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Indizi visivi, fattori temporali e controllo motorio nel calcio di rigore.
indizi visivi, fattori temporali e controllo motorio nel calcio di rigore
Pin, Alberto
2008-04-18
Abstract
Kuhn [1988], dopo aver visionato attentamente moltissimi calci di rigore, ha identificato due classi di strategie:
la prima la chiama open loop secondo la quale il rigorista decide all’ultimo momento possibile dove piazzare la palla, mentre
la seconda, che chiama closed loop, il rigorista agisce secondo un piano predeterminato.
Ovviamente identifica anche due classi di strategie parallele utilizzate dai portieri: nella prima il portiere decide dove tuffarsi immediatamente prima del tiro massimizzando la probabilità di scelta del lato giusto (open loop), nella seconda il portiere cerca di capire da piste anteriori da che parte andrà la palla e si tufferà con qualche frazione di secondo in anticipo rispetto il tiro (closed loop).
Ma quali problemi nascono a seconda delle strategie adottate dai due giocatori che si affrontano?
Se il portiere si muove troppo presto può favorire il rigorista soprattutto se utilizza una strategia a ciclo aperto, se invece si muove troppo tardi non ha il tempo di raggiungere il pallone. Analogamente, se il rigorista adotta una strategia closed probabilmente fornirà degli indici visivi al portiere che gli consentiranno di intuire la direzione della palla, mentre se cercherà di aspettare il più possibile prima di decidere dove piazzare la palla potrà avere delle difficoltà nel modificare all’ultimo momento la postura del corpo per finalizzare il tiro.
All'interno del contesto della psicologia sperimentale dello sport, dove “la centralità del rapporto tra informazione disponibile e modalità di elaborazione della mente è un punto di partenza” [Agostini et al.,2005 pg. 219] e lo scopo è quello di “fornire all'atleta tutte le strategie possibili per far si che l'insieme dei processi motori da lui sviluppati in virtù dei suoi processi cognitivi sia il migliore possibile, a partire dall'informazione sensoriale disponibile e dalle peculiarità individuale individuali dell'atleta stesso” [Agostini et al.,2005 pg. 221], ho cercato di analizzare le tempistiche dello stadio della scelta della risposta motoria, e di ciò che succede in funzione di tali tempistiche.
Nel primo esperimento che qui propongo un rigorista può utilizzare due strategie per calciare un rigore: può aspettare il movimento del portiere prima di scegliere dove tirare la palla, oppure può decidere a priori la direzione da dare al pallone. In questo studio, si è voluta verificare la possibilità di manipolare sperimentalmente il tempo di attivazione del processo decisionale relativo la scelta della zona verso la quale indirizzare la palla. A tale scopo, è stato chiesto a 15 calciatori dilettanti di calciare 40 rigori in ciascuno di 8 settori rettangolari uguali in cui era stata suddivisa la porta. Dietro la porta, in coincidenza del centro di ciascun settore, era stata collocata una luce che serviva da stimolo visivo per indicare all’atleta la direzione verso cui calciare la palla. Prima della prova, per ciascun partecipante veniva misurato il tempo di reazione a terra. Rispetto al contatto piede/palla, le luci si accendevano con 3 livelli di anticipazione: sul tempo di reazione (TR), sul TR + 300 e sul TR + 600 ms. Inizialmente i partecipanti tiravano 2 calci di rigore per ogni settore (baseline). Il settore in cui tirare veniva comunicato dallo sperimentatore prima dell’inizio della rincorsa. I risultati hanno evidenziato un miglioramento della prestazione per il livello TR + 300, mentre per il livello TR si è osservato un peggioramento.
Nel secondo esperimento, con la tecnica dell’occlusione temporale, si è indagata la capacità di 20 portieri dilettanti di individuare con precisione l’esito di un calcio di rigore. La variabile manipolata è stata la quantità di indizi visivi forniti dal rigorista durante la rincorsa. A tale scopo, a 15 calciatori dilettanti è stato chiesto di calciare 40 rigori ciascuno nelle 4 zone in cui era stata suddivisa la porta. L’atleta iniziava la rincorsa senza sapere dove avrebbe dovuto calciare. Al centro di ciascuna zona, era stata collocata una luce che serviva da marker della zona target. Rispetto al tempo di contatto piede/palla, le luci si accendevano con 3 livelli di anticipazione: su T pari al tempo di reazione del rigorista (TR), sul TR + 300 e sul TR + 600 ms. Preliminarmente la baseline prevedeva l’esecuzione di 2 calci di rigore per ogni settore. L’esecuzione di tutti i calci di rigore è stata videoregistrata collocando una telecamera all’altezza del punto di vista del portiere. I filmati sono stati somministrati al nostro campione.
I risultati di questo esperimento evidenziano, rispetto alla capacità di previsione della direzione del tiro della baseline, un peggioramento per tutti e 3 i livelli considerati. Inoltre, sono risultati più prevedibili i rigori calciati alla destra del portiere. Al di là degli aspetti della lateralità, si evidenzia l’importanza dell’informazione percettiva disponibile e dei fattori temporali in funzione dell’efficienza della capacità predittiva nel compito specifico.
I risultati ottenuti con i due esperimenti proposti mostrano come nella rincorsa del rigorista sembra esistere un “punto di non ritorno”, al di là del quale egli non riesce a modificare in maniera efficace la postura del corpo e come il portiere sembri non riuscire a cogliere in maniera adeguata gli indici visivi elicitati dal rigorista stesso. Inoltre sembrano esistere diverse tempistiche di decisione ed azione tra portieri [Agostini e coll. 2004] e rigoristi: questi ultimi, decidendo dove calciare la palla con un'anticipazione pari alla media dei suoi tempi di reazione, otterrà un decremento della sua prestazione; viceversa, i risultati dimostrano come la sua prestazione aumenti significativamente con un'anticipazione pari alla media del suo tempo di reazione più 300 msec.
Sembra altresì che le diverse strategie utilizzate influenzino anche la tipologia di rincorsa eseguita dai partecipanti all'esperimento: i rigoristi che si definiscono closed loop eseguono una rincorsa maggiormente obliqua rispetto a quelli che si ritengono open.
Infine, i risultati ottenuti, confermando gli studi presenti in letteratura [Williams e coll., 1993; Agostini e coll., 2003; Savelsberg e coll., 2007], indicano che il rigorista, durante la rincorsa, elicita degli stimoli visivi e che questi suggeriscono al portiere la futura traiettoria della palla, consentendogli di anticiparla in maniera adeguata. In particolare, possiamo notare come solo gli indici visivi elicitati dal rigorista durante la baseline consentano al portiere di anticipare adeguatamente la traiettoria della palla, a differenza di quelli elicitati durante le condizioni TR + 600 e TR + 300 msec.
Insegnamento
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Università degli studi di Trieste
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