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Rachel Pasmanik-Bespaloff (1895-1949)
Scozzafava, Angela
2024
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e-ISBN
978-88-5511-567-4
Abstract
Rachel Pasmanik-Bespaloff nasce a Nova Zagora (Bulgaria) il 14 maggio 1895 in una colta famiglia ebrea di origini ucraine. Nel 1925 è a Parigi dove avviene l’incontro con Lev Šestov, che segna il suo “risveglio” filosofico «liberandola da ogni pensiero sistematico e preparandola a formulare le proprie domande» ; comincia a frequentare intellettuali di rilievo e a scrivere di filosofia, all’inizio segretamente e di notte , pubblicando in seguito diversi saggi. Nel 1942 deve emigrare negli Stati Uniti a causa della guerra e delle persecuzioni razziste. Muore suicida nel 1949.
Tra le sue opere del periodo francese ricordiamo: Su Heidegger. Lettera a Daniel Halévy, la raccolta di saggi Cammini e crocevia e lo scambio epistolare con Daniel Halévy che sarà pubblicato col titolo Sulla Questione ebraica. Inizia anche a scrivere il saggio Sull’Iliade, edito poi nel 1943 negli USA. Negli Stati Uniti lavora su molti autori; tra i suoi scritti indichiamo: La doppia appartenenza (1943), La poesia di Jean Wahl (1945), Riflessioni sull’età classica (1945) e Riflessioni sulla tragedia (1947), A proposito di Che cos’è la letteratura? Di Jean-Paul Sartre. Riflessioni su un’esegesi (1947) e, entrambi postumi, Il mondo del condannato a morte (1950) e L’istante e la libertà in Montaigne (1950).
Filosofa “irregolare” , non arruolabile in nessuna corrente, rifiuta consolazioni metafisiche astratte e si muove sempre tra la coscienza dell’opacità dell’esperienza, della durezza del conflitto e della sofferenza che sono nella vita, l’angoscia dello sperimentare il non-senso e il non volersi arrendere, nonostante tutto. Elabora questi temi, in dialogo con intellettuali – filosofi, romanzieri, poeti – a lei contemporanei, con i classici e soprattutto con le Scritture.
Sostenitrice dei pensatori dell’esistenza e non degli esistenzialisti (diffida di Sartre, ma è colpita da Camus), i temi della libertà e della morte sono al centro dei suoi interessi, ma lo sono al di fuori della dimensione immanente in cui i due pensatori francesi li avevano inseriti.
Fortissima è l’attenzione al pensiero etico che ritiene vicino a quello tragico, tornato alla ribalta nelle “tempeste” della storia, pensiero strettamente legato alla libertà giacché mostra «allo stesso tempo la prova in cui la libertà si afferma e la trappola in cui inciampa» . In questa visione realistica e dolente appaiono, nonostante tutto, sprazzi di luce.
All’istante creatore, in cui l’eternità si condensa e che si esprime attraverso la poesia, l’arte e soprattutto la musica «capace di astrarre dal caos una libertà e una legge» , Rachel affida il respiro della libertà e della resistenza ostinata contro la Necessità. Nelle pagine che seguono cercherò di illustrare questi temi con riferimento ad alcune delle sue opere.
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Source
Angela Scozzafava, "Rachel Pasmanik-Bespaloff (1895-1949)" in: "Archivio delle filosofe 2", EUT Edizioni Università di Trieste, Trieste, 2024, pp.
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it
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