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Prudenzio e Draconzio tra vizi e virtù
Mazzoli, Giancarlo
2017
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ISBN
978-88-8303-904-1
e-ISBN
978-88-8303-905-8
Abstract
Si analizzano dapprima le nette scansioni narrative, provviste d’un ricco spessore intertestuale, della 'Psychomachia', il singolare poemetto prudenziano che riconverte l’epopea mitologica virgiliana nella battaglia tra le personificazioni delle virtù cristiane e dei vitia pagani, e se ne trae poi un bilancio: 1) valenza soprattutto etica, sotto le apparenze religiose, della tenzone, governata dai riconosciuti principi del ‘contrapasso’, sul piano operativo, e della 'Steigerung', su quello strutturale; 2) complessità del conflitto, che si tiene lontano da una semplicistica polarizzazione della lotta tra il Bene e il Male, mettendo invece in evidenza insidiosi margini di ambiguità; 3) accanimento dunque dello scontro, che solo a prezzo di molto sangue allegorico può pervenire alla sofferta conquista della 'pax' spirituale. Se il poemetto prudenziano – al tempo stesso 'historisches Epos' e 'moralisches Lehrgedicht', per riprendere le etichette di autorevoli critici – esprime nel modo più chiaro le cifre ideologiche dell’età teodosiana, il confronto con la poesia di Draconzio è particolarmente utile per percepire, a cento anni di distanza, il mutamento in atto della situazione storico-culturale, volto a una riconciliazione generale in campo etico-religioso tra gli ormai affermati valori cristiani e gli antichi anti-valori pagani. Specialmente indicativa in tal senso si rivela l’analisi del 'Romul. VII', dove riincontriamo in ormai serena coabitazione alcuni dei più rappresentativi vincitori e vinti della 'Psychomachia', ponendo fine, per ben più irenica via che in Prudenzio, alla battaglia dell’anima nel corpo.
We first analyse the net narrative scans, equipped of a rich intertextual thickness, which build the 'Psychomachia' the singular Prudentius’ poem converting Virgil’s mythological epics into the battle between the personifications of Christian virtues and pagan vitia – and then we take stock of the main results: 1) mainly ethical value, under religious appearances, of the duel, ruled by the recognized principles of ‘contrapasso’, on the operative level, and of 'Steigerung', on the structural one; 2) complexity of the conflict, which keeps away from a simplistic polarization of the struggle between Good and Evil and, instead, highlights insidious margins of ambiguity; 3) fury, therefore, of the battle that, only at the price of a great deal of allegorical blood, can reach the painful conquest of spiritual 'pax'. If Prudentius’ poem - at the same time 'historisches Epos' and 'moralisches Lehrgedicht', to recall the labels of authoritative critics - expressed quite clearly the ideological characters of Theodosius’ age, the comparison with the poetry of Dracontius is particularly useful to perceive, a hundred years later, the ongoing change of the historical-cultural situation towards a general reconciliation, in the ethical-religious field, between the now established Christian values and the old pagan anti-values. Particularly significant in this regard is the analysis of 'Romul. VII', where we meet again, in a now peaceful cohabitation, some of the most representative winners and losers of the 'Psychomachia', putting an end, in a far more irenic way than Prudentius’, to the battle of the soul in the body.
Publisher
EUT Edizioni Università di Trieste
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