fisico che spirituale: generare figli, comporre opere poetiche, amministrare una città ed educare i giovani sono tutti modi di partorire e lasciare una continuazione di sé, tendendo così all’immortalità. A Diotima si deve il magnifico racconto della nascita di questo demone dall’unione di Poros e Penia, nonché l’esposizione della celebre scala amoris, un percorso iniziatico a tappe che porta dall’amore per i corpi alla contemplazione e conoscenza del bello-in-sé (αὐτὸ τὸ καλόν), l’ultimo gradino dell’ascensione; colui che raggiungerà questa vetta sarà «se mai lo fu altro uomo, egli pure immortale» (212a6-7).
L’esistenza storica di Diotima è stata più volte negata, ma questa tesi, benché condivisa da molti autori, non è sempre stata prevalente tra la critica e contro di essa sono state avanzate diverse accuse di infondatezza. Di fatto, non ci sono ragioni definitive né per negare che Diotima sia esistita né per affermarlo.
Alle parole della donna di Mantinea sono state attribuite molte e assai differenti interpretazioni, che spaziano dal considerarle un’esposizione di dottrine platoniche al trattarle come del tutto originali rispetto sia a Platone che a Socrate. Si tratta di un dibattito tuttora aperto che coinvolge complesse questioni esegetiche, nonché l’annoso problema dell’attribuzione delle tesi esposte nei dialoghi.
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Lorenzo Valenti, "Diotima di Mantinea (V a.C.?)" in: "Archivio delle filosofe 2", EUT Edizioni Università di Trieste, Trieste, 2024, pp.
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it
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